Archivio mensile:Maggio 2006

Cattleya e la loro coltura

Visto che la Redazione (Guido) è stata velocissima con l’articolo dei rinvasi, eccovi un’aggiunta da parte mia per coltivare e sopratutto rinvasare.

Cattleya Super-Forbesii = (C. forbesii X C. violacea) Chypher 1896 – foto 22.05.06 – Diritti riservati

Premessa

Con questo articolo non intendo e non voglio rivoluzionare la coltura delle nostre amate Cattleye.
Solo che leggendo queste righe ci si può fare un pò l’ idea del mondo delle Cattleye, la loro crescita e soprattutto i rinvasi che sono essenziali per la crescita e una bella fioritura nei prossimi anni.
E’ piu di un anno che penso e ripenso come fare a tradurre un articolo in lingua inglese pubblicato nell’Orchid Digest in dicembre del 2004.
L’ articolo è di un certo William P. Rogerson, docente universitario, giudice dell’ AOS ed esperto di Cattleye da circa 20 anni.

Purtroppo la mia magra conoscenza della lingua inglese mi proibisce di tradurre l’ articolo, solo che da quello che sono riuscito a capire, Cattleya non e uguale a Cattleya.
Rogerson cita la lista descritta da Withner (1988) in cui le Cattleye vengono divise in 2 sezioni: unifoliate (con una foglia) e bifoliate (con due o più foglie), più 3 sottosezioni o categorie.
La lista di Withner include 48 specie di Cattleya, 15 unifoliate con fiori “grandi” (large-flowered) 22 sono bifoliate e 9 sono unifoliate con fiori relativamente “piccoli” (small-flovered unifoliate).

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Vanda teres

Eccola, bella ed imponente…ora si chiama Papilionanthe

Collezione Guido De Vidi – foto 23.05.06 – Diritti riservati

Papilionanthe teres (Roxb.) Schltr. 1915

Un’orchidea molto spettacolare, appartenente al genere Vanda. Questa specie è originaria del sud est asiatico: Nepal, India del nordest, Bhutan, Birmania, Tailandia, Cina del sud e dell’Indocina. E’ stata descritta e raffigurata in bellissime stampe da Roxburgh (soprintendente delle piantagioni di spezie nelle Indie – inizio 1800).
Ama tanta luce e tanto caldo: come potete vedere nella foto, questa straordinaria orchidea monopodiale dalle foglie teretiformi (da cui il nome teres), vive nella mia serra abbarbicata ad un traliccio, a radice nuda e proiettata verso il tetto.

Appena i nuovi fusti toccano il tetto li recido e faccio nuove piante per gli amici: lei mi ripaga con queste fioriture affascinanti.
Molti orchidofili la considerano, non a torto, una delle più belle orchidee create dalla natura.

Vi invito anche a leggere questo post, che racconta una bella storia di orchidee e di donne: cliccate

Notizie in breve

Spam all’attacco del blog

Da diversi giorni, arrivano raffiche di commenti “spam” sui vari post del blog, che fortunatamente sono bloccati dal sistema di protezione.

Nelle operazioni di pulizia delle e-mail di segnalazione può capitare qualche involontaria cancellazione: ce ne scusiamo e nel caso non riceviate risposta, vi chiediamo la cortesia di ripetere la richiesta. Grazie per la collaborazione.

Post in programma

Stiamo preparando un post con foto ed istruzioni per rinvasare le Cattleya: se avete qualche osservazione postatela nei commenti…forse domani esce l’articolo.

Spontanee “alpine”

Prosegue la rubrica dedicata alle orchidee spontane del nostro Paese con un paio di specie rinvenute nelle zone pedemontane del Veneto nord-orientale e montane Trentino nord-orientale:

La prima delle due, rinvenuta in zona pedemontana ad un’altitudine di circa 250 m slm nel basso feltrino, è la Cephalanthera longifolia

Cephalanthera longifolia fotografata da Massimo M. diritti riservati

Alcune note relative a questa specie:
Classificatori
(Linnaeus) Fritsch
Etimologia
Il nome del genere deriva dal greco képhalê = “testa”e anthêra = “antera”, cioè la parte del fiore che produce il polline, che ha una forma piuttosto arrotondata e ricorda vagamente una testa.
Longifolia indica la dimensione allungata delle foglie.
Sinonimi
Cephalanthera ensifolia L.C.M. Richard, Cephalanthera xiphophyllum Reichenb., Serapias helleborine L. var. longifolia , Cephalanthera angustifolia Simonk.

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