Archivio mensile:Aprile 2022

Pholidota chinensis

Descrizione

Genere:

WJ Hooker fondò questo genere di orchidee nel 1825 in riferimento a un nome manoscritto del Dr. John Lindley. L’epiteto generico è dal greco pholidotos = squamoso, riferito alle squame sulle brattee delle infiorescenze di alcune specie. Le piante, fatta salva qualche specie, sono generalmente di piccola dimensione. La specie tipo per questo genere è Pholidota imbricata. I fiori sono generalmente piccoli e non colorati. Le specie comunemente coltivate di questo genere sono Pholidota imbricata e Pholidota ventricosa.

Pholidota imbricata.

Numero di specie: Il WCSP riconosce 41 specie e 5 varietà. (2/2020) Distribuzione: India, Cina, in tutto il sud-est asiatico, Nuova Guinea, Australia settentrionale e le isole dell’Oceano Pacifico.

Pholidota chinensis Lindl. 1847 SEZIONE Chinensis. La specie fiorisce in primavera.

Pholidota chinensis, pianta.

Distribuzione: Specie endemica in Vietnam, Myanmar, Hong Kong e nelle province cinesi di Fujian, Guangdong, Guangxi, Hiuzhou, Hainan, Xizang, Yunnan e Zheziang su rocce umide vicino a ruscelli in aree ombreggiate e aperte. Cresce sugli alberi della foresta pluviale di pianura sempreverde o nelle foreste montane primarie ad altitudini comprese tra 300 e 2500 metri come litofita ed epifita di piccole dimensioni. Orchidea da ambiente fresco a freddo, strutturata con pseudobulbi ovoidali e solcati portanti 3 foglie, da ovate-oblunghe a lineari-lanceolate. Fiorisce in primavera su un Infiorescenza pendula lunga da 15 a 30 cm che nasce dall’apice di una nuova crescita prima o mentre sviluppa le nuove foglie, con molti fiori profumati.

Sinonimi: Coelogyne chinensis (Lindl.) Rchb. f. 1864; Coelogyne pholas Rchb.f 1861; Pholidota annamensis Gagnep 1931; Pholidota chinensis var. cylindracea Tang & FTWang 1951; Pholidota laucheana Kraenzl. 1892; Pholidota pholas Rchb. f. 1864; Pholidota pyrranthela Gagnep. 1950

Pholidota chinensis. fiori.
Pholidota chinensis, infiorescenze.

Coltivazione: Questa specie è consigliabile coltivarla a temperature intermedie in ombra parziale a luce moderata. Annaffiare regolarmente durante l’estate, circa una volta ogni due giorni e ridurre gradualmente in inverno, circa una volta ogni due o tre settimane e aumenta gradualmente l’irrigazione quando inizia a mostrare nuove radici. Per il rinvaso usare contenitori che facilitino un buon drenaggio, con un mix di fine corteccia di abete, fibre di felce arborea e perlite o muschio di sfagno della Nuova Zelanda.

Acineta erythroxantha

Lindley 1843

Tribù: Cymbidieae 
Sottotribù: Stanhopeinae

Il genere.

John Lindley descrisse questo genere, che dal punto di vista vegetativo ricorda da vicino Stanhopea, nel 1843. Il nome del genere deriva dal greco akinetos (immobile) in riferimento all’aspetto rigido e privo di giunture del labello. La morfologia delle varie specie del genere Acineta ricorda più da vicino Pescatorea o Peristeria. Ad ogni buon conto il portamento pendente dell’infiorescenza assomiglia a quello di Stanhopea.
Le circa 15 specie di questo genere sono normalmente epifite ma occasionalmente possono colonizzare ampi spazi come terrestri su argini ripidi ad altitudini comprese tra 800 a 2.000 metri.

Numero di specie: Attualmente la Kew World Checklist of Selected Plant Families riconosce un totale di 17 specie (8/2012). Distribuzione: Dal S. Messico al Venezuela, Ecuador e Perù.

Coltivazione: temperature intermedie; minimo (12C) di notte. Luce da moderata a brillante ma ombreggiata; mai sole diretto, brucerebbe le foglie. Fornire molta acqua e umidità (40-60%) durante la crescita attiva con un periodo secco più fresco una volta completata la crescita. La coltivazione su cesti è la migliore soluzione per gestire leelle lunghe infiorescenze pendenti. Fertilizzare una volta al mese con cocime equilibrato.

La specie: Acineta erythroxantha

Acineta erythroxantha detta anche Acineta rossa e gialla, è una specie del genere Acineta. Questa specie è stata descritta da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1854. Acineta erythroxantha è originaria del Venezuela, Colombia, Panama, Costa Rica. Si trova nello stato di Lara (vicino a Sanare) e nello stato di Trujillo (sopra Bocono) in Venezuela, ad un’altitudine di circa 1800 metri sul livello del mare. È una specie epifita di grandi dimensioni, da clima fresco con pseudobulbi densamente raggruppati, ovoidali, moderatamente compressi, leggermente nervati che si restringono inferiormente in una foglia base picciolata.  Acineta Rossa e Gialla fiorisce in primavera su un’infiorescenza racemosa, pendente, lunga 45 cm, fiorita subdensamente, che nasce su pseudobulbo maturo avvolto basalmente da brattee acute, subimbricate, ovate, leggermente gonfiate. I fiori sono di colore giallo-verde brillante, a coppa; il labello è di un giallo più brillante con macchie rosse sul callo e sui lobi laterali.

Acineta erythroxantha richiede ombreggiatura del 50-60%, mai la luce solare diretta. La luce diretta brucerebbe le foglie.

Temperatura:  L’Acineta Rossa e Gialla necessita di una temperatura minima notturna invernale di 10-13°C, con temperature diurne di 13-20°C. Gli sbalzi di temperatura diurni tra 8-11°C dovrebbero fornire le condizioni adeguate per iniziare la fioritura. Umidità:  Durante la fase vegetativa, la pianta richiede dal 40% al 60% di umidità. L’aria troppo secca ha un effetto negativo sullo sviluppo della pianta: la sua crescita è inibita e le foglie iniziano a ingiallire e seccarsi. Maggiore è la temperatura, maggiore dovrebbe essere l’umidità in ambiente ventilato onde evitare marcescenze. Substrato, substrati di coltivazione e rinvaso:  Acineta erythroxantha cresce meglio in cestelli di filo metallico con una trama larga che consente al fiore pendente di penetrare. Possono anche essere montati su una felce arborea o su una base di sughero. È possibile utilizzare la corteccia d’albero (bark) o la fibra di cocco. Una miscela di corteccia e perlite di qualità media che consenta un ottimo drenaggio dovrebbe essere utilizzata possibilmente con un po’ di muschio di sfagno mescolato per trattenere l’umidità.  Il rinvaso ogni 3 anni circa è generalmente adeguato. Il rinvaso può ritardare la fioritura di 12 mesi. Il rinvaso è meglio farlo in estate subito dopo la fine della fioritura. Irrigazione: Le piante dovrebbero essere annaffiate 3-4 volte a settimana quando fa caldo e possono richiedere una nebulizzazione quotidiana quando fa molto caldo poiché amano l’umidità elevata. Evitare di bagnare le foglie quando fa freddo in inverno poiché ciò può causare macchie batteriche sulle foglie. Hanno bisogno di inverni secchi e dovrebbero ricevere poca acqua e più luce solare in questo periodo. Queste piante dovrebbero ricevere annaffiature regolari solo a metà primavera quando la crescita riprende. Fertilizzante: Concimare con una concentrazione diluita una volta al mese. Utilizzare una formulazione ad alto contenuto di azoto 30-10-10, in alternanza con una formulazione bilanciata 20-20-20; nella stagione della fioritura, che è prevalentemente estiva, utilizzare una formulazione 10-30-20 blossom booster.Periodo di riposo: Acineta erythroxantha richiede un periodo di riposo fresco e semisecco all’inizio dell’inverno per indurre le fioriture. Hanno bisogno di meno acqua in inverno, soprattutto se crescono nelle condizioni di una giornata buia e corta che si verifica a latitudini moderate. Dovrebbero asciugarsi un po’ tra un’annaffiatura e l’altra, ma non dovrebbero essere asciutte per un periodo più lungo. L’appannamento mattutino frequente e l’irrigazione rara ed economica dovrebbero consentire alla pianta di attraversare un periodo di riposo secco, fornendo al contempo un’umidità sufficiente. La concimazione va ridotta o eliminata fino alla comparsa di nuove crescite e all’inizio di un’irrigazione primaverile più abbondante.

Pomatocalpa Breda

Jacob Gijsbertus Samuël van Breda (Delft, il 24 ottobre 1788 – Haarlem, 2 settembre 1867) era un olandese botanico, paleontologo e zoologo.

Studiando la tassonomia incroci storie e aneddoti curiosi ed è così che un importatnte biologo e botanico Olandese, di nome Van Breda, vissuto nel 19esimo secolo, porta lo stesso nome del mio piccolo Comune. E poi, approfondendo la ricerca scopri che fra le tue orchidee c’ è anche una delle specie descritte daVan Breda: Pomatocalpa spicatum. Van Breda istituì questo genere di orchidee monopodiali nel 1827. L’epiteto generico deriva dal greco poma = bicchiere e kalpe = brocca e si riferisce alla forma a coppa del labello. La specie tipo per questo genere è Pomatocalpa spicatum. Il WCSP ad oggi riconosce 23 specie e 4 sottospecie. distribuite in tutta l’Asia, la Nuova Guinea, l’Australia settentrionale e le isole dell’Oceano Pacifico.

Van Breda era il figlio del medico, meteorologo e politico Jacob Van Breda. Van Breda divenne Professore in botanica, zoologia e anatomia comparata al università di Gand nel 1822. È stato anche direttore del giardino botanico. Nel 1824 ha iniziato il suo lavoro in quindici parti nel 1825 –Genera et Species Orchidearum et Asclepiadearum, in cui sono descritte 38 specie di piante provenienti dalle Indie orientali olandesi, tra le quali anche Pomatocalpa spicatum Breda, Gen. Sp. Orchid. Asclep. t. [15] (1827). Le piante in questione gli furono inviate da Giacarta (antica Batavia).

Pomatocalpa spicatum
Jacob Gijsbertus Samuël van Breda

https://it.frwiki.wiki/wiki/Jacob_Gijsbertus_Samu%C3%ABl_van_Breda

https://www.ipni.org/p/7473-2

Nota a latere. Il genere di orchidee Pomatocalpa Breda appartiene alla sottotribù Aeridinae (subfam. Epidendroideae, tribù Vandeae). ad oggi ci sono otre 20 specie distribuite dallo Sri Lanka alle Fiji, dal sud all’Australia settentrionale e dal nord alla Cina meridionale (Hainan) e Taiwan (Watthana, inprep. a, b). Il Lavoro di Breda era stato disatteso per molti anni, fino a quando Smith (1912) non ha ristabilito il genere e ha fornito una diagnosi generica completa, scoprendo che molte entità erano state erroneamente collocato altrove, principalmente a Cleisostoma e Saccolabium. Garay (1972) ha fornito una breve descrizione del genere “Caratterizzato da una corta colonna senza piede a cui il labello carnoso è fisso. Rostello bifido, a forma di martello. Pollinia 2, ciascuna divisa in metà disuguali su un gambo sottile. Labello più o meno a forma di secchio con una lingua distinta o callo valvolare, spesso biforcuto all’estremità sporgendo dalla parete di fondo in diagonale verso l’apice.”