Cattleya walkeriana ‘Jungle Queen’… forse!


Cattleya walkeriana ‘jungle queen’

Cattleya walkeriana è stata scoperta da George Gardner nel 1839 o 1840, nello stato di Bahia, Brasile. Gardner trovò la prima pianta su un piccolo lembo di un albero che sovrastava un affluente del Rio San Francisco. Il suo  scopritore, descrivendola, la nomina in onore del suo assistente e compagno di viaggio, Edward Walker.

Questa specie occupa una delle più ampie zone di endemicità fra le tante Cattleya brasiliane. Si trova negli stati di Bahia, Minas Gerais, San Paolo e Goias, dal livello del mare a circa 2000 m. di di altitudine. Orchidea epifita, può essere trovata su piccole siepi vicino ai corsi d’acqua oppure come xerofita,  (adattata a vivere in ambienti caratterizzati da lunghi periodi di siccità o da clima arido o desertico), su prospicenze di granito. Dal momento C. walkeriana in natura vive in un vasto areale, è una specie molto adattabile, e trasmette questa sua peculiarità anche alla sua progenie nelle  coltivazioni.

Particolare dello stelo fiorale.

La foto sopra, evidenzia la peculiarità di questa specie, che a volte forma lo stelo fiorale direttamente dallo rizoma basale. Osservando le caratteristiche di crescita della Cattleya valkeriana in situ, si evince che per ottenere buoni successi di coltivazione, il substrato deve garantire un  un buon drenaggio. Inoltre, visto che le piante crescono in una vasta gamma di temperature e di luce, la chiave per  una buona loro coltivazione sembra essere quella di farle asciugare rapidamente tra un’annaffiatura e l’altra.

La maggior parte delle varietà di C. walkeriana non sono esigenti, con l’eccezione delle specie che provengono dalle altitudini più elevate, decisamente più complicate. Le forme scure che vivono ad altitudini elevate come C. walkeriana ‘Jungle Queen,’ tendono ad essere difficili da fiorire: si consiglia di coltivare questa varietà su zattera esposta a buona luce e temperature fresche. Solamente se coltivate in queste condizioni, ‘Jungle Queen’ fiorisce abbonadntemente ogni anno.

Considerazioni a margine


Le coppie critiche
Alcune specie del genere Cattleya, a causa delle loro caratteristiche morfologiche similari, possono essere considerate sorelle e costituiscono le così dette “coppie” critiche: Cattleya walkeriana e Cattleya nobilior rientrano nel caso sopra citato; sono due specie molto simili (in altro post del blog sono state evidenziate le loro diversità), ed in certi casi si sviluppano anche negli stessi habitat, questa peculiarità vegetativa facilita varie forme di ibridazione.

Differenze fra C. walkeriana e C. nobilior
Cattleya nobilior produce 2- 4 fiori per infiorescenza, di solito un pò più grandi di quelli della C. walkeriana. Inoltre, la stagione della fioritura delle due specie è quasi all’opposto temporale: in autunno la C. nobilior ed in primavera la C. walkeriana.

Cattleya nobilior
Pseudobulbi esclusivamente con due foglie. Fiori color rosa magenta, a seconda della popolazione, con una vasta zona biancastra a giallastra, che copre la maggior parte del labello, generalmente più scuro dei petali e dei sepali, con venature colore marrone che si diffondono nella maggior parte della sua parte frontale.
I lobi laterali del labello sono ben sviluppati e coprono abbondantemente la colonna.
Colonna frontale posta a 90 gradi rispetto ai petali ed ai sepali.

Cattleya walkeriana
Pseudobulbi tipicamente con una foglia, raramente con due. Fiori colore magenta con sepali, petali e labello dello stesso colore, ma a volte più scuro e di solito con solo un piccolo bottoncino centrale, bianco o giallastro, posto dove la colonna tocca il labello: è raro notare delle venature scure sul labello.
I lobi laterali del labello sono molto piccoli e coprono solo in parte la base della colonna
Colonna frontale rivolta verso il basso rispetto ai petali ed ai sepali.
Evidenziate queste diversità dovrebbe essere facile individuare le due specie. Purtroppo non è così perché Cattleya walkeriana e Cattleya nobilior, sono state oggetto di innumerevoli impollinazioni con la conseguente immissione nel mercato orchidofilo di molti “seedling”, di difficile interpretazione. Questo è uno dei lati negativi della propagazione artificiale.


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