Archivi categoria: Orchids

Categoria madre del blog: giorno per giorno con le orchidee, diario di un appassionato.

Il terrario – parte seconda: le vostre esperienze

La scatola magica di Elettra ha prodotto molto interesse tra i visitatori di questo blog. Per rendere più fruibile il tema trattato, mi pare utile pubblicare i vostri contributi in un nuovo post di raccolta: iniziamo con le esperienze di Stefano Marinaz e di Marco Cirpi

Autocostruire il proprio terrario di “fiducia”: di Stefano Marinaz

Questa prima foto che vedete è di un terrario di dimensioni 60x35x40h.
Ovviamente questo è il punto di partenza per far crescere le piante, ma è anche il punto di arrivo in quanto il terrario cosi come lo vedete è pronto ad ospitare piante acquatiche (nell’angolo di destra in basso), orchidee appese alle noci di cocco, oppure ai rami (che si possono benissimo introdurre nel terrario), bromelie appese magari sulla schinea del terrario, piante carnivore ecc ecc…
Ovviamente a questo terrario mancano i vetri davanti cosa utile nel caso in cui si abitato da animali vari oppure per mantenere piu facilmente l’umidità elevata.
Il fondo, la schiena e le pareti laterali sono fatti di pannelli di fibra di cocco e tutto è attaccato al vetro col silicone per acquari (cosa semplicissima, efficace e duratura).
Come potete ben vedere sul davanti del terrario ho alzato quella barretta di fibra di cocco per mostrarvi la costruzione sottostante. Ho infatti creato un falso fondo con bicchieri da caffe rovesciati ai quali è appoggiata una lastra di plexiglass sottile e forato in maniera da far percolare l’acqua nella vasca sottostante.
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Anteprima “Pordenoneorchidea”

Notizie flash

Parte l’edizione 2006 di Pordenoneorchidea – dal 4 al 12 Marzo 2006 – Fiera di Pordenone “Ortogiardino”
Preparatevi alla settimana orchidofila Pordenonese. Quest’anno la dedicheremo ai feseggiamenti di “Orchids Club”.
Ci saranno delle novità, lo spazio dedicato al Villaggio di Primavera sarà tutto nuovo: naturalmente non mancheranno le orchidee, sia commerciali che botaniche: saranno presenti le orchidee regine dell’EOC e molti altri esemplari, che si sono risparmiati proprio per questa mostra.
Domenica 12 Marzo è in programma l’incontro di Marzo con pranzo popolare di festeggiamento (l’abito scuro è vietato).
A breve seguirà il programma dettagliato.

Applausi per Chiara

Il nostro Club è fatto anche di queste limpide frasi, Chiara è giusto che le tue sensazioni siano condivise da tutti….la serenità fa sempre bene

…ho seguito questi giorni, purtroppo solo via web, l’EOC di Padova. Dico purtroppo perché avevo previsto di venire domenica pomeriggio a visitare la fiera ma l’inconveniente dell’ultimo minuto mi ha costretto a rinunciare.

Complimenti di cuore per tutte le glorie e per tutto l’impegno di tutti quelli del club, deve essere una soddisfazione immensa vedere ripagati i propri sforzi, complimenti anche per l’originale coreografia dello stand. Le foto del sito, anche se non rendono giustizia, sono molto belle, quindi possono immaginare l’emozione di esserci di persona, mi mangerei le mani.

Anch’io nel mio piccolo, il giorno di S. Valentino ho fatto la mia mostra, se pur con degli ibridi commerciali, purtroppo non in grandissima forma, dovuta soprattutto dalle temperature non ottimali di questo periodo. Non vedo l’ora che arrivi la bella stagione. Nella foto mancano purtroppo all’appello delle Miotonia e dei Dendrobium, che fortunatamente erano già in viaggio per altre destinazioni, si spera finiscano sempre in buone mani, cerco comunque di consigliare al meglio la mia clientela.Credo di aver sbagliato mestiere visto che ogni volta che ne vendo una mi si spezza il cuore.

Spero di non essere d’insulto al vostro club, visto che oltre ad essere amante delle orchidee ne sono anche commerciante. Purtroppo le ristrettezze economiche dell’avvio attività non mi permettono di fare altrimenti. Nel frattempo ne approfitto per acquisire esperienza…sulle orchidee degli altri…per essere pronta nel momento in cui mi cimenterò nella mia piccola collezione. Intanto sto curando le orchidee sfiorite e rifiorenti. La mia Vanda lentamente sta allungando l’infiorescenza, speriamo bene. Il mio ibrido di Dendrobium sta ingrossando i boccioli, anche se la fioritura non è abbondante, mi accontento, nella stagione passata ha vegetato molto bene. Il Phaphio non dice niente, se ne sta lì in silenzio, speriamo si decida a fare qualcosa (foglia o fiore che sia). Comunque tutto sommato non potrei sperare di più, visto che sono sotto luce artificiale. Spero al più presto di spedirti le foto del mio dendrobium in fiore (che sicuramente non venderò).

Spero che le vostre piante non abbiano sofferto troppo la trasferta e abbiate fatto degli ottimi acquisti.

Grazie ancora per il modo di coinvolgere ed appassionare tante persone come me che ogni giorno, mentre si attendono il collegamento ad Orchids, sperano ci siano nuove notizie, schede o bellissime foto.Ciao, Ciao, Ciao, Ciao, Ciao!!!!!!

Orchidee: stili e forme di vita

La vita in tutte le sue forme ha come obiettivo prioritario il suo perpetuarsi.
Nel regno vegetale, le orchidee hanno escogitato metodi molto raffinati per raggiungere lo scopo. Esse non possiedono polline volatile e pertanto devono ricorrere ad aiuti esterni per la fecondazione dei loro milioni di ovuli che poi diventeranno semi: api, mosche, farfalle e colibrì sono le “vittime” designate.

Angraecm sesquipedale
Collezione Guido De Vidi – foto Gennaio 2006
Diritti riservati

Per attirare i “pronubi impollinatori” i fiori di orchidea assumono colori e forme vistose a volte simulano l’insetto femmina ed in altri casi emanano profumazioni mirate ad un certo tipo di insetto: scelgono addirittura le ore in cui profumare. Certe specie di orchidee hanno ingaggiato una sfida biologico – evolutiva epocale con il loro impollinatore prescelto: per essere sicure che gli impollinatori (falene) aassolvano compiutamente la loro missione, nascondono il nettare nel fondo di una sacca a forma di tubicino. Le falene sono così obbligate ad allungare il loro “naso” per raccogliere il nettare, ma i fiori allungano a loro volta il tubicino. Il risultato di questa disfida evolutiva ha dato vita a fiori con un lunghi speroni (30 centimetri) e falene con altrettanto lunghe proboscidi.

Il fiore

Blc. Malworth ?”Orchidglade”? FCC/AOS
Collezione Guido De Vidi – foto Gennaio 2006
Diritti riservati

Il fiore dell’orchidea ha una struttura molto semplice, articolata in tre parti esterne e tre interne. Le tre parti più esterne del fiore sono chiamate sepali, facilmente identificabili perché racchiudono il resto del fiore nella gemma.
All’interno si trovano tre petali, uno dei quali si è modificato dagli altri ed è chiamato labello. Il labello è impreziosito da macchie di colore, decorazioni fantasiose, munito di creste, corna, code, protuberanze ed è la parte più appariscente del fiore. L’elemento meno vistoso del fiore, ma che rappresenta una sua componente essenziale è la colonna o ginostemio, una struttura carnosa centrale che contiene gli organi sessuali della riproduzione. L’elemento di distinzione delle orchidee rispetto alle altre piante che producono fiori è per l’appunto il loro apparato riproduttivo. Gli organi riproduttivi non sono separati come in tutti i fiori delle altre piante, ma sono fusi insieme nella sopraccitata colonna. Questa peculiarità strutturale del fiore è l’elemento caratterizzante affinché una pianta possa essere raggruppata nella famiglia delle orchidaceae. Al culmine esterno della colonna c’è la parte sessuale maschile chiamata antera, costituita essenzialmente da piccoli ammassi di polline detti pollinii. Appena sotto l’antera, separato da una sottile membrana c’è lo stimma, la parte sessuale femminile caratterizzata da un’appendice concava, lucida e viscosa detta gineco che funziona come organo ricettivo del polline. Il labello attira ed invita gli insetti impollinatori, ma nello stesso tempo prepara loro le imboscate perchè li costringe ad entrare proprio sotto la colonna attraverso una via stretta ed obbligata, dove i pollinii possono attaccarsi al corpo dei pronubi impollinatori, per essere trasportati e depositati nella parte femminile dello stesso o di altri fiori visitati in seguito.
Forme di vita
L’enorme varietà di forme dimensioni e abitudini dei diversi tipi d’orchidee, affascina da sempre gli orchidofili e li invoglia ad aggiungere continuamente nuove piante alle loro collezioni, tanto da farli diventare dei personaggi straordinari.

Le Piante
Le orchidee sono piante perenni perfettamente adattate a diverse condizioni ambientali, dove c’è vita vegetale esistono orchidee, sono assenti solamente in Antartide.
Soprattutto per comodità colturali si è soliti raggrupparle in fasce o categorie, ma la sistemazione è sempre molto relativa e legata essenzialmente al substrato in cui vegetano.
Geofite e/o terricole: crescono al suolo o vicino al suolo; sono piante tipiche dei climi temperati e freddi. In questa categoria vanno raggruppate anche le specie palustri perennemente con i piedi in acqua, molto rare poiché pochi sono gli habitat esistenti e le specie micotorfe (saprofite), che sono completamente prive di clorofilla, non hanno bisogno della luce solare e vivono in simbiosi con dei funghi. Per finire, alla categoria delle terricole appartengono anche le piante sotterranee.
Epifite o aeree: dotate di radici aeree molto particolari, caratterizzate da una struttura di sostegno coperta da tessuto spugnoso (il velamen).
Questi tipi di orchidee vivono attaccate agli alberi, ma non sono parassite (non traggono alimentazione dalla pianta che le ospita). Le orchidee epifite assorbono umidità e sostanze nutritive dall’aria e dall’humus che si raccoglie sui rami e negli anfratti della corteccia degli alberi su cui alloggiano. Sono orchidee tipiche di climi tropicali.
All’interno di questa categoria si sono perfezionate delle specializzazioni, alcune specie preferiscono vivere sulle rocce e sono dette (rupicole o litofite), altre hanno estremizzato la loro biologia tanto da rinunciare quasi del tutto alle loro foglie quali strumenti clorofilliani demandando questa funzione alle radici: sono dette (epifite afille). Ci sono anche delle orchidee difficilmente collocabili in una categoria specifica.

Le orchidee hanno due modelli di sviluppo.
Modello che produce getti stagionali da un rizoma (cordone vegetativo dotato di radici) chiamato “simpodiale”, vale a dire “piedi insieme”, e modello che produce un solo fusto, definito “monopodiale”, ossia “con un solo piede”.
Modello simpodiale: la struttura di queste orchidee è caratterizzata da un “rizoma”orizzontale alla base, e da fusti verticali detti “pseudobulbi” all’apice dei quali si formano le foglie ed i fiori. Il termine pseudobulbi è usato in botanica per distinguere questi fusti ingrossati, o a forma di canna, dai bulbi veri, che sono molto diversi ed hanno funzioni totalmente differenti.
Modello monopodiale: produce un solo fusto eretto che cresce in altezza ogni anno con nuove foglie alla cima, senza sviluppare alla base nuovi germogli. Queste orchidee non possiedono né rizoma né pseudobulbi, le radici aeree spuntano tra le foglie lungo il fusto e sempre dalle ascelle superiori crescono gli steli fiorali in successione anno dopo anno.
Alla sua base non si formano nuove vegetazioni, però quando la pianta è in buona forma ed incontra condizioni ambientali propizie, attiva le gemme dormienti situate tra le ascelle delle foglie dove si formano nuove piante (keiki), parola di origine hawaiana che significa letteralmente (quello piccolo o bambino).