Chi non aspira ad avere un’orchidea che sia sempre in fiore alzi la mano. La ricerca di orchidee che rimangono sempre in fiore è stata un mio obiettivo, soprattutto per abbellire la mia nuova serra. Quindi la domanda: quali orchidee danno più soddisfazioni per la loro continua fioritura? Di specie ve ne sono tante, per la mia esperienza le più fiorifere sono i Paphiopedilum appartenenti al sub genere Choclopetalum di cui la specie più conosciuta è il primulinum; queste specie producono uno o anche due fiori in successione, tanto da trovarsi con la pianta in fioritura per tutto l’anno. Il mio kalinae acquistato all’Eoc si è preso una pausa un agosto-settembre ma adesso sta già riprendendo la fioritura nello stesso stelo dove ha già prodotto sette fioriture. Nella mia serra sono presenti quasi tutte le specie dei Choclopetalum, alcune prossime alla loro prima fioritura: glaucophyllum, camberlainianum, (vittoria regina), kalinae s. victoria-regina v. kalinae, victoria mariae (Cribb), primulinum v. purpurascens.
Altre specie fiorifere sono molte phalaenopsis botaniche, la mia pulchra è in fioritura da Schio, ma anche la miniatura kingidium minus e la maxillaria rufescens tutte e due in fiore da metà maggio cioè da quando sono approdate nella mia serra da quella dei coltivatori professionisti N.& C. nella lontana Liguria. Infine cito le encyclie tra cui è da segnalare la cochleata, un’esemplare ben accestito può rimanere in fiore per moltissimi mesi all’anno.
A voi le vostre esperienze, Alberto Ghedin.
Archivio mensile:Settembre 2006
A Guido con riconoscenza
Gongora galeata [Lindley]Rchb.f. 1854
Per ringraziare il nostro Maestro di orchidee esotiche che tanto ci ha dato e tanto ci aiuta nella non facile coltivazione di orchidee in appartamento, mandiamo la foto di una delle nostre piante, donataci da Lui all’inizio dell’estate e che in questi giorni sta fiorendo, stufa di aspettare la tanto desiderata serra.
Speriamo Tu sia contento.
Saluti a tutti.
G. & C.I.
Passioni varie
Come sapete la nostra passione per le piante e i fiori si estende oltre le orchidee, nel nostro futuro giardino troveranno posto viole e iris, piante acquatiche e da roccia, agrumi e succulente e molte altre specie che cercheremo di ambientare nel miglior modo possibile . Nel nostro giardino resterà poco posto per l’erba!!!
Nel frattempo per mantenerci in allenamento oltre a dedicarci alle amate orchidee ci siamo appassionati ad un’ altra particolare famiglia di piante : le carnivore .
Nei limiti concessi dallo spazio al momento a disposizione, attualmente viviamo in appartamento, ne abbiamo messo su una discreta collezione che abbiam deciso di far vedere visto che molti orchidofili usano averle tra le loro protette essendo simile il metodo di coltura.
Dopo una panoramica del nostro terrazzo (foto a sinistra), come si vede già intasato, una carrellata di piante.
Tra le altre la Sarracenia psittacina (foto a destra) chiamata così per la parte superiore del suo ascidio a forma di becco di pappagallo, la Sarracenia purpurea sub. purpurea (foto a sinistra) che con il sole prende la colorazione rosso granato, la Sarracenia leucophilla (foto a destra) alta fino a 90 cm è la più grande nel suo genere, i suoi ascidi bianchi all’apice sono solcati da venature rosse che la rendono particolarmente suggestiva.
La Drosera binata (foto a sinistra), pianta dalle foglie sottili a forma di “V”, la Drosera anglica (foto a destra), l’unica tra le specie citate presente in natura in Europa e anche in alcune torbiere nel Nord-Italia.
La Drosera scorpioides (foto sotto a sinistra) tra le drosere pigmee è la “gigante” del gruppo.
Anche ibridi interessanti fra le carnivore
La Pinguicola x Sethos ibrido (foto a sinistra) tra la Moranensis (caudata) e la Ehersae, dalle larghe foglie ricoperte da minuscole gocce di colla.
Specie terrestri a caccia di microrganismi nel sottosuolo.
Le Utricolarie Livida e Sandersonii, due specie terrestri di questo genere che hanno le trappole a forma di piccole vesciche sotto la superficie del terreno a livello delle radici con cui catturano microrganismi (le due foto nel riquadro).
E per finire
A questo punto vi lasciamo tornare alle amate orchidee…ma non contateci troppo!!!
Alla prossima incursione “fuori tema”…
Ciao a tutti
G. & C.I.
Plectrelminthus caudatus: sepali stranissimi
Le punte acuminatissime dei sepali, forse a difesa da probabili predatori?
Collezione Guido De Vidi – foto 26.09.06 – diritti riservati
Le notizie disponibili, fra l’altro, ci descrivono le varietà : Plectrelminthus caudatus var. spiculatus e Plectrelminthus caudatus var. trilobatus (diversificazioni legate alla forma del labello), ma nulla ci forniscono a riguardo della particolarissima struttura apicale dei sepali.
Osservando i fiori di queste orchidee ho notato, che le punte dei loro sepali sono appuntite come aghi.
In un primo momento ho anche pensato ad una deficenza di coltivazione, ma da una più attenta analisi, ho potuto rilevare che è una precisa caratteristica strutturale, presente anche nei boccioli ancora chiusi.
Penso sia una forma di protezione a difesa di agenti esterni indesiderati.
Non ho altri elementi a supporto delle mie osservazioni (bisognerebbe poter effettuare degli studi in loco): qualsiasi notizia nel merito è gradita.
Nota:
Rhynchostylis coelestis e figlia
Delicate e fragranti
Dopo qualche giorno di assenza, ecco alcune sorprese trovate in serra!
Deliziosa orchidea dai fiori luminosi come il cielo blu, carichi della dolce fragranza dei fiori d’uva.
Rhynchostylis coelestis (Rchb. f.) Rchb. f. ex Veitch
Sinonimi: Saccolabium coeleste Rchb. f. 1885; Vanda pseudo – coerulescens Guillaumin 1830
Endemica in Tailandia, Cambogia e nel Vietnam, vive nelle foreste asciutte semi-decidue e nelle colline boscose, fino a 700 metri sul livello del mare.
Le delicate infiorescenze blu della Rhynchostylis coelestis, che si presentano in tarda estate, rendono questa orchidea particolarmente desiderata dai collezionisti.
Diversamente dalle altre specie del suo genere, che producono infiorescenze pendule, gli steli fiorali della Rhyncostylis coelestis sono eretti e rivolti verso l’alto, ma condivide con le sue cugine, la fragranza esotica, la struttura vegetativa e la crescita lenta.
Nonostante la sua importanza nelle ibridazioni, questa orchidea racconta poco di sé: si ritiene sia stata scoperta in Tailandia nel 1870 e descritta per la prima volta da Reichenbach nel 1885.
La struttura vegetativa di questa specie è simile alle Vandaceous e quindi rientra anch’essa nella schiera delle orchidee “mangione”, ma richiede meno luce delle Vanda e temperature da serra intermedia/calda.
E’ consigliata la coltivazione in cestini di stecche legnose.
A margine di queste note generali, aggiungo una mia osservazione personale: durante la stagione fredda, che coincide con un leggero riposo vegetativo di questa specie, è utile diradare le bagnature e prestare molta attenzione a che non rimanga bagnato il fusto vegetativo… pena incipienti marcescenze con la conseguente perdita della pianta stessa.
Una figlia deliziosa e fragrante
Neostylis Lou Sneary: Neofinetia falcata x Rhynchostylis coelestis
Questo incrocio intergenerico esprime le doti migliori dei suoi genitori: la robustezza ed il periodo di fioritura della Rhynchostylis coelestis e la fragranza intensa della Neofinetia falcata .
Nel prossimo post andremo a scoprire la Neofinetia falcata, queste bellissime orchidee … e tante altre, saranno esposte nella mostra in programma all’Abbazia di Carceri.