Archivio mensile:Ottobre 2011

Phalaenopsis braceana minuta e appariscente orchidea

Phalaenopsis braceana
Quando due anni e mezzo fa acquistai una beuta contenente alcune piccole semenzali di questa specie, mai mi sarei aspettato che dopo un frettoloso deflascamento avvenuto, dovuto al fatto che detta fiasca si era sorbita, assieme ad altre, sedici ore di aereo, a nemmeno tre anni da allora avrebbe deciso di mostrare i suoi fiori.
Questa specie di Phalaenopsis, fortemente cercata, trovata e ora in fioritura è, del suo genere, una delle più piccole.
La Phalaenopsis braceana ha un areale di distribuzione che comprende l’est Himalaya, Bhutan, Myanamar, fino al sud della Cina e Vietnam. Trova la sua collocazione ai margini delle foreste ad elevazioni che vanno dai 1100 ai 2100 mslm, in virtù delle quali va coltivata su serra intermedia.
Questa specie deve il suo nome a Brace che la disegnò per primo, ed il cui disegno rimase a lungo l’unica immagine di questa pianta.
La P. braceana annovera alcune particolarità davvero singolari: è anzitutto una specie a foglia caduca (significa cioè che perde le foglie), poi il colore del fiore varia nel tempo…è inizialmente di un color marroncino porpora per poi schiarire virando verso un giallo dorato/verdognolo, le radici infine anziche essere cilindriche come nella maggior parte delle Phalaenopsis, sono appiattite.
La dominante cromatica nei fiori di questa specie è il labello che presenta una colorazione rosa intenso/ciclamino molto appariscente.

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Orchids visto da voi… in un giorno

Richard Clayderman – Love song in winter
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L’analisi di questo programma di statistica ci ha riservato delle belle sorprese: le visite sono aumentte, attestandosi sull ordine delle oltre 700 visite medie giornaliere… una bella soddisfazione, grazie a tutti voi!

Ecco il traffico del 17 Ottobre, con la scaletta dei post cliccati

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Brassocattleya Green Dragoon ‘Lenette’ AM/AOS

Quelle piccole piantine di orchidea, acquistate ancora in beuta…quante notizie sarebbe utile conoscere di loro al momento dell’acquisto!
La prima e la più importante, perché a cascata richiede tante altre informazioni è quella di sapere se è un ibrido o una specie, poi se la riproduzione è meristematica o sessuale.
Avere tutte le notizie è molto importante per saper interpretare il valore di ogni futura fioritura.

Se vi va, facciamo insieme, un piccolo viaggio tassonomico che ci permetterà di conoscere la storia ed il valore dei nomi assegnati a questo stupendo ibrido della foto.

L’avventura si materializza con l’atto sessuale
Questo processo inizia con la collocazione di masse polliniche sulla superficie stigmatica della colonna di un fiore, un atto chiamato impollinazione.
Se compatibili, le masse polliniche iniziano un percorso di assimilazione nella colonna, dallo stigma all’ovaio. Qui la fusione di materiale genetico maschile (polline) e femminile (ovulo) da luogo all’evento chiamato fecondazione, questo evento si verifica alcuni mesi dopo l’impollinazione. Ciascuno degli innumerevoli semi formatisi ha il proprio set di geni particolari. Con la successiva germinazione, crescita e fioritura, questi geni caratterizzano in esclusiva le forme vegetative e floreali di ogni singola pianta.
I coltivatori riconoscono come geneticamente distinte, le diverse orchidee nate da seme, sia in natura o in laboratorio. Le orchidee prodotte sessualmente sono chiamate ‘cultivar’.
Ai cultivar che danno fioriture considerate eccezionali, o a quelli che devono essere propagati in due o più piante, deve essere dato un nome cultivar. Questo viene fatto per dare un’identità certa e registrata a ciascun cultivar, una distinzione indispensabile per il proseguo della scienza tassonomica.
Nella foto possiamo ammirare i fiori di:
Rhyncholaeliocattelya Green Dragoon ‘Lenette’ AM/AOS

In origine sono state prodotte un certo numero di nuove piantine incrociando il cultivar Rhyncholaeliocattleya Harriet Moseley (Rlc. Deesse X Cattleya bicolor) con un cultivar particolare della specie Cattleya bicolor.
Con la fioritura della prima pianta dell’incrocio, il suo coltivatore l’ha registrata alla Royal Horticultural Society di Londra, Inghilterra, con il nome: Rhyncholaeliocattleya Green Dragoon.
Questo nome è stato pubblicato su The Orchid Review del mese di giugno 1978, con progenitori (Rlc. Harriet Moseley X C. bicolor), e coltivatore dichiarante Carter and Holmes Orchids.
Il nome è stato poi ristampato in “New Orchid Hybrids” in the August 1978 BULLETIN
Ora, chi è interessato alla dinamica tassonomica degli ibridi lo può trovare in “1976-1980 Addendum to the Sander’s List of Orchid Hybrids”.
Tutte le piantine derivanti dall’incrocio originale (Rlc. Harriet Moseley X C. bicolor), porteranno il nome: Rhyncholaeliocattleya Green Dragoon (Rlc. Green Dragoon)
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Qualche cultivar di questo incrocio ha dimostrato qualità eccezionali. Uno di questi è stato presentato da Lenette Greenhouses ad un giudizio dell’A.O.S. “Regional Monthly Judging in Atlanta, Georgia 14 Gennaio 1978, la cui descrizione appare nel TRIMESTRALE AWARDS, Volume 10, Numero 4.
Il cultivar presentato in giudizio ha ricevuto il suo Award of Merit, con il nome distintivo ‘Lenette’ che lo identificherà per sempre da tutti gli altri cultivar derivati da quella impollinazione originaria.

Nota: Il cultivar presentato è conosciuto anche con il sinonimo: Brassocattleya Green Dragoon (Bc. Green Dragoon)

Vita del Club: Inaugurazione della serra di Giorgio

Di serra in serra… le orchidee ringraziano

Sabato 15 Ottobre, l’amico Giorgio Facchin di Summaga (Portogruaro) VE, comunica a tutte le amiche gli amici di Orchids Club Italia, l’inaugurazione della sua nuova serra ricavata sopra una terrazza della sua abitazione.

L’amico Giorgio, Architetto, ha materializzato una brillante idea a metà fra loggia, giardino d’inverno e serra in senso stretto della parola che, con l’ausilio di pannelli fotovoltraici rende lo spazio ricavato sostanzialmente autosufficiente nei consumi di energia.
Si ritroveranno a festeggiare l’evento, i soci di Orchids Club Italia, e sarà questa, una piacevole occasione per scambiare impressioni sulle soluzioni adottate da Giorgio, ed anche per brindare con qualche peccato di gola in compagnia.

Orchids Club Italia nei suoi sei anni di vita ha contribuito in modo determinante all’aggregazione di quanti condividono la passione per le orchidee. I fatti e lo scorrere del tempo rendono utile una serena valutazione sul nostro futuro. Le recenti modifiche al regolamento dell’Associazione Italiana di Orchidologia, consentono la creazione di gruppi locali ad essa affiliati, l’incontro in programma potrà anche essere l’occasione per valutare questa opportunità.

NOTA: gli inviti a presenziare l’inaugurazione sono già stati recapiti via e-mail “ad personam” ai soci del Club, se, a causa di disguidi telematici o di involontarie dimenticanze qualche socio non avesse ancora avuto comunicazione, invii l’adesione a info@orchids.it

Liparis condylobulbon

Il genere: Liparis – origine del nome dalla parola greca Liparos, che significa grasso o unto riferendosi alla lucentezza liscio lucido sulle foglie grasse.
La prima descrizione del genere è stata pubblicata in De Orchideis Europaeis Annotationes: 21, 30, 38. Agosto-Settembre 1817
Specie tipo: L. loeselii (L.) Rich.

Distribuzione: in tutto il mondo, zone tropicali e temperate, dal livello del mare al di sopra dei 1000 metri a seconda della specie. Le concentrazioni maggiori nelle regioni tropicali dell’Asia e dell’Oceania. In questa grande area ci sono tre gruppi, liofite, epifite, e terrestri.
Il genere conta un gran numero di specie – 200-300 a seconda della fonte – e contiene sia epifite ai tropici come terrestri nelle regioni temperate.
Risulta strano che questo vecchio e variegato genere non sia ancora stato oggetto di dispute tassonomiche.

La specie:
Liparis condylobulbon Rchb. f., Hamb. Gartenz. 18: 34. 1862; T. P. Lin, Native Orch. Taiwan 2: 217(f.) 1976.
Sezione: Cestichis
Sinonimi:
Liparis confusa J. J. Sm.
Liparis dolichopoda Hayata

Il nome di specie fa riferimento alla forma dei suoi pseudobulbi, somiglianti a dei fiaschi

Nome popolare: orchidea sfinge, in Cina è conosciuto come ‘Xi Jing Yang Er Suan’
Ampiamente distribuito nelle Filippine, Tailandia, Sumatra, Giava, Sulawesi, Papua Nuova Guinea e le isole del Pacifico. Taiwan, soprattutto ad est a quote basse (100-500 metri).

Piante epifite con rizomi distinti. Rizoma rigido, ca. 3 mm di diametro., con pseudobulbi ogni 2-4 cm di distanza. Steli carnosi di colore giallastro verde.
Pseudobulbi lunghi cilindrici, 6-12 cm di lunghezza, 5-8 mm di diametro, ristretti all’apice, dilatati alla base. Piante bifoliate, all’apice del fusto, oblanceolate lineari, 10-15 cm di lunghezza, 1-1,5 cm di larghezza, apice acuto e cuneato. Racemi terminali; peduncolo e rachide ca. 10-20 cm di lunghezza, quasi terete, brattee lanceolate, 3-5 mm di lunghezza; pedicello dell’ovaio 8 millimetri di lunghezza.
Fiori numerosi, densi, verde pallido o quasi bianco, con sepali e petali fortemente riflessi; sepali oblunghi, 3,5 mm di lunghezza, 1 mm di larghezza, ottusi all’apice.
Petali lineari, 3,5 mm di lunghezza, 0,5 mm di larghezza; labello 3-4 mm di lunghezza, 2-2,5 mm di larghezza, base eretta, incurvata, ricurvo verso il basso dalla metà, margine apicale minuziosamente ciliato; disco fatto con 2 calli alla base; colonna verde, 2 mm di lunghezza, più o meno arcuata, apice poco appariscente alato, dilatato alla base; antera verde, margine bianco alla base; masse polliniche ovoidali allungate, ca. 0,5 millimetri di lunghezza.

Coltivazione: temperature da serra calda/intermedia, buona umidità costante, ambiente ventilato, sistemazione in piccoli vasi con substrato drenante (bark, sfagno), ferilizzazioni nella norma. Pianta di facile coltivazione anche in casa.