Due parole prima di cominciare
Qualche giorno fa un amico collezionista orchidofilo italiano, mi ha inviato questo messaggio di posta elettronica: “ci fai tutta la serie di Restrepia? Potresti fare monografia!” Qualificare l’amico che mi ha scritto, con l’epiteto “orchidofilo” è forse riduttivo, i suoi interessi culturali spaziano con bravura nella botanica in genere e soprattutto, nella letteratura e nella storia della scienza botanica. Va da se capire quindi, che la sua “esortazione-invito”, mi ha reso felice, ma nello stesso tempo mi ha posto un interrogativo: sono in grado di produrre questo lavoro, e poi, servirà all’orchidologia?
Quello che scrivo è paragonabile all’impressionismo dell’arte figurativa, mi esce di getto ed è frutto della carica emotiva che genera lo spunto per l’articolo: una pianta appena fiorita, l’odore caldo e umido della serra, piuttosto che i profumi, carichi e sensuali.
Per capire e per conoscere le orchidee è fondamentale vivere con loro. Chi non le coltiva o non sa coltivarle non potrà mai scrivere di loro: sarebbe come immaginare l’amore senza averlo mai vissuto.
Il mio raccontare le orchidee su questo blog è apprezzato da molti lettori. Per scelta, rifugge dalla deriva meramente cattedratica, per altro non ne sarei nemmeno capace, mi manca la padronanza del linguaggio scientifico – sono un dilettante – e pertanto cerco di portare quel che scrivo, nell’alveo che mi è più consono: la passione e l’esperienza di coltivazione.
Quando la descrizione necessita di approfondimenti storici, botanici e tassonomici, è come entrare in un labirinto di informazioni, a volte sbagliate o contrastanti. E’ in questo ambito, che il lavoro di costruzione delle notizie diventa duro e scivoloso. Gli errori sono sempre in agguato, correggetemi senza remore, se sbaglio.
Ecco, amici che mi seguite, se sarà monografia lo vedremo più avanti, per ora continuiamo a “navigare” insieme.
L’orchidea timida, porta mosche.
Bene, ora possiamo conoscere meglio la specie che ha dato il titolo a questo post: Restrepia muscifera (Lindl.) Rchb.f. ex Lindl., Folia Orchid. Restrepia 2, 1859.
Etimologia del nome di specie: dal latino muscifer, “porta mosche„, con riferimento alla somiglianza dei fiori, alle mosche.
E’ da molti anni che alcune piante vivono nella mia collezione, e ogni volta che mi capita di mostrarle ai miei amici, mi piace presentarle come “orchidea timida” per il fatto che i loro fiori sono nascosti nella parte inferiore delle foglie; quasi non si riesce a vederli e le piante, seppur in piena fioritura (molto duratura), sembrano senza fiori.
Altro particolare di questa specie è la sua grande varietà morfologica, sia della pianta che dei fiori.
A tal proposito, un discorso a parte va fatto per Restrepia echo (foto a sinistra), elevata al rango di specie pur essendo simile alla Restrepia muscifera. Più avanti, in altro post, approfondiremo le motivazioni.
Essendo estremamente variabile come specie non c’è da meravigliarsi che Restrepia muscifera abbia molti sinonimi e non esistano due popolazioni simili per dimensioni, forma e colore. Carlyle Luer nel suo lavoro “Systematics of Restrepia” (1996) afferma che: “le forme a foglie larghe appaiono nettamente diverso dalle forme a foglie strette, ma le stesse variazioni dei fiori si verificano in entrambe le forme.”
Descrizione
Restrepia muscifera (Lindl.) Rchb.f. Folia Orchidacea. Restrepia 2. 1859. (15 Gen. 1859).
Sottogenere: Restrepia
Sezione: Pleurothallopsis
Sinonimi:
Pleurothallis muscifera Lindl. Edwards’s Bot. Reg. 28(Misc.):79, 1842.
Restrepia Lansbergii “Reichb. f.”, sensu Hook. in Bot. Mag. 87: t. 5257. 1861.
Restrepia dayana Rchb.f. Gard. Chron. 1875(2):257, 1875.
Restrepia muscifera subsp. shuttleworthii (Rolfe) H. Mohr, Leaf. Schltr. Instit. 2:8, 1996.
Restrepia shuttleworthii Rolfe, Bull. Misc. Inform. Kew 1892:138, 1892.
Restrepia tonduzii Schltr., Repert. Spec. Nov. Regni Veg. Beih. 19:291, 1923.
Restrepia powellii Schltr., Repert. Spec. Nov. Regni Veg. Beih. 17:25, 1922.
Pleurothallis xanthophthalma (Rchb.f.) L.O. Williams, Bot. Mus. Leafl. 8:144, 1940.
Pleurothallis dayana (Rchb.f.) L.O.Williams 8:144, 1940. (5 Giu. 1940).
Restrepia xanthophthalma Rchb.f. Hamburger Garten-und Blumenzeitung 21:300, 1865.
Nota: Bot. Mus. v.8 pag. 144 – stessa pagina Restrepia muscifera con tre sinonimi diversi
La specie è stata descritta per la prima volta John Lindley nel 1842 come Pleurothallis muscifera in Edwards’ Botanical Register, basandosi su una pianta presente nella collezione Guatemalteca di George Ure Skinner. In seguito (1859) Reichenbach figlio l’ha trasferita nel genere Restrepia in Folia Orchidaceae.
Questa specie è molto diffusa in vaste zone dell’america centrale. Può essere trovata in Messico (Chiapas, Guerriero e Oaxaca), nel Belize, in Guatemala, in Salvador, in Honduras, in Nicaragua, nel Costa Rica, a Panama, ed anche nella Cordigliera occidentale della Colombia. E’ una piccola orchidea epifita a sviluppo simpodiale cespitoso, vive nelle foreste pluviali montane ad altitudini di 300-2300 m.
Le piante di questa specie sono di dimensioni variabili, prive di pseudobulbi, con fusti che vanno da 2,5 a 17 cm., avvolti da 4–8 foderi biancastri, dotati di foglie laterali lunghe, stilizzate e più ellittiche di altre specie del genere.
I fiori si sviluppano simultaneamente alla base di ogni foglia, e raggiungono la misura di 23 mm.
Il sepalo dorsale è eretto, a forma vagamente triangolare, di solito bianco traslucido con macchie rosso-nerastre, gli altri 2 sepali sono fusi lateralmente (sinsepalo), misurano circa 25 mm e mostrano una piccola fessura marginale .
I colori del sinsepalo sono vari: bianco e traslucenza generale, con lentiggini rosso porpora. I petali, formano lunghe “ali” sottili e finiscono con piccole protuberanze ovali di colore giallo.
Il labello è ovale e breve. Mostra le stesse variazioni di lentiggini rosso magenta .