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Ancora sulla tassonomia

Ancora novità dal campo tassonomico che in alcuni casi manifesta segni di imbarazzo anche nella stessa classificazione tassonomica delle nostre maliarde. Questo è un articolo scritto dal professore di filosofia alla Harvard Univerity e tassonomo Robert L. Dressler, autore e co-autore di diversi libri, associato dell’erbario dell’Università della Florida e Curatore del Missouri Botanical Garden, apparso sulle pagina 812 e 813 dell’edizione di Novembre 2008 della rivista Orchids redatta dall’AOS (American Orchid Society) ed al solito da me liberamente tradotta:

Cattleye e sistematica molecolare

Per il primo paio di secoli dopo Linneo, le piante furono classificate in base al grado di somiglianza o differenza tra piante o gruppi di piante, basato principalmete su una visione antiquata. Non sorprende che i botanici si caratterizzassero come “aggregazionisti” o “scissionisti”, a seconda se preferissero generi ampliati o molte specie, o molti piccoli generi, ciascuno con poche specie.
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Xè ora de fonghi ( E’ ora di funghi )

TANTI LI CATA, GUIDO NO!!!! ( Tanti li trovano Guido no!!!!)


Vido, questi i xè i primi, uno a zero e baea al centro. (Guido, questi sono i primi, uno a zero e palla al centro.)
Il chiodino o famigliola buona, Armillaria mellea (Vhal), (ciodèto) in dialetto trevigiano cresce in (bari) ciuffi densi sulle ceppaie ma anche su piante e radici vive lungo le siepi campestri e nei boschi sia su latifoglie che conifere ed è sicuramente la specie più venduta in tutti i mercati ortofrutticoli del Veneto e in particolare a Treviso dove nella caratteristica piazzetta del Monte di Pietà dove in autunno, dai primi di ottobre ai primi di novembre, si trovano le tipiche bancarelle di venditori di funghi.
Le più frequentate nei anni passati erano quelle che offrivano i chiodini provenienti dal Montello, colle a nord della provincia di Treviso spartiacque tra la pianura e la valle del Piave, ritenuti varietà particolarmente pregiata per le sue qualità organolettiche.
Ora sul mercato si trovano chiodini provenienti da tutta Italia e dall’estero, sopratutto dai paesi dell’ Est Europeo.
Considerato buon commestibile è tuttavia debolmente tossico e va consumato sempre ben cotto, sbollentandolo in modo che le tossine contenute nel fungo essendo termolabili vengano espulse prima della cottura vera e propria, che tipicamente viene fatta in olio aglio e prezzemolo.
Buon appetito e saluti a Tutti.
G. & C.I.

Anteprima a posteriore

Con una eloquente fotografia in un veloce post, ringraziamo tutti quelli che si sono fatti sentire per il nostro matrimonio con auguri e telefonate.
A breve arrivera’ il resto, per il momento divertitevi con il sedere in movimento del vostro orchidofilo in via di smarrimento.

A presto e ancora grazie,
Konstantina & Daniel

baby cattleya

Cattleya Baby Kay (scritto da Alberto)

Cattleya Baby Kay (c. bicolor × c. luteola) registrato da Keller l’1/1/1963.

Questo ibrido primario rifiorito puntualmente in questi giorni è molto prezioso, ha riavuto il suo nome lo scorso anno , grazie ad un colpo di fortuna. Ebbi l’accortezza di curiosare in una banca dati, (CD)
tra le Cattleye di colore verde, una breve consultazione con Giudo , (la pianta proviene dalla sua serra) e arrivò la conferma. L’orchidea ibrido era catalogata sommariamente col nome di C. Gren Orchid g 703.
Come si può chiaramente notare ha i segni distintivi di tutte e due le specie. Per ora posso constatare che fiorisce nel medesimo periodo, non come la luteola che può fiorire casualmente più volte in un anno.
La caratteristica è di avere dei fiori relativamente piccoli da cui il nome baby, come la luteola e dei pseudobulbi affusolati come matite come la bicolor. Si dimostra molto resistente e di facile coltivazione.

– foto 27-8-08 Alberto Ghedin