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Categoria madre del blog: giorno per giorno con le orchidee, diario di un appassionato.

Phragmipedium, paphiopedilum…la saga continua.

Galeotto fu quel Phragmipedium
..Allora, che Kovach abbia cercato con ossessione una orchidea da battezzare con il suo nome, lo sappiamo tutti, che poi durante quella famosa escursione abbia comprato tre piante con dei fiori molto strani e appariscenti da una donna indigena per 6 dollari USA è già conosciuto.

Storia e realtà
Attorno a quest’importante fatto iniziale, i racconti si moltiplicano e le notizie si dipingono di leggenda e denuncie.
Dopo aver pagato le tre piante, Kovach chiede alla sua venditrice di procuragliene ancora, al suo ritorno.
L’importatore americano prosegue il suo viaggio a caccia di orchidee ed al suo ritorno si fa accompagnare dalla donna indigena, nei luoghi dove sono state trovate le piante acquistate: erano già sparite tutte, la colonia di quel nuovo Phragmipedium non esisteva più.

Tornato al suo paese (USA), con le piante importate illegalmente, mister Kovach ne manda una al Mary Selby Botanical Garden a scopo d’identificazione e registrazione, con la proposta che alla nuova pianta sia assegnato il suo nome: nasce il Phragmipedium kovachii.
Contemporaneamente il botanico Erich Christenson aveva cercato di registrarlo sotto il nome di Phragmipedium peruvianum, però basandosi solamente su alcune foto e senza materiale erbario, cromosomi e altre cose necessarie.
Le autorità peruviane, nel frattempo denunciano le esportazioni illegali di questa nuova orchidea e conseguentemente, la polizia americana fa una visitina a Kovach e non potendo stabilire quali sono le piante nuove, gli sequestrano tutti i Phragmipedium presenti in serra.
La polizia americana va anche al Selby Garden ma non trova nulla perché nel frattempo, per evitare denuncia e condanna americana, i suoi botanici hanno rispedito in Perù tutte le piante in loro possesso.
Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e da bravi professori inviano anche una lettera di scuse, ma non possono allegare la documentazione d’esportazione né d’importazione e quindi la denuncia scatta lo stesso con relativa multa ancora in sospeso.
Fin qui ci basiamo sulle informazioni quasi esatte, che circolano nei vari periodici botanici specializzati.

Nel frattempo l’Orchid Digest, un periodico trimestrale americano, in Ottobre del 2002 apre una rubrica informativa sulle orchidee: due pagine in cui ci sono delle finestre o caselle con informazioni d’attualità.

Una di queste, chiamata “Orchid Enquirer”, evidenziata da una cornice nera che sembra un necrologio, riporta altre notizie sulla vicenda del nuovo Phragmipedium.

Queste sono informazioni verosimili!
Ad esempio, Koopowitz scrive che il governo peruviano ha richiesto la confisca di tutte le piante del Phragmipedium kovachii importate illegalmente in USA, che nel mercato nero americano nel frattempo raggiungono il prezzo favoloso di 10.000 dollari USA per pianta.
Nel n° 2 – 2003 si scrive che in alcuni vivai in Florida, sono confiscate molte di queste piante. Intanto i prezzi calano e si precisa che in Olanda, sempre al mercato nero i prezzi si aggirano sui 1000 Euro.

Nel n° 4-2003 si da notizia che il governo peruviano concede permessi d’esportazione solo a piante riprodotte tramite semina.
Nel n° 1 – 2004 con questo titolo: Orchid enquirer “Phragmipedium kovachii The Sage continued
La notizia è ufficiale ed afferma, che sono state sequestrate a Kovach, tutte le piante di Phragmipedium e che lui stesso è stato messo sotto accusa.
Nel n° 3 – 2004 appare la notizia che Manuel G. Arias, esportatore peruviano è accusato di aver esportato negli USA, centinaia di piante con dichiarazioni false: per questo, lui ed il suo socio e/o complice americano George Norris, subiscono una condanna in prima istanza a 5 anni di detenzione con la condizionale e a pagare una multa di 250.000 dollari USA.

A seguito di questi fatti, a Manuel G. Arias è stata tolta la concessione d’esportazione negli USA.
Due giorni dopo la ditta Manuel G. Arias passa in proprietà della figlia e tutto continua.

Nel n° 4 – 2004 si da notizia, che con la revisione del processo in seconda istanza, la pena per Arias è stata ridotta a 18 mesi con la condizionale e a 5.000 dollari USA di multa, mentre per Norris rimane la sentenza del Settembre 2004, ridotta poi (n° 1 – 2005) a 17 mesi con la condizionale e ad una multa di 5.000 dollari USA, una pena ridicola per un’importazione illegale del valore di 45.000 dollari USA.
Questi sono i fatti pubblicati da Orchid Digest: in pratica, una sintesi delle sentenze giudiziarie americane relative alla vicenda dell’importazione del Phragmipedium tanto conteso e ormai sterminato.

Dimenticavo… a Digione Francia, in occasione del congresso mondiale sulle orchidee WOC 2005 è stata rubata dai soliti ignoti, una fiasca di semina del Phragmipedium kovachii del valore di 5000 euro.

Masdevallia tovarensis: l’orchidea di Natale

Una delicata orchidea chiamata “il fiore di Natale”

Un piccolo pensiero Natalizio dedicato agli orchidofili di tutto il mondo.
La Masdevallia tovarensis è stata scoperta nella zona di Tovar, città vicina a Caracas nel Venezuela quando era ancora colonia tedesca. E’ stata descritta da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1849, assegnandole l’epiteto di specie “tovar”, nome del luogo in cui è stata trovata per la prima volta, seguito dal suffisso latino “ensis”.

Masdevallia tovarensis foto 24.12.05 Collezione Guido De Vidi.
Masdevallia tovarensis Rchb.f 1849 sottogenere Polyantha sezione Alaticaules sottosezione Alaticaules (Krzl.) Luer 1986

Attorno a questa orchidea aleggia una storia misteriosa fatta di commerci, tranelli e drammi. Durante il periodo nel quale imperversava la mania delle Masdevallia (verso la fine del diciannovesimo secolo), questa bella orchidea dai fiori bianchi è stata importata massicciamente in Europa. Ancor oggi è una specie molto desiderata dagli orchidofili di tutto il mondo.
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Auguri

Aerangis biloba (Lindley) Schlecter 1915

Collezione Guido de Vidi
….fioritura di Natale 2005

Tempo di consuntivi, riflessioni e buoni auspici

Quello che è stato seminato è già a dimora e quel che nascerà si vedrà con la buona stagione.
Sono felice. Attorno a quest’idea di stare con le orchidee, cresce sempre più amicizia, conoscenza e passione.
Penso che questo modulo funzioni perchè non si ferma davanti al video del computer ma cerca di costruire rapporti umani veri.

Tanti auguri a tutti, ai collaboratori di questo blog, alle amiche ed amici di Orchids Club, a tutte le Associazioni orchidofile ed in modo particolare al Presidente dell’European Orchid Congress: Stefano in bocca al lupo per l’EOC di Padova!
Guido.

PS) La foto è disponibile in formato più grande e senza didascalie, se desiderate averla, inviatemi una mail

Laelia miniatura

Il genere comprende oltre a piante grandi come la Laelia purpurata o la Laelia crispa anche piante di dimesioni più contenute.
La maggior parte di queste “miniature” fanno parte delle cosiddette Laelie rupicole ma si trovano anche piante di dimensioni accettabili nel sottogenere Hadrolaelia o nel sottogenere Microlaelia.
Le necessità culturali variano da specie a specie però tutte necessitano una buona illuminazione (le rupicole soprattutto perchè altrimenti nn fioriscono) e una ottima ventilazione. per fare una divisione si può dire che le Hadrolaelia (cioè Laelia pumila, dayana, jongheana, praestans e alaorii) e la Laelia lundii (Microlaelia) gradiscano una maggior umidità e si accontentano di un po’ meno luce (uguale a quella per le Cattleya) mentre le rupicole e la Laelia sincorana necessitano di tanta luce (molta più delle cattleya, quasi come le vanda) e una umidità leggermente minore.
Laelia longipes Rchb.f 1863
Io coltivo sia le rupicole che le Hadrolaelia su zattera, in posizione molto luminosa. Alcune rupicole inoltre se ricevono la giusta luce si colorano di rosso.
Generalmente le rupicole sono più difficili da mantenere, mentre le hadrolaelia sono più facili. Le prime infatti vengono da habitat con condizioni estreme e si sono adattate a una vita dura, perciò spesso le troppe cure le uccidono.
Alcune specie piccole e teoricamente adatte a orchidari ben illuminati possono essere:
Microlaelia: Laelia lundii.
Hadrolaelia: Laelia pumila, Laelia dayana, Laelia praestans, Laelia sincorana.
Laelia rupicole: Laelia liliputana, Laelia reginae, Laelia longipes, Laelia fournieri, Laelia millerii.