Archivio mensile:Febbraio 2006

FLORMART-MIFLOR e EOC di Padova, in ordine sparso

Chi paga il biglietto d’ingresso al padiglione EOC?

Mancano pochi giorni all’apertura della manifestazione fieristica padovana.
Il nostro Club si è iscritto al congresso EOC e si è reso disponibile ad allestire un proprio stand espositivo senza vendita.
Orchids club ha acquistato due “quote” congressuali e, a quanto c’è dato di sapere, avremo due pass per entrare gratuitamente al padiglione espositivo durante i giorni d’apertura pubblica.

Tutti gli altri soci del Club che collaborano all’allestimento ed esposizione (le piante esposte nel nostro stand sono messe a disposizione da diversi soci) per poter visitare la mostra pagheranno il biglietto d’ingresso come tutti gli altri visitatori.
Tutto regolare non fosse che, qualche amico del club sta ricevendo dei pass per ingresso gratuito, sia al FLORMART-MIFLOR che all’esposizione delle orchidee.

Sono state chieste informazioni in Direzione della Fiera di Padova ed è stato risposto che tutti i visitatori (FLORMART-MIFLOR è una manifestazione fieristica per operatori, quindi tutti i visitatori sono operatori e/o professionisti) della passata edizione (2005) del FLORMART-MIFLOR come di consuetudine, ricevono uno o più “tessere pass in omaggio” che consentono l’ingresso gratuito sia alla manifestazione stagionale FLORMART-MIFLOR e nel caso specifico di quest’anno (con apposita tessera pass) anche al padiglione espositivo delle orchidee.
Facendo una media fra le annate grasse e quelle magre possiamo quantizzare diverse migliaia di visitatori (operatori del settore) ad ogni edizione.
Non tutti i visitatori sono operatori? Come riescono ad entrare i non operatori?

In sostanza, oltre 20.000 soggetti possono visitare gratis la mostra delle orchidee!

Allora chi paga? Solamente i mal capitati visitatori stranieri e italiani, che non avendo visitato l’edizione FLORMART -MIFLOR 2005 non hanno ricevuto le tessere in omaggio?

Speriamo che l’organizzazione risolva questa palese anomalia.
Per quanto riguarda il nostro Orchids Club, chiediamo i pass, che consentono l’ingresso gratuito a tutti i soci espositori e collaboratori.

Orchidee: stili e forme di vita

La vita in tutte le sue forme ha come obiettivo prioritario il suo perpetuarsi.
Nel regno vegetale, le orchidee hanno escogitato metodi molto raffinati per raggiungere lo scopo. Esse non possiedono polline volatile e pertanto devono ricorrere ad aiuti esterni per la fecondazione dei loro milioni di ovuli che poi diventeranno semi: api, mosche, farfalle e colibrì sono le “vittime” designate.

Angraecm sesquipedale
Collezione Guido De Vidi – foto Gennaio 2006
Diritti riservati

Per attirare i “pronubi impollinatori” i fiori di orchidea assumono colori e forme vistose a volte simulano l’insetto femmina ed in altri casi emanano profumazioni mirate ad un certo tipo di insetto: scelgono addirittura le ore in cui profumare. Certe specie di orchidee hanno ingaggiato una sfida biologico – evolutiva epocale con il loro impollinatore prescelto: per essere sicure che gli impollinatori (falene) aassolvano compiutamente la loro missione, nascondono il nettare nel fondo di una sacca a forma di tubicino. Le falene sono così obbligate ad allungare il loro “naso” per raccogliere il nettare, ma i fiori allungano a loro volta il tubicino. Il risultato di questa disfida evolutiva ha dato vita a fiori con un lunghi speroni (30 centimetri) e falene con altrettanto lunghe proboscidi.

Il fiore

Blc. Malworth ?”Orchidglade”? FCC/AOS
Collezione Guido De Vidi – foto Gennaio 2006
Diritti riservati

Il fiore dell’orchidea ha una struttura molto semplice, articolata in tre parti esterne e tre interne. Le tre parti più esterne del fiore sono chiamate sepali, facilmente identificabili perché racchiudono il resto del fiore nella gemma.
All’interno si trovano tre petali, uno dei quali si è modificato dagli altri ed è chiamato labello. Il labello è impreziosito da macchie di colore, decorazioni fantasiose, munito di creste, corna, code, protuberanze ed è la parte più appariscente del fiore. L’elemento meno vistoso del fiore, ma che rappresenta una sua componente essenziale è la colonna o ginostemio, una struttura carnosa centrale che contiene gli organi sessuali della riproduzione. L’elemento di distinzione delle orchidee rispetto alle altre piante che producono fiori è per l’appunto il loro apparato riproduttivo. Gli organi riproduttivi non sono separati come in tutti i fiori delle altre piante, ma sono fusi insieme nella sopraccitata colonna. Questa peculiarità strutturale del fiore è l’elemento caratterizzante affinché una pianta possa essere raggruppata nella famiglia delle orchidaceae. Al culmine esterno della colonna c’è la parte sessuale maschile chiamata antera, costituita essenzialmente da piccoli ammassi di polline detti pollinii. Appena sotto l’antera, separato da una sottile membrana c’è lo stimma, la parte sessuale femminile caratterizzata da un’appendice concava, lucida e viscosa detta gineco che funziona come organo ricettivo del polline. Il labello attira ed invita gli insetti impollinatori, ma nello stesso tempo prepara loro le imboscate perchè li costringe ad entrare proprio sotto la colonna attraverso una via stretta ed obbligata, dove i pollinii possono attaccarsi al corpo dei pronubi impollinatori, per essere trasportati e depositati nella parte femminile dello stesso o di altri fiori visitati in seguito.
Forme di vita
L’enorme varietà di forme dimensioni e abitudini dei diversi tipi d’orchidee, affascina da sempre gli orchidofili e li invoglia ad aggiungere continuamente nuove piante alle loro collezioni, tanto da farli diventare dei personaggi straordinari.

Le Piante
Le orchidee sono piante perenni perfettamente adattate a diverse condizioni ambientali, dove c’è vita vegetale esistono orchidee, sono assenti solamente in Antartide.
Soprattutto per comodità colturali si è soliti raggrupparle in fasce o categorie, ma la sistemazione è sempre molto relativa e legata essenzialmente al substrato in cui vegetano.
Geofite e/o terricole: crescono al suolo o vicino al suolo; sono piante tipiche dei climi temperati e freddi. In questa categoria vanno raggruppate anche le specie palustri perennemente con i piedi in acqua, molto rare poiché pochi sono gli habitat esistenti e le specie micotorfe (saprofite), che sono completamente prive di clorofilla, non hanno bisogno della luce solare e vivono in simbiosi con dei funghi. Per finire, alla categoria delle terricole appartengono anche le piante sotterranee.
Epifite o aeree: dotate di radici aeree molto particolari, caratterizzate da una struttura di sostegno coperta da tessuto spugnoso (il velamen).
Questi tipi di orchidee vivono attaccate agli alberi, ma non sono parassite (non traggono alimentazione dalla pianta che le ospita). Le orchidee epifite assorbono umidità e sostanze nutritive dall’aria e dall’humus che si raccoglie sui rami e negli anfratti della corteccia degli alberi su cui alloggiano. Sono orchidee tipiche di climi tropicali.
All’interno di questa categoria si sono perfezionate delle specializzazioni, alcune specie preferiscono vivere sulle rocce e sono dette (rupicole o litofite), altre hanno estremizzato la loro biologia tanto da rinunciare quasi del tutto alle loro foglie quali strumenti clorofilliani demandando questa funzione alle radici: sono dette (epifite afille). Ci sono anche delle orchidee difficilmente collocabili in una categoria specifica.

Le orchidee hanno due modelli di sviluppo.
Modello che produce getti stagionali da un rizoma (cordone vegetativo dotato di radici) chiamato “simpodiale”, vale a dire “piedi insieme”, e modello che produce un solo fusto, definito “monopodiale”, ossia “con un solo piede”.
Modello simpodiale: la struttura di queste orchidee è caratterizzata da un “rizoma”orizzontale alla base, e da fusti verticali detti “pseudobulbi” all’apice dei quali si formano le foglie ed i fiori. Il termine pseudobulbi è usato in botanica per distinguere questi fusti ingrossati, o a forma di canna, dai bulbi veri, che sono molto diversi ed hanno funzioni totalmente differenti.
Modello monopodiale: produce un solo fusto eretto che cresce in altezza ogni anno con nuove foglie alla cima, senza sviluppare alla base nuovi germogli. Queste orchidee non possiedono né rizoma né pseudobulbi, le radici aeree spuntano tra le foglie lungo il fusto e sempre dalle ascelle superiori crescono gli steli fiorali in successione anno dopo anno.
Alla sua base non si formano nuove vegetazioni, però quando la pianta è in buona forma ed incontra condizioni ambientali propizie, attiva le gemme dormienti situate tra le ascelle delle foglie dove si formano nuove piante (keiki), parola di origine hawaiana che significa letteralmente (quello piccolo o bambino).

A carnevale ogni scherzo vale

SER GUIDO E ROB-RONIN UNA STORIA VERA

Una fans di Orchids.it ha inviato questa e-mail in redazione, che postiamo molto volentieri. Ovviamente la fonte rimane riservata…sarà l’autrice, se lo vorrà, a firmare la simpatica storia.

Si confida nell’ironia dei due soggetti presi in causa. Di una delle parti ne sono certa dell’altra un po’ meno. In fondo il periodo è quello giusto. Si sa a carnevale….
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Guardate un po’ che cosa ho trovato girovagando fra i vari siti internet. Tutto fa pensare che Guido e Ronin si conoscano da un po’ di tempo, ma come si può notare non sono in buoni rapporti.
Sulla sinistra Guido: Il nostro cavaliere appartenente all’ordine dei crociati del gran feudo Parnasso…e direi l’ultimo cavaliere esercitante la propria professione tutt’ora in vicolo Parnasso, armato di alabarda e scudo si appresta ad affrontare il misterioso e direi minaccioso Ronin.
Sulla destra Ronin essere venuto dallo spazio, un mix fra umanoide e Robot armato di una potentissima carabina con munizioni a Masdevallia compressa dall’effetto distruttivo.
Mentre Ser Guido si appresta a sfoderare la sua efficacissima tecnica di dissuasione, con aria minacciosa cerca di distrarre il proprio avversario, pronto al contrattacco, mentre la Cattleya stampata sul petto e sullo scudo emana ultrasuoni che disturbano le frequenze di comunicazione con la base di Rob-Ronin. L’incontro si fa spietato. Sarà una lotta all’ultimo colpo di orchidea, chi sarà il vincitore? Il bene amato Ser Guido, difensore dei deboli coltivatori, dei comuni mortali o Rob-Ronin, spietato distruttore dei collezionisti. La conclusione la lascio a voi, cari amici.

Orchidee da copertina

Quaderno sulle orchidee: numero unico

Orchids club sta preparando l’edizione di “Orchidee 2006”, che verrà distribuito in occasione dell’EOC di Padova. Chiediamo la vostra opinione sulla scelta della foto di copertina: quale scegliereste fra queste due?


Schoenorchis fragrans (Parish & Rchb. f.) Seidenf. & Smitin. 1963.
Sinonimi: Saccolabium fragrans Parish & Rchb. f. 1874.

Il genere Schoenorchis, è stato stabilito da Blume nel 1825, con la descrizione della specie tipo: Schoenorchis juncifolia, comprende 10 specie originarie dell’Asia: dall’Himalaya alla Nuova Guinea.

Le specie di questo genere sono epifite, di piccolissime dimensioni e vengono anche chiamate con il nome comune “orchidee da occhiello.”


Vanda coerulea Griff. ex Lindl. 1847
Sinonimi: Vanda caerulescens Lindl. 1857

Vanda coerulea, conosciuta anche come “orchidea blu” è originaria dell’Asia sud orientale e vive ad altezze di 800 – 1600 metri.
Questa orchidea è epifita, si sviluppa in forma monopodiale e preferisce climi freschi.
Quando William Griffith’s descrisse per la prima volta nel 1847 la Vanda coerulea, suscitò un gran interesse fra i collezionisti dell’epoca. Le raccolte indiscriminate, che seguirono la scoperta dell’0rchidea blu, decimarono velocemente le varie colonie in situ e presto fu severamente limitata la commercializzazione di questa orchidea.
E’ abbastanza rara in natura, recentemente sono state individuate delle nuove varietà, che sono in attesa di classificazione.

PS) Nel prossimo Post tratteremo la coltivazione delle Vanda.

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