Archivio mensile:Novembre 2006

Donna Malvina ci ha lasciati

Oggi 29 Novembre 2006 abbiamo accompagnato donna Malvina nel suo ultimo viaggio

Per noi Trevigiani, la sua trattoria di campagna “Trattoria da Procida” è il simbolo della nostra tradizione e cultura gastronomica; donna Malvina rappresentava l’essenza dell’arte nella cucina. Le sue mani e la sua sapiente maestria trasformavano i piatti della cucina contadina in vere e proprie delizie.
D’ora in poi, quando andremo a cercare ristoro e tranquillità nella sua storica trattoria non la troveremo più ad aspettarci…non ci preparerà più i deliziosi ravioli fatti in casa, ripieni delle sue magiche verdure campagnole, non verrà più al tavolo per consigliare la sua frittata con l’erba cipollina, il bollito esclusivo, le trippe “mille foglie”, le pappardelle con le melanzane, gli arrosti ruspanti, il radicchio di campo, condito come si usava una volta nelle case contadine con ” le frissighe de porsel”.
Malvina cara, non ti troveremo più, china in quell’angolo, intenta a pulire le verdure di campo, i funghi, oppure a preparare il baccalà per il giorno dopo.
Non verrai più al tavolo con la terrina di “radici e fasioi” preparata esclusivamente per noi, gente della tua terra e non ti siederai più accanto a noi per parlare delle nostre comuni origini.

Donna Malvina se n’è andata oggi. Lei amava moltissimo le orchidee e questo cuscino è il mio piccolo pensiero dedicato a lei in occasione del suo grande viaggio, l’ultimo.

L’ultimo mazzetto di orchidee per Malvina

Lei mi chiamava spesso per sapere se potevo prepararle “na bea robeta parchè go da portarghea aea me dotoressa che a xe tanto brava” ed io le preparavo un mazzetto di orchidee che la rendevano tanto orgogliosa e felice.

Questo ultimo e simbolico mazzettino di orchidee, se l’è portato con se per donarlo a qualcuno lassù in cielo…ciao Malvina, quaggiù noi continueremo a vederti, sentirti e chiamarti.

Il genere Restrepia: il fascino discreto delle sue specie

Un genere di circa 50 specie, difficili da classificare con assoluta immediatezza

Foto a sinistra: Restrepia guttulata (Ruiz & Pavon) Luer
Quando ho iniziato a scrivere questo post sulle Restrepia, ero abbastanza sicuro di avere in pugno almeno le circa 20 specie presenti nella mia collezione, ed invece, durante le ricerche scientifiche di supporto, ho toccato con mano tutte le incertezze tassonomiche di questo genere pieno di insidie dovute alle molteplici varianti presenti in molte sue specie.

Probabilmente il lavoro che segue avrà bisogno di ulteriori verifiche, per il momento prendiamolo come traccia utile a conoscere di più, queste deliziose orchidee.

Il genere Restrepia
Restrepia, Kunth 1815
SOTTOFAMIGLIA Epidendrodeae.
TRIBU’ Epidendreae.
SOTTOTRIBU’ Pleurothallidinae.
La prima specie del genere è stata scoperta da Ruiz e Pavon, nel 1779, a nord del Perù ed è stata descritta nel 1798 con il nome di Humboldtia contorta.
Il genere è stato compiutamente descritto e pubblicato in: Nova Genera et Species Plantarum (foglio ed.) 1: 293. nel 1815 – 1816? da Humboldt, Bompland e Kunth: il campione in analisi era una Restrepia antennifera raccolta in Colombia.
Il nome del genere è stato dato in onore di José E. Restrepo.
José Emanuel Restrepo è stato un famoso uomo politico, storico e botanico colombiano, nato nel 1781 e morto nel 1863. Il genere Restrepia è stato dedicato a lui da Karl Sigismund Kunth (1788-1850) nel 1815.
Il genere Restrepia ha messo più volte in confusione i botanici, spesso divisi sulla sua sistemazione tassonomica, (Barbosella, Brachionidium e Dresslerella), ora è collocato nella sottotribù delle Pleurothallidinae. Sul finire del 20° secolo, Luer, nella sua monografia “Icones Pleurothallidinarum – tomo XIII”, fa un po’ di luce sui nomi di specie, snonimi e classificazione infragenerica: allo stato attuale si conoscono circa 50 specie.

La classificazione infragenerica stabilita da Carlyle Luer divide le Restrepia in 3 sottogeneri:
Ecmeles, con una specie: Restrepia aberrans, caratterizzta dalla particolare struttura dei suoi sepali.
Pachymeles, anche questo monospecifico: Restrepia chocoensis, caratterizzata da foglie succulente e falciformi.
Restrepia, riferito a tutte le altre specie, ulteriormente divise in due specifiche sezioni a seconda della lunghezza del loro peduncolo fiorale:
Sezione Pleurothallopsis, che raggruppa le specie a peduncolo fiorale corto e fiori seminascosti dalle foglie.
Sezione Restrepia, che comprende tutte le specie con il peduncolo fiorale lungo e fiori ben slanciati oltre le foglie.

Le piante del genere Restrepia sono di piccole dimensioni, epifite, più raramente litofite, a sviluppo simpodiale e sono originarie dell’America centrale: dal Sud del Messico fino all’estremo nord dell’Argentina. Prediligono ambienti freschi, umidi e luminosi: in natura vivono ad alte quote, lungo la catena delle Ande, a 1800 – 2400 metri di altitudine in ampi spazi luminosi vicino i fiumi.
I fiori delle Restrepia escono dalla guaina che avvolge la parte basale delle foglie e si aprono in successione anche più volte l’anno, i sepali laterali sono fusi insieme e formano una sorta di piccolo scafo di vario colore e disegno.

Descrizione del genere.
Le Restrepia sono piante cespitose senza pseudobulbi. La vegetazione si sviluppa su di un corto rizoma orizzontale su cui si struttura l’apparato radicale e nasce il nuovo germoglio verticale più o meno lungo, protetto da bractee somiglianti a carta sottile, dalle quali esce la nuova foglia ed i peduncoli fiorali.
Le foglie sono carnose, obtuse, larghe, a volte lunghe, stilizzate e tendenti ad assumere pigmentazioni violacee con l’esposizione a luminosità intensa. I fiori formatisi alla base delle foglie sono sostenuti da esili peduncoli, più o meno lunghi, che danno sovente la sensazione di spazialità ed altrimenti di timidezza, quando ad esempio i fiori con peduncoli corti sono nascosti dietro le foglie.
I due sepali laterali, uniti a forma synsepala, sono la parte più appariscente del fiore; a volte sono punteggiati o striati, di colore scuro su fondo crema, bianco, rosa o arancio.
Il labello minuscolo, generalmente orientato nella stessa direzione del synsepalo (dal latino synsepalum – organo derivato dalla fusione dei due sepali inferiori), porta due lobi laterali di varia struttura, destinati ad orientare l’insetto per l’impollinazione. Molto caratteristico è il labello della Restrepia pandurata, strutturato a forma di violino, da cui appunto il nome dal latino “panduratus”. I petali ed i sepali dorsali sono filiformi e terminano quasi in tutte le specie con una prospicenza rotondeggiante.
Quasi tutte le specie del genere Restrepia, preferiscono temperature fresche, umide e ventilate; le varie specie della mia collezione sono coltivate in piccoli vasi con substrato di corteccia finemente sminuzzata, mescolata con torba di sfagno eagriperlite, ma crescono molto bene anche sistemate su zattere di legno, con un po’ di muschio fra le radici.
Le Restrepia, sono molto sensibili al caldo, la massima temperatura non dovrebbe mai superare i 20/25 gradi di giorno e 10/18 di notte, con umidità relativa dell’aria sempre sopra il 70%, in ambiente ventilato; ad ogni modo le varie specie di questo genere possono essere coltivare senza problemi perché producono facilmente keiki (nuove piante).

Descrizione di alcune specie.
Restrepia metae Luer
Sottogenere: Restrepia
Sezione: Restrepia
Questa specie è endemica della regione di Meta in Colombia, dove è stata scoperta ad altitudini di 500 – 600 metri.
In rapporto alla media dimensione delle specie del suo genere, Restrepia metae è una pianta piuttosto vigorosa.
Il fiore presenta un synsepalo molto lungo (oltre 20 mm), di colore giallo, delicatamente punteggiato di porpora, petali e sepalo dorsale con evidenti striature orizzontali scure e labello vagamente rettangolare (lungo 8 mm e largo 2) con piccolissime verruche.
Questa specie rarissima è giunta nella mia collezione dalla Colombia negli anni 80 con altro nome.
Restrepia metae può essere coltivata in piccoli vasi con composto ( 60% bark sminuzzato, 30% torba di sfagno e 10% perlite) oppure su zattere di corteccia con un piccolo cuscino di sfagno. Resiste bene alla luce, produce facilmente keiki e fiorisce regolarmente al sopraggiungere dei freddi autunnali.

Restrepia trichoglossa F. Lehm. Ex Sander 1901
Sottogenere: Restrepia
Sezione: Restrepia
Etimologia del nome di specie: dal Greco trichoglossa (lingua pelosa) con riferimento alle evidenti fimbriature del labello.
Di tutte le specie scoperte ad oggi, la Restrepia trichoglossa è la più distribuita in sito e nelle collezioni.
Può essere trovata in vari paesi dell’America Centrale, Chiapas, Messico, catena delle Ande, Colombiane, Ecuador e Perù, ad altitudini da 300 ad oltre 3300 metri.
La grande diffusione geografica di questa orchidea, facilita anche la variabilità di colori e decorazioni dei suoi fiori.
Le caratteristicche comuni che uniscono tutte le varianti, sono la taglia del synsepalo lungo 20 mm e la fimbriatura del labello.
Il synsepalo può essere di colore giallo vivo, oro piuttosto che rosa, con striature scure oppure a volte con punteggiature estese.
Restrepia trichoglossa è una specie frequente nelle collezioni ed è consigliabile coltivarla perché si adatta facilmente anche a condizioni critiche di massima temperatura. Fiorisce abbondantemente e in vari periodi dell’anno perchè produce spesso keiki che incespiscono la pianta e la fanno fiorire a profusione.
Questa deliziosa e minuta orchidea può essere trovata nel mercato delle specie botaniche anche con questi sinonimi: R. filamentosa, R. angustilabia, R. leontoglossa, R. serrilabia.

Restrepia aristulifera Garay & Dunst. in Garay & Dunst. 1972
Sottogenere: Restrepia
Sezione: Pleurothallopsis
Etimologia del nome di specie: dal latino “aristulifer“, con riferimento alla forma appuntita dei petali.
Questa specie vive in Colombia (parte nord) ed in Venezuela: può essere trovata a 1800 – 2700 metri di altitudine.
Restrepia aristulifera, rispetto alla media del genere è una pianta di taglia abbastanza grande (20 -25 cm). Le foglie sono allungate e di forma ellittica.

Fiori
I corti peduncoli mostrano i fiori a portamento verticale, inizialmente sulla pagina inferiore delle foglie per posizionarsi poi, su quella superiore.
Il synsepalo ovale è caratterizzato da striature verticali color porpora, che partono dalla base e si trasformano in punteggiature verso l’apice. I petali, come si è scritto sopra, sono muniti di piccole ariste alla base.
Questa specie non è molto presente nelle collezioni e può essere considerata rara.

Restrepia elegans H. Karst. 1847
Sinonimi: Restrepia antennifera sottosp. erythroxantha (Rchb.f.) H.Mohr 1996 – Restrepia erythroxantha Rchb.f 1850 – Restrepia leopardina auct. (1899) – Restrepia leopardiana var. rosea,
Sottogenere: Restrepia
Sezione: Restrepia
Etimologia del nome: dal Latino “elegans”, con riferimento al portamento elegante della pianta.
Restrepia elegans, i suoi vari sinonimi, comprese le varietà, individuano la specie e le affinità delle sue varianti (vedi le due foto sopra)
Questa specie vive sulle montagne costiere del Venezuela (Caracas), in Perù e attraverso le Ande è presente anche oltre la frontiera colombiana ad altitudini di 1400 – 2700 metri.
Le dimensioni di questa pianta sono piccole rispetto alle altre specie del genere.
Restrepia elegans è frequente ed apprezzata nelle collezioni per la sua generosità e facilità di coltivazione.

Fiori
Il synsepalo lungo circa 20 mm è di colore biancastro – ocra gialla, puntato di bruno o di porpora. Il labello di 3 x 6 mm segue la disposizione del synsepalo.
Tolta la leggera apertura degli apici dei synsepali, i fiori di questa specie, sono abbastanza simili a quelli della Restrepia guttulata.

NOTA
In occasione della prima descrizione del genere Restrepia, soprattutto per l’originalità dei fiori del campione in esame, i tassonomi hanno deciso di assegnare il nome “antennifera”, che è stato poi ripreso in occasione di successive classificazioni apparentemente similari.
La differenza dei colori ed altre piccole varianti dei fiori degli esemplari in studio, sono state risolte di volta in volta con un diverso epiteto di sottospecie.

Da ciò, con l’epiteto “antennifera“, sono oggi raggruppate varie sottospecie, che formano una nutrita famigliola.
Quindi, in presenza del nome di specie “antennifera”, per evitare di acquistare la stessa pianta con nomi diversi, conviene analizzare per bene i vari sinonimi.
Ecco gli esempi:
Restrepia antennifera sottosp. erythroxantha (Rchb. f.) Mohr – oppure R. elegans H. Karst
Restrepia antennifera sottosp. hemsleyana Mohr 1996 – oppure R. antennifera Humboldt, Bonpland, & Kunth
Restrepia antennifera sottosp. klabochorum Mohr 1996 – oppure R. antennifera Humboldt, Bonpland, & Kunth
Restrepia antennifera sottosp. leontoglossa (Rchb. f.) Mohr – oppure R. trichoglossa Lehmann ex Sander
Restrepia antennifera sottosp. striata (Rolfe) Mohr – oppure R. brachypus Rchb. f.
Etimologia del nome di specie: dal latino antennifer, “dotata di antenne” , con riferimento alla conformazione dei fiori.
Sottogenere: Restrepia
Sezione: Restrepia
Questa specie è endemica in Venezuela, Colombia, Ecuador, Perú e Bolivia ad altitudini di 1700 – 3500 metri
Le diverse sottospecie di Restrepia antennifera sono epifite ed i loro fiori variano di colore, punteggiatura o striatura del synsepalo: fucsia, granata, giallo ocra e marrone.
Questa specie ha la particolarità di produrre un liquido acquoso dai suoi fiori.

Restrepia cuprea Luer & R. Escobar 1996
Etimologia del nome di specie: dal latino cupreus, “color rame” con riferimento al colore del synsepalo.
Sottogenere: Restrepia
Sezione: Restrepia
Questa specie molto originale è endemica in una valle andina della regione d’Antioquia nel nord est della Colombia e può essere trovata attorno ai 1700 m d’altitudine.
Nella grande incertezza a riconoscere con sicurezza le varie specie del genere Restrepia, questa è inconfondibile per il diffuso e marcato colore rame del synsepalo dei suoi fiori.
La pianta è di grande dimensione rispetto alla media del genere (14 – 18 cm).
Fiori
Il largo synsepalo è dipinto uniformemente di arancio-rame, esclusa una piccola maculatura color porpora marginale, lungo i bordi esterni verso l’attaccatura. Il labello, orientato nella stessa direzione del synsepalo è della medesima tonalità.
Questa specie è rara e ricercata, apprezzata per la bellezza dei suoi fiori, molto duraturi e rifiorenti.

Coltivazione
Come tutte le altre specie, la Restrepia cuprea può essere coltivata su zattera oppure in piccoli vasi con composto misto a bark, torba di sfagno e perlite: resiste bene anche a temperature intermedie.

Restrepia jesupiana Luer 1996
Sottogenere: Restrepia
Sezione: Restrepia

Origine etimologica del nome specifico: in onore di Ann Lauer Jesup di Bristol, CT, storico collezionista di questa specie.
Questa specie è endemica nelle zone montagnose di Merida nel Venezuela occidentale, in Colombia, dove può essere trovata con facilità a 2000 – 2700 metri di altitudine.
E’ una pianta di dimensioni minute (10 – 15 cm) ed è molto rara nelle collezioni.

Fiori
Il fiore, molto stilizzato, si caratterizza per il colore giallo luminoso del suo synsepalo, leggermente striato di porpora alla base.
Il labello giallo è lievemente verrucoso e misura 9 mm in lunghezza e 3 – 4 in larghezza.

Restrepia muscifera (Lindl.) Rchb.f.
Etimologia del nome di specie: dal latino muscifer , “cuscinetto della mosca„, con riferimento alla somiglianza del fiore ad una mosca.
Sottogenere: Restrepia
Sezione: Pleurothallopsis
Restrepia muscifera è la classificazione corrente, di specie identificate anche con altri nomi.
Sinonimi: Pleurothallis dayana [Rchb.f] Lo Williams 1940 – Pleurothallis muscifera Lindl. 1842 – Restrepia dayana Rchb.f 1875 – Restrepia lansbergii Rchb.f 1861 – Restrepia muscifera subsp. shuttleworthii (Rolfe) H. Mohr – Restrepia powellii Schlechter 1922 – Restrepia shuttleworthii Rolfe 1892 – Restrepia tonduzii Schlechter 1922.
La specie è stata descritta per la prima volta John Lindley nel 1842 come Pleurothallis muscifera in Edwards’ Botanical Register, basandosi su una pianta presente nella collezione guatemalteca di George Ure Skinner. In seguito (1859) Reichenbach figlio l’ha trasferita nel genere Restrepia in Folia Orchidaceae.
Questa specie è molto diffusa in vaste zone dell’america centrale. Può essere trovata in Messico (Chiapas, Guerriero e Oaxaca), nel Belize, in Guatemala, in Salvador, in Honduras, in Nicaragua, nel Costa Rica, a Panama, ed anche in Colombia. E’ un’orchidea epifita e vive a 400 – 2500 metri di altitudine.
Le piante di questa specie sono di dimensioni variabili, con gambi che vanno da 2,5 a 17 centimetri, avvolti da 4 – 8 foderi biancastri e dotati di foglie laterali lunghe, stilizzate e più ellittiche di altre specie del genere.
Fiori
I fiori solitari a portamento verticale, si formano in successione su corti peduncoli, nascosti ed addossati sotto la pagina posteriore delle foglie.
Il sepalo dorsale dei fiori è eretto, triangolare con la punta ispessita, generalmente bianco o giallo, macchiato di porpora. Il synsepalo è bianco o giallo-rosa soffuso con punteggiature color rosso – viola. I petali stretti ed il labello oblungo-ovoide sono anch’essi della stessa combinazione di colori descritti sopra.
La Restrepia muscifera è abbastanza presente nelle collezioni ed è di facile coltivazione, gli amatori la scelgono per i suoi piccoli fiori e talvolta anche per le sue foglie particolari.

Restrepia citrina Luer & R. Escobar 1983
Etimologia del nome di specie: dal latino citrinus, “giallo limone„ con riferimento al colore giallo del synsepalo.
Sottogenere: Restrepia
Sezione: Restrepia
Questa specie è originaria del Paramo (Páramo o Páramos è una regione biogeografica dell’America meridionale, situata nella catena andina di Venezuela, Colombia, Ecuador e Perù), ed è endemica nelle foreste della Cordigliera orientale della Colombia a circa 2.600 metri di altitudine.
Orchidea epifita di grande dimensione rispetto alla media del genere e si caratterizza per il colore giallo-citrino del synsepalo, dotato anche di punteggiature color porpora-marrone.
La Restrepia citrina può essere confusa con la R. guttulata, che per altro è molto variabile nella colorazione del synsepalo e quindi bisogna essere attenti solamente alla presenza del synsepalo con fondo giallo. Si riproduce con rapidità, ma è poco generosa nelle fioriture

Copertina?

Chi ben comincia è a metà dell’opera

Questa bozza di copertina per il nostro libro sulle orchidee, pubblicata sul sito di Alberto , è stata elaborata da Antonio, capostipite di una eccellente famiglia di orchidofili messinesi.
Con questa proposta, Antonio ha fatto veramente sintesi elle mie intenzioni: sul quaderno che mi accingo a riempire…sì per non incappare nelle ire funeste dei veri scrittori, chiamiamolo quaderno, racconterò, descriverò e mostrerò solamente le mie orchidee: sarà un grande viaggio nel fantastico modo delle orchidee racchiuso nella mia serra.
Negli anni sono passate tantissime persone fra le mie orchidee…nei racconti ci sarà spazio anche per questa interattività amatoriale.
Le emozioni che intendo catturare e trasmettere ai futuri lettori del quaderno, spero siano le stesse che provano i tanti appassionati, che si avventurano nei meandri della mia serra: raccontatele nei commenti di questo post, saranno preziose!
Grazie Antonio per il gentile pensiero…

Libro

Autunno in Vicolo Parnasso


No! non è il titolo del libro, ma questa foto del mio giardino mi piace tanto…e poi quelle foglie di faggio servono per allestire le nostre esposizioni di orchidee 2007…quindi saremmo anche in tema!

In punta di piedi e con molta umiltà ho iniziato a lavorare al libro sulle orchidee

Spero di dare una risposta valida alle vostre sollecitazioni…come sempre avrò bisogno del vostro appoggio durante il cammino lungo i post di questo blog, che costituiranno l’ossatura del libro stesso….ma ci saranno anche delle sorprese, molte pagine inedite e qualche capitolo romanzato con voi, popolo del blog, protagonisti.

PS) Venitemi a trovare sul post delle Restrepie, ho iniziato per gioco ma strada facendo l’argomento mi coinvolge e quindi stò completandolo con una nutrita recensione di varie specie della mia collezione…sto scrivendo di getto, se trovate qualche errore non fate complimenti, aiutatemi.
Guido

Lc. Mariner e Lc. Bella

Ancora sul blu
Collezione Guido De Vidi – foto 20.11.06 – diritti riservati
Lc. Mariner ‘Far Horizon’
Questo ibrido molto simile alla Cattleya Portia ‘coerulea’ giunge alla ribalta quasi 50 anni dopo i primi tentativi degli ibridatori, rivolti a produrre ibridi coerulei.
Lc. Mariner, registrata nel 1961, è un incrocio quasi primario (C. Ariel x L. purpurata). Come si può notare, entra nella genealogia una Laelia specie (L. purpurata), usata per impollinare un vecchio incrocio primario del 1913: C. Ariel (C. bowringiana x C. gaskelliana), il risultato è l’ibrido intragenerico della foto.
Il risultato è talmente simile alla C. Portia ‘coerulea’, stessa struttura della pianta (geni della C. bowringiana), stesso periodo di fioritura, unica differenza la si trova nel labello, gola più gialla e la parte esterna più marcata di porpora (geni della L. pururata), che queste due orchidee sono riuscite ad ingannare pure me!

Collezione Guido De Vidi – foto 20.09.04 – diritti riservati
Lc bella
Per ottenere le tonalità coerulee (molto affascinanti) di questa orchidea, gli ibridatori, hanno seguito altre strade.

Probabilmente l’obiettivo dei coltivatori era quello di ottenere un ibrido intragenerico a fiori grandi e, a quanto si può vedere, ci sono riusciti.
Lc. Bella è stata registrata nel 1969 da “Stewart” ed è il frutto dell’incrocio tra: L. purpurata ‘werkhauserii’ “superba” x C. labiata ‘coerulea’ “Stewart’s”

E’ una pianta robusta di grandi dimensioni, produce 4 -5 fiori stilizzati di colore blu smorzato (carta da zucchero)…un’orchidea da collezionare sicuramente.