Milioni di “falene”

Com’è vissuta la bella Phalaenopsis, prima di giungere sul tuo davanzale?

Bella domanda!! La poesia che ognuno di noi dedica alla sua orchidea, non accompagna la prima fase di vita delle varie piante cosiddette “commerciali”.
Le Phalaenopsis sono per antonomasia le orchidee maggiormente presenti nelle case degli amanti dei fiori. Costano relativamente poco, le loro fioriture durano fino alla noia…..e poi, non soddisfatti ci si può anche sbizzarrire con gli steli secondari.
Attorno alla tecnica di coltura delle Phalaenopsis, nascono miti e leggende: c’è chi giura di tenerle al freddo e chi invece le tiene in piena luce con il sottovaso. Nei forum delle orchidee le conversazioni sulle Phalaenopsis tengono banco per diversi mesi ed anche in questo blog, di tanto in tanto si sente il bisogno di riprendere il discorso sulle Phalaenopsis.
Il solito distinguo d’obbligo è ovviamente quello fra specie ed ibridi, semplicemente perché la grande produzione commerciale è ampiamente orientata su quest’ultimi.
Penso che solamente in Italia siano annualmente “sfornati” diversi milioni di ibridi, che raggiungono regolarmente le destinazioni ….e l’anno successivo?
La gran parte non giunge al secondo anno di vita, diversi esemplari vivacchiano per due tre anni ed in qualche caso nasce la passione e comincia a consolidarsi l’embrione del futuro collezionista d’orchidee. D’altra parte non può che essere così…. cosa venderebbero i produttori se le piante vivessero e prosperassero tutte?
Come si articola la prima fase di vita delle Phalaenopsis commerciali?
La primissima fase della produzione, avviene nei vari laboratori specializzati (generalmente in Olanda) dove si clonano in grande quantità esemplari di ibridi selezionati.
Le grosse aziende di produzione acquistano i (comunity pot) ovvero contenitori carichi di piccole piantine già svezzate con foglie di 3 – 4 centimetri.
A questo punto inizia la vera avventura della Phalaenopsis.
I contenitori con le piccole piantine sono tenuti in serre umide e calde 25-28 gradi finché crescono a sufficienza, per essere poi rinvasate singolarmente con composto di bark. I vasi con le piccole piantine di Phalaenopsis, sono alloggiati nelle cosiddette serre da vegetazione con temperature costanti di 28 gradi, umidità relativa non inferiore al 70 -80 %, luce non molto elevata e fertilizzazioni cariche di nitrato (N), finché non raggiungeranno la dimensione utile per la prima fioritura che normalmente si ottiene in qualche mese.
Le Phalaenopsis, sviluppate, con le foglie belle turgide e con il vaso (trasparente) pieno di radici, sono sottoposte al cosiddetto periodo dell’induzione fiorale che consiste in un notevole abbassamento delle temperature (possibilmente meno di 15 gradi centigradi giorno e notte!!), in una fertilizzazione contenente più fosforo (P) ed in un aumento della luminosità. In questa fase il produttore di Phalaenopsis commerciali si gioca il suo potenziale reddito: più getti fiorali sono indotti e più alto sarà il prezzo di vendita.
Appena i vari getti fiorali si saranno formati, la temperatura di mantenimento aumenterà fino alla maturazione completa dei boccioli ancora chiusi.
A questo punto inizia il momento di mantenimento e di preparazione alla consegna delle piante fiorite ai vari grossisti che inizieranno a rimpinguare i negozianti di fiori e piante.
Che ne dite? Un po’ meno poetica di quanto si possa immaginare, la Phalaenopsis, senza nome e senza storia.

6 pensieri su “Milioni di “falene”

  1. fraelucia

    Phal come vitelli d\’allevamento, galline ovaiole e frutteti intensivi.
    Che tristezza al pensiero che sono forme di vita mortificate e sacrificte ai profitti commerciali e alla nostra insaziabile avidità di nuovo, bello, saporito, diverso…

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  2. Carlo

    Guido, ma sai che io ho una Phalaenopsis che ormai da qualche mese ha perso tutte le foglie, eppure continua a produrre steli fiorali!?Ma non è un po\’ strano….?Le orchidee non finiscono mai di stupirmi…

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  3. paola

    Aiuto! mi sembra una cronaca di morte annunciata! Ho cinque phalenopsis, ma solo una da tre anni. Ho notato l\’enorme sforzo che ha fatto nel tentare di adattarsi alla nuova casa, dove non c\’erano più condizioni climatiche spinte e fertilizzazioni selvagge, ma dove ha dovuto spforzarsi di acclimatarsi al nuovo territorio. Dopo la prima fioritura del negozio si è messa in stand-by, rifiorendo solo l\’anno dopo, ma da allora non ha più smesso di darmi soddisfazioni: le foglie nuove sono circa 8 e con intervalli di due/tre mesi, riprende la propria fioritura, con meravigliosi fiori lilla che durano 4/5 mesi. Le altre piante sono ancora in fase di adattamento: alcune non sono riuscite a portare a termine tutta la propria fioritura schiudendo appena i boccioli, altre hanno perso alcune foglie che sono ingiallite nel giro di pochi giorni, altre si sono fermate dal fare qualsiasi cosa. Ho notato anche la diversa composizione del substrato. Per alcune il vaso era pieno a 3/4 di bark di dimensioni molto grosse, tanto da obbligarmi a bagnarle spesso, altre avevano addirittura terriccio mescolato a piccoli pezzi di bark, cosa che ha trattenuto eccessivamente il bagnato, causando marciumi. Insomma, da questa esperienza ho imparato che le orchidee che arrivano non sempre hanno avuto vita facile, e che, nonostante tutte le nostre attenzioni \”da manuale\” potrebbero proprio non farcela ad adattarsi al nuovo ambiente.

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  4. Cinxia

    E per non parlare della fine che fanno poi, se rimangono invendute e sfiorite sul bancone del fiorista…
    Sembra la storia triste di David Copperfield eh eh eh…
    Però è così, le mie prime phalaenopsis hanno tutte questa storia. Ma grazie a loro ho cominciato ad amare le orchidee, ho cercato di imparare a curarle, ho saputo accettare con pazienza i loro ritmi e i loro bisogni.
    Non ho ancora imparato a coltivarle tutte ma… credo di aver imparato a guardarle con rispetto.
    P.S. Anche per merito tuo e di chi, come te, le coltiva con passione.

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  5. john

    .ciao guido,
    come gli allevatori gonfiano.. il bestiame per venderli ad più alto costo, i fioristi non stanno certo a guardare..
    Questa è la società che ci siamo creati.. ,tutto subito con il maggior profitto possibile

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