Ecco un esempio di buona e semplice coltivazione sulla finestra
Elisa, un’amica delle orchidee friulana, che vive in Carinzia (A), forse anche per colpa mia è caduta pure lei nella rete delle maliarde, ma a quanto si vede, con risultati eccellenti.
Messa così la cosa può sembrare la solita sviolinata di incoraggiamento, invece voglio proprio presentare la Phalaenopsis di Elisa perchè è un classico da manuale.
E’ un’ibrido commerciale, ma quest’aspetto ha poca importanza: quel che conta è la sua ottima salute.
Con Elisa dialoghiamo via e-mail ed anche sul blog (forse per soggezione, quando ha bisogno di consigli inerenti alle sue piante mi contatta via e-mail quasi a voler separare le nozioni generali da quelle specifiche).
Anche in questa occasione ha scritto una e-mail per esternare i suoi incredibili risultati di neofita. La cosa mi ha sorpreso non poco, e sì perchè generalmente giungono SOS per catasrofi, ma mai per esternare la propria sorpresa. Le ho chiesto di inviarmi qualche foto.
Ecco, la sua risposta…con foto
Si dirà, cosa c’è di tanto eclatante da scomodare il manuale?
Intanto lo sviluppo è perfetto (ricordiamoci che la coltivazione è casalinga), si nota un leggero periodo di fermo all’altezza dei 2 steli, forse procurato da rinvaso e/o periodo di fioritura, ma poi la pianta è partita decisamente, ha allungato il podio vegetativo ed ha formato varie nuove foglie: ora ha quasi completato la sua fase stagionale di crescita.
Detto questo, desidero evidenziare due particolarità: è rinvasata in un vaso di cotto ed ha prodotto sane e turgide radici esterne.
Il vaso di cotto ha sicuramente preservato radici e pianta da marciumi e batteriosi, certo, con il vaso di cotto bisogna prestare più attenzione alle disidratazioni, ma è proprio questo, il primo merito da ascrivere ad Elisa.
Secondo particolare degno di analisi: la pianta ha prodotto radici esterne al substrato e come vedete nella foto, sono rivolte verso l’alto (vi lascio con la curiosità del perchè di questo fenomeno – lo trattermo nei commenti del post).
Lasciare o tagliare gli steli vecchi? E’ sempre un dilemma, in teoria, con una pianta così in salute è bene lasciarli, ma tagliandoli alla base le si consentirebbe di dedicare tutte le sue energie al completamento dello sviluppo stagionale. Nuovi steli rigogliosi si formeranno subito dopo.
Il trucco dello stress freddo? Nelle coltivazioni industriali lo applicano alle Phalaenopsis, non appena hanno terminato lo sviluppo (ultima foglia bella grande e nessun’altra in formazione nel colletto centrale) e consiste in alcune settimane di “fresco costante” 15 gradi con pochissime bagnature. Dalla buona riuscita di questo ciclo dipenderà l’abbondanza di steli fiorali…e per i produttori sono soldini perchè il prezzo varia a secondo del numero di steli per pianta.
Nelle coltivazioni casalinghe è possibile copiarlo, direi che è sufficente una settimana di carestia…magari più avanti.
Elisa, per il taglio degli steli, aspettiamo ancora , ma se più avanti non vedrai gemme che spingono e si ingrossano, direi di toglierli.
Grazie dell’informazione pare proprio una della tante varietà di antennifera, assomiglia a questa dal nome restrepia antennifera Roja
http://www.cvios.com/05-Nov%20Show%20Table/Restrepia%20Antennifera%20Roja%20%20%, ciao Alberto
nella cartellinatura d’acquisto e
ra scritto restrepia orientalis…forse sarà R. antenifera var. oprientalis ??
Così ha scritto il colombiano James posada che le ha spedite 20 anni fa 😉
A proposito di restrepa mi è fiorita una restrepia che mi hai dato tu carlellinata “orientalis” : è un sinonimo di una specie? Ciao Alberto
brave ragazze… per cicatrizzare le ferite da taglio e per tamponare qualche batteriosi io uso anche antibiotico – pomata – principio attivo “neomicina”
ciao e buona coltivazione.
Guido
Ciao Govanna,
scusami, sono tornata solo oggi, ora Guido mi sgriderà perchè la mia è stata solo una prova ma ho usato Bayleton SK, della Bayer, è una pasta fluida, forse non è proprio adatta per i nostri usi ma ha funzionato e lo stelo continua a crescere ed è enche spuntato un rametto dopo la ferita, quindi credo che stia bene…
E sta tranquilla, di guai ne combino un sacco anch’io ma sbagliando si impara, l’importante è non perseverare…
Ciao
Maya
Ciao Maya, allora non sono l’unica che combina guai! Che tipo di cicatrizzante hai utilizzato?