Archivio mensile:Ottobre 2013

Pensieri

Un boquet per te.

boquet e pranzo gnocchi-7-1-05 002Pensieri

A te, che il giorno non può iniziare se non mi vieni a trovare.

A te, che che non mi conosci, ma qualcuno ti ha detto che sono da odiare.

A te, che sei una persona da stimare.

A te, che le orchidee sono solo un pretesto per… amare.

A te, che questo blog è roba da buttare, ma lo stesso, mi vieni a cercare.

A te, che in fondo in fondo, ti piacerebbe ricominciare.

… pensieri, amici miei, pensieri, solo dolci pensieri.

Sc. Beauford ‘Elmwood’ … una storia da raccontare

Questa miniatura era esposta alla mostra di Schio dello scorso settembre. Sono convinto che pochi visitatori se ne sono accorti, forse nemmeno i giudici. Chissà. Vediamo se riusciamo a riabilitarla con questo post, tutto dedicato a lei.

041 Partiamo dal nome: Sc Beaufort ‘Elmwood’
Si capisce subito che è un ibrido. Inoltre, l’epiteto ‘Elmwood’ ci dice che questo è un clone selezionato, e se andiamo a curiosare nella sua storia genealogica, vediamo con piacere che è molto breve – (Cattleya luteola x Sophronitis coccinea) – un incrocio fra due specie (primario), registrato da “Casa Luna” nel 1963.
Si dirà: “basta e avanza”… fine della storia. Certo, ma…
“… Non vogliate negar l’esperienza
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza”
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120)
Noi orchidofili siamo un po’come Ulisse, sempre “affamati” di nuove conoscenze ed emozioni, ed allora approfondiamo di più, potremo trovare ulteriori aspetti interessanti. Ad esempio l’origine del nome, la storia e la vita dei suoi ibridatori e in che parte del mondo è nata questa deliziosa orchidea.

Il nome
Beaufort è una affascinante città di mare, della Carolina del Sud (USA), e Elmwood è il nome di una delle tante vie della città, dedicate agli alberi, in questo caso agli Olmi.
Chi ha dato questi nomi all’ibrido, doveva essere legato sentimentalmente alla città di Beaufort.
Qualche notizia la troviamo a pag. 15 su “The News and Courier – 21 ott 1965” in un articolo di Anne Pooser.
Eravamo nel 1963 quando il dottor P. Amiot Hewlett, poco tempo dopo le sue dimissioni dalla “Standard Oil Co.”, arrivò a Beaufort dal New Jersey, con la sua station wagon stracarica di piccole piantine di orchidee ancora in beute sigillate. Attraversò Beaufort sulla US Highway 21 ed imboccò il ponte che portava a Lady Island, località scelta per iniziare la nuova attività. Sua moglie giunse due giorni dopo.
Nasce così, nel gennaio del 1963, la “Casa Luna Orchids” e solamente tre anni dopo, già commerciava con vari Paesi del mondo.
La registrazione del nuovo ibrido fra (Cattleya luteola x Sophronitis coccinea), con il nome della nuova città di adozione è stato sicuramente un atto d’amore dei signori Hewlett.

Sc. Beaufort ‘Elmwood’ AM/AOS produce fiori molto belli di colore giallo limone con delle macchie rosse sul labello. Fiorisce più volte l’anno. Può essere coltivata in piccoli vasi con substrato di bark, oppure su supporti di legno duro o corteccia di quercia di sughero (vedi foto) con poco sfagno tra le radici.
Questa miniatura desidera poca luce e temperature da serra intermedia, va bagnata e fertilizzata regolarmente senza periodi di riposo.
I piccoli fiori di questo ibrido hanno rivoluzionato il mondo delle ibridazioni. Sc. Beaufort è la prima vera miniatura compatta, fra quelle ottenute a partire da specie del genere Cattleya. Ma non ha ottenuto subito la notorietà, ha dovuto attendere due decenni prima di farsi apprezzare dagli orchidofili e soprattutto per essere usata dagli ibridatori in nuovi incroci. A onor del vero, nei due decenni del suo “limbo” gli ibridatori hanno rifatto la semina, selezionando di volta in volta, cloni particolari da usarsi in future ibridazioni.
Si racconta che certi cloni tetraploidi siano gelosamente tenuti ad uso esclusivo per nuovi incroci. Solo a partire dal 1983 si possono vedere nuovi incroci con genitore Sc. Beaufort. Ormai sono più di 500 (un numero eccezionale) e assommano le opportunità delle mutazioni tetraploidi disponibili, con la forma ed il colore dei fiori della Sc. Beaufort.
Infatti, 25% di tutti gli ibridi della prima generazione hanno ricevuto almeno un premio per la qualità del fiore!
Fra questi segnalo le miniature Slc. Dream Catcher e Slc. Jungle Beau, e gli ibridi compatti con fiori pieni e di ottima forma Pot. Little Toshie e Slc. Final Touch, che fioriscono due o più volte all’anno. Una volta, i colori giallo carico e rosso arancio vivo erano rari nelle Cattleya, ora queste tonalità sono abbastanza facili da trovare in vendita. Tuttavia le selezioni tetraploidi di Sc Beaufort sono così importanti come genitori che continuano ad essere custodite molto attentamente e raramente si tronano in vendita! Il clone ‘Elmwood’ è una forma diploide premiata con AM/AOS 1982.

Slc. Christopher Hausermann ‘EFG’ HCC / AOS

Slc. Christopher Hausermann ‘EFG’ HCC/AOS (George Hausermann x C. Eugene Hausermann)

Genealogia: „¡ Slc. Mae Hawkins
Data di registrazione: 1977
Seme: Slc. Mae Hawkins 1967
Polline: Lc. Hina Sunset 1967

C. Eugene Hausermann
Date di registrazione: 01/01/1967
Seme: Cattleya Bob Betts
Polline: Cattleya Elizabeth Carlson

004Come tutte le ibridazioni Hausermann, anche questa è una vera delizia. Fiorisce più volte l’anno, e ha un portamento compatto. I fiori appena aperti sono di colore lavanda pallido, ma in pochi giorni diventano color bronzo-arancione; sono abbastanza grandi, tanto che una buona fioritura riuscirà a nascondere le fogie.

Le serre Hausermann si trovano nel cuore degli USA, vicino a Chicago e rappresentano una delle più importanti colrtivazioni di orchidee al mondo.
L’azienda fu fondata nel 1920 da Carl Hausermann, con la produzione di gardenie da fiore reciso.
Nel 1935, Edwin Hausermann, figlio del fondatore, ha cominciato ad acquistare piante di orchidee, per sostituire la produzione di rose e gardenie.
Sul finire degli anni 50 Hausermann avvia la vendita di piante di orchidee e accessori per la coltivazione. Nel 1970 l’ex ‘reparto piante’ assume il nome di “ORCHIDS by Hausermann, INC” al fine di servire meglio, sia gli hobbisti che i professionisti.
Attualmente, l’azienda fornisce il mercato americano e spedisce piante in tutto il mondo. Orchidee particolari provenienti dalla foresta e ibridazioni superiori, sono propagati in laboratorio, per mezzo del metodo di coltura di tessuti meristematici.

L’architetto si fa la serra: inaugurazione, sabato 19 ottobre…di pomeriggio

Portogruaro e dintorni: finalmente una serra a misura di orchidea.

Nel circondario portogruarese, dopo aver visto “scatole” senz’anima, “gazebi” con improbabile vocazione rococò, e “green-lofts” adibiti alla coltivazione delle orchidee, pare proprio che questa volta si vada a inaugurare una piccola serra amatoriale… a misura di orchidea.

serra giorgio f.

Questo avviene a Summaga, ridente località del Portogruarese in Provincia di Venezia. Artefice Giorgio Facchin, architetto, da qualche anno convertitosi sulla via di Damasco dell’orchidofilia.
Giorgio ci invita tutti all’inaugurazione, prevista per sabato 19 ottobre alle ore 15.
Indirizzo: via Montecassino n° 25 30026 Summaga-Portogruaro (VE)
Chi desidera presenziare all’evento, ne dia comunicazione vai mail a giorfa@libero.it

Di libro, in libro… è in uscita “ORCHIDEE”: anteprima

Esce un nuovo libro sulle orchidee
Di tanto in tanto, l’editoria italiana sforna pubblicazioni che trattano il magico mondo delle orchidee.
Il prossimo fine settimana, ad Ala Cernobbio, Villa Erba, Como, nel contesto di “Orticolario”, Fabio Petroni e Anna Maria Botticelli presentano il nuovo libro, dal titolo ORCHIDEE – Edizioni White Star.

Sabato 5 ottobre alle ore 18, nella prestigiosa sede di Villa Erba a Cernobbio, dalla galassia editoriale De Agostini uscirà “ORCHIDEE”… un libro “emozionale” a forte impatto fotografico.

libro orchidee copertina

Libro illustrato, di grande formato, con foto dei fiori (talvolta porzioni di foglia) su sfondo bianco, con testi brevissimi, titolini emozionali, suddiviso in quattro capitoli: Passione, Incanto, Grazia e Eleganza, Stravaganza.
Ho avuto l’opportunità di leggere in anteprima l’opera, ricevuta in formato Pdf da Elisabetta Gargagli dell’ufficio stampa della De Agostini Libri Spa, che ringrazio pubblicamente.

La mia prima impressione è sicuramente quella di dire – “missione compiuta” – gli obiettivi editoriali sono stati raggiunti tutti: fotografie eccellenti, grazie al fotografo Fabio Petroni, che con il suo lavoro è riuscito a far resuscitare i “morti”, e complimenti ad Anna Maria Botticelli, autrice dei testi.

Conosco Anna Maria da una vita. Lei, narratrice sensibile, preparata ed abile “ipnotizzatrice”, con i suoi racconti, per certi aspetti metafisici, riesce sempre a trasportarti in un mondo, che va oltre la dimensione botanica della vita vegetale. Ed anche in questa sua opera c’è riuscita. Sfuggendo con abilità dal freddo linguaggio scientifico, descrive immagini di orchidee non sempre “emozionali”, in maniera delicata, proprio come piace alle tante “signora Maria o signori Mario”, sicuramente attratti dalle sue dolci emozioni.

Ecco, qui finisce la mia ammirazione – si dirà – “Non è mica poco!”, che sia poco o tanto non lo so, quello che emerge è che in Italia si continua solo a sfornare il target che trova un mercato sicuro per l’editoria italiana del verde.
So perfettamente che questo mio modo di vedere le cose è largamente minoritario nel panorama dell’orchidofilia italiana, ma questa constatazione non mi può esimere dallo stigmatizzare la scarsa volontà di “rischiare” un po’ di più, da parte degli editori.
Cito solo un esempio: è dal 1981 che, quello che tutti gli orchidofili ritengono essere la “BIBBIA”, – Le ORCHIDEE di Rebecca Tyson Northen, Rizzoli 1981- da anni esaurito, non viene più ristampato in lingua italiana.
Da allora, in America sono uscite nuove edizioni di questo splendido libro, e molti orchidofili italiani farebbero la fila per acquistare una sua nuova ristampa.

In Italia non si riesce a far emergere uno “straccio” di libro, chiaramente rivolto alla novità, alla notizia di rilevanza storica, all’approfondimento scientifico e alla doverosa sottolineatura di quei pochi personaggi italiani che fanno ed hanno fatto grande l’Italia nell’orchidologia mondiale.
Possibile che a ricordare la figura di Padre Angelo Andreetta, grande botanico e orchidologo italiano, morto nel mese di settembre del 2012, non ci abbia pensato nessun editore, ma solamente il sottoscritto e pochi altri amici, con la divulgazione di una pubblicazione, pagata a proprie spese?
Tornando al libro che uscirà nel prossimo fine settimana, conoscendone la genesi, so che le foto pubblicate rappresentano uno spaccato di orchidee in fiore a novembre; esigenze editoriali non consentivano tempi fotografici più lunghi. Purtroppo, a mio avviso, questo è un limite imperdonabile per un libro sulle orchidee, che vuole essere “emozionale”… o meglio, chi lo leggerà dovrà accontentarsi di godere solo le maliarde novembrine.

Ad ogni buon conto, in bocca al lupo agli autori e agli editori di questa pubblicazione: scrivere e pubblicare è di per se un atto di coraggio, onore al merito.