Chissà se mi sbaglio, ma non sarebbe più logico chiamare le cose con il loro nome?
Ad esempio – l’han capita anche i garden – sempre più spesso vari commercianti del verde, per dare tono a qualche fine settimana invitano qualche venditore di orchidee e pubblicizzano la cosa come “mostra mercato”. Per carità, vista sotto l’ottica del commerciante che deve vendere, niente da eccepire, ma l’informazione corretta da dare all’appassionato orchidofilo, a mio avviso dovrebbe essere “mercato delle orchidee”… e magari aggiungendo anche la precisazione fra specie da collezione e commerciali.
Si dirà – questione di lana caprina – importante trascorrere una giornata con i venditori amici e con qualche orchidea in più al ritorno, da aggiungere alla propria collezione.
Si sa, le capre hanno il pelo sottile, che può sembrare lana, ma sempre pelo è… la lana vera è delle pecore.
Perché scrivo questo? Perché mi ostino a vedere l’orchidofilia dalla parte dei fruitori finali: il collezionista, l’appassionato ed anche il neofita, che devono poter godere la loro passione da protagonisti, stando insieme, organizzati in gruppi ed associazioni.
Qualsiasi soggetto commerciale dovrebbe tener conto di questo aspetto, invece capita sempre più spesso l’opposto: nelle occasioni di eventi mercato delle orchidee, le associazioni, o non ci sono o rappresentano il “convitato di pietra”; con una metafora, la simbolica maglietta dell’ orchidofilo è indossata dal commerciante.
Nei commenti di questo blog si chiede cosa c’è a Vicenza, pare che un garden organizzi il fine settimana con 2 produttori/commercianti di orchidee.
Tutto quello che si sa è questo… buon divertimento a chi andrà.
No assolutamente, le piante in vaso erano sistemate su dei tavoli ricoperti con del telo nero, mentre le zattere erano appese su una specie di espositore in rete a croce.
Il tutto comunque ben lungi dall’assomigliare ad una mostra intesa come quelle che allestisce la nostra (ed immagino anche le altre) associazione.