Quelli che le mostre le fanno sul serio: se è ancora vivo il ricordo in te, potrai fregiarti di essere fra quelli.









Quelli che le mostre le fanno sul serio: se è ancora vivo il ricordo in te, potrai fregiarti di essere fra quelli.
INCIPIT – La primavera sta per bussare alle porte ed il mondo del giardinaggio e della floricoltura si impone nel mercato con mostre ed eventi. I garden hanno fatto il pieno di fiori e di piante e sono lì pronti ad aspettare i clienti per la vendita. Il filone che spopola in questo periodo è quello delle orchidee.
AMATORIALITA’ – Già, i garden pieni di orchidee commerciali più o meno ricercate, che si mettono di mezzo fra il business e l’amatorialità, chiedendo e utilizzando quest’ultima. Questo quadro può essere bello o brutto, dipende da che parte lo si guarda. Nei paesi dove l’amatorialità è forte ed organizzata è essa stessa a proporre lo spartito degli eventi; sono le società o le associazioni dilettantistiche ad organizzare mostre, giudizi e convegni, dettando tempi e obiettivi, non l’opposto.
OBIETTIVI – PordenoneOrchidea, evento orchidofilo inserito nel contesto di una fiera primaverile del verde ORTOO GIARDINO, si qualifica proprio per la sua vocazione plurale, proponendosi sempre come protagonista sia nella sua rappresentazione scenografica, che nel suo spirito tematico e culturale.
Proprio lo spirito culturale che aleggia in tutte le edizioni di PordenoneOrchidea, eleva a valore primario la nascita di nuove associazioni.
Sabato 2 marzo a PordenoneOrchidea riceverà il “battesimo” pubblico la nuova associazione “dendrobium&fuukiran association” Il titolo stesso fa capire la vocazione scientifica e l’assenza di confini territoriali. Sin d’ora l’organizzazione da il benvenuto a questa nuova nata e invita tutti gli orchidofili al brindisi di battesimo nella mattinata del 2 marzo prossimo.
Alcune specie del genere sono senza foglie, affascinanti e misteriose
Nelle foto sottostanti è rappresentata una specie assai misteriosa: Campylocentrum grisebachii Cogn.
Pianta in fiore nella collezione rio Parnasso.
E’ apparsa per la prima volta nelle mostre italiane di orchidee, nel marzo 2016 a Pordenoneorchidea. Anche e non solo per la sua particolare conformazione morfologica (priva di foglie), questa orchidea voleva simboleggiare la metafora della vita che trionfa a prescindere. E’ passato qualche anno e la leggiadra Campylocentrum della foto, vive ancora nella collezione rio Parnasso, ormai assunta a simbolo di chi sogna, delicata com’è, continuerà a fare da filo conduttore anche in questa ventesima edizione di Pordenoneorchidea.
Relativamente rare, ma più numerose di quanto si possa pensare, sono le orchidee le cui radici riescono a svolgere le funzioni di fotosintesi altrimenti intraprese dalle foglie. Queste piante si caratterizzano per l’assenza di foglie, o nel migliore dei casi ridotte a minuscole presenze. La morfologia di queste orchidee evidenzia un esteso apparato radicale aereo con la funzione di “pneumatode” dal greco pneuma “respiro” – gruppo di cellule dotate di spirale ed ispessimenti su parete secondaria, a formare una velamen che agisce come via aerea per lo scambio del gas indispensabile alla respirazione od alla fotosintesi (ventilazione di particolari tessuti che agiscono come stomi consentendo in tal modo alle radici fotosintetiche ad eseguire lo scambio di gas necessario per supportare la fotosintesi). In comune con altre orchidee epifite c’è il rivestimento velamen, che protegge la struttura dello strato radicale interno ed acquisisce nutrienti e acqua per la pianta.
Orchidee senza foglie
Orchidee epifite senza foglie sono endemiche in tutte le zone tropicali e subtropicali. Esse sono poco comuni nelle collezioni, ma meritano la nostra attenzione anche se i fiori sono generalmente piccoli e insignificanti.
Per coltivare con successo le orchidee senza foglie bisogna garantire buona luce al loro apparato radicale, indispensabile alla loro fotosintesi, ma nel contempo è utile garantire un ambiente sempre umido e fresco durante la stagione estiva.
Genere Campylocentrum
Questo genere comprende circa 90 specie e si trova a partire dalla Florida attraverso l’America Centrale, Caraibi e Sud America settentrionale. E’ raramente presente nelle collezioni hobbistiche, in quanto abbastanza difficile da coltivare, a causa della sua richiesta di alta umidità durante tutto l’anno.
Campylocentrum grisebachii sin. Campylocentrum burchellii è una delle specie più rappresentative di quanto appena enunciato. Il genere Campylocentrum comprende più o meno 90 specie (il numero esatto è oggetto di dibattito fra diversi tassonomisti) è endemico nel sud della Florida ed è presente anche verso zone settentrionali del Sud America: 15-20 specie del genere Campylocentrum sono senza foglie.
Etimologia del nome di genere
Il nome di questo genere deriva dalla latinizzazione di due parole greche, kampýlos, che significa “curvo” e kéntro, che significa “centro”, riferendosi alla struttura del labello dei suoi fiori. La specie tipo è Campylocentrum micranthum (Bentham, 1881) anche se Lindley nel 1835 descrisse il primo esemplare, ora appartenente al genere Campylocentrum come Angraecum Bory (Lindley, 1835). C’è un alone di incertezza attorno alla descrizione originaria, Robert Dressler conviene che il campione di Lindley, presente al Kew, è coerente con la forma del Guatemala di questa specie.
Campylocentrum grisebachii (epiteto di specie in onore del botanico tedesco Grisebach (1800).
E’ una specie miniatura senza foglie, endemica in Brasile, Bolivia, Argentina e Paraguay. Cresce in ambienti umidi, ombrosi, sui rami più bassi degli alberi di legno duro. Non è raro trovare le piccole piantine di questa specie, abbarbicate sulle vegetazioni delle viti incolte (vedi campione della foto). I fiori sono piccoli, dal giallo pallido al colore bianco, con i sepali e petali liberi, e piccolo nectario sul retro del labello: i fiori sono piacevolmente profumati.
Coltivazione
La buona coltura delle varie specie di Campylocentrum consiglia di sistemare le piante con le radici aeree in modo che possano assolvere con facilità a tutte le funzioni alimentari della pianta. Nel loro habitat naturale c’è molta luce, con temperature intermedio calde con alto tasso di umidità (70% o più), accompagnato da abbondanti precipitazioni nella stagione delle piogge (normalmente dopo la fioritura). In risposta agli aumentati livelli di umidità, le piante inizieranno a formare nuove radici sia dalla base della pianta, o dagli apici radicali esistenti. Durante questa fase di crescita, l’applicazione regolare dei fertilizzanti aiuterà a sviluppare una pianta robusta. In autunno si consiglia di lasciar asciugare la pianta per un giorno o due tra le annaffiature per simulare le condizioni che si verificano in natura. In inverno, l’acqua deve essere applicata con parsimonia. E’ essenziale un buon movimento dell’aria onde evitare marcescenze ed attacchi fungini alle piante. Le varie specie di Campylocentrum fioriscono generalmente in primavera con lo sviluppo del fiore che inizia nel tardo inverno, periodo molto delicato durante il quale è neccessario porre molta attenzione a che la pianta non inaridisca né marcisca da troppa acqua. La maggior parte delle specie sono piacevolmente fragranti.
“Bisogna trovare il proprio sogno perché la strada diventi facile.
Ma non esiste un sogno perfetto.
Ogni sogno cede il posto a un sogno nuovo,
e non bisogna volerne trattenere alcuno.”
Hermann Hesse
Asolo, un evento orchidofilo affascinante. La mite giornata di febbraio ha richiamato l’amatorialità di mezza Italia. Quel magico ambiente di archeologia industriale (le fornaci), mirabilmente restaurato, faceva da set ad uno spettacolo sublime. Senza voler enfatizzare oltre il lecito, la qualità e la quantità delle piante esposte lascia senza fiato anche i “palati” più avvezzi alla bellezza. Le foto ed il video racchiusi nel tasto blu non ce la fanno a catturare quella magica atmosfera che il popolo ATAO è riuscito a trasmenttere al numeroso pubblico dei visitatori: grazie ATAO, brava ATAO… avanti così!
Per farlo ho preso in prestito una foto della serra di Franca Burini; Franca sarà a Pordenoneorchidea con le sue Neofinetia falcata “Fuukiran” che significa “nobile e ricca orchidea” per riproporci l’anima che aleggia fra le sue orchidee.
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