La passione per la natura e per le Orchidee in particolar modo, mi ha indotto da un anno a questa parte, a ricercare in internet prima, e verificare sul campo dopo, alcuni biotopi censiti nella provincia di Belluno ed in particolare in quella fascia pedemontana che si estende dal luogo dove abito, Alano di Piave al confine con la provincia di Treviso, fino a Belluno.
La ricerca sul campo è senz’altro meno agevole di quella che si può effettuare in internet, il motivo è presto spiegato…il web non ti dice quando è stata rilevata la fioritura di una data specie di orchidea spontanea, e comunque il periodo di fioritura varia di anno in anno a seconda dell andamento delle temperature primaverili, ovviamente più stentano ad alzarsi, più avanti inizierà la stagione delle orchidee.
Cosi, la visita a distanza di una settimana dello stesso biotopo può portare a vedere fiorita/sfiorita una specie a dispetto di un’altra.
Dopo un’inverno trascorso, quindi, alla ricerca nel web di informazioni ecco che, finalmente, nell’arco di oltre un mese, nonostante l’inclemenza del tempo, la ricerca sul campo ha prodotto, per me, nuove scoperte.
Precedenti sopralluoghi sono stati tralasciati in quanto non hanno aggiunto nuove specie al “carnet” di quelle già censite e fotografate.
Il primo sopralluogo
Sabato 24 maggio mi sono alzato di buon mattino deciso a visitare nella mattinata 4 biotopi. In alcuni non ho rinvenuto novità sebbene vi fossero censite specie quali Orchis coriophora, Orchis purpurea, Ophrys holoserica, ma probabilmente il periodo per la loro fioritura non era quello propizio.
Un altro paio di biotopi invece mi hanno regalato alcune belle soddisfazioni. Nel primo ho avuto modo di vedere la fine della fioritura di una piccola colonia di Orchis morio, salendo di quota di qualche metro in un prato pieno di felce aquilina (Pteridium aquilinum (L.) Kuhm) trovo quasi per caso grazie ad un colpo d’occhio la mia prima Pseudorchis albida ((L.) Á.Löve & D.Löve, Taxon 18: 312 (1969) sin. Leucorchis albida), sfuggevole allo sguardo dei più, data la taglia minuta della pianta (non più di una ventina di centimetri) e dei fiori larghi pochi millimetri. Nello stesso luogo ma spostandomi di un centinaio di metri posso osservare le Dactylorhiza fuchsii all’inizio della loro fioritura, con alcune piante più precoci che hanno iniziato a schiudere i primi fiori. Lascio l’area per dirigermi verso la parte bassa del biotopo dove ha sede un’area umida in cui a farla da padrona è la Dactylorhiza incarnata.
Qui la visita è breve in quanto appare subito evidente che non vi siano altre orchidee fiorite o in procinto di farlo.
Risalgo in macchina e mi dirigo verso l’ultima zona che avevo programmato di visitare e nella quale dovrebbe stanziare una rarissima carnivora.
Sceso dall’auto, dedico una buona mezz’ora chino a 90° alla ricerca di questa piccola meraviglia della natura che, con mia somma gioia riesco a trovare, fatti i dovuti scatti attendo il successivo riscontro da Carlo Ivano e Gabriella il giorno dopo, alla scampagnata con gli amici di Orchids Club in Lessinia.
Orchidee spontanee…andar per biotopi.
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Allora…. se mangiano “formai achiz” sono dei
“bio..rati”. Mi raccomando ragazzi se vogliamo essere dei “Bot..tanici” occhio alla terminologia !!
Cordialmente, sempre.
Vincenzo.
Certamente!! Sono bio…topi che mangiano formai schiz 😉 🙂
Complimenti alla sezione Bellunese di Orchids Club Italia.
Guido
PS)…biotopi sono i “topi biologici”? 😆
Grazie a Te per l’escursione propostaci, e a giovanni per l’ottimo pranzo.
Saluti
G.& C.I.