Foto a sinistra: Laelia anceps ‘vestalis’ f. trilabello – collezione rio Parnasso. Una forma originale, un diffetto che la rende preziosa.
A suo tempo, una lettrice del blog, trovò buona documentazione a riguardo di questa specie. Sicuramente siamo in presenza di un clone molto prezioso.
Ecco i link:
Notizia della nuova varietà di Laelia anceps apparsa a pag. 136 – The Gardeners’ Chronicle, 31 Gennaio 1880.
Laelia anceps var. vestalis Rchb. f.
Laelia anceps var. vestalis foto.
Storia:
L’orchidea in questione proviene dalla ex collezione A&F di Padenghe, cartellinata come Laelia anceps forma alba, gli anni son trascorsi, l’azienda in questione non c’è più; quell’orchidea fiorisce da qualche anno e ad ogni fioritura, come si può notare, la forma e il colore dei suoi fiori pongono molti punti interrogativi sulla sua esatta classificazione.
La serietà dell’azienda A&F (Alessanrdini e Franguelli) è fuori discussione, ma entrambi i suoi fondatori non ci sono più e quel che rimaneva della loro azienda è stato prelevato da un vivaio francese. Per cercare il bandolo della matassa proveremo a metterla un po’ più sullo scientifico.
La domanda alla quale cercheremo di dare una risposta è la seguente:
Siamo sicuri del genere? Laelia, Cattleya o ibrido?
Su questo versante la risposta è inequivocabile: trattasi di Laelia e la prova scientifica sta tutta nel numero delle masse polliniche dei suoi fiori: nel genere Laelia sono 8 a gruppi di 2, e la foto sopra conferma il genere. Nell’ipotesi di ibridazioni, queste possono essere state fatte esclusivamente all’interno del genere Laelia.
Dimensioni del fiore:
Capsula seminale (antera) – 7 cm.
Fiore – 11 cm.
Sepali bianchi – 1,5 x 6 cm.
Petali bianchi con punte leggermente spruzzate di colore rosa pallido – 3 x 5,5 cm.
Labello trilobato aperto con una vistosa carenatura centrale posta orizzontalmente, bianco con leggere sfumature laterali color rosa – 4 x 5 cm.
Colonna con striature scure orizzontali – 0,7 x 2 cm.
Morfologia della pianta
Pseudobulbi oblunghi, turgidi, bifoliati a volte unifoliati – 10-15cm.
Foglie apicali carnose lanceolate, oblunghe – 15-20 cm.
La foto a sinistra evidenzia che la pianta ancora giovane produce pseudobulbi unifoliati, che tendono a diventare bifogliati con la maturità.
Questa caratteristica, posto che Laelia anceps produce raramente pseudobulbi bifoliati (verificate anche voi questa peculiarità morfologica), induce a pensare ad una possibile ibridazione con un’altra specie bifioliata.
Vista d’insieme della pianta
Lo stelo fiorale, molto strutturato e rigido non supera i 70 cm. di lunghezza.
Le infiorescenze sono a gruppi di 2 – 5 fiori avvolti da membrane appiccicose che racchiudono i fiori in bocciolo.
A conclusione di questa discussione, emerge con chiara evidenza la strana forma del labello che assomiglia ad un petalo allargato, tanto da poter considerare il fiore a forma (tripetala): la funzione naturale del labello è quella di indirizzare l’insetto pronubo verso il nettario, quasi obbligandolo ad introdursi in un percorso stretto, e non è certo il nostro caso. Le incertezze rimangono, la bella Laelia continua a fiorire indisturbata e puntuale a fine dicembre inizio gennaio di ogni anno, e noi ci concediamo la licenza di nominarla in onore delle vergini Vestali, le sacerdotesse romane al servizio della dea Vesta e non solo… forse anche a numa Pompilio.
Vista la rarità, o forse ancor meglio, stante l’unicità di questo clone e posto che nessuno ce lo vieta, potremmo anche nominarla: Laelia anceps ‘trilabello var vestalis’