Una grande giornata da incorniciare… e pensare che non era partita nel migliore dei modi
Cypripedium calceolus, nome popolare scarpetta di Venere o Pianella della Madonna
L’appuntamento dei soci del Club per la visita ad una delle colonie più numerose d’Europa era all’uscita del casello autostradale di Verona est alle 9.30 e fin qui tutto bene. Purtroppo, appena formata l’autocolonna, alla seconda rotonda della tangenziale, già ci sian persi. Panico a non finire, ma dopo altri due o tre errori stradali, siamo riusciti a prendere la statale che porta verso l’alta Val d’Illasi… la nostra meta.
La giornata era splendida, le prealpi veronesi limpidissime e la temperatura in pianura sopportabilissima. Era Domenica però, una Domenica di inizio estate che gran parte dei veronesi aveva deciso di spendere in montagna. Alle 10 del mattino il traffico automobilistico lungo la strada che porta in Val d’Illasi era stranamente scarso… per forza, gli escursionisti erano già tutti piazzati lungo i numerosi sentieri, sin dalle prime ore mattino: le loro automobili però, erano tutte parcheggiate lungo le rive della strettissima strada piena di tornanti che porta al rifugio Revolto (1336 metri di altitudine).
Chilometri di automobili parcheggiate senza soluzione di continuità, il nostro gruppo, dopo una serie di manovre è riuscito a parcheggiare le auto a 15 minuti di strada a piedi. Niente paura, armi e bagagli, e su per le ripide rive dei sentieri che tagliano di brutto i tornanti della strada asfaltata.
La fatica della salita che porta al rifugio Revolto (punto di partenza per raggiungere le stazioni di C. calceolus) è presto lenita dalla scoperta di varie specie di orchidee, sin da subito numerose e diversificate.
Esclusa Orietta, che non se l’è sentita di litigare con il suo cuore capriccioso, dopo una ventina di minuti, il gruppo era già in cammino verso il “paradiso” dei Cypripedium calceolus.
Fortunatamente la gran massa di gitanti non era lì per le orchidee e per noi è stato buon gioco, oltre al nostro gruppo, pochissimi altri appassionati erano diretti verso il “lago asciutto”, luogo della prima stazione di Cypripedium calceolus. Si confabula con un amico incrociato lungo il sentiero che porta al lago asciutto, che stigmatizza l’eccessivo calpestio creatosi attorno alle orchidee. Noi proseguiamo e dopo aver attraversato un boschetto di Laburnum anagyroides (maggiociondolo), ecco come per incanto il primo gruppo di “Pianelle della madonna”
E’ assai difficile descrivere le sensazioni del primo impatto, meraviglia, ammirazione, smarrimento per tanta bellezza e armonia della natura circostante. Esclamazioni – ecco ancora un gruppo – guarda di qua – sì, ma più avanti ce ne sono di più belle – ci rassicura Gianni – che ormai conosce anche le crepe sul terreno, tanta è la sua maestria.
A proposito, nonostante le traccie evidenti di eccessivo calpestio, le varie colonie di C. calceolus della prima stazione erano ancora integre, solamente due fiori sono stati recisi (vedi foto sopra a sinistra), a significare il buon livello della sensibilità generale.
Spostandoci verso la seconda stazione di C. calceolus, mimetizzata fra varie specie di orchidee abbiamo incontrato anche una timida Viola biflora dai fiori color giallo luminoso.
Lungo il canalone che divide la vallata è recentemente franata anche una slavina, le cui tracce sono ancora visibili nella foto sopra a sinistra; fortunatamente ha risparmiato la più estesa stazione di C. calceolus mai vista, forse la più grande d’Europa.
E’ impossibile rappresentarla con una foto, possiamo solamente cogliere qualche aspetto interessante.
Le ore 2 del pomeriggio sono già suonate e la visita al paradiso delle orchidee volge al termine con grande soddisfazione generale e con l’impegno di tornarci ancora… loro saranno lì ad aspettarci.
Il gruppo risale lentamente alla spicciolata in palese carenza di zuccheri e di liquidi, ma il rifugio è lì poco più avanti ad attenderci per un ristoro spartano.
… e dopo, giù a piedi verso il “campo base” posto sulla via del ritorno dal quale ci sian mossi in auto per visitare Giazza, un ridente paese di origine Cimbra.
La giornata è scivolata via con dolcezza. Più che orchidofili ci sian sentiti amici, ed ancora una volta le maliarde son riuscite a farci vivere una bella giornata in compagnia.
Il nostro Club con queste iniziative non intende scomodare la scienza e la botanica, desidera solamente promuovere momenti di vita associata e far tesoro di quanto scritto sulla targa che appare nella foto a sinistra, scattata lungo una vietta di Giazza: rispettare i fiori.
Altre notizie della escursione le trovi sul sito www.orchidcoltura.it