Organizzazione dell’interno della serra.
Prima di entrare simbolicamente all’interno della serra per installare le attrezzature ed i supporti che la rendono funzionale, mi preme fere un’ultima annotazione d’obbligo.
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Costruiamoci la serra per le orchidee. Post n°3
L’involucro esterno
Collezione Guido De Vidi. Foto 02.12.04
Tutti i diritti sono riservati.
Vanda amesiana RCHB F.
Cominciamo la costruzione
In prefazione a questo capitolo molto importante, faccio subito alcune considerazioni di carattere estetico che torneranno molto utili quando s’inizierà a ragionare su curvature, pendenze dei tetti, rapporti fra spazi alti e bassi e cubature ottimali.
Appena presa la decisione di costruire la serra, scatta conseguente il dubbio: devo farla bella, in armonia con la mia casa e però deve essere anche funzionale ecc.
La storica e consolidata amicizia con Antonio Camani, appassionato Sandonatese ‘ante litteram’ delle orchidee, mi consente di citare la sua decennale incertezza amletica quale esempio estremo: faccio o non faccio la serra e se la faccio come la faccio? Tranquillizzo tutti: finalmente l’amico Antonio ha realizzato la sua serra! Il risultato finale, molto funzionale, è però abbastanza lontano dalla miriade di schizzi, disegni, calcoli e preventivi degli albori.
A volte, la soluzione inizialmente desiderata, cozza contro problemi di praticità e di funzionalità e quindi bisogna trovare dei compromessi accettabili.
Fatta la premessa, muoviamo i primi passi con l’edificazione della serra pensata come corpo autonomo.
Sistemazione della base su cui poggiare le strutture.
Il basamento può esser realizzato al livello del suolo oppure si può decidere di fare uno sbancamento: se non ci sono problemi nel sottosuolo ( falde freatiche superficiali, condotte sotterranee oppure blocchi di roccia) è possibile arrivare fino ad un metro di profondità.
La serra semi interrata offre indubbi vantaggi sia in termini di consumi energetici sia per quanto concerne costi di costruzione e utilizzo degli spazi interni.
In ogni caso la base della serra deve essere drenante, quindi sconsiglio pavimentazioni impermeabili. Per ottenere un’ottima soluzione drenante, consiglio un lieve sbancamento del terreno esistente (20 centimetri) da rimpinguare con ghiaia macinata che servirà appunto da polmone assorbitore.
In entrambe le soluzioni è consigliabile perimetrale la serra con un muretto di 70 centimetri, sul quale poi sarà più agevole collocare le strutture superiori.
Durante questa fase che possiamo definire di fondazione, non dobbiamo dimenticarci di pensare alle varie infrastrutture necessarie per gli allacciamenti:
1) – Condotte sotterranee per l’energia elettrica, il gas e l’acqua.
2) –Vasca sotterranea per raccogliere le acque pluviali provenienti dalle grondaie.
A questo punto, abbiamo già preparato la base sulla quale posare la serra e dobbiamo decidere le modalità d’agibilità al suo interno.
In fase di progettazione si era affermato che l’ubicazione ideale della serra doveva prevedere la possibilità di catturare la massima luminosità possibile ed ora che si tracciano le sue fondazioni si dovrà individuare l’accesso, che sarà realizzato dal lato più stretto e possibilmente verso sud.
Più avanti parleremo del “cooling” e per ora mi limiterò ad assicurare che l’accesso alla serra, posto nella parete a sud, consente un’ottima resa del sistema di raffreddamento della serra.
Materiali della serra.
Possiamo suddividere i materiali di costruzione della serra, in tre standard:
1) – Standard d’elevata qualità, che prevede strutture portanti in alluminio o ferro zincato a caldo e pannelli perimetrali e di copertura in vetro camera.
2) – Standard di media qualità, che prevede strutture portanti in profilato di ferro zincato e pannelli di policarbonato.
3) – Standard minimale, che prevede strutture portanti in tubolare zincato e copertura in doppio nylon gonfiato.
Per esperienza personale, avendoli in uso entrambi, posso affermare che i vari standard sono quasi equiparabili sotto l’aspetto della resa termica: la differenza sta tutta sulla diversa qualità estetica.
A questo punto, dovendo cominciare l’installazione della struttura portante, esprimo un mio personale punto di vista che non deve vincolare nessuno.
Le varie proposte di serre professionali, prevedono finestre d’apertura variamente automatizzate. Io sostengo che una serra da adibire alla coltivazione d’orchidee, di medio/piccole dimensioni ( dai 20 ai 300 metri quadri) non necessita di pareti o tetti apribili. Le aperture non risolvono il raffreddamento dell’ambiente interno e nello stesso tempo creano momenti di stress da secco, molto nocivi per la coltivazione.
La mia serra ideale per le orchidee deve essere sostanzialmente una scatola chiusa pilotata da sistemi di coibentazione umidificazione e ricambio d’aria interna.
Detto questo, possiamo pensare di poggiare sulla base della fondazione o sul muretto di cinta, una struttura portante compatta le cui pareti possono superare i 2 metri, mentre il colmo del tetto può raggiungere i tre metri e oltre.
Le uniche aperture in questo modello di serra, saranno la porta d’accesso opportunamente dimensionata ( generalmente 70 – 80 cm.) posta a sud e la parte inferiore della parete opposta (a nord) dove potremo sistemare le pennellature alveolari per il raffreddamento interno.
La pennellatura, come si è detto, può essere realizzata con vetro camera di 8 -10 mm, o con policarbonato, sempre dagli 8 ai 10 mm di spessore.
Nel caso in cui si deciderà la copertura del tetto con doppio nylon gonfiabile, esso dovrà essere realizzato con tubature curve e si dovrà realizzare un sistema di gonfiatura con ventilatore e pressostato di controllo.
Reperimento dei materiali
Ci sono due strade per realizzare la serra: la prima è quella di acquistare le infrastrutture e magari anche concordare il loro montaggio, avvalendosi dei canali commerciali. La seconda è quella di seguire un percorso autodidatta, con la collaborazione d’artigiani per la realizzazione delle varie opere edilizie, strutture ferrose ed altro. La seconda scelta è molto più economica, ma implica un maggiore impegno del suo proprietario.
A questo punto, con la serra praticamente montata, per ultimare gli accorgimenti esterni, rimangono da risolvere due aspetti molto importanti: l’intelaiatura portante e sovrastante il tetto di 30 – 40 centimetri dove poggiare la rete ombreggiante e le grondaie di raccolta dell’acqua piovana.
Piccole serre appoggiate alla casa
Quanto detto per le serre separate dalle costruzioni esistenti, vale anche per quelle poggiate alle residenze.
Nei casi di serre realizzate a ridosso delle abitazioni, assume molta più valenza l’aspetto estetico esterno e per questo raccomando di tenere in debito conto l’armonia complessiva dell’opera.
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La gioia è anche mia: bravi!
Grazie
Egr. Sig. De Vidi,
Siamo la coppia Bellotto che ha partecipato al corso “conoscere le orchidee” da Lei organizzato nella primavera del corrente anno.
In allegato Le inviamo la fotografia della piantina che ci ha regalato in occasione del primo incontro avvenuto presso di Lei nel mese di Giugno (Come può vedere siamo riusciti a farla fiorire nel mese di Settembre).
La nostra “Miltonia regnellii” ha ben tre steli con diversi fiori su ciascuno di essi !!!
L’esperienza a cui abbiamo avuto la possibilità di partecipare è stata entusiasmante e vogliamo nuovamente ringraziarLa per la disponibilità che ci ha dimostrato permettendoci di entrare in punta di piedi nel mondo delle orchidee per conoscerle ed amarle, saremmo quindi ben lieti di presenziare ad altri incontri.
Cogliamo l’occasione per salutarLa e formulare tanti auguri di Buon Natale e Lei e famiglia.
Severino e Orietta Bellotto
Costruiamoci la serra per le orchidee. Post n°2
Le prime importanti scelte
Con il primo Post eravamo rimasti ai problemi burocratici ed architettonici, legati alla costruzione di una serra.
Si affermava che alcune tipologie di serre potevano essere installate senza autorizzazione o concessione urbanistica preventiva.
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Costruiamoci la serra per le orchidee. Post n°1
Sognando la serra
Collezione Guido De Vidi. Foto 29.11.04
Tutti i diritti sono riservati.

Lc. Dinard ‘Blue Heaven’
Lc. Dinard = Lc. Saint Gothard x C. Dinah (1930)
Registered by Charlesworth Ltd.
Le maliarde tropicali
Le orchidee, raramente facili e molto spesso difficili da coltivare, in ogni caso vanno considerate le nostre maliarde tropicali che in quanto tali richiedono particolari esigenze di vita.
L’incontro con loro comincia sempre per caso e si rimane affascinati da tutto quello che ti raccontano, dall’idea di poter scoprire quello che non si sa della loro vita, storia, letteratura ecc. ma, soprattutto dalla voglia di coltivarle.
I commercianti, dai fioristi generalisti che tengono in negozio anche qualche pianta d’orchidea fino ad arrivare ai venditori specialistici d’orchidee rare, tranquillizzano i neofiti a riguardo della facilità di coltivazione.
Si capisce che i loro consigli non sempre sono spassionati: loro vendono e quindi sta a noi scegliere.
Ormai capita spesso che le orchidee più impossibili, trovino alloggio nelle case di principianti.
Passata l’euforia iniziale e finito l’immaginario viaggio esotico, generalmente dopo qualche giorno, il proprietario comincia a chiedersi: e adesso?
Da questo momento, nell’intimo del neofita avvengono le mutazioni che lo porteranno molto spesso alla determinazione che si tratta di una pianta fra le tante che può quindi seguire comune destino, in qualche caso innescheranno il meccanismo dell’orgoglio che porterà ad approfondire le conoscenze di quella strana pianta, molto raramente prenderà sostanza una sorta di connivenza fra l’orchidea ed il suo possessore: solamente in quest’ultimo caso potrà nascere un collezionista d’orchidee.
Faccio questa premessa per porre l’accento sull’importanza ambientale nella coltivazione delle orchidee “esotiche”; le chiamo esotiche perché nei luoghi d’origine, incontrano condizioni climatiche molto diverse dalle nostre zone geografiche temperate, Italia compresa.
Fatti quindi salvi pochi generi che riescono con qualche accorgimento ad acclimatarsi anche nei nostri spazi abitativi esterni o interni, la gran parte delle 30000 specie botaniche note, abbisogna d’ambienti appropriati ovvero le serre.
Non me ne vogliano le amiche ed amici appassionati che coltivano su spazi di fortuna; nei loro confronti la mia ammirazione è enorme ( è difficilissimo coltivare sui davanzali e sulle terrazze) ma purtroppo il vero miglioramento nel rapporto con le orchidee si ottiene solamente organizzando degli spazi ad uso serra.
Bene, se il problema è la serra – direte voi – allora cercheremo quattrini, spazio e compreremo questa benedetta serra per le nostre sciagurate tropicali.
La frittata è fatta, in commercio non si trovano serre specifiche per le orchidee, ben che va si trova l’involucro esterno che poi bisogna organizzare tecnologicamente per creare i famosi tre parametri che d’ora in poi nomineremo spesso: temperatura – luce – umidità.
Qui comincia il nostro sogno e siccome i sogni non costano, nessuno si senta escluso, neanche la signora “Maria” che per ora coltiva con alterni insuccessi la sua Phalaenopsis sul davanzale.
La burocrazia
Prima di decidere qualità, dimensione e stile della serra dei sogni, per evitare brutte sorprese con la legge, è indispensabile avviare un’analisi della situazione urbanistica del territorio in cui si vive.
La serra, piccola o grande che sia è un immobile e come tale è soggetto alle normative di legge che regolano la pianificazione urbanistica del territorio.
Ci sono leggi e normative Nazionali che s’intersecano con le varie leggi Regionali in materia urbanistica e di tutela del territorio.
A grandi linee le serre si suddividono in due tipologie: serre fisse e serre mobili.
Varie leggi Regionali, specificano i due concetti: sostanzialmente la serra è considerata mobile se è rivolta alla protezione stagionale delle colture e se non è ancorata al suolo con fondazioni od altri sistemi di bloccaggio al sottosuolo, mentre son fisse le serre con fondazioni o muri di cinta.
La distinzione tra serra fissa e serra mobile torna utile perché quest’ultima, con le limitazioni dei piani urbanistici della singola zona in oggetto, può essere installata senza autorizzazione né concessione edilizia.
Ricordo che quanto detto sopra, vale anche nei casi in cui si pensi di installare una piccola serra sulla terrazza o sul poggiolo: in questi casi intervengono anche eventuali vincoli di carattere architettonico.
Come potete capire, oltre i problemi dei costi e delle soluzioni specifiche interne alle nostre serre, intervengono ancor prima a complicare le cose, gli aspetti burocratici, da risolvere prima di avventurarsi in edificazioni incerte.
Molti amici hanno dovuto chiudere con la coltivazione delle orchidee proprio per incompatibilità urbanistiche: prima o poi, il vicino o l’amico “zelante” – leggi invidioso – s’incontra sempre.
Io direi di fermarmi qui.
Prima di entrare nel tema della costruzione, propongo uno scambio d’opinioni, sulle problematiche edilizie relativa alle serre.
Continua….
