Terrari parte terza: dalle idee alla pratica

L’accessorio che per comodità chiamiamo “terrario”, anche orchidario, erbario, scatola magica cassa Wardiana e chi più ne ha più ne metta, è il piccolo sogno di molti amanti della natura e forse anche il più realizzabile… l’interesse scaturito dal post di Elettra n’è la prova.

I molti commenti, contributi, idee, suggerimenti ed esperienze, diventati parte integrante dei post precedenti sui terrari, sono un buon bagaglio per fare sintesi e configurare un prototipo ideale di “scatola magica”

In questo post conclusivo cerchiamo di individuare misure, materiali, accessori, indicando anche le modalità di reperimento (magari con ordini collettivi), per perfezionare o costruire ex novo spazi per far vivere bene, animali e piante.

Un pò per gioco, ma anche per dar ordine alle cose, chiedo la collaborazione a tutti i visitatori che hanno portato il loro contributo.
Io partirei con questo drappello di coraggiosi esperti:

Direttore dei lavori: Elettra Zardo
Coordinamento operativo: Stefano Marinaz
Ambiente e biodiversità: Christian Pozzobon
Ricerche di mercato: Massimo Morandin
Consulenze: Marco – Claudio – Chiara
Addetto al montaggio ed alle pulizie “rifiuti mediatici”: Guido.
Cercasi collaboratori: tecnico luci – esperto vetraio – coreografo – pittore – collaudatore – tecnico del suono – operatori generici.

Nella vita si comincia sempre per divertimento…chissà che non riusciamo nell’impresa di rendere la vita più bella in casa nostra ad un piccolo pezzetto di natura ed ambiente.

Buon lavoro, anzi: buon divertimento.

22 pensieri su “Terrari parte terza: dalle idee alla pratica

  1. Elettra

    L’arte del “living wall” oltre a essere presente a “scopo didattico” nei giardini botanici, molto pochi per ora, si può ammirare anche in altri luoghi dove la sua funzione è puramente decorativa es. ristoranti (‘sti architetti).
    Premesso che i più riusciti sono su supporto di fibra di cocco, vengono utilizzate anche le tasche di “tessuto non tessuto” molto simile al feltro come aspetto vista la fibra disordinata, il fatto di essere sintetico garantisce una maggiore durata a contatto con l’ambiente umido. Ma i materiali da sperimentare sono moltissimi, dipende dall’effetto che si vuole ottenere e la voglia di cambiarli se deperiscono visto che nulla è eterno.
    Attualmente sto coltivando con successo un adiantum capillus veneris dentro a un gambaletto (comprato per la prova, visto che non li uso!) …

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  2. Elettra

    Che responsabilit? !!!! L’idea del feltro è bellissima Chiara, inoltre è facile da realizzare in casa con le lane apposite altoatesine, servono solo un po’ di spazio, dei fogli di plastica e del sapone, si potrebbero realizzare gi? le tasche integrate.
    Pensavo invece che il dilemma plexiglass, metacrilato, policarbonato vetro rimane aperto, io personalmente preferisco il vetro, sicuramente più pesante in termini di kg, ma decisamente più facile da pulire e più resistente nel tempo. Il metacrilato e il policarbonato, oltre a graffiarsi facilmente hanno una “debolezza”, a causa della porosit? seppur minima, nell’attacco di alghe e muffe che a lungo andare ne compromettono la regolarit? della superficie.

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  3. marco Padova

    Ciao massimo ti do un consiglio da me sperimentato direttamente,non mettere il sughero in lastre perchè con l’umidit? che c’è all’interno del terrario o orchidario ,come più ti piace chiamarlo, ti fa la muffa, ed è un materiale piuttosto dilatevole in quelle condizioni , infatti ora sto cercando di acquistare delle lastre in cocco o xaxim per ovviare a questo problema; invece per abbellire l’interno, ho messo delle corteccie di sughero che ho acquistato in un negozio che vende acquari, essendo questo un materiale imputrescibile ed infatti lo usano anche all’interno di questi , tienici aggiornati auguroni

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  4. Chiara

    Diventerebbe fattibile una mescolanza anche di materiali come bark, torba di sfagno, muschio nostrano, pezzi di corteccia anche cosistenti, fibra di cocco, ecc, inseriti fra due pezzi di rete a maglie più o meno larghe secondo l’esigenza, per fare da ancoraggio ma anche da substrato (verticale) per orchidee ma anche per altri tipi di piante tropicali es. felci?

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  5. Chiara

    Ottimo materiale di coltura è anche il feltro. E’ una specie si panno costituito da un impasto di fibre tessili, ora ci fa con fili e residui di lavorazione tessile. Ha la caratteristica di essere molto assorbente e di trattenere a lungo l’umidit? .
    Nell’acquario di genova vi è una parete completamente ricoperta di natura tropicale, grazie al feltro.
    Il principio è lo stesso dei pannelli per il raffrescamento delle serre chiamato cooling system.
    Immaginate una parete ricoperta di feltro.L’acqua o l’acqua e il fertilizzante vengono fatti gocciolare lentamente sulla parte superiore, il feltro assorbe l’acqua che viene ceduta alle piante (possono essere cucite delle tasche con il medesimo materiale che conterranno le piante). Nella parte inferiore viene applicata una piccola grondaia con lo scopo di raccogliere l’acqua che non viene assorbita dalle piante e convogliata in un contenitore che munito di pompetta (pompetta da acquario o anche quella delle lavatrici) che ha lo scopo di far ritornare l’acqua a monte. Lo stesso principio credo sia applicabile anche per i pannelli di cocco o per tutti quelli che hanno una rapida assorbenza. Il feltro a lungo andare si ricopre di muschio.

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  6. Massimo M.

    Grazie per l’appellativo “esperto”…..troppo buono!!

    Allora partiamo dai materiali che pensavo di utilizzare io per il mio orchidario (cm. 150/160 x 60/80 x h. 180/200)
    -Il primo zoccolo di 35/40 realizzare una sorta di scatola ispezionabile dove poter inserire un umidificatore ad ultrasuoni o in alternativa da usare come deposito;
    -negli ultimi 20/30 cm realizzare sempre una scatola per i cablaggi, per mettere l’eventuale pompa per i nebulizzatori (in sostituzione all’umidificatore) e da usare come dissipatore per il caldo in eccesso prodotto dalla componentistica;
    -la parte centrale come vero e proprio orchidario costituito da:
    1) fianchi+schiena realizzati in cartongesso idrorepellente successivamente rivestiti internamente di suchero in lastre
    2) vasca di contenimento in plexiglass o vetro per contenere il substrato ed eventualmente una serpentina per compensare l’eventuale deficenza di calore durante le ore più fredde
    3)vetro o plexyglass frontale per chiudere il tutto.
    4)prevedere sui due fianchi delle porticine per l’ispezione dell’orchidario e per la sistemazione delle piante
    5)inserimento di ventole x pc per il ricircolo interno dell’aria ed eventuale aspirazione di aria fresca dall’esterno,
    6)inserimento di termostati per la serpentina e le ventole in modo da ottenere sempre una temperatura ottimale, ed igrostati per il monitoraggio e controllo dell’umidit? .
    7)utilizzo di 2 lampade evirolite da 105/125W o simili temporizzate (una per la fioritura ed una per l’accrecimento).

    Il progetto diventa un po’ ambizioso perchè conto di creare due zone distinte per poter coltivare sia le piante da serra intermedia/calda che quelle da fredda.

    Altri dettagli sono da definire….magari li aggiungo quando mi vengono in mente

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