Archivio mensile:Marzo 2018

Dendrobium polysema

Foto in evidenza: Dendrobium polysema ‘rio Parnasso’

Dendrobium polysema Schltr., in K.Schum. & Lauterb., Nachtr. Fl. Deutsch. Schutzgeb. Südsee (1905) 163; Repert. Spec. Nov. Regni Veg. Beih. 21 (1923) t. 167, fig. 628.
Sezione:
Latouria
Sinonimi:
Dendrobium macrophyllum A.Rich. var. stenopterum Rchb.f., Gard. Chron. (1888, I) 393.
Dendrobium stenopterum (Rchb.f.) Chadim, Orchadian 4: 28(1972).
Dendrobium pulchrum Schltr., Repert. Spec. Nov. Regni Veg. Beih. 1 (1912) 496; 21 (1923) t. 169, fig. 629.
Dendrobium polysema Schltr. var. pallidum Chadim, Austral. Orchid Rev. 29 (1964) 32.
Sayeria polysema (Schltr.) Rauschert, Feddes Repert. 94 (1983) 468.
Questa specie è affine a Dendrobium macrophyllum A.Rich. ma si distingue chiaramente dai suoi pseudobulbi a due foglie, dalle foglie ellittiche più larghe, dai lobi laterali affusolati. La dimensione del fiore è variabile, le forme più grandi corrispondono al Dendrobium pulchrum.
Fiori:
Sepali gialli o verdastri, macchiati bordeaux; petali colori crema, maculato marrone; labello giallo, marrone rossiccio maculato sul midlobo e marrone rossiccio a strisce sui lobi laterali; callo bianco cremoso.
Habitat:
Epifita su tronchi d’albero e su rami spessi nelle foreste di montagna ad altitudini da 1200 a 1900 m.
Distribuzione:
Papuasia, Nuova Guinea, Isole Salomon, Vanuatu.
In natura fiorisce da Gennaio, a maggio, giugno, fino ad agosto.
In coltivazione fiorisce a fine inverno formando vistose infiorescenze a lento sviluppo. Dalla formazione dei fiori alla loro maturazione possono trascorrere anche due mesi.

Riflessioni: Facebook, la democrazia piegata

E’ di queste ore la notizia di pesanti manipolazioni dei nostri profili su Fb.
Utilizzati i dati di 50 milioni di utenti per influenzare le elezioni nel mondo” (Il Giornale), “Profili violati. Facebook crolla” (Corriere della Sera), “Londra: manipolato il referendum sulla Brexit, basta con il Far West” (La Stampa): sono alcuni dei titoli sulle prime pagine dei quotidiani. La notizia è di quelle che interrogano le istituzioni e i cittadini con una domanda semplice e inquietante: la realtà digitale può condizionare le democrazie del mondo e falsare i dati elettorali?

Per ora si parla di Brexit nel Regno Unito e delle presidenziali americane, ma Cambridge Analytica ha già ammesso di aver lavorato per un partito italiano. Sarà interessante scoprire quale.
I risultati delle recenti elezioni politiche in Italia, alla luce di quel che si legge, assumono significati in certo qual modo preoccupanti, soprattutto se proiettate su scala mondiale.

Cosa è successo: Facebook, l’azienda di Zuckerberg è accusata di aver permesso a soggetti non autorizzati di appropriarsi dei dati di 270 mila persone. Questo ha consentito, a chi ne è venuto in possesso, di studiare le loro relazioni, le rubriche telefoniche e i loro contatti, gli amici, in tal modo si sono potuti raggiungere circa 50 milioni di utenti, nel caso degli Stati Uniti. L’utente dei social è stato “foraggiato” da informazioni pilota (a volte anche false), per vedere come reagisce emotivamente in modo da potergli sussurrare nell’orecchio ciò che vuole sentirsi dire. Il messaggio sarà modulato solo per lui, e diverso per il suo vicino di casa: in pratica, la fine letterale della politica intesa come discussione, dal modello greco “polis”.

La mia angoscia deriva dalla convinzione che la fantapolitica di George Orwell (1984), quando immaginava un futuro governato da un partito unico, che teneva sotto controllo le vite di tutti i cittadini, con a capo un misterioso personaggio dittatore, il Grande Fratello, si stia materializzando e prenda forma e volto: questi dà a ciascuno l’illusione di essere liberi. Liberi di fare cosa? Di scrivere le nostre cavolate («A cosa stai pensando?» ti chiede ogni giorno la status bar), di mettere like e ricevere like, apparentemente a nessun prezzo, perché Facebook è gratis. Non è gratis Facebook, siamo noi a venderci gratis”.
Sto seriamente riflettendo di uscire dai social, e di tornare a scrivere esclusivamente sul mio blog, se e quando ne avrò voglia.

Opinioni: se vuoi un futuro, immaginalo ora.

…”E se domani, e sottolineo se”…
Se domani, nell’arcipelago orchidofilo italiano, ci fosse qualcuno che avesse l’irrefrenabile desiderio di spezzare una lancia in favore della sua rigenerazione e della sua crescita culturale, potrebbe…
Sì certo, potrebbe. Inanzitutto potrebbe incazzarsi per quello che sta succedendo nell’orchidologia italiana, quella che si trincera nei perimetri stretti e faziosamente di parte, dei gruppi orchidofili locali.

A scanso di equivoci esprimo subito con chiarezza la mia opinione, quella di uno che non ha nessuna tessera in tasca. A mio avviso sono da intendesi gruppi, chiamale se vuoi – associazioni locali, – tutte le forme organizzate che operano in ambiti parcellizati rispetto il livello nazionale.
Tali raggruppamenti possono avere nomi altisonanti, magari fuorvianti e a volte con volontà divisive, se non sono radicati in gran parte del territorio italiano non possono in nessun modo millantare rappresentanze che non hanno.

Ad oggi in Italia c’è solamente un’Associazione che, per storia, vocazione e rappresentatività, può aspirare ad una rappresentanza nazionale: Associazione Italiana di Orchidologia. Purtroppo, per suoi limiti e per le continue scorribande di gruppi locali, rivolte ad improbabili sue “scalate”, l’A.I.O. non riesce ad assumere la dimensione di leader effettivo.
Questo lo scrivo io che, nell’AIO non milito, che a più riprese l’ho criticata pesantemente, ma che ho anche aiutato a crescere.

La fotografia attuale è quella di un’Associazione nazionale a “sovranità limitata”, in balia degli umori e degli “ormoni” di qualche “ras” di borgata, a volte coniugato al femminile.

In contraltare troviamo quella strana cosa con velleità rappresentative nazionali, che si fa chiamare Federazione, ma senza federati, confinata nella landa desolata di un’azienda agricola privata, con l’unica ragione sociale di essere contro, di copiare a prescindere e di compiacere al padrone che da ospitalità al servitor servente.

Questo è il quadro che porta l’Italia orchidofila all’imminente EOC di Parigi: l’AIO con la sua storia istituzionale che va da sola e i cosiddetti “federativi” a scalciare e rivendicare un loro spazio, in separata sede, però.

…”E se domani, e sottolineo se”… qualcuno avesse la voglia, dovrebbe cominciare da qua.

ORCHIDEE: Internet affossa il cartaceo non di qualità

Internet, Google, Social e fruibilità immediata di documentazione specializzata, rendono pleonastiche le “rivistucole” cartacee messe alla stampa e inviate “gratis” agli adepti di riferimento di varie aggregazioni orchidofile italiane.
Improbabili resoconti di viggi strampalati, foto di eventi rionali, recapitati mesi se non l’anno dopo, pagine di vana gloria di questo o quel dirigente, non hanno senso, se non quello di voler ostentare importanza (come il gallo nel pollaio che fa la rosta per dire alle galline che è lui il capo), e caparbietà inutile.

Sia chiaro, il mio non è un “de profundis” al cartaceo, sia esso in forma di rivista informativa, oppure libraria. Ci mancherebbe! Il libro stampato rimane sempre il riferimento d’obbligo per chi vuol cercare un’informazione, testata e sicura, ma proprio per questo, oggi, vale la pena di selezionare e nel contempo dar spessore scientifico e culturale a quel che si manda in stampa.

Il vecchio e caro bollettino di informazione, magari ciclostilato e rigorosamente in bianco e nero, e poi le riviste patinate, hanno assolto brillantemente il loro compito in un mondo informativo, allora assai limitato.

Fino ad una ventina di anni fa era difficile uscire dal perimetro delle varie Associazioni orchidofile locali e questi strumenti artigianali assumevano anche il ruolo di guida all’acquisto di qualche libro indispensabile alla documentazione scientifica per approfondire la conoscenza del magico mondo delle orchidee.

Cosa rimane ora di quel mondo – nulla o quasi – oggi per le informazioni di uso immediato, anche correlate di foto di alta qualità, si viaggia su WhatsApp, Su Fb ed altro, per le informazioni botaniche e scientifiche si può accedere ad una biblioteca globale on line di inimaginabile fruizione fino a qualche tempo fa, ed allora?

Nella foto a sinistra: rivista americana ORCHID DIGEST

Mi limito al panorama orchidofilo italiano, frantumato in mille rivoli, piccoli ed insignificanti “checché se ne dica”, mi si perdoni questa odiosa locuzione, per dire che tutti devono capire l’importanza di aggregazioni anche nel versante della produzione letteraria cartacea, rivolta all’orchidologia. Solamente così facendo, in futuro potranno uscire lavori di qualità.

Fanno solamente tenerezza e qualche volta compassione quelle rare e datate pubblicazioni recapitate con foto “in grando”, di dirigenti, di eventi sponsorizzati e di pranzi sociali dal sapore retrò.

I separati in casa che fanno finta di non vedersi, che enfatizzano le stesse notizie, che vanno a “deporre le uova” nello stesso pollaio, ma rigorosamente per conto proprio, non spezzano alcuna lancia in favore della nostra comune passione e al bisogno di conoscenza a prescindere dall’appartenenza ai bianchi o ai rossi, o a nessuna fazione.
Così si fa in altri paesi.

Pordenoneorchidea 2018, il rientro

Un grazie particolare a Pordenone Fiere per la fiducia, al suo Presidente Renato Pujatti, a Francesco Terrin, a Ilenia Pillin, a Simona Maldarelli e a tutto lo staff operativo della fiera.
Il simbolo scenogarfico della 19a edizione di Pordenoneorchidea, rientra in vicolo Parnasso, la side car che aveva trasportato le orchidee, torna a casa: missione compiuta.

Il tempo inclemente fino all’ultimo ha infierito su questa edizione, ciò nonostante il bilancio è da considerarsi positivo.
Conferenze, conversazioni e dimostrazioni hanno arricchito di contenuti l’evento: grazie a tutti gli oratori docenti.
Son passati a trovarci molte amiche ed amici, vecchi e nuovi.
L’organizzazione curata da Orchids Club Italia ha dedicato la mostra e nello specifico ha premiato il bellissimo esemplare di Angraecum sesquipedale (coltivatore Tiziano Caronello di Treviso), con l’Oscar in onore del nostro caro amico Maddalena Giovan Battista (TITE), che ci ha lasciati negli ultimi giorni del 2017.

Clima gogliardico anche quest’anno, grazie alla collaborazione della cantina di Rauscedo e all’instancabile contaminazione dei miei angeli custodi, il “buen retiro” magistralmente ed amorevolmente gestito da Rosetta, Mirella e Renato, ha continuato ad essere l’approdo culinario dell’orchidofilia… e non solo, internazionali.
Calato il sipario, è già ora di pensare oltre, tante idee sono in itinere, ad esempio sta prendendo consistenza la festa del solstizio estivo con l’evento in vicolo Parnasso: “LA NOTTE DELLE FALENE”.

Farfalle, orchidee, musica e teatro sotto le stelle in una notte di fine giugno.

A tempo debito seguiranno ulteriori dettagli e notizie.