Quattro passi fra le orchidee, idee a confronto.
In questo periodo le giornate si accorciano sensibilmente e le orchidee, tutte, frenano la loro progressione biologica.
Quelle che si trovano in fase vegetativa continuano il loro sviluppo più lentamente, mentre le piante che si stanno avviando verso il loro periodo di riposo se la spasseranno alla grande senza bisogno di mangiare e di bere.
Dobbiamo ricordarci anche delle orchidee che in questa stagione di notti fredde spingono con vigore i getti fiorali perché fra pochi giorni cominceranno a mostrare i primi boccioli.
Questa è la stagione nella quale gli appassionati che collezionano e coltivano orchidee si fanno prendere dal panico: arrivano i primi freddi e bisogna far rientrare le piante che hanno trascorso l’estate all’aperto, aumenta l’umidità in serra oppure gli spazi casalinghi interni sono troppo secchi e non da ultimo le malattie. Sì perché maneggiando da vicino le nostre piante, si ha anche più tempo per guardarle e si scoprono difetti, insetti indesiderati e strane macchie.
Le orchidee delle nostre collezioni Europee, che genericamente sono definite (orchidee esotiche) per distinguerle dalle (spontanee o indigene), devono vivere in condizioni diverse da quelle del loro habitat originario.
La coltivazione in serre riscaldate risolve solamente in parte il problema, poiché consente di intervenire con sufficiente tranquillità (costi a parte) in due dei tre parametri originari e precisamente:
>> temperatura con fonti di riscaldamento o di refrigerazione ( cooling).
>> umidità con impianti di nebulizzazione.
>> la luce, può essere corretta con l’illuminazione supplementare, ma generalmente non si ritiene indispensabile intervenire.
Ritengo importante quest’osservazione per due ordini di motivi:
>> sostanziale differenza dell’acclimatazione luminosa tra le orchidee esotiche coltivate nella fascia sud Europea rispetto a quelle della fascia nord Europea, con le varianti mediane.
>> stress supplementare per le orchidee in arrivo dai paesi d’origine nelle due fascie stagionali critiche: solstizio d’estate (tantissime ore di luce) e solstizio invernale (buio profondo).
Si può ben capire percò, che i periodi migliori per importazioni o per spostamenti tra le due fasce Europee sono sostanzialmente la primavera oppure l’ autunno.
Altro argomento di continuo confronto tra orchidofili con serra è quello della scelta estiva:
>> tutte fuori fino ad Autunno inoltrato.
I sostenitori di “tutte fuori” enfatizzano la loro scelta mentre i collezionisti canonici per i quali la serra non si tocca se non per le piante che richiedono la luce ed il ciclo del freddo (leggi Cymbidium) ritengono che il “tutto fuori” produca un inutile stress alle piante.
Chi ha ragione? Penso che sia difficile stabilirlo con assolutezza perché può essere che un anno piovoso ed umido piuttosto che zone con ambiente favorevole, contribuiscano ad avvalorare la prima scelta ed invece climi secchi e zone dell’Europa meridionale consiglino di non spostare le piante. Il problema a mio avviso rimane senza risposte definitive.
L’unica certezza operativa, rimane quella del trattamento estivo dei Cymbidium che devono essere sistemati in ambienti esterni per tutta la stagione estiva ed autunnale.
I Cymbidium in questo periodo, possono rimanere ancora fuori, per pochi giorni però! La regola per certi aspetti ovvia è quella di portarli dentro prima che arrivi la prima brina, semplice!
Naturalmente questo ragionamento va fatto per le piante già acclimatate con il nostro metodo di coltivazione “casalingo”. Non trovo altri aggettivi per porre una distinzione fra le piante appena acquistate e quelle che sì son gia fatte una stagione con noi.
Perchè? Perchè quelle appena uscite dalle coltivazioni intensive e magari forzate (per far fiorire i Cymbidium in agosto/settembre, sono sottoposti anticipatamente “frigo” a notti fredde) una volta catapultate in ambiente normale, ne passano di cotte e di crude!!
Le nostre piante di Cymbidium, che dovrebbero già aver segnato i getti fiorali, vanno riportate in ambienti interni, luminosi e freschi. La temperatura massima noturna non deve superare i 10/12 gradi, pena la caduta repentina di tutti i boccioli ancora chiusi.
Prima di riportare i Cymbidium all’interno è utile fargli fare una bella mangiatina di 10-30-20, anche 20-20-20 va bene, mescolare anche una dose leggera di fungicida rameico con il secondo eventuale trattamento di insetticida sistemico (Confidor va bene).
Raccomandazione importante, l’unica per la verità: finché i fiori non si saranno aperti, le notti devono essere fresche, massimo 10- 12 gradi. Le piante di Cymbidium in piena fioritura possono essere tranquillamente godute anche a temperature e/o condizioni diverse….anche in casa.
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