Archivio mensile:Dicembre 2010

Dendrobium striolatum

Eccoci nuovamente con una specie davvero particolare tanto da essere, per la forma “grassa” delle sue foglie, scambiata anche per una succulenta (Carpobrotus glaucescens). Le sue foglie infatti dalla forma tubolare e dalla terminazione appuntita la rendono somigliante a questo tipo di piante. Seppur non comunissima, questo tipo di foglia si definisce teretiforme, un altro esempio di pianta con questa caratteristica forse più familiare agli orchidofili è la Brassavola nodosa.

Dendrobium striolatum

Il Dendrobium striolatum Rchb.f., Hamburger Garten- Blumenzeitung 13: 313 (1857) presenta i seguenti sinonimi:
Homotipici:
Callista striolata (Rchb.f.) Kuntze, Revis. Gen. Pl. 2: 655 (1891).
Dockrillia striolata (Rchb.f.) Rauschert, Feddes Repert. 94: 447 (1983).
Heterotipici:
Dendrobium teretifolium Lindl., Edwards’s Bot. Reg. 25(Misc.): 32 (1839), nom. illeg.
Dendrobium milliganii F.Muell., Fragm. 1: 88 (1858).
Dendrobium striolatum var. beckleri F.M.Bailey, Syn. Queensl. Fl., Suppl. 1: 55 (1886).
Dockrillia striolata subsp. chrysantha D.L.Jones, Austral. Orchid Res. 3: 9 (1998).
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Paphiopedilum wardii.

La storia del Paphiopedilum wardii

La storia incredibile di un Paphiopedilum, scoperto e raccolto per la prima volta nel 1922 in Birmania (ora Myanmar) durante una spedizione del botanico inglese F. Kingdon-Ward, perso durante il viaggio di ritorno, ritrovato in piccole quantità all’inizio degli anni 30 ed ancora cercato nel 1979 dal botanico Fred Thien Pe dell’università di Yangon (Rangoon). Forse non è nemmeno certo che sia una specie (alcuni botanici lo considerano un ibrido naturale fra P. venustum e P. sukhakulii), ad ogni modo questa orchidea si è conquistata lo stesso il mito del “tesoro più ambito tra gli appassionati di Paphiopedilum”.

Prefazione
18 Dicembre 2010, il giorno dopo la nevicata che ha messo in ginocchio l’Italia e non solo.
Anche la Marca Trevigiana è imbiancata e fredda. Qualche auto transita lentamente lungo la strada davanti casa mia e di tanto in tanto si vedono i bagliori gialli che segnalano la presenza degli spazzaneve e spargi sale.
La nottata ha visto la colonnina di mercurio toccare – 5, poi nelle prime ore del mattino ha tentato di tornare in su, verso lo zero termico. Freddo, freddo comunque, freddo e buio. Tutti ingredienti che alimentano tristezza e scoramento.
Fuori è tutto avvolto da un manto candido, forse non sono caduti più di 20 centimetri di neve. Mi incappuccio per bene e metto fuori la testa con l’idea di raggiungere la serra, però per farlo devo spalare un bel po’ di neve, poi finalmente fra le orchidee. Anche loro tristi ed infreddolite.
Guadagno il viottolo che porta alla serra, sento il tipico rumore delle stufe in azione e mi tranquillizzo.
Nel frattempo, il sole, filtrando quel poco di celo limpido che c’è, tenta di illuminare le cose che incontra, orchidee comprese.
Orchidee… certo! Loro chiedono altri ambienti per poterti dare soddisfazioni, sono piante tropicali … e quindi bisogna garantire loro, condizioni di vita dignitose. I picchi di caldo estivo e la stagione fredda invernale fanno salire i costi di mantenimento di questa nostra passione, croce e delizia di noi orchidofili.
Questi sono momenti nei quali ti viene voglia di scaraventarti addosso parole cupe – chi te lo fa fare! – 1000 litri di gasolio caricati a fine novembre, già se ne sono andati!! Vale poco cercare pensieri consolatori del tipo – tanto non fumo – … facciamo finta di fumare due pacchetti di sigarette al giorno, alla fine spendi gli stessi soldi e ci guadagni in salute!!

Le emozioni

La passione, già la passione, entri nella serra e la musica cambia. Il mondo attorno a te diventa ovattato e nella mente prende posto quel viaggio fantastico, che solamente loro riescono a proporti.
Ogni pianta che incontri in serra ha qualche cosa da dirti, magari qualche problema, oppure vuole mostrarti i suoi fiori, aperti e belli nonostante tutto.
Il fascino della collezione amatoriale, cresciuta insieme a te fra passioni e delusioni, ti trasporta anche oltre la mera percezione dei sensi, spesso ti regala anche un valore aggiunto: il mito.
La foto a sinistra, mostra una pianta di Paphiopedilum wardii. Se vuoi puoi limitarti ad una fugace ammirazione per la sua bellezza, ma lei ha molte cose da raccontare, basta starla ad ascoltare.
Chi segue da tempo i miei racconti, avrà già colto la mia vocazione ad andare oltre al mero aspetto botanico e scientifico dell’orchidologia: mi intriga la storia, i miti, le follie, che hanno avvolto il magico mondo delle orchidee.
I Paphiopedilum contengono una miniera di aneddoti e di miti. Girovagando in serra ho ascoltato la storia di una piccola pianta fiorita… eccola.


Paphiopedilum wardii Summerhayes 1932

Sinonimi: Cypripedium vernayi F.K.Ward 1938; Cypripedium wardianum Cooper 1951; Cypripedium wardii [Summerhayes] Curtis 1933; Paphiopedilum brevilabium Liu & Zhang 2001; Paphiopedilum burmanicum J.Yong Zhang & Z.J.Liu 2001; Paphiopedilum microchilum Liu & Chen 2001; Paphiopedilum multifolium Liu & Zhang 2001; Paphiopedilum wardii f. alboviride (O.Gruss & Roeth) Braem 1998; Paphiopedilum wardii var. alboviride O.Gruss & Roeth 1998
Karasawa & Saito collocano questa specie nel Sottogenere Sigmatopetalum – Sezione Planipetalum
Cribb dispone questa specie nel Sottogenere Paphiopedilum – Sezione Barbata
Il nome è stato dato in onore del botanico inglese Francis Kingdon-Ward, famoso per le sue spedizioni in tutte le parti del mondo e scopritore della specie.

La lunga avventura.
Eravamo sul finire del 1922 quando Francis Kingdon-Ward detto Frank, di ritorno dalla sua famosa e poco fortunata spedizione in Cina, mentre stava attraversando una regione montagnosa della Birmania del Nord (ora Myanmar), raccolse un’unica pianta di Paphiopedilum in fiore. La prima di questa nuova specie.
Il colore del fiore, abbastanza scuro, per la verità tendente al cioccolato, evoca già la scoperta dell’orchidea “nera” e nella spedizione si respira aria di soddisfazione “questa nuova pianta avrebbe suscitato scalpore ed interesse fra i coltivatori inglesi di orchidee, sempre avidi di novità”, ma la nuova orchidea non giungerà mai in Europa e di quella scoperta rimarrà solo un vivo ricordo e qualche vaga annotazione del luogo di ritrovamento.
Nel 1926 Ward ritenta ancora, ma nonostante le sue puntigliose ricerche lungo i pendii della zona montagnosa attraversata anni prima, non trova traccia di questa orchidea.
Negli anni successivi Francis Kingdon-Ward ricerca il Paphiopedilum perso, ogni volta che attraversa quella regione e finalmente, nel mese di Novembre del 1931 (periodo di fioritura) s’imbatte in una piccola colonia di quel Paphiopedilum tanto agognato.
Estende le ricerche in una zona più ampia ed un mese più tardi, durante il viaggio di ritorno, raccoglie diverse piante in procinto di fioritura, che spedirà in Inghilterra, dove alcune fioriranno nel 1932.
Nell’occasione, la nuova orchidea è registrata con il nome Paphiopedilum wardii
Le avventure di questa specie non finiscono, in quanto l’esiguo numero di piante giunte in Europa rende il Paphiopedilum wardii molto raro nelle collezioni. Il particolare clima politico determinatosi nel paese dove è endemico, impedisce di fatto per molti anni qualsiasi possibilità di nuove spedizioni.
Trascorrono molti decenni ed il mito dell’orchidea nera nascosta nel lontano nord est asiatico, acquista sempre più i connotati di mistero e di passione.
Finalmente sul finire degli anni 70 e precisamente nel dicembre del 1979, un bravissimo botanico ed appassionato orchidofilo, Fred Thien Pe, dell’Università di Yangon (Rangoon), decide di organizzare una spedizione nel Kachin (Birmania del nord) alla ricerca del Paphiopedilum wardii, che definisce: “still the most coveted treasure among paphiopedilum lovers” (The Orchid Digest, 1981, 98-103).
Trovare le risorse economiche per la spedizione non è cosa facile perchè la zona prescelta è impervia, infestata dalla malaria, per certi aspetti quasi inaccessibile e da molti decenni inesplorata da botanici. La sua passione e qualche contributo economico fanno decollare la spedizione, che raggiunge il versante cinese del Kachin.
Fred Thien Pe descrive incisivamente le difficoltà incontrate durante la scalata della zona montagnosa ad ovest verso la Cina “dura e terribile” e racconta di defezioni, privazioni e malattie che riducono all’osso il contingente iniziale della spedizione.
Molti sono stati i tentativi e finalmente dopo aver guadato fiumi le cui rapide incutevano terrore, ed aver attraversato terreni perfidi, Fred Thien Pe ha la fortuna di scoprire una nutrita colonia di Paphiopedilum wardii, in germoglio o già fiorite.
Dopo quattro settimane di “caccia”, Fred Thien Pe raccoglie una buona scorta di piante, pronte per essere inviate alle varie collezioni europee ed americane; finalmente può tornare felicemente a casa con una bella collezione di piante per la sua dolce moglie, sua figlia Vanda e suo figlio Dendro: sì, questi sono i veri nomi dei suoi due figli…. a tanto arrivava il suo amore per le orchidee.

Intanto Francis Kingdon-Ward, lo scopritore del Paphiopedilum wardii era già morto da oltre due decenni e riposava tranquillamente nel cimitero del piccolo villaggio di Grantchester, vicino a Cambridge accanto ad una pianta di Berberis calliantha.
Ward è stato un botanico e cercatore a tutto tondo; durante la sua avventurosissima vita, ha scoperto e studiato moltissime specie vegetali fra le quali il famoso Papavero azzurro, per la verità segnalato molti anni prima (1886) dal missionario cattolico Pere Delavay: Meconopsis betonicifolia

Note
Cribb è incerto nel considerare il Paphiopedilum wardii specie e si riserva di deciderlo dopo aver potuto studiare più a fondo le piante (forse un modo per lavarsi le mani): lui lo ritiene molto vicino al P. sukkakulii ed al P. venustum.
Birk lo considera nativo del Tamal River Valley e montagne contigue della Birmania del nord, posizioni ombreggiate della foresta in terreni molto drenanti fra i cumuli di foglie vicino agli alberi.
Birk nota ancora che le piante si sviluppano con le radici sistemate per il 75% sopra l’humus delle scogliere e sulle rocce coperte di muschio. E’ trovato a circa 1200-1500 metri di altezza e non desidera luce intensa.
Questo Paphipedilum in natura vive regolato dal clima monsonico che procura due distinte stagioni: il monsone del nord est da metà marzo ad ottobre con alta umidità, nebbia e continue nuvolosità che portano poca pioggia, il monsone d’estate, che comincia da metà novembre fino ad aprile con molta pioggia.

Temperature
Inverno: 17 – 4.5 gradi centigradi.
Estate: 31 – 17 gradi centigradi.

Conclusioni:
Pianta terricola da coltivare in substrati molto drenanti con temperature da serra fredda-intermedia, poca luce e buona umidità pressochè costante durante tutto l’anno.

Nomi di orchidee, dedicate a personaggi famosi

Piccole storie dei nomi di cultivar dedicati a Principesse, First Ladys, Generali, Capi di stato e dittatori, con qualche ripensamento… postumo

All’inizio degli anni 40, quando Clint McDade (fondatore della Rivermont Orchids – Tennessee) incrociò due ibridi della sua collezione (Cattleya Bow Bells x Cattleya Barbara Billingsley) non poteva immaginare che un cultivar, frutto di quell’impollinazione gli avrebbe creato dei dispiaceri.
Dopo qualche anno dalla semina comparvero le prime fioriture, fiori regolari, bianchi, grandi e carnosi, proprio come allora andava di moda nei salotti buoni della borghesia Americana.
c_general_patton_1C. General Patton
Un cultivar attirò in particolar modo l’attenzione di Clint; grandi fiori di un bianco caldo, labello frangiato dalla gola giallo oro, quasi a richiamare il famoso quadro dei girasoli di Van Gog. Bella, molto bella quella fioritura, tanto interessante da registrarla presso la Royal Horticultural Society. Eravamo nel mezzo della seconda guerra mondiale e Clint McDade, pensò di dedicare la sua nuova orchidea a Joseph Stalin dittatore e capo supremo dell’Unione Sovietica, la maggior potenza alleata degli Stati Uniti d’America, contro la Germania di Hitler.

Clint McDade
McDade muore martedì 30 settembre 1986. Era proprietario della Semmes Nursery, specializzata in Camelie ed Azalee ed è stato il più grande fornitore di Bellingrath Gardens. Possedeva anche un importante Orchid Nursery in Inghilterra. Le orchidee della sua collezione furono utilizzate per gli addobbi del matrimonio della regina Elisabetta d’Inghilterra.
McDade, durante la seconda guerra mondiale portò negli USA la maggior parte delle orchidee importanti e rare, presenti nelle serre Inglesi. Questa sua decisione fu presa, sia per conservarle dai bombardamenti Tedeschi, ma anche per l’impossibilità di scaldare le serre per mancanza di carbone.
McDade è stato anche giudice dell’American Orchid Society.

Cattleya Joseph Stalin, quasi un incidente diplomatico
Come si è già scritto sopra, Mc Dade registrò quella sua splendida Cattleya col nome di Cattleya Joseph Stalin. Eravamo nel 1943, Mc Dade era sì un bravo coltivatore di Orchidee, ma non un profondo conoscitore degli equilibri politici europei di quel tempo. Qualche anno dopo, a guerra finita McDade si accorse di aver commesso un errore fatale e si fece in quattro per cambiare il nome della sua creatura. Impresa quasi impossibile, mai era capitato che la “Royal Horticultural Society”, cambiasse un nome già registrato.
In questo caso veramente eccezionale le autorità accettarono le suppliche di Clint, ma fu la prima e l’unica volta: fu rinominata “Cattleya General Patton”, famoso per le sue campagne militari nella seconda guerra mondiale e culminate con il comando dello sbarco in Normandia.
Cattleya General Patton è un ibrido di Cattleya Bow Bells x Cattleya Barbara Billingsley, registrato nel 1952. L’ibrido in esame mantiene varie caratteristiche dei suoi progenitori: circa il 90% C. trianae con un po’ di C. mossiae e C. gaskelliana. Cattleya General Patton è progenitore di circa 64 ibridi registrati.
Barbara Billingsley è una star dello show televisivo Leave It to Beaver, scomparsa il 16 Ottobre 2010.
Consiglio
Prima di assegnare ad una vostra orchidea, il nome di un potente politico del momento, o della sua First Lady meditate e pensateci due volte… 😉

Una Cattleya per Hillary
Nomi di Generali, Presidenti, Re, Regine, Principesse e First Ladies sono legati indissolubilmente a diversi ibridi di Cattleya.
Ad esempio le C. Bess Truman, C. Pat Nixon, Lc. Mamie Eisenhower e Lc. Nancy Reagan, portano il nome di famose First Lady americane.
Il 21 ottobre 1995, una bellissima Cattleya semi-alba è stata dedicata a Hillary Rodham Clinton.
Questa orchidea si chiama Blc. Hillary Rodham Clinton ’first lady’, ed è un cultivar selezionato dall’incrocio “C. Kittiwake ‘Brilliance’ AM/AOS x Blc. Meditation ‘Queen’s Dowry’” prodotto originariamente dalla ditta Hawaiana Carmela Orchids.
Il cultivar, ‘First Lady’, è stato registrato da Art e Rebecca Chadwick di Powhatan – Virginia – titolari della, “Chadwick and Son Orchids” ed in quell’occasione hanno voluto dedicarlo a Mrs. Clinton.
Registrare questo cultivar non è stato facile. Il primo ostacolo che hanno incontrato i Chadwicks è stato quello di ottenere l’autorizzazione dalla ditta ibridatrice “Carmela Orchids”.
Avuta questa prima l’autorizzazione si è presentato per loro un secondo ostacolo burocratico. La RHS per poter affiancare il nome della signora Clinton a a quello dell’orchidea, richiedeva una sua speciale autorizzazione. Contattare la casa Bianca non è stato facile. Con l’interessamento del Governatore della Virginia, finalmente l’autorizzazione fu spedita alla RHS in Inghilterra.
Risolti i problemi burocratici, rimaneva da organizzare la presentazione del fiore alla First Lady e la difficoltà consisteva nel coniugare la fioritura con gli impegni dei Clinton.
La presentazione fu organizzata in occasione di una cena di gala, presenti il Presidente Clinton e la First Lady.
In quell’occasione i fiori di Blc. Hillary Rodham Clinton ‘first lady’ confezionati per le dame presenti, furono venduti in beneficenza a 500 dollari USA l’uno ed è stato un successo.
non ho notizie delle First Lady dei Presidenti Bush padre e figlio… ora aspettiamo una nuova orchidea per Mrs. Michelle Obama

Orchidee dal nome di qualche personaggio famoso.
BLC. Richard Nixon, Lc. Richard Nixon, Lc. Mamie Eisenhower, C. Jaqueline Kennedy, C. Barbara Billngsly, Lc. Mamie Eisenhower, C. Jaqueline Kennedy, C. Barbara Billngsly, Lc. Nancy Reagan, Blc. Nancy Reagan, Blc. Mem. Princess Diana, Lc. Princess Margaret, Lc. Queen Mary, Lc Queen Elizabeth…
… ed ancora…
Aranthera Gloria Macapagal-Arroyo
Nome in onore del Presidente delle Filippine.

Cypripedium wardii
In onore del famoso collezionista ede esploratore britannico Francis Kingdon-Ward.

Dendrobium Masako Kotaishi Hidenka
In ricordo del matrimonio reale della principessa Masako del Giappone con il principe Naruhito).

Dendrobium Memoria Princess Diana
E ‘stato piantato il 22 settembre 1997, a Singapore, esattamente 22 giorni dopo la sua morte.

Dialaelia Mizoguchi ‘Princess Kiko’
In onore del secondo figlio dell’imperatore Akihito.

Laelia gouldiana ‘Greta Garbo’.
Collezione Raymond Burr.

Mokara Zhu Rongji ‘Lao An’
Creato per la moglie del premier cinese Zhu Rongji’s wife, Lao An.

Paravanda Nelson Mandela
Dedicata all’ex presidente del Sud Africa, in occasione della sua visita al National Orchid Garden, a Singapore, il 5 marzo 1997.

Pecteilis(Habenaria) sagarikii-(orchidea anatra).
Nominata in onore del professor Rapee Sagarik, fondatore della Tailandia Orchid Society.

Phragmipedium kovachii
Considerando le circostanze che circondano l’isteria di questa nuova specie, direi che il nome di Michael Kovach è diventato tristemente famoso a posteriori.

Renanthera Akihito ‘Emperor’
Nome in onore di Akihito imperatore del Giappone.

Renaglottis Ricky Martin
Nome assegnato a ricordo della sua visita a Singapore

Spathoglottis Jane Goodall
Nome assegnato in ricordo della visita del Dr Jane Goodall, al National Orchid Garden di Singapore, Lunedi, 6 dicembre 2004.

… la lista può continuare… divertitevi a cercare altre storie.

Il genere Cyrtorchis

Le orchidee del genere Cyrtorchis sono stellari, delicate e profumatissime: la specie tipo (Cyrtorchis arcuata) è la più presente nelle collezioni amatoriali.

Genere:
Origine del nome: dalle parole greche “kirtos” curvati e “orchis” testicoli, nome assegnato alla famiglia delle Orchidaceae – La parola ‘orchis’ la usò per la prima volta Teofrasto (371/372 – 287/286 A.C.), nel suo libro “De historia plantarum” (La storia naturale delle piante). ….probabilmente per la somiglianza dei tuberi di cui era dotata la specie di orchidea ogetto di studio.

Il genere Cyrtorchis è stato stabilito da Rudolf Schlechter, in Die Orchideen, 596 (28 Novenmbre 1914); ed in Engl. Jahrb. liii. 599. Attualmente è composto da circa 16 specie.

Collezione Guido De Vidi – diritti riservati

Specie tipo: Cyrtorchis arcuata (Lindley) Schlechter (Angraecum arcuatum Lindley).
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