Substrato per Paphiopedilum

Nota: le notizie e le descrizioni di ogni post del blog sono supportate da ricerche sulla letteratura esistente e sul web, ma si riferiscono esclusivamente a esperienze di coltivazione su orchidee presenti nella mia collezione.
Eventuali errori o incompletezze possono essere rimediati dalla vostra collaborazione.

Regole generali per preparare i composti dei Paphiopedilum
La pianta esposta nella foto sotto è il frutto dei consigli che ci accigeremo a leggere: mostrare i risultati della coltivazione è buona regola per tutti.

Paphopedilum callosum – collezione Guido De Vidi-diritti riservati

Sollecitato da una domanda dell’amica Roberta mi accingo ad illustrare le caratteristiche dei composti per rinvasare Phapiopedilum.
Prima di iniziare il post, consulto l’archivio del blog e questa volta do anche una letta al capitolo V° del libro “Paphiopedilum Grower’s Manual” di Lance A. Birk, fresco di arrivo.
Con mia piacevole sorpresa, noto che le considerazioni generali dei miei post coincidono con quelle del libro, riprendiamole e confrontiamole insieme, con le raccomandazioni di Birk.

Lance A.Brik introduce il capitolo dei rinvasi con questo sotto titolo ” The potting medium in which you choose to grow your orchids must be compatible the conditions which they are grown” e poi sintetizza le caratteristiche generali delle azioni e dei composti per effettuare i rinvasi.
Requirements for a Potting Mix:
Support – Areation – Moisture retention – Slow decomposition – Low cost – Light weight.

Ora diamo una letta alle indicazioni di un vecchio post del blog leggi tutto il post.

Composti per il rinvaso dei Paphiopedilum.
Nel variopinto mondo delle orchidee, non c’è nulla di più intricato della giusta soluzione per il loro substrato di coltura.

I prodotti per realizzare i vari composti sono legati alle diverse zone di coltivazione e quindi alla facilità di reperimento di materiali esistenti in loco.
Sentiremo parlare di, sfagno (muschio acquatico), di bark (corteccia di abete), fibra d’osmunda (esteso groviglio radicale di una felce chiamata osmunda regalis), torba, corteccia di cocco sminuzzata, pietra vulcanica, carbone vegetale, roccia calcarea, terra cotta sminuzzata, ecc.
Sono tutti prodotti dai nomi affascinanti, messi al servizio della fantasia dei coltivatori e spesso sembrano più miracolosi quelli più difficili da reperire.
La nostra fantasia nella realizzazione dei composti per orchidee è messa a dura prova proprio con i Paphiopedilum che essendo orchidee semi terricole, sono relativamente più esigenti delle sorelle epifite (devono trovare essenzialmente nel substrato di coltura, i loro elementi nutritivi).
Senza elencare tutte le combinazioni possibili, mi limito ad illustrare la mia soluzione, raccomandando di interpretare i consigli ed adattarli alle vostre esperienze di coltivazione. Dopo anni di preparazione dei composti per i miei Phapiopedilum, ancor oggi, quando mi accingo ad iniziare la fatidica miscelazione, c’è sempre qualche dubbio che m’induce ad apportare qualche piccola modifica.
La scelta di base parte da questa considerazione: utilizzo di materiali facilmente reperibili, che consentano di realizzare composto soffice, drenante e che contenga i minerali necessari al nutrimento dei Paphiopedilum.

Prodotti e loro miscelazione
1) 35% corteccia d’abete di media e piccola pezzatura, messa preventivamente a bagno in acqua per almeno tre giorni.
2) 35% torba di sfagno molto filamentosa.
3) 20% agriperlite, eolite, pomice equamente miscelate (può anche essere usato solamente uno dei tre componenti, sempre 20% in percentuale totale).
4) 10% materiale calcareo grossolano, roccia o sassi preventivamente triturati ( sabbia o ghiaino).

Il tutto va depositato in un contenitore capiente per poterlo mescolare energicamente e ripetutamente: a questo punto il composto è pronto per l’uso.
Ultima annotazione: è possibile variare le percentuali secondo la dimensione dei vasi e delle piante (ad esempio per vasi grandi è consigliabile aumentare percentuale e dimensione del bark).

Lance A. Birk nel prosieguo del suo libro (se siete appassionati dei Paphiopedilum vi consiglio caldamente di cercarlo) fa una disamina dei vari prodotti (osmunda, bark, sfagno, torba di sfagno, cocco, roccia, perlite e, cosa molto interessante, sabbia silicea, così come uso io nei miei composti, ecc.), ma in ultima analisi pone l’accento su due aspetti: che la soluzione da adottare varia secondo le zone in cui si coltivano le piante e soprattutto che sia di basso costo e facilmente reperibile.
Niente prodotti miracolosi dell’ultima ora, ma solamente un giusto equilibrio della miscela scelta, in rapporto anche alla dimensione del vaso.
Quest’ultima osservazione, sembra ovvia, ma molto spesso si esagera nella loro dimensione, che non deve concedere più i 2-3 centimetri di spazio attorno alla pianta, la quale, appena rinvasata va tenuta ferma con appositi tutori affinché possa riprendere facilmente il suo sviluppo radicale.
Ricordiamoci infine, che il rinvaso ideale non esiste, mentre i buoni risultati dipendono al 90% dai nostri errori ed esperienze…ed il rimanente 10% dai consigli.

14 pensieri su “Substrato per Paphiopedilum

  1. Gianni

    Purtroppo come aveva detto un certo Badoglio nel ’43, “la guerra continua”
    e gli attacchi non credo finiranno, anche verso di me, perche essendo pubblicamente amico di Guido sono un nemico anch’ io, anche se certi individui cerco di ignorarli, dai Guido restiamo fra noi, gli amici sinceri e le nostre 25000 Orchidee varie, le soddisfazioni sono molte e le delusioni purtroppo anche se poche sono molto amare.

    ciao a tutti

    Gianni

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  2. Dragon

    Mi fà tanto piacere leggere che comunque sei sempre pronto a parlare con gli interessati e discutere( magari davanti a una bella tavola imbandita) di controversie e incomprensioni,è di sicuro il giusto comportamento per porre fine a queste diattribe che di di sicuro bene non fanno nel nostro mondo orchidofilo.Tanto più che escludono agli interessati la possibilità di dare il proprio contributo che io ritengo prezioso per tutti dato che si parla di veri appassionati e anche molto bravi.Scusate se vi sembro troppo “abbonitore “ma credo che una bella stretta di mano e una pacca sulla spalla cancellerebbe qualsiasi inimicizia e farebbe piacere a tutti noi.

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  3. Guido Autore articolo

    Effettivamente un pò di solidarietà mi serve perchè la sopportazione di azioni devastanti, attivate scientificamente da una sparuta “lobbies” (termine con il quale sono qualificati pochi personaggi ruotanti nel web orchidofilo e non coniato da me), da molti mesi nei miei confronti, va stroncata.
    Tale azione, di recente ha anche raggiunto la meschinità di aizzarmi contro dei minorenni e se prima il continuo rullio dei “web-folletti” poteva apparire anche divertente, con questo salto di qualità (in negativo) non può essere più tollerato.
    Ma che cosa dà tanto fastidio da indurre “soggetti anonimi” ad augurare pubblicamente “morte mediatica” a questo blog e marchiare con l’epiteto di “lecchino” il sottoscritto in occasione dell’EOC di Padova? Altre affermazioni risultano anche più meschine di queste citate.
    Io non mi so dare una risposta. Forse la risposta sta nel termine “lobbies”, isteso come gruppo di pressione che si pone l’obbiettivo di demolire tutto quello che non loda il gruppo stesso o che tocca suoi interessi costituiti, sì forse è proprio così.
    Questo blog nasce per parlare di orchidee, ma in quanto diario di una persona è anche occasione di analisi comportamentali e di confronto pubblico ed aperto.
    Spesso il web è una fucina di dualismi: pubblico e privato.
    A me fa paura il sottobosco dei messaggi privati dove scorre tutto quello che si vuol anichilire in pubblico e dove spesso si materializzano opinioni deformi.
    In questo blog, quel che è lecito passa pubblicamente, non c’è la dimensione privata: qui non non ci sono due linguaggi.
    Quel che si legge può piacere o non piacere ma sono le uniche opinioni esistenti: se esprimo valutazioni negative su persone e fatti, queste possono essere confutate pubblicamente, senza criminalizzazioni.
    Io sono fatto così, quel che penso lo dico e lo scrivo pubblicamente e per farlo mi pago anche lo spazio web, con il mio fare non cerco ne amici ne nemici, intendo solamente raccontare i fatti e le persone con i loro pregi ed i loro diffetti: il mondo fatto di tutti miti, bravi, buoni e belli non esiste neanche e soprattutto tra le orchidee ed io trovo utile discutere anche questo aspetto.
    Chi gradisce questa formula continuerà a frequentare il blog, chi non la condivide se ne allontanerà ma non gli sarà mai concessa la calunnia e la diffamazione.
    A conclusione di questo mio sfogo extemporaneo e prima di tornare a divertirci con le orchidee, colgo l’occasione per dare pubblicamente una comunicazione.
    Da tempo si racconta e si scrive da più parti che questo blog censura chi non è d’accordo, dall’inizio di questa versione del blog, oltre a circa 1000 commenti dichiaratamente “spam” è stata bloccata la possibilità di commentare, solamente a due ospiti, in entrambi i casi per comportamenti scorretti, calunnie e diffamazioni.
    Gli ospiti esclusi sono:
    Ronin, per comportamenti denigratori e provocatori, calunnie “morte mediatica al blog” “lecchino” ecc. (di recente questo nik name si è anche pubblicamente qualificato) ed ho scoperto essere un dirigente di altre associazioni con il quale non ho mai avuto alcun diverbio personale, anzi, in passato ha mangiato, bevuto e frequentato la mia residenza e la mia serra (quando vorrà potrà spiegarmi il suo comportamento).
    Il secondo è Naga, purtroppo sembra sia anche minorenne, per comportamenti scorretti (ha tentato più volte di accreditarsi al blog con vari nomi femminili e maschili e smascherato dallo stesso IP) e recentemente con dichiarazioni pubbliche diffamatorie nei miei confronti (il commento è stato archiviato)…chissà se quello che ha scritto è farina del suo sacco! Anche da lui attendo chiarimenti e scuse.
    Tutti gli altri giunti sin’ora (diverse centinaia) e chiunque in futuro intenda dire la sua, saranno graditissimi ospiti ed amici del blog e delle orchidee.
    Questo blog continuerà raccontare e dar consigli a quanti lo cercheranno (oltre 200 al giorno anche in questi giorni ferragostani) ed acquisterà ancora più dinamismo: apriremo anche la rubrica del romanzo giallo, gli ingredienti ci sono tutti, le “lobbies”, gli amanti, gli interessi commerciali, i professori, il popolo, le orchidee a concorso, le invidie….basta inventare il “morto” ed un commissario ed ecco fatto il giallo…a puntate.
    Titolo?…aiutatemi!! 😆
    Bene, ho terminato, grazie a quanti sanno sopportarmi.
    Guido

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  4. Alberto

    Concordo pienamente con le osservaioni di Graziano, ma per pochi ciarlatori ci sono tanti e tanti appasionati sinceri, ma questi sono i problemi del web, dove si infila tutto e dove è molto, molto difficile distinguere persone vere da falsi profeti. Ma torniamo ai Paphiopedilum, credo che le informazioni date da Guido siano di estrema importanza, sia la parte relativa ai composti, che la parte relativa al luogo di coltivazione. Ora sui composti è importante avere l’accortezza di avere un composto che risulti non spugnoso e che trattenga troppo l’acqua, altrimenti perchè dovremmo mettere il bark ?. Quindi niente sfagno secco, (sperimentato con esiti fallimentari e fortunatamente non letali) una volta bagnato trattiene troppa acqua e per lungo tempo, con la conseguenza che se dopo la classica settimana torniamo a bagnare bagneremo una pianta parzialmente asciutta in superficie ma fradicia all’interno, si invece alla torba filamentosa, quella usata dai vivaisti, cercatela, nulla a che vedere con la normale torba che è quasi un terriccio. Altra cosa importante l’agriperlite che ha la particolarità di non asciugare subito ma lentamente.
    Sul luogo di coltivazione: se coltivati in casa l’attenzione va posta sui ristagni d’acqua sopratutto nei periodi autunnali, in mancanza di ventilazione, i marciumi sono in agguato. Nel dubbio in periodi caldo-asciutti inaffiate, in periodi nebbiosi-freddi astenersi dal bagnare. Saluti Alberto

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  5. Graziano

    Come al solito i cosigli di Guido sono azzeccati e puntuali, soprattutto supportati da risultati che in qualsiasi luogo e in qualsiasi periodo dell’anno egli mostra ed esibisce in molte mostre e invita sempre amici e anche finti amici ad ammirare le sue fioriture che sempre fanno sbalordire nella sua serra in via Parnasso.
    Tutto ciò a differenza di molti (ciarlatori che da sempre non fanno altro che criticarlo e giudicarlo negativamente, segno inequivocabile di un’invidia quasi palpabile).
    Dico questo perchè ho notato in questi ultimi tempi un ulteriore accanimento nei confroti di Guido, senza alcun dubbio conseguenza dei clamorosi successi delle piante di Guido a Padova dove i giudici sostavano quasi solo esclusivamente davanti alle piante fiorite di Orchis (stand delle piande di Guido e amici) mentre passavano veloci di fronte all’esposizione di altri che si credono professori e che magari lo sono anche ma sicuramente non lo sono nella coltivazione di orchidee.,quando poi sono cominciate a piovere le medaglie giù con le critiche e poi anche qualche insulto non raccolto per fortuna da Guido.
    E mia opinione che si debba ringraziare Guido per la sua sempre pronta disponibilità nell’aiutare quanti chiedano informazioni o consigli a neofiti come me che di consigli e suggerimenti hanno sempre bisogno.
    Grazie Guido, da parte mia e sono sicuro anche da parte di molti come me che hanno sempre bisogno di qualche buon consiglio ogni volta che portano a casa una nuova pianta, colti sempre da incertezze e dubbi.
    Se qualche professore non fosse d’accodo con quanto soprascritto potrà scrivermi in privato su questo indirizzo ( francescagrando@aliceposta.it) il sottoscritto si chiama Graziano di Concordia Sagittaria.
    Un saluto a tutti gli amici di Orchids

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  6. Gianni

    Bravo Guido,
    Come al solito informativo e preciso, la mia ricetta e`un po`diversa ma come dici tu`adeguata ai consigli e alle esperienze fatte in germania.

    ciao

    Gianni

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