Archivi categoria: Opinioni

Redazione: Opinione strettamente personale.

Due parole sul blog

Questo sito internet, forse è eccessivo chiamarlo sito…questo foglio virtuale, un po blog (inteso come diario personale) ma anche forum di discussione per molti appassionati di orchidee, si avvia verso il suo 4° anno di vita.

Forse non sbaglio se definisco questo spazio informativo, un piacevole approdo per chi ama le orchidee, per chi le coltiva, le studia e le racconta.
L’aspetto più positivo è che attorno a orchids.it è cresciuto un club orchidofilo reale “Orchids Club Italia” che pulsa spontaneamente, che organizza esposizioni, incontri ed occasioni di divulgazione della nostra passione.

L’archivio di questo blog, le pagine, i post, le foto ed i vostri commenti sono già uno strumento prezioso per molti visitatori, che quasi giornalmente fanno un click da noi per leggere qualche notizia o per lasciare un commento.

Su orchids.it, voi potete interagire sia con i vostri commenti ai post, ma anche scrivendoli direttamente.

La redazione del blog conta ormai 13 autori abilitati alla scrittura di post.
Forse perché scrivo quasi sempre io, noto che vi sfugge il nome di altri autori, ad esempio l’ultimo post è stato scritto da Alberto G.

E’ un bel libro questo… virtuale per il momento.
Buon 2008.
Guido

Commercio delle orchidee in Italia, etica e valori

Fotografia dei produttori e dei commercianti italiani di orchidee

Come si può intuire dal sottotitolo non spendo l’epiteto “botaniche”perché in Italia non esiste più la figura del produttore e venditore di specie botaniche, tanto cara a noi collezionisti di lungo corso: tutti i commercianti del settore hanno capito che conviene puntare anche sulle “commerciali”, per capirci, le innominate che andranno al macero dopo la fioritura.
Oggi poi, è molto facile effettuare grosse importazioni di orchidee botaniche, svezzate nei paesi più caldi e con manodopera a basso costo.
E’ difficile trovare in Europa, in Italia quasi impossibile, aziende che producono su larga scala orchidee provenienti da semina asimbiotica o riprodotte da meristemi. Sì le eccezioni ci sono, ma la tendenza è quella della globalizzazione produttiva.
Anni fa era anche fiorente la vendita di specie botaniche raccolte in sito ed importate dai venditori europei, ora, per vari motivi è sempre meno praticabile.
Ecco che nasce il commerciante di orchidee tutto tondo.
Le orchidee botaniche da vendere sono acquistate e tenute in parcheggio in serra in attesa di essere vendute on line, oppure nelle mostre o in occasione di altri eventi, dove il venditore andrà anche con un bel carico di “commerciali fiorite” pronta consegna.

Il quadro dei venditori italiani
Esclusi i garden, ed i centri commerciali, che possiamo definire dei meri punti vendita, attualmente in Italia ci sono sette forse otto Aziende che vendono orchidee, commerciali e botaniche. Sostanzialmente sono aziende agricole, la legge lo consente: qualsiasi prodotto vegetale acquistato, per essere considerato di propria produzione è sufficiente che rimanga in serra per un certo periodo…poi può essere venduto anche senza rilascio di fattura e/o scontrino fiscale (questo è consentito dalla contabilità semplificata prevista per le aziende agricole), mentre per prodotti accessori (sfagno, corteccia ecc.) è necessario il rilascio di apposita documentazione di vendita perché in questo caso diventa operazione commerciale.
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Attenti a quei due

Tutto quello di cui le orchidee non hanno bisogno
Non fosse che questi personaggi sono dirigenti dell’orchidofilia nazionale, la cosa potrebbe sembrare perfino comica e non varrebbe nemmeno la pena di occupare tempo e spazio.
Leggete questo “eclatante” spaccato di un dialogo, scovato sul web orchidofilo italiano:

Siamo in un forum italiano e si sta discutendo di Laelie rupicole, la discussione naviga su binari corretti quando ad un certo momento scatta irrefrenabile nella mente del solito Ronin, la voglia di polemica e di denigrazione a cui fa prontamente eco un’altra “promessa” dell’orchidologia italiana, tale Filippo…che nel forum è pure moderatore, ovvero riveste il ruolo di chi dovrebbe frenare eventuali eccessi.
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….Ronin
Guru

See… “….”, non è che i brasiliani non le riconoscono… è che certe specie sono difficili da reperire in natura: per l’itambana, il cui intero territorio di distribuzione ricade in un’area protetta i raccoglitori, oltre a dover sfidare la sorveglianza di guardiaparco e guide locali (che ci sono), si devono sorbire 30 km tra andata e ritorno dall’auto, con un dislivello in salita di un migliaio di metri (a temperature tropicali); quindi, chi vuoi che ci vada? Fosse un rotschildianum…
Visto poi che da piccole son tutte simili ed in pochi sono in grado di distinguerle anche da adulte (dato che la vera itambana in pochi l’hanno vista), spacciare una briegeri per itambana è un gioco da ragazzi, così come vendere una sanguiloba o una cinnabarina per angereri, altra specie inconfondibile data la “stazza”, ma che io sappia non sul mercato.
Alla fine, chissà quante false angereri ed itambana ci saranno in giro, probabilmente tutte (o quasi) quelle vendute come tali!

Comunque, questa è una pratica abbastanza comune e non solo tra i venditori brasiliani: sono note le colossali fregature che rifila un famoso commerciante asiatico, da cui compri piante particolari (a caro prezzo, naturalmente), magari per migliaia di euro, per poi ritrovarti in fiore un comune (anche se bello) Paphiopedilum helenae …
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Filippo
Moderatore

Ronin ha scritto: citazione
per poi ritrovarti in fiore un comune (anche se bello) Paphiopedilum helenae …

ahahahah
Ma quell’helenae non era nemmeno poi così bello…Almeno, secondo me, non vale i soldoni che certamente sarà costato…
Fosse capitata una forma di colore particolare, forse….ne sarebbe valsa la pena prendere la sola….
Ma di helenae così ne trovi in giro anche per qualche decina di euro senza scomodare i cinesi. Basta contattare un qualunque “spennacchiatore di polli” per avere uno straccio di garanzia e piante certamente più sane.
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L’indecenza di questo dialogo è impressionante perché fa riferimento, con malcelata soddisfazione ed in forma anonima, a fatti specifici riguardanti scelte personali di un socio del nostro Club.
Ovviamente i fatti non stanno così come sono stati riportati dai due dialoganti, ma tant’ è, invece di avviare una seria riflessione sulla garanzia degli acquisti di specie botaniche si liquida il tutto con cattiveria e sarcasmo.
Il problema dell’incertezza tassonomica negli acquisti di orchidee è vecchio e purtroppo non risolvibile (potremo quasi dire che fa parte del gioco), ma usarlo come occasione di “sfottimento” cattivo ed anonimo è assai deplorevole, sterile e disgustoso.
Questo è il supporto informativo che si da sul forum agli appassionati? Vergogna!

Attenti a quei due… forse le orchidee non hanno bisogno di loro

Orchidee: associazioni, impresari e soci, brava gente?

Il corsivo

Riprendo la mia vecchia rubrica “Il corsivo” per esprimere qualche opinione strettamente personale sullo stato attuale dell’orchidofilia italiana.
Questo sito è nato per divulgare la conoscenza del mondo affascinante delle orchidee, ma anche per raccontare senza reticenze, pregi, difetti e limiti dell’orchidofilia italiana.

Il prossimo mese di Novembre orchids.it compie tre anni ed in questo lasso di tempo, attorno alla sua dimensione virtuale si è consolidata una comunità orchidofila reale (Orchids Club Italia), che aggrega appassionati vicini e lontani.
Orchids Club Italia è una libera associazione di persone, che sta insieme per la comune passione delle orchidee, senza tessere d’iscrizione e che vive solamente della propria dinamicità. In questa nostra Italia con scarse tradizioni orchidofile, dove non è facile coltivare e divulgare il nostro bellissimo hobby, noi cerchiamo di portare il nostro piccolo contributo.
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Cirrhopetalum picturatum o eberhardtii?

Forse Philippe A. Eberhardt aveva ragione

In questo post del 29 Maggio 2004 ho presentato il Cirrhopetalum picturatum ed in quell’occasione ho anche raccontato di un acquisto incauto: nel mercatino degli scambi in Fiera a Pordenone ho acquistato il Cirrhopetalum eberhardtii senza sapere che era la stessa specie.

Storia
La storiografia racconta che il Cirrhopetalum picturatum è stato introdotto in Inghilterra nel 1836 da Conrad Loddiges e descritto nel 1840. Verso gli anni 20 del secolo successivo Philippe A. Eberhardt raccoglie una pianta di questa stessa specie , la porta in Francia dove viene nuovamente ed inconsapevolmente descritta da Gagnepain, e registrata con il nome del suo raccoglitore Eberhardt.
La tassonomia ufficiale accetta questa sequenza di nomi:
Cirrhopetalum picturatum
Publisher : Lodd.
Origin : Thailand, Assam, Burma & Vietnam
Flowering Period : October – January
Flower Size: 5 mm. wide by 30 mm. long
No. of Flowers : 7 – 15 flowers / inflorescence
Publication : Bot. Reg. 46, Misc. 49, 1840
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