Archivio mensile:Gennaio 2010

Orchidee esotiche nei loro habitat?… et voila’!

Questo reportage fotografico ce lo manda Carlo, italiano da anni residente in Thailandia – Kalasin – una località situata a 500 Km a nord est di Bangkok.
Cosa ci faccia Carlo in Thailandia non lo sappiamo, sarà lui a raccontarcelo in commento a questo post. Certo è che Carlo è un bravissimo collezionista di orchidee… ed anche un profondo conoscitore delle specie endemiche nei luoghi dove risiede. Pubblichiamo la sua breve introduzione e poi di seguito un collage di foto a testimonianza della sua interessante escursione.
… divertitevi a scoprire i nomi di qualche specie, magari solo il genere.
“Ciao a tutti, la settimana scorsa siamo andati in escursione nei monti, qui vicino al paese, per andare a vedere l’habitat naturale delle orchidee, due giorni immersi nella foresta tropicale, accompagnati da due abili persone del luogo e frequentatori abituali di quelle montagne, abbiamo pescato del pesce e dei gamberetti in delle pozze erose dall’acqua nella roccia dei monti, abbiamo dormito in un rifugio davvero spartano, ma e’ stata davvero un’esperienza positiva sicuramente da ripetere quando le orchidee saranno in fiore.
foto_carlo
La foresta e’ composta per la maggior parte da alberi a foglia semicaduca, le orchidee si trovano quasi tutte ancorate alla nuda roccia ed in pieno sole, di acqua neanche l’ombra, l’umidita’ nella norma (60 – 65 %), , probabilmente a loro e’ sufficiente l’umidita’ notturna per prosperare.”

un saluto

Carlo & Sam

Dendrobium chrysotoxum

Il fascino delle orchidee dipinge orizzonti infiniti. Spesso ti accompagna in viaggi misteriosi, ti fa conoscere culture e tradizioni esotiche e mitologiche.
Ecco che, non volendosi fermare alla semplice ammirazione, le orchidee ti raccontano, ti trasportano col pensiero e per qualche fortunato, anche realmente, nei luoghi dei loro regni naturali.
dendrobium_chrysotoxum Stai ammirando la foto alla tua sinistra? Bene, chiudi gli occhi e lasciati liberamente trasportare dalla fantasia. Non occorre conoscere molte cose, basta sapere il suo nome e le sue origini geografiche… il viaggio fantastico può cominciare. L’orchidea che ci accompagnerà in un viaggio fantastico nello Yunnan si chiama Dendrobium chrysotoxum

Dendrobium chrysotoxum Lindley 1847 – Lindley descrive questa specie importata per la prima volta in Inghilterra dai signori Henderson, proveniente dall’India. Per la cronaca, nella letteratura si legge anche che Dendrobium chrysotoxum è stato scoperto in Birmania (ora Myanmar) ed importato in Europa (Inghilterra) da Low&Co. nel 1858
Sinonimi:
Callista chrysotoxa (Lindl.) Kuntze 1891- Callista suavissima Kuntze 1891- Dendrobium suavissimum Rchb.f 1874.
Questa bella orchidea è localmente chiamata “Dai Orchid”, perché nei luoghi di origine (la minoranza Dai rappresenta il 34 per cento della popolazione di Xishuangbanna, forma il più grande dei 25 gruppi etnici nella provincia dello Yunnan, quasi la metà delle minoranze etniche della Cina) fiorisce nel periodo in cui si svolge il “Festival degli spruzzi d’acqua”. In tale occasione i fiori di Dendrobium chrysotoxum sono abbondantemente utilizzati per addobbare i capelli delle ragazze in cerca dell’amore e della felicità. Leggeremo più avanti del Festival, intanto dedichiamoci velocemente all’aspetto “parafarmacologico” di questa orchidea.
L’origine etimologica del nome di specie deriva dalle parole greche “chrysos” = oro, “toxom” = arco, per il colore giallo dorato dei fiori e per la forma arcuata degli steli fiorali.
L’habitat di questa orchidea comprende la Birmania, Laos, Thailandia, Cina ed India.
Questa zona asiatica, al solo annuncio evoca avventure ed avventurieri, paesaggi struggenti e popolazioni misteriose, richiama storie di draghi e diavoli in lotta con le genti di quelle terre.
Nella filosofia medica cinese, gli esseri umani sono sostenuti nello stato di “Yang”. Pertanto, per tutta la vita, le forze più sfuggenti di “Yin” vanno cercate e assunte dalle persone. Quindi, le piante “Yin” tonificanti, sono di massima importanza per la MTC (Medicina Tradizionale Cinese) e sono considerati farmaci di lunga vita.
Inoltre, e questo a noi può interessare di più, i fiori di Dendrobium chrysotoxum essicati, sono la base naturale per realizzare un delicatissimo tè dal sapore di miele. Quando si beve questo tè si ottiene immediatamente l’armonioso ripristino della natura “Yin”: provare per credere… e non chiedermi la ricetta 😉
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ZATTERE….. NO PROBLEM!

L’amico Vincenzo Ghirardi di Verona, propone all’attenzione di tutti gli appassionati orchidofili, questa sua interessante e quanto mai originale soluzione di coltivazione.
Ringraziamo Vincenzo e pubblichiamo con interesse le sue soluzioni… potrebbero essere uno spunto per raccogliere anche altre esperienze, che potete inviare (foto e testi) a info at orchids.it.


ZATTERE….. NO PROBLEM!
Tutti noi “orchidomani/fili” sappiamo bene che le zattere sono belle ma, per i più, sono il tallone d’Achille delle nostre coltivazioni in quanto, essendo prive di substrato, tendono ad asciugare in fretta rispetto alle orchidee coltivate in vaso.
Questo, che vi vado ad illustrare, è un’escamotage per mantenere più a lungo un notevole tasso di umidità attorno alle zattere evitando di doverle irrorare più volte al giorno. Considerando che il tempo a disposizione è sempre troppo poco, mi sembra un buon sistema alternativo per ovviare l’inconveniente.
Premetto che non si tratta di farina del mio sacco bensì di una idea captata su qualche sito del web, mi è sembrata valida ed ho provato ad attuarla.

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Ho preso un contenitore in policarbonato, comunque molto trasparente, nella fattispecie una bottiglia grande della Coca Cola e con un cutter ho provveduto a tagliare le tipiche protuberanze di appoggio del fondo per creare delle aperture che servono per consentire una, seppur minima, circolazione d’aria (vedi foto sopra a sinistra). All’altezza del collo, dove termina la conicità ed inizia ad essere cilindro ho sezionato la bottiglia ottenendo due pezzi distinti (vedi foto sopra a destra). Tali però che siano reinseribili, a relativa tenuta, uno nell’altro permettendo di posizionare le zattere delle nostre miniature al suo interno (vedi foto sopra centrale).

foto_vince_4foto_vince_5Volendo si possono praticare dei fori per incrementare la ventilazione e/o inserire più zattere nel medesimo contenitore. Io ho provato e mi sembra che le piantine gradiscano il microclima che si è venuto a creare emettendo un paio di radici belle “cicciotte” (vedi foto ai lati). Occorrerà non esagerare con le irrorazioni in quanto l’evaporazione è abbastanza lenta e il rischio di marciume incombente. Provare per credere.
Cordialmente, sempre.
Vincenzo Ghirardi.

Paphiopedilum Charles Steinmetz

Spesso e sovente quando si acquistano piante, soprattutto se si è agli inizi e si entra da un fioraio, capita di portare a casa piante, in questo caso orchidee, delle quali si conosce praticamente nulla, tanto meno il loro nome.
E’ il caso di questo Paphiopedilum acquistato diversi anni fa, quando ancora la mia passione non era completamente sbocciata e gli acquisti venivano fatti con il concetto del “vediamo se riesco a farla campare”.
Dopo anni di coltivazione infruttuosa visto che a parte qualche bella fogliolina e un paio di nuove vegetazioni la pianta non voleva saperne di fiorire, ecco che finalmente lo scorso anno si è decisa!
La sorpresaa è stata grande quando, una volta visto il fiore, sono partito alla caccia nel web del suo nome ed ho scoperto che non si trattava di un comune ibrido con alle spalle chissa quanti incroci, bensì di un ibrido primario.
Paphiopedilum Charles Steinmetz
Paphiopedilum Charles Steinmetz (lawrenceanum x philippinense(pollini))
Registrato da Sanders nel 1893.
Sarebbe bello integrare queste pochissime informazioni al riguardo con qualche cosa in più quindi…non esitate a dire la vostra!