Archivio mensile:Settembre 2006

Paphiopedilum

Paphiopedilum, specie da identificare

Paphiopedilum specie

Fiorito in questi giorni è una specie da identificare. La pianta arriva da una divisione messa a disposizione ai soci del Orchids Club Italia da Guido in occasione di Pordenone orchidea. In attesa del verdetto di Guido al suo ritorno sono apprezzati i vostri suggerimenti sulla sua identificazione.

Angraecum distichum

Una piccola africana fragrante e deliziosa

Dedico a voi visitatori del blog, i fiori di questa generosissima orchidea, che consiglio di inserire nelle vostre collezioni.
E’ lenta, molto lenta a crescere, munitevi di pazienza…molti collezionisti la coltivano solamente per la bellezza delle foglie.

Angraecum distichum Lindl. 1836 Section Dolabrifolia [Pfitzer] Garay
Sinonimi: Aeranthes distichus (Lindl.) Rchb. f. 1864-Angraecum imbricatum (Sw.) Schltr. 1918 – Angraecum poppendickianum Szlach. & Olszewski 2001-Epidorchis disticha (Lindl.] Kuntze 1891 – Limodorum imbricatum Sw. 1805-Macroplectrum distichum (Lindl.) Finet 1907-Mystacidium distichum (Lindl.) Benth. 1881.

Angraecum disticum è endemico in Africa centrale, particolarmente numeroso in Cameroon, Uganda e Gabon.
Il nome di specie si riferisce alla posizione delle sue foglie lungo il fusto vegetativo.
Questa orchidea fiorisce in qualsiasi periodo e più volte l’anno. Le foto mostrano uno dei miei due esemplari, in fiore per la terza volta nel 2006.
Non ho ancora capito il meccanismo delle fioriture, i fiori escono dalle ascelle dei fusti in più riprese ad intervalli di qualche mese e danno l’impressione di più fioriture annuali: stupendo!
I fiori sono piccoli. bianchi e deliziosamente fragranti.

Nota:

Le notizie e le descrizioni di ogni post del blog sono supportate da ricerche sulla letteratura esistente e sul web, ma si riferiscono esclusivamente a esperienze di coltivazione su orchidee presenti nella mia collezione.
Eventuali errori o incompletezze possono essere rimediati dalla vostra collaborazione.

Laelia: fascino e mito

Un genere intrigante e molto usato per le ibridazioni.

Una Laelia non si nega a nessuno!
Le orchidee appartenenti a questo genere fanno fantasticare i collezionisti per le ampie soddisfazioni nella coltivazione di alcune specie e per le sfide lanciate da altre.
Si sa che il collezionista di orchidee ama le sfide più difficili ed è attratto da tutto quanto fa mistero e mito, le Laelie si prestano alle sfide… soprattutto quelle rupicole.
Io non so coltivarle con sicurezza, preferisco coltivare un po’ male tutte le orchidee della mia collezione…”coltivale tutte un po’ male, solo così vivranno tutte un po’ bene”.
Ad ogni buon conto, le Laelie stanno bene in ogni collezione, rupicole o non rupicole poco importa.

Classificazione scientifica del genere:

Laelia Lindl. 1831
Famiglia: Orchidaceae
Sottofamiglia: Epidendroideae
Tribù: Epidendreae
Sottotribù: Laeliinae
Genere: Laelia
Sinonimi:
Amalias Hoffmannsegg 1842
Specie tipo: Bletia grandiflora La Llave & Lex. 1825, Laelia grandiflora [LaLave & Lex.]Lindley 1831, Laelia speciosa (Kunth) Schltr. 1914

Distribuzione: Il genere Laelia ha una distribuzione geografica che comprende Cuba, Messico, Argentina nel Sudamerica, ma il maggior numero di specie si trova in Brasile.
Fin qui non ci piove sopra o almeno si spera. Appena ci si addentra nelle varie specie che compongono questo genere di orchidee cominciano i dolori.
Laelia è un genere importante e molto apprezzato per la bellezza dei suoi fiori e anche per le peculiarità genetiche che si prestano con particolare successo alle ibridazioni.
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Appello alle Case Editrici italiane

Quel libro della Northen s’ha da rifare!

Ai collezionisti orchidofili italiani risulta veramente incomprensibile, che nessuna Casa Editrice ristampi o stampi ex novo il vecchio, caro (in senso affettuoso) ed amatissimo libro in Italiano di Rebecca Tyson Northen ” Le orchidee”: l’ultima ed unica edizione italiana è datata 1981.
Guardate il mio libro come è ridotto dal tempo e dalle frequenti consultazioni!

Lo spunto per lanciare questo appello, lo da un commento fatto da hani elisa in un vecchio post del blog :

“…chi mi può spiegare il motivo per il quale la Rizzoli non offre a noi collezionisti d’orchidee la ristampa del libro di Rebecca Tyson Northen?”

Analisi
Io provo a dare la mia motivazione, con la speranza mai sopita, che le cose cambino finalmente.
In Italia non esiste una tradizione consolidata ed una diffusa pratica della “collezione esotica floreale” intesa come vocazione etica.
A differenza di altri Paesi, le vicende storico politiche Italiane degli anni passati non hanno favorito questa concezione di vita, altre raltà geografiche invece, l’hanno elevata a valore.
Il risultato della situazione odierna italiana, anche per il collezionismo “orchidofilo” con annessi e connessi è la coseguenza delle considerazioni sopra esposte:
– Poche collezioni presenti e poco aiutate.
– Collezionisti divisi in fazioni.
– Mercato del collezionismo molto limitato e produttori/venditori non in grado di aiutare la crescita del collezionismo stesso.
– Associazionismo, salvo rari esempi, inefficace.
Con questo quadro d’insieme, le Case Editrici italiane ci pensano due volte prima di investire sulla pubblicazione di un libro, che corre molti rischi di rimanere invenduto.

Cosa fare?
Unire tutte le forze: collezionisti, produttori, organizzatori, esperti, botanici, biologi editori e programmare iniziative coordinate per far crescere il mercato e la cultura del collezionismo. Solamente così si riuscirà a dare certezze ai molti neofiti che si affacciano con entusiasmo al mondo delle orchidee…e che troppo spesso spariscono alle prime difficoltà.

Come?
Con tutti gli strumenti possibili, soprattutto con le Associazioni.

Penso che, una volta messo in moto un nuovo ciclo virtuoso, anche le Case Editrici capiranno l’importanza della divulgazione letteraria in lingua italiana delle orchidee, almeno lo spero.