SOS ORCHIDEE SOS ORCHIDEE

LA RUBRICA DEL LUNEDI’

NB) Le domande per la settimana successiva, vanno poste sulla apposita finestra dei commenti, che si apre cliccando in basso a sinistra.

SOS ORCHIDEE…LA RUBRICA DEL LUNEDI’
Domanda della settimana:

“Sono un appassionato Piemontese, vorrei fare due domande: si possono bagnare le orchidee di notte? Qualche informazione sugli ibridi, quando una orchidea è un ibrido? Ciao e grazie”

Per www.orchids.it: risponde Guido De Vidi

La tua domanda è molto interessante, ed evidenzia un problema, di cui si parla poco.

Bagnare le orchidee di notte, non è di per sé dannoso: in natura, non piove soltanto di giorno, però in coltivazione bisogna avere tutta una serie di precauzioni.

Innanzi tutto, va detto che fra i biologi, ci sono due posizioni tendenzialmente opposte.
C’è chi sostiene che durante le ore fredde e buie, le piante chiudono gli stomi delle loro foglie e diventano quindi non ricettive, e queste osservazioni sono motivabili, ci sono altre scuole di pensiero che ritengono la parte superiore sempre attiva e conseguentemente disponibile a sollecitazioni esterne, ed è altrettanto vero.
A tal proposito, qualche anno fa, una piccola relazione sul tema, a firma del prof. Franco Bruno ordinario della cattedra di biologia all’Università la Sapienza di Roma ha creato un pò di scompiglio tra i collezionisti Italiani.

C’è stato qualche amico collezionista d’appartamento, che preso alla lettera quanto scritto, bagnò tranquillamente nelle ore notturne…..i risultati non furono esaltanti e più di qualche pianta se n’andò al creatore, aggredita da marciume ed altri agenti patogeni vari.

Questo non vuol dire che quanto affermato dal prof. Bruno non sia verosimile, anzi le sue affermazioni sono pienamente condivisibili, lo spunto delle sue analisi parte proprio dalla constatazione che io sono solito bagnare di notte, ed è vero!

Partendo da queste osservazioni, si può affermare che le bagnature notturne estive, sono utili anzi necessarie, perché consentono alle piante di svegliarsi il mattino, più disponibili ad affrontare il caldo e la conseguente perdita d’acqua, però bisogna disporre d’ambienti molto arieggiati e ventilati, anche nelle ore notturne.
Pure nella stagione fredda, se il sistema di riscaldamento è ad aria calda che favorisce l’essiccazione dell’ambiente, si può e si deve nebulizzare di notte.

D’altro canto, se le orchidee vivono in serre con poca ventilazione o in situazioni critiche, la notte è da considerarsi sempre un momento di rischio per tantissimi motivi, non soltanto per l’acqua e perciò, anche se le piante sono reduci da una giornata di stress, è consigliabile aspettare la mattinata successiva per intervenire.
Nella mia serra, durante tutto il periodo del riscaldamento notturno artificiale, nebulizzo regolarmente durante le ore notturne.

Tieni in ogni modo conto, che io non sono né un biologo, né un chimico né tantomeno un super teorico dei fenomeni scientifici: vado abbastanza a “naso”, l’unica garanzia che ti posso dare, è la mia esperienza sul campo.

Quando un’orchidea è un ibrido?

GLI IBRIDI
Si dicono ibridi gli individui ottenuti dall’incrocio tra:

1.soggetti di specie diverse dello stesso genere: ibridi intragenerici.

2.soggetti di generi diversi: ibridi intergenerici

IBRIDI INTRAGENERICI
Ci sono due modi per indicare il nome di un ibrido intragenerico:
1)Si riporta il nome dei genitori intercalati dal segno X.

Esempio:
Cattleya dowiana var. aurea X C. gigas
…..1° genitore……………..2° genitore

2) A tutti gli individui derivanti dagli stessi genitori può esser dato un nome, detto gruppo o grex name e lo si usa come fosse il nome di una nuova specie.
Per non confondere il nome di gruppo con quello delle specie botaniche, questo si scrive con iniziale Maiuscola e con i caratteri a tutto tondo.

Esempi:
1°)Cattleya dowiana var. aurea X C. gigas

oppure
Cattelya Hardiana
specie grex name

2°) Phragmipedium longifolium X (P. schlimii X P. longifolium)

oppure
Phragmipedium longifolim X P. Sedenii*

oppure
Phragmipedium Calurum
specie……..grex name

*P. Sedenii = P. schlimii X P. longifolium

GLI IBRIDI INTERGENERICI

Anche per gli ibridi intergenerici ci sono due modi per indicarli
1)Si riporta il nome dei genitori intercalati dal segno X

Esempio:
Epidendrum ibaguense x Sophronitis coccigea
1° genitore………… 2° genitore

2)Per il nome generico si ottiene un nuovo nome dalla crasi dei due generi parentali.
Si scrive incorsivo, con iniziale Maiuscola
In questo caso per il nome specifico si usa un grex name.

Esempio:
Schomburgkia X Cattleya = Schombocattleya
Odontoglossum X Miltonia = Odontonia
Epidendrum X Sophronitis = Epiphronitis
Epidendrum ibaguense X Sophronitis coccigea = Epiphronitis Veitchii

IBRIDI TRA TRE O PIU’ GENERI

Per gli ibridi tra tre o più generi ci sono due regole analoghe agli altri tipi di ibridi ed una specifica per questo tipo di ibridi.

1) Si citano per esteso i nomi dei genitori intercalati dal segno X indipendentemente dal fatto che siano specie botaniche o ibridi:

Esempio:
Arachnis X Vanda X Renanthera
Schomburfkia X Laelia X Cattleya

2)Si crea un nuovo nome da quello dei generi coinvolti, che si scrive in corsivo con iniziale Maiuscola, Segue il grex name.

Esempio:
Brassavola X Laelia X Cattleya = Brassolaeliacattleya

3)Si utilizza un nome di fantasia, di solito quello del coltivatore, seguito dal suffisso – ara, che si scrive in corsivo con iniziale Maiuscola, segue il grex name.

Esempio:
Cochlioda X Miltonia X Odontoglossum = Vuylstekeara
Aracnis X Vanda X Renanthera = Holttumara

I CULTIVAR
I cultivar sono un gruppo di individui, geneticamente uniformi, ottenuti per propagazione vegetativa da una singola pianta e possono aver un nome collettivo, comune a tutti. I nomi dei cultivar sono la combinazione di:

1. nome generico
2. nome specifico o grex name
3. epiteto del cultivar

L’epiteto che indica un cultivar:
1. può esser formato da una, due o tre parole,
2. si scrive a tutto tondo,
3. è sempre posto tra virgolette semplici (‘……’),
4. ogni parola ha l’iniziale Maiuscola
5. è sempre l’ultima parola che forma il nome di una pianta.

Esempio:
Rodriguezia venusta ‘San Daniele’
genere……..specie…..cultivar
Vanda Wirat ‘Selene’
genere grex name cultivar

La risposta sugli ibridi è liberamente tratta dalla relazione sui nomi, di Antonio Borsato.

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