Archivio mensile:Agosto 2011

Stanhopea oculata… occhi che ti guardano dentro il cuore

Racconto leggero per le notti delle “Lacrime di San Lorenzo”

stanhopea_oculata_1Stanhopea oculata
(Lodd.) Lindley 1832
I fiori delle Stanhopea sono impollinati dai maschi delle api Euglossine. Ogni specie produce un profumo diverso dalle altre.
La fragranza emanata da una specie di Stanhopea attrae solo i maschi di una delle tante specie di api euglossine – l’aroma serve ai maschi per attirare l’attenzione delle femmine della loro specie – fantastico!! Ordine assoluto: niente ibridazioni e niente infedeltà fra le api, almeno così pare.

stanhopea_oculata_2Capita però che qualche specie di Stanhopea si diverta a fare la cinica: non produce alcun nettare da donare alle api maschio… ed allora? Come mai i maschi delle api visitano ugualmente questi fiori avari? Tutto calcolato, i fiori senza nettare ricevono la visita dei maschi giovani…quelli ancora imbranati, buona palestra di allenamento per tempi migliori, quando a loro servirà veramente l’aroma per attirare le api femmine!

Nota: le foto rappresentano orchidee della collezione “Rio Parnasso”. Per scopi non commerciali possono essere usate, previa comunicazione a info@orchids.it

Phalaenopsis bellina e le sue sorelle del gruppo Phal. violacea

Foto in evidenza: Phalaenopsis bellina ‘Perfetta’ Christenson 1995 – collezione Rio Parnasso, coltivatore Guido De Vidi, foto 22.08.2016.

Questa pianta compie 23 anni

Nota postuma (agosto 2016): Il post è stato scritto in agosto 2011, ora la pianta è stata divisa e non esiste più l’esemplare.

Quando è giunta nella mia serra si chiamava ancora Phalaenopsis violacera var. borneo, poi ha cambiato nome ed è diventata bellina…nel rascorrere degli anni sono giunte altre varietà a farle compagnia… vediamole insieme…
Phalaenopsis bellina Christenson 1995
Sottogenere: Polychilos
Sezione: Amboinenses Sweet 1968
Sinonimi: Phalaenopsis bellina f. bowringiana (Rchb.f.) Christenson 1995; Phalaenopsis bellina f. murtoniana (Rchb.f.) Christenson 1995; Phalaenopsis bellina f. punctata (Rchb.f.) Christenson 1995; Phalaenopsis violacea var bellina Rchb.f 1884; Phalaenopsis violacea var chloracea Rchb.f 1884; Phalaenopsis violacea var. borneo; Phalaenopsis violacea var. bowringiana Rchb.f. 1884; Phalaenopsis violacea var. murtoniana Rchb.f. 1878; Phalaenopsis violacea var. punctata Rchb.f. 1884.
Phalaenopsis bellina, precedentemente conosciuta come P.violacea var. borneo, è endemica dell’isola di Borneo e cresce nel Sarawak e Kalamantan. In natura le piante crescono in modo pendulo, con corte infiorescenze che producono fiori di colore bianco con pallide tonalità verdi e marcature viola sui sepali inferiori. Sono estremamente fragranti e possono fiorire per diversi mesi, in particolare nei mesi primaverili ed estivi. Quando queste piante sono adulte, sviluppano grandi foglie ondulate di colore verde traslucido.

Il genere Phalaenopsis
Il genere Phalaenopsis Blume, rappresenta un gruppo di orchidee, belle e popolari.
Secondo le ultime classificazione di Christenson (2001), è composto da circa 66 specie, divise in cinque sottogeneri:
Proboscidioides, Aphyllae, Parishianae, Polychilos, e Phalaenopsis. Di questi, il sottogenere Polychilos è stato suddiviso in quattro sezioni: Polychilos, Fuscatae, Amboinenses e Zebrinae. Inoltre, anche il sottogenere Phalaenopsis è stato suddiviso in quattro sezioni: Phalaenopsis, Deliciosae, Esmeralda, e Stauroglottis.

Il complesso Phalaenopsis violacea
Il complesso che comprende anche la specie Phalaenopsis violacea Hort. ex H. Witte è stato classificato nella sezione del Amboinenses sottogenere Polychilos, in cui secondo la classificazione di Christenson (2001) sono incluse 19 specie. Studi basati sui dati molecolari, evidenziano che queste specie non sembrano essere monofiletiche (Tsai et al. 2006a, b, 2010). All’interno di questo complesso, un recente studio sistematico del genere Phalaenopsis, ha identificato due specie distinte, P. violacea e P. Bellina.
In precedenza, P. Bellina (Rchb.f.) E. A. Cristens. era tradizionalmente classificata come P. violacea ‘forma borneo’ Witte in base al labello simile e calli (Kuhn e Kuhn 1965). Inoltre, le piante di P. violacea ‘forma borneo’ sono distribuite solo nel Borneo e sono separate da altre piante di questo complesso, endemiche sia a Sumatra (P. violacea ‘forma sumatra’) o la penisola malese (P. violacea” forma malese “).
L’attento esame di fragranza floreale e una recensione su altre differenze morfologiche – Christenson Whitten (1995) – hanno riconosciuto alle piante P. violacea ‘forma borneo’ , lo status di specie separata, nominata P. Bellina.

Le differenze
Phalaenopsis bellina

Le caratteristiche morfologiche di P. bellina evidenziano un colore violaceo all’interno della base dei sepali laterali, a differenza di P. violacea, che ha un colore viola meno marcato, anche su tutta la superficie dei sepali e dei petali.

Inoltre, la forma della foglia di P. Bellina è più ampia (generalmente più di 10 cm di larghezza) rispetto a quella di P. violacea (generalmente meno di 8 cm di larghezza; Christenson e Whitten 1995).
Inoltre, i sepali laterali in P. bellina sono recurvi verso il basso (gambe storte) e gli apici dei tre sepali formano un triangolo isoscele. Al contrario, i sepali laterali di P. violacea non sono storti e gli apici dei tre sepali formano un triangolo equilatero (Christenson e Whitten 1995).

Phalaenopsis violacea ‘forma sumatra’
Le foto rappresentano la specie nelle sue varietà, alba, semialba e coerulea e
Le piante del complesso Phal. violacea amano temperature calde ed umide, fioriscono nella stagione estiva e producono fiori in successione, molto profumati.
Per dimostrare la diversità tra P. bellina e P. violacea endemiche in Sumatra e Malesia, sono stati fatti degli studi sulla composizione chimica dei loro profumi ed è effettivamente emersa una differenza di valori. La diversità di profumazione, è in funzione del gradimento dei vari insetti impollinatori.
Nota: le foto rappresentano orchidee della collezione Guido De Vidi. Per scopi non commerciali possono essere usate previa comunicazione a info@orchids.it

Ornithocephalus myrticola: orchidee testa di uccello

ornithocephalus_myrticola_4 Appartengono al gruppo Ornithocephalus sottotribù Oncidiniae – ex Ornithocephalinae.
Etimologia del nome generico: deriva dalle parole greche “Ornis” = “Uccello” e “Cefalo” = “testa”, per la somiglianza della colonna con la testa di un uccello.-
Sono note circa 100 specie, piccole, epifite, distribuite nell’America tropicale, con diversi generi la cui endemicità è limitata nelle foreste costiere atlantiche a sud-est del Brasile.

Generi
Zigostates: circa 25 specie.
Ornithocephalus: circa 50 specie.
Chytroglossa: 4 specie.
Thysanoglossa: 2 specie.
Phymatidium: 10 specie.
Rauhiella: 3 specie.

Genere
Ornithocephalus
Specie tipo: Ornithocephalus gladiatus Hook. (1824). (1824)

Descrizione della specie: Ornithocephalus myrticola
ornithocephalus_myrticola_3Ornithocephalus myrticola Lindl., Ann. Nat. Hist. 4: 383 (1840).
Distribuzione: Brasile
Sinonimi:
Ornithocephalus chloroleucus Rchb.f., Bonplandia (Hannover) 3: 226 (1855).
Ornithocephalus pygmaeus Rchb.f. & Warm., Otia Bot. Hamburg.: 88 (1881).
Ornithocephalus reitzii Pabst, Anais Bot. Herb. “Barbosa Rodrigues” 5(5): 86 (1953).
Ornithocephalus vosburghii Ruschi, Bol. Mus. Biol. Prof. Mello-Leitão. Sér. Bot. 22: 1 (1969).

ornithocephalus_ myrticola_1 Ornithocephalus myrticola è una specie miniatura endemica nei boschi umidi del Brasile, della Bolivia e del Perù.

Il nome di specie, identifica anche il tipo di arbusti preferiti da questa orchidea epifita: arbusti di Mirto.

E’ sprovvista di pseudobulbi, si sviluppa in forma simpodiale, producendo ceppi di foglie carnose, falcate, acute e disposte a ventaglio. Le infiorescenze pubescenti, lunghe non più di 2-4 cm, escono dalle ascelle delle foglie e producono esili fiori carichi di fragranza al limone.

Ornithocephalus myrticola vive bene a temperature intermedie, costante umidità e luce filtrata.

Può essere coltivata su zattera oppure in piccoli vasi con composto di felce vegetale.

Oggi è morto un albero, a casa mia

Oggi è morto un albero, a casa mia. Ha scelto di morire in estate, forse per chiedere aiuto prima di andarsene.

Attorno a lui stanno lì in silenzio, il Sambuco, due giovani piante di Fico, il cespuglio dei Noccioli, il canneto dei Bambù e suo fratello gemello, poco più in là di lui, lungo il Rio Parnasso. Si chiamava Salix babylonica (Salice piangente, per gli amici)

Pianta un albero e sarai felice – mi sussurrava il nonno quando ero bambino – ed io ne ho piantati tanti di alberi. Tutta la tribù del giardino di casa l’ho messa a dimora con l’aiuto dei famigliari: è il film della nostra vita.
Ogni albero del giardino ha la sua storia da raccontare, l’Acacia innestata che ha sorpreso perfino Arturo, contadino ante litteram, quel Prunus selvatico dai piccolissimi frutti color oro, l’ombroso Oppio (Acero campestre), piantato a sentinella della sponda del fiume, anche il giovanissimo Melo, nato da un seme piantato da mio figlio, ha già la sua storia, ma lui, il Salice piangente, non ha fatto in tempo a raccontare tante cose: se ne è andato troppo giovane: ciao giovane amico mio, nessuno si è accorto di te… no, no, non temere ci ricorderemo di te.