Archivio mensile:Settembre 2012

Grammangis ellisii

Il reverendo William Ellis non si sarebbe di certo immaginato il successo che avrebbero ottenuto i suoi libri, scritti al suo ritorno dal Madagascar nel 1860. Aveva tribolato moltissimo per farsi accreditare in quei posti di influenza francese, ma alla fine ci riuscì.
I racconti della sua esperienza di missionario in quei paesi esotici diventarono presto dei best-seller per l’ambiente vittoriano desideroso di letture avventurose.
William Ellis aveva anche la passione per la botanica, una delle sue più belle scoperte è stata Grammangis ellisii, una specie epifita del Madagascar simile al (Grammatophyllum), ‘orchidea tigre’ originaria del Sud-est asiatico.

Ecco il testo della lettera con la quale il Rev. William Ellis comunica la scoperta di questa nuova specie al Dr. Lindley:
The Rev. William Ellis, in a letter addressed to Dr. Lindley, from Hoddesdon, dated August 23rd, 1859, writes:-” Among the plants which I brought from Madagascar was a large-bulbed plant, something like Anguloa Clowesiana, only the bulbs are square instead of being round. I found it growing on a branch of a tree about the size of a man’s leg, and stretching over a river at about twenty-five feet above the water. The roots were abundant, but short, white, fleshy, and matted together, a little larger than the roots of Anselia Africana. The bulbs were seven or eight inches long, and one and a quarter inch square, but last year it made a bulb eleven inches long and nearly two inches wide on each of the four sides. The leaves are one and a half to two feet long, about the size, but not so curved as those of Angracum sesquipedale, and less fleshy than the A. eburneum, but, like all the Angraecums, growing on opposite sides of the crown of the bulb: each bulb has five or six leaves. The flower-spike, as in the case of the Anguloa, comes up with the young growth, and this year two young bulbs were accompanied by a flower-spike; each one damped off, but the other reached about two feet in length, and at the end furthest from the bulb bore between thirty and forty flowers. The flowers began to open three weeks ago, and as they opened slowly, I thought it would last longer, but on my return on Saturday from the country I found the flowers fading rapidly. I have therefore cut the
MAY 1ST, 1860.

Grammangis ellisii (Lindl.) Rchb.f., Hamburger Garten- Blumenzeitung 16: 520 (1860).

Basionimo:
Grammatophyllum ellisii Lindl., Bot. Mag. 86: t. 5179 (1860).

Sinonimi:
Gabertia ellisii (Lindl.) Gaudich., Orchid.-Buch: 266 (1892).
Grammangis fallax Schltr., Orchis 9: 120 (1915).

Questa specie gratifica il suo coltivatore con splendide fioriture, ma gli chiede qualche attenzione durante la stagione fredda. Grammangis ellisii gradisce temperature minime mai inferiori a 20° e non sempre queste condizioni sono possibili nelle nostre serre amatoriali europee. Fortunatamente la nostra bella specie malgascia si accontenta anche di 15-16 gradi minimi notturni, con queste temperature bisogna stare molto attenti ai ristagni d’acqua sulle giovani vegetazioni.

Tribù: Cymbidieae
Sottotribù: Cyrtopodiinae

Specie: Grammangis ellisii (Lindl.) Rchb.f., (1860)
Basionimo: Grammangis ellisii (Lindl.) Rchb.f., (1860)
Sinonimi:
Grammangis ellisii var. dayanum Rchb.f., (1880)
Gabertia ellisii Gaudich, (1892)
Grammangis fallax Schltr, (1915)

Distribuzione: Madagascar

Pianta epifita a sviluppo simpodiale, vive nelle foreste costiere tropicali umide, sistemata sugli alberi posti lungo i bordi dei fiumi.
E’ facile trovare piante di Grammangis ellisii sui rami di Raphia farinifera sospesi sopra i corsi d’acqua ad altitudini che vanno dal livello del mare fino a oltre 1000 metri.
In Europa fiorisce in tarda primavera/estate, nei luoghi d’origine da novembre a gennaio.
La dimensione abbastanza sostenuta della Grammangis ellisii, consiglia la sua coltivazione in vaso; è possibile anche coltivarla su zattera. I rinvasi vanno fatti solamente in casi di neccessità (dimensione del vaso, decomposizione del substrato, presenza di muffe ed altri agenti), Grammangis ellisii non desidera essere disturbata spesso.
Finita la fioritura e la successiva maturazione degli pseudobulbi giovani la pianta va in riposo, fase che coincide con la nostra stagione fredda: in questo periodo la pianta va seguita con attenzione per evitare marciumi o attacchi fungini, che su questa orchidea sono difficili da fermare.

Su Botanicus Digital Library ho trovato la descrizione originale in latino di questa specie
TAB. 5179.
Grammatophyllum ellisii.

Nat. Ord. ORCHIDACEAE – GYNANDRIA MONANDRIA.
Gen. Char. (Fide supra, TAB. 5157.)
Grammatophyllum ellisii; pseudobulbis angulatis clavato-fusiformibus polyphyllis, foliis lato-loratis recurvis basi canaliculatis, raceno multifloro recurvo, sepalis patentibus acutis lateralibus gibbosis, petalis duplo brevioribus oblongis obtusis erectis apice revolutis, labello petalis aquali mobili basi sacculato trilobo jugo medio elevato ultra isthmum 3-lamellato lineisque 3 elevatis arcuatis utrinque, lobo medio ovato acuto lateralibus brevibus subfalcatis, anthera tuberculo pedicellato cristata. Lindl.
Grammatophyllum ellisii. Lindl. MS.
Nota: le foto, esclusa la stampa storica, sono state scattatae nella collezione di Guido De Vidi

Cynorkis fastigiata

Orchidea bambina.

Oggi presento una strana orchidea, lei nasce da sola, cresce, fiorisce e poi torna a dormire nel substrato dove è nata, e così il ciclo si ripete anno su anno: Cynorkis fastigiata Thouars 1822 . E’ un mistero, come riesca a colonizzare e nascere nei vasi di altre orchidee, probabilmente i suoi piccolissimi semi (è autofecondante) sono trasportati da qualche insetto o dal movimento dell’aria nell’ambiente. Noi due siamo diventati amici, quest’anno l’ho scoperta fiorita nel vaso di un Phragmipedium, vi garantisco che per un orchidofilo, questa è una bella emozione.


Cynorkis fastigiata Thouars 1822 – SEZIONE: Cynorkis

Orchidea endemica nelle Seychelles, nel Madagascar, isole Comore e Mascarene. Il suo areale trova sviluppo ai bordi delle foreste fluviali e sempreverdi, alla base degli alberi, tra le rocce e nelle praterie.
Pianta di piccole dimensioni da clima intermedio a sviluppo misto, epifita o occasionalmente terrestre, ad altitudini che vanno da 100 a 2000 metri. Produce ceppi di foglie lanceolate, fiorisce in primavera e in autunno su esili steli all’apice dei quali si aprono in successione gruppi di fiori delicati.

Il genere Cynorkis
Cynorkis Thouars, 1809, conta oltre 150 specie, diffuse in Africa.
Raggruppa specie sia terrestri che epifite, dotate di infiorescenze racemose i cui fiori sono spesso ricoperti da una fitta peluria, con petali e sepali a volte parzialmente fusi a formare un cappuccio e labello dotato di un piccolo sperone.
Alcune specie, fra le quali anche Cynorkis fastigiata (vedi foto sopra) sono autofecondanti e di facile germinazione.

Acianthera saundersiana

Acianthera saundersiana (Rchb.f.) Pridgeon & M.W.Chase: PRIDGEON, Alec M.; CHASE, M.W.: A phylogenetic reclassification of Pleurothallidinae (2001)

Basionimo:
Pleurothallis saundersiana Rchb.fil: REICHENBACH, Heinrich Gustav fil.: New Plants: Pleurothallis saundersiana Rchb.fil (1866)

Sinonimi:
Specklinia saundersiana (Rchb.f.) F.Barros, Hoehnea 10: 110 (1983 publ. 1984).
Nome di specie dedicato in onore di William Saunders (1836-1914).
William Saunders, appassionato di piante è nato in Inghilterra e si è trasferito in Canada nel 1848. In qualità di farmacista, naturalista e agricoltore, i suoi interessi lo hanno portato a proseguire gli studi scientifici al fine di migliorare il momdo vegetale.
Pianta epifita di piccole dimensioni a sviluppo strisciante. E’ endemica in Colombia, Bolivia, Perù e Brasile sudorientale. Vive a varie altitudini, dal livello del mare fino a 2000 m attaccandosi ai rami di piccoli alberi, con le radici che si formano lungo un rizoma orizzontale dal quale spuntano piccoli steli avvolti da un paio di guaine tubolari e dotati di un unica foglia verde, alla cui base, in autunno si formano singoli fiori (5x7mm), tutti rivolti in un unica direzione.
Per ottenere una buona coltivazione conviene sistemare la pianta su spezzoni di rami di legno rigido: umidità costante temperature da serra intermedia e luce leggermente filtrata.

Masdevallia impostor e Masdevallia stenorhynchus

Alaticaulia impostor (Luer & R.Escobar) Luer, Icon. Pleurothallid. 28: 5 (2006).
Basionimo: Masdevallia impostor Luer & R.Escobar, Orquideologia 13: 166 (1979).
Il genere Masdevallia ha subito in vari periodi, nuove sistemazioni tassonomiche, l’ultima è opera di Luer che in buona sostanza eleva a generi molti sottogeneri: Acinopetala, Alaticaulia, Buccella, Byrcella, Fissia, Luzana, Megema, Petalodon, Pteroon, Regalia, Reichantha, Spectaculum, Spilotantha, Streptoura, Triotosiphon e Zahleria, allo stato attuale, metà specie del genere Masdevallia
Ad ogni buon conto il collezionista si trova in difficoltà, non solo per i continui rimescolamenti di genere, ma anche per l’identificazione delle varie specie.

Masdevallia stenorhynchus Kraenzl. 1922.
Capita spesso, ad esempio, di confondere Masdevallia impostor con Masdevallia stenorhynchus – vedi foto.

Masdevallia impostor, ora riclassificata da Luer come Alaticaulia, viene dal Venezuela, dalla Colombia e dall’Ecuador. Il nome di specie, impostor, che significa “ingannatore”, dà già il senso della difficoltà di identificazione. La differenza dei fiori fra le due specie è effettivamente minima, l’elemento che consente la discriminazione con una certa sicurezza è la diversa struttura morfologica; foglie più corte ed esili di Masdevallia stenorhynchus

Polystachya maculata

Il fascino discreto delle orchidee generose
Il panorama orchidofilo presenta diverse varietà di orchidee cosiddette “generose”. Generose per abbondanti fioriture o per la bellezza dei loro fiori, Polystachya maculata vi sorprenderà perchè sarà sempre fiorita.
Non ci credete? E’ proprio così. Vegeta velocemente e quando gli pseudobulbi giovani mostrano le nuove infiorescenze, quelle dei vecchi mantengono ancora qualche fiore perfetto.
Oltre alla longevità dei suoi fiori Polystachya maculata è anche una specie molto facile da coltivare.


Polystachya maculata P.J.Cribb, Orchidee (Hamburg) 35: 233 (1984).
SEZIONE Cultriformis [Thouars] Sprengel

Come già scritto nel capoverso introduttivo, i suoi fiori sono di lunga durata, spuntano in progressione e spesso anche più volte all’anno, creando l’effetto della fioritura persistente sia sulle infiorescenze giovani che su quelle vecchie, da cui l’origine del nome di genere “Polystachya”
per l’appunto.
E’ un’orchidea epifita africana endemica nel Burundi. La pianta è di dimensione medio piccola ed i fiori seppur piccoli (1 cm) sono abbastanza vistosi, sia per il colore chiaro del labello, per il giallo verde e le maculature dei petali e dei sepali, da cui deriva il nome di specie “maculata”.

Coltivazione
Polystachya maculata vive bene a temperature intermedie (tra 18 2e 22°C e quindi in sintonia anche con le condizioni casalinghe), luce filtrata, buona umidità e circolazione d’aria. Tenere la pianta abbondantemente annaffiata durante la crescita degli pseudobulbi e rallentare le bagnature quando questi sono maturi: fertilizzazioni regolari ogni una o due settimane con concime equilibrato.

Il genere
Il genere Polystachya è stato stabilito da Hooker 1824 SOTTOFAMIGLIA Epidendrodeae, TRIBU’ Epidendreae, SOTTOTRIBU’ Adrorhizinae.
Specie tipo: Polystachya luteola Hooker nome illegale 1824 = Epidendrum minutum Aubl. 1775 = Polystachya minuta [Aubl.]Hooker 1845 = Polystachya concreta [Jacq.] Garay & Sweet 1974
Questo genere è endemico a partire dall’Africa tropicale, Caraibi, Florida, Messico, Brasile e verso l’est attraverso il Pacifico, fino all’Asia Sud-Orientale e l’Indonesia.

Il genere Polystachya è costituito da piante abbastanza rustiche, ma è molto difficile generalizzare sulle loro esigenze colturali poiché i loro aerali sono caratterizzati da ambienti assai diversificati (foresta densa, montagna, pianura) e distribuiti su vari continenti. Su un totale di 450 specie riconducibili al genere Polystachya, 250 sono endemiche nel continente africano, alcune poco conosciute e poco studiate, la cui classificazione richiederebbe una revisione.