Archivio mensile:Marzo 2012

Dendrobium speciosum, gli esemplari di Alfiero

Alfiero Furlan, il mio “muratore di fiducia”, sì proprio così, la sua passione per le orchidee è nata tanti anni fa in occasione di un restauro della mia abitazione. Alfiero, allora titolare di una piccola impresa edile artigianale, fra una cariola di malta e una di mattoni, si infilava nella serra delle orchidee per ammirare quei fiori strani. Ricordo che rimaneva interi minuti davanti ai fiori leggiadri di una Barkeria ciclotella in piena fioritura.
Qualche anno dopo andammo insieme a Trieste a recuperare la serra di Nevio Ogrizovich piena di Cymbidium.
Fu così che Alfiero iniziò il suo viaggio fra le orchidee. Persona eccezionale, sempre disponibile ad aiutare nelle mostre, con umiltà e con esuberante partecipazione.
Era una settimana che mi chiamava al telefono – Guido, vieni a vedere il mio Dendrobium speciosum in fiore, c’è la fila, ma desidero che tu lo veda è stupendo – finalmente, oggi pomeriggio sono andato a trovarlo.

Eccolo nella foto a sinistra, l’esemplare di Alfiero, circa 40 steli fiorali.
Sono anni – esordisce Alfiero – che aspetto di vedere qualche fiore, quest’anno ho sistemato la pianta per terra, nell’angolo ad ovest della serra, pochi gradi sopra lo zero, sai con quel che costa scaldare…ed ecco la sorpresa. Sono veramente felice – aggiunge Alfiero – visibilmente emozionato.
La serra di Alfiero, piccola e spartana è acerba, le piante di orchidee si confondono con altre famiglie vegetali, i Cymbidium lussureggianti fanno bella mostra, e là in alto a destra ecco l’angolo dei Dendrobium delicatum. A farla da padrone però è questo gigante di quasi 2 metri, sì questo in foto, Platycerium biforcutum?
Il 25 Aprile prossimo, sarà esposto nella nostra mostra di Spercenigo.
Bravo Alfiero e grazie… basta così, noi ci capiamo al volo.

Rewind: Francis Bauer e le sue orchidee

Dipingere orchidee

Franz Andreas Bauer (1758-1840) fu un pittore botanico. Fu molto meno noto del fratello Ferdinand (1760-1826), il cui nome è legato all’illustrazione di Flora Graeca. Non di meno Francis, come venne chiamato successivamente, ci interessa in questo blog dedicato alle orchidee perché parte molte delle sue opere ritraggono specie di orchidee botaniche sia native dell’Austria, paese nativo, che dell’Inghilterra, dove andò a vivere, che piante fiorite nelle serre dei già allora famosi Giardini Reali di Kew. The Orchid Paintings of Franz BauerGrazie al sapiente uso del microscopio trasferì immagini dettagliate della struttura di varie parti delle orchidee, dal fiore nel suo insieme, al labello, alla colonna, al frutto, fino ai minuti semi. Dr. Lindley scelse 28 opere di Bauer a cui ne aggiunse 7 di proprio pugno per pubblicare Illustrations of Orchidaceous Plants (1830-1838). Il libro che vi consiglio, The Orchid Paintings of Franz Bauer, raccoglie immagini provenienti da diversi Musei e Biblioteche presenti in Europa, che “nascondono” tesori di inestimabile valore scientifico e artistico. Ciascuna delle 63 opere sono accompagnate da note introduttive del genere e quindi della specie in questione. Molti di questi disegni non sono altrimenti visibili, perché finora mai pubblicati. I critici ritengono che le opere dei fratelli Bauer siano a tutto oggi quanto di meglio sia mai stato eseguito.

Nota: in sguito ad un vecchio backup tecnico del sito, gli articoli scritti antecedentemente, appaiono come “Redazione”, se non ricordo male, questo post è stato scritto da Alberto Grossi nel 2009.

Phalaenopsis lobbii

Questa specie deliziosa è abbastanza difficile da far crescere perchè il suo folto apparato radicale tende a sovvrapporsi alle foglie impedendone lo sviluppo.

Anche Phalaenopsis lobbii, come tante altre specie di orchidee, ci racconta la storia della sua scoperta. Era l’epoca nella quale i venditori organizzavano le ricerche di nuove specie vegetali, le coltivavano e contribuivano anche alla descrizione scientifica delle nuove piante poste in vendita… altri tempi, altri tempi!!
phal_lobbii_2Nella foto: Phalaenopsis lobbii var. flava

Nome accettato: Phalaenopsis lobbii (Rchb.f.) H.R. Sweet, Genus Phalaenopsis 53. (1980).
Basionimo: Phalaenopsis parishii var. lobbii Rchb.f., Refug. Bot. 2: pl. 85. (1870).
Sinonimi e varietà:
Phalaenopsis decumbens var. lobbii (Rchb.f.) P.F. Hunt (1971)
Polychilos lobbii (Rchb.f.) Shim (1982)
Phalaenopsis lobbii f. flavilabia Christenson (2001)
Phalaenopsis parishii f. flava O. Gruss & Roellke ex Christenson (2001)
Doritis lobbii (Rchb.f.) T. Yukawa & K. Kita, Acta Phytotax. Geobot. 56: 156. (2005).
Doritis lobbii f. flava (O. Gruss & Roellke ex Christenson) T. Yukawa & K. Kita (2005)
Nota: Studi basati sul DNA, hanno evidenziato caratteristiche genetiche vicine ai generi Doritis e Kingidium, ma il nome di specie accettato rimane Phalaenopsis lobbii (Rchb.f.) H.R.Sweet.
Doritis lobbii f. flavilabia (Christenson) T. Yukawa & K. Kita (2005)
Phalaenopsis lobbii var. vietnamensis O. Gruss & Roeth (2006)
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Patacche…se le conosci le eviti

Su internet capita di trovare la pubblicità di miracolosi impianti fog a basso costo, per serre di orchidee.
Ecco due esempi nelle foto.

1 – Così come proposti sono pericolosi per l’assoluta mancanza delle più elementari norme di sicurezza elettrica.
a)- Foto a sinistra, aggeggi da eliminare qualora fossero già installati: kit estremamente pericoloso con parti in tensione 220 Volt esposte al contatto e accessori elettrici non a norma.
b)- Foto a destra, tentativo di protezione elettrica malamente riuscito, accessori di gestione non idonei per l’uso indicato (micro switch metallici non protetti, impiantistica di gestione e comando con tecnologia obsoleta, funzionamento a 220 volt).
Al giorno d’oggi, la tecnologia digitale e la domotica consentono di gestire complessivamente ed a costi accettabili, le esigenze di automatizzazione in serra, umidità, temperatura, telecontrolli e telecomandi di apparecchiature, luci sensori ecc.

2 – Sono inefficaci per produrre nebbia, quella vera, che si ottiene solamente con l’ausilio di pompe ad alta pressione (70 bar), e non con una pompetta in uso nelle macchinette da caffè di uso domestico.

3 – L’impiantistica idraulica realizzata è soggetta a dannosi gocciolamenti, ad intasamenti da alghe, calcare ed altre impurità, non garantisce un duraturo funzionamento nel tempo e non soddisfa nemmeno le minimali esigenze di produzione nebbia in piccole serre.

Osservazioni:
La produzione ed il controllo dell’umidità nella coltivazione di orchidee è uno degli aspetti più importanti per la loro qualità di vita e va trattato con la massima professionalità, a volte, spendere un po’ di più per l’acquisto di tecnologie valide, fa risparmiare tempo e denaro negli anni a venire.

Cattleya amethystoglossa

Cattleya amethystoglossa
Cattleya amethystoglossa Linden & Rchb.f. ex R.Warner, Select Orchid. Pl.: t. 2 (1862).

Varietà e sinonimi:
Cattleya amethystoglossa var. alba L.C.Menezes & Braem, Richardiana 6: 179 (2006).

Cattleya amethystoglossa var. lilacina (Rchb.f.) Fowlie, Braz. Bifol. Cattleyas: 93 (1977).

Cattleya amethystoglossa var. rosea Rolfe, Lindenia 8: 81 (1892).
Cattleya guttata var. keteleerii Houllet, Rev. Hort. 46: 350 (1874).
Cattleya guttata var. lilacina Rchb.f., Gard. Chron., n.s., 16: 38 (1881).
Cattleya guttata var. prinzii Rchb.f., Bonplandia (Hannover) 4: 327 (1856).
Cattleya purpurina Barb.Rodr., Gen. Spec. Orchid. 2: 158 (1882).
Epidendrum elatius var. prinzii (Rchb.f.) Rchb.f., Xenia Orchid. 11: 33 (1862).

Cattleya amethystoglossa è una delle specie più robuste fra le Cattleya bifoliate. Pur diversa nei colori dei fiori, questa specie evidenzia uno stretto legame con Cattleya guttata. Quando è stata scoperta, la specie era abbastanza comune in habitat naturale. Le deforestazioni incontrollate hanno ristretto i suoi siti di endemicità.

Cattleya amethystoglossa cresce come pianta epifita sui rami apicali degli alberi, dove può ottenere una buona circolazione dell’aria e molta luce; in zone luminose ed aperte può crescere anche come pianta litofita.
Questa specie è endemica in Brasile, Bahia, Minas Gerais e stati di Pernambuco, fino a Espirito Santo, in quest’ultimo stato solo testimonianze che fanno risalire la sua presenza a quando la foresta tropicale era integra.

C. amethystoglossa ha pseudobulbi che raggiungono anche 1 metro di altezza. Ogni pseudobulbo ha due (a volte tre) foglie coriacee, verdi nella parte superiore. I suoi fiori raggiungono anche i 10 cm di diametro e si formano su steli terminali che si sviluppano all’apice dello pseudobulbo. L’infiorescenza produce tra i dieci ei 30 fiori fragranti.
Il colore base dei fiori è solitamente lavanda luminoso, con una grande variazione nella quantità di punteggiature sui petali e sui sepali. Raramente in natura si trovano forme alba, non risulta notizia di alcuna forma coerulea.

Purtroppo nella parte meridionale dello stato di Bahia, dove si trova il principale habitat di Cattleya amethystoglossa, la foresta, viene tagliata e ad un ritmo impressionante, al punto che attualmente è stata quasi totalmente distrutta. A peggiorare le cose si sommano i successivi incendi dei disboscatori, che distruggono tutte le piante epifite soppravissute ai raggi del sole.

Purtroppo la deforestazione per usi agricoli non ha fine perchè le aree disboscate, poi utilizzate per una sorta di povera agricoltura, ben presto diventano improduttive e la gente del posto disbosca altre zone, provocando in tal modo una tragedia senza fine per la flora epifita presente in qui luoghi.

In coltivazione questa specie desidera un posto caldo in serra, bagnature copiose e forti fertilizzazioni durante la crescita attiva. Ridurre le bagnature quando gli pseudobulbi sono maturi e lasciare che la pianta vada in riposo. La luce intensa (leggermente filtrata) favorisce una migliore fioritura.
Le dimensioni e la robusta struttura di questa orchidea, suggeriscono la coltivazione in vaso.