Archivio mensile:Giugno 2022

Encyclia oncidioides (Lindl.) Schltr.

 Encyclia oncidioides è stata descritta da Rudolf Schlechter nel 1914.

Sinonimi: Encyclia argentinensis f. maior, Encyclia cardinii, Encyclia ensiformis, Encyclia saltensis f. maior, Encyclia vellozoana, Epidendrum ensiforme, Epidendrum guillemianum, Epidendrum oncidioides.

Originaria del: Brasile, Guiana, Guyana, Suriname, Venezuela. Encyclia oncidioides si trova spesso in crescita come terrestre nella sabbia bianca nel nord del Brasile. Si pensa che i suoi habitat preferiti fossero gli ex letti di laghi.

Dimensioni della pianta: grande. Gli pseudobulbi di Encyclia oncidioides sono eretti e crescono fino a (9-10 cm). Ogni crescita produce fino a 4 foglie lunghe e larghe (37 cm x 3 cm).

In Brasile, è endemica nelle foreste di pianura e di montagna lungo la costa da Rio de Janeiro a Bahia. Cresce abitualmente ad un’altitudine di 1000 m slm, sugli alberi del piano intermedio delle foreste primarie, in zone con elevata umidità, luce diffusa e notevole movimento d’aria. È una pianta terrestre e/o litofita di medie dimensioni, da clima caldo, con gruppi di pseudobulbi raggruppati, da conici a ovoidali, lunghi 3-4 cm e larghi circa 2,3 cm che portano da 2 a 3 foglie sagomate, lunghe fino a 15 cm e larghe 1,8 cm. Questa specie fiorisce in primavera su infiorescenze che portano fiori dolcemente profumati e di lunga durata. I fiori hanno un diametro fino a 5 cm. I petali di entrambi i verticilli sono di colore verde-giallastro-brunastro.  Encyclia oncidioides necessita di un livello di luce filtrata da ombreggiatura, le piante non devono essere esposte alla luce solare diretta. È necessario garantire sempre un forte movimento dell’aria.

Temperatura:

La temperatura media diurna estiva è 24-26°C, la notte 15-16°C, con una differenza giornaliera di 9-10°C. La temperatura media del giorno invernale è 20-21°C, la notte 9 -11°C, che dà una differenza giornaliera di 10-11°C. Encyclia oncidioides ha bisogno di un’umidità media dell’80-85% durante tutto l’anno.

Substrati di coltivazione e rinvaso:

 Encyclia oncidioides può essere coltivata in vaso oppure montata su zattere di felci arboree. Tuttavia, le piante montate necessitano di un’elevata umidità e durante la stagione calda e secca potrebbe essere necessario annaffiare più volte al giorno. Come substrato si può usare corteccia di media granulazione o una fibra di felce arborea tritata con l’aggiunta di diverse quantità di perlite e/o sfagno tritato, che allegeriscono il substrato ma trattengono parte dell’umidità. L’aggiunta di carbone migliora anche l’ariosità del substrato.  Le piante devono essere rinvasate immediatamente quando il substrato inizia a decomporsi o quando la pianta cresce dal vaso. Il rinvaso dovrebbe essere effettuato quando iniziano a crescere nuove radici. Quindi le piante si stabilizzeranno nel più breve tempo possibile.

Irrigazione:

 Encyclia oncidioides desidera abbondanti annaffiature durante la crescita attiva, ma le sue radici devono asciugarsi rapidamente dopo l’irrigazione. Alla fine dell’autunno, la quantità di acqua va ridotta progressivamente.

Fertilizzante:

 Durante la stagione di crescita si consiglia di utilizzare un fertilizzante bilanciato durante tutto l’anno, oppure utilizzare un fertilizzante ad alto contenuto di azoto dalla primavera a metà estate e poi un fertilizzante ad alto contenuto di fosforo fino all’autunno.

Periodo di riposo:

 In inverno, Encyclia oncidioides ha bisogno di meno acqua, soprattutto se la coltivazione è situata in zone con giornate corte. Tuttavia, non dovrebbero mai asciugarsi completamente. La concimazione dovrebbe essere ridotta o eliminata fino a quando non aumentano le annaffiature primaverili.

Myoxanthus exasperatus

Quei piccoli ed insignificanti fiori traslucidi, che si formano numerosi alla base delle foglie più volte l’anno, ed il loro fascino discreto che entusiasma il collezionista esigente, al punto da farlo rimanere incantato anche davanti alle infiorescenze ancora chiuse.

Specie tipo del genere: Myoxanthus monophyllus Poepp. & Fine (1836).

Qualche nota sul genere Myoxanthus.
Le specie del genere Myoxanthus sono strettamente legate al genere Pleurothallis. Il nome deriva da mys = muscolo e xanthos = giallo, in riferimento ai sepali carnosi e rossi della specie tipo. I fiori sono di solito coperti da corti peli rigidi e assumono forma di grappolo irregolare. Le specie sono epifite e/o litofite e vivono in foreste umide ad altitudini da 50 a 3200 metri. Myoxanthus Poepp. & Endl.
Nova Genera ac Specie Plantarum 1: 50. 1836.
Il Genere Myoxanthus Poeppig & Endlicher ha una storia abbastanza confusa. Già appena creato (1835), per le specie Myoxanthus monophyllus (Colombia, Ecuador, Perù), è stato quasi immediatamente trasferito da Lindley al genere Pleurothallis R. Brown. Più tardi, Karsten descrive una specie sotto il nome di Duboisia reymondi (Colombia, Ecuador, Venezuela), oggi Myoxanthus reymondii. Sei anni più tardi, Reichenbach la trsferisce nel genere Pleurothallis. Nel 1882, Barbosa Rodrigues descrive una specie sotto il nome di Chaetocephala puntata (oggi Myoxanthus punctatus) che è stato a sua volta trasferito da Cogniaux a Pleurothallis.

Nova Genera ac Species Plantarum 1: 50. 1836.
Come menzionato da Michel Frey e N. Sanson quando descrissero Myoxanthus conceiçoensis , il genere Myoxanthus aveva già una storia molto travagliata. Subito dopo essere stato stabilito da Poeppig & Endlicher, la specie-tipo del genere ( Myoxanthus monophyllus Poepp. & Endl.) è stata trasferita a Pleurothallis con il nome Pleurothallis monophylla (Hook.) Fawc. & Rendle, descritto per la prima volta (nel 1820), come Epidendrum monophyllum Hook.
Nel 1982, in Selbyana, Carlyle A. Luer riconsiderò la validità del genere e vi trasferì molte Specie Pleurothallis di cui 8 presenti in Brasile. Nel 1986, in Icones Pleurothallidinarum I, Systematics of the Pleurothallidinae, tra un’altra specie non brasiliana, ha trasferito Pleurothallis aspasicensis Rchb. f. sotto il nome Myoxanthus aspasicensis (Rchb. f.) Luer. Quasi 10 anni dopo, la specie è stata ristabilita dallo stesso ricercatore e da Pleurothallis aspasicensis Rchb. f. considerato un nome valido. In buona sostanza, è stato Carl Luer nella sua monumentale opera sulle Pleurothallidinae edita nel 1982 a resuscitare il genere Myoxanthus che raggruppa 38 specie ad oggi note. Altre specie sono di recente scoperta, tutte endemiche nella fitta foresta pluviale, per la maggior parte presenti tra Bolivia e Messico con una piccola estensione verso il Venezuela e la Guyane, mentre un piccolo gruppo (8 specie) è brasiliano. Spunti tratti da; http://www.delfinadearaujo.com/on/on30/pages/deleng.htm

Travaglio tassonomico di Myoxanthus exasperatus

Myoxanthus exasperatus (Lindl.) Luer
Nel 1843, nel Registro Botanico viene registrato Pleurothallis peduncularis Lindl. Nome illegittimo a causa della pubblicazione di Pleurothallis peduncularis Hook, nel 1841, nel Journal of Botany;
Nel 1859, a Folia Orchidaceae. Pleurothallis 15, descrizione come Pleurothallis esasperata Lindl.
Nel 1882, in Genera et Species Orchidearum Novarum 2:76, descritto come Anathallis parahybunensis Barb. Rodr.
Nel 1891, in Revisio Generum Plantarum 2: 667/8, lcome Humboltia esasperata (Lindl.) Kuntze eHumboltia peduncularis (Lindl.) Kuntze avente come basionimo Pleurothallis esasperataLindl. e Pleurothallis peduncularis Lindl. Nel 1982, in Selbyana 7:36, Carlyle A. Luer descrisse Myoxanthus exasperatus (Lindl.) Luer, avente come basionimo Pleurothallis exasperata Lindley, e considerava Pleurothallis peduncularis Lindl. come sinonimo. Nel 1982, in Selbyana, 7:49, è stato descritto Myoxanthus parahybunensis (Barb. Rodr) Luer; – In Icones Pleurothallidinarum IX, Carlyle A. Luer consideravaMyoxanthus parahybunensis(Barb. Rodr.) Luer sinonimo di Myoxanthus exasperatus (Lindl.) Luer.


Renanthera storiei

Renanthera storiei, infiorescenze: collezione rio Parnasso
Renanthera storiei, pianta: collezione rio Parnasso

Il genere Renanthera è stato descritto nel 1790 da Joao Loureiro, missionario e botanico. La specie tipo è Renanthera coccinea come specie di tipo. Il nome Renanthera deriva dalla sommatoria di due termini: latino “renis” che significa rene, e greco “anthera”, in riferimento alla distinta forma renale dei pollinia, caratteristica di questo genere.
Genere monopodiale del sud-est asiatico. Le piante di alcune specie sono lunghe e rampicanti, altre corte con un breve fusto molto tra le foglie alternate. La maggior parte delle specie è epifita, a volte litofita. Diverse specie di Renanthera sono endemichee solo in una piccola area con habitat molto specifico; tra queste trova posto Ren. imschootiana, considerata fra le specie in via di estinzione e inclusa nell’Appendice 1 CITES.
I fiori di Renanthera sono generalmente rossi, rosso-arancio o gialli, alcuni con macchie o macchie rosse o viola. Alcune specie mostrano fioriture spettacolari di oltre 100 fiori su una grande infiorescenza ramificata.
Renanthera storiei, produce fiori vellutati rossi ed è fra le piu alte del genere, per questo è utilizzata come genitore in vari ibridazioni volte al ridimensionamento delle piante: altri genitori, Ren. filippinensis, Ren. imschootiana e Ren. bella.

Sistemazione tassonomica del genere:
Famiglia: Orchidaceae
Sottofamiglia: Epidendroideae
Tribù: Vandeae
Sottotribù: Aeridinae
Alleanza: Vanda
Genere: Renanthera Lour. (1790)
Renanthera, simbologia abbreviata (Ren.) è un genere di grandi dimensioni, le specie sono a sviluppo monopodiale, alcune epifite ed altre terrestri. Le specie di questo genere producono infiorescenze ramificate con numerosissimi fiori che variano di colore da giallo a arancione e rosso. La caratteristica inconfondibile dei fiori di qualsiasi specie di Renanthera è la grande dimensione dei sepali laterali.
Coltivazione
Le specie in questo genere richiedono clima intermedio-caldo con una buona circolazione di aria e, in generale, abbondanza di luce (appena filtrata da ombreggiatura).
Essendo piante di grande dimensione, soprattutto in altezza, conviene riservare loro, spazi abbastanza alti. Possono essere coltivate sia su cesti che in vasi molto drenanti.
Bagnature regolari e frequenti fertilizzazioni garantiranno un ottimo sviluppo ed abbondanti fioriture primaverili-estive.
Il genere Renantera comprende circa 58 fra specie, sottospecie, forme e cultivar: R. ‘Kalsom’ (Renanthera) · R. Akihito · R. alba · R. amabilis · R. angustifolia · R. annamensis · R. arachnites · R. auyongii · R. bella · R. bilinguis · R. breviflora · R. chanii · R. citrina · R. coccinea (Coral Orchid) · R. coccinea var. holttumii · R. edefeldtii · R. edefeltii · R. edelfeldtii · R. edelfeltii · R. elongata (Tree On Fire) · R. endsfeldtii · R. evrardii · R. flosaeris · R. gigantea · R. hennisiana · R. histrionica · R. hookeriana · R. imschootiana (Fire Orchid) · R. isosepala · R. labrosa · R. leopardina · R. lowei · R. lowii · R. maincathi · R. maingayi · R. matutica · R. matutina · R. matutina var. breviflora · R. micrantha · R. moluccana · R. moluscara (Red Orchid) · R. monachica · R. moschifera · R. Nancy Chandler ‘Red Dragon’ · R. papilio · R. papuana · R. philippinensis · R. pulchella · R. ramuana · R. rohaniana · R. sarcanthoides · R. sinica · R. storeii (Flame Orchid) · R. storiei · R. striata · R. sulingi · R. trichoglottis · R. vietnamensis

Renanthera storiei fiori collezione rio Parnasso

Renanthera storiei, orchidea fiamma
In qualche testo è descritta come R. storieii, non si tratta di due specie differenti, ma semplicemente una diversa ed erronea declinazione del nome di specie, che fa riferimento al suo scopritore, James Storie, collezionista inglese del 1800.
Renanthera storiei Rchb. f., Gard. Chron., n.s., 14: 296 (1880).
Sinonimi: Renanthera storiei f. citrina Valmayor & D.Tiu 1983; Vanda storiei Storie ex Rchb. f. 1880
Renanthera storiei è presente solo nelle Filippine ad altitudini fino a 1000 metri come pianta epifita a sviluppo monopodiale di grandi dimensioni (decisamente inferiori alla sua simile R. coccinea . Predilige clima caldo con tanta luce, quasi in pieno sole.
Produce un fusto lungo e robusto dotato di molte foglie, distiche, oblunghe, coriacee, retuse e bilobate, dalle cui ascelle si formano le infiorescenze semi-pendule con molti (100) fiori appariscenti di colore rosso.
Fiorisce in primavera-estate.
Questa specie, come altre dello stesso genere è stata usata per ibridazioni intra e inter genere, ad esempio Aranthera James Storie (Arachnis hookeriana var. luteola X Renanthera storiei) .

Alatiglossum croesus, ex Oncidium

Un’orchidea con piccoli fiori di enorme fascino. Una pianta che mostra magnfiche fioriture, in cui predomina un giallo scintillante ed affascinante. È l’ex Oncidium croesus, ora Alatiglossum cresus, noto con il nome popolare ” ballerina di Rio”. Il nome di questo genere, Alatiglossum, deriva dal latino: alatus, che significa “con le ali”, e glossum, che significa “lingua”, in riferimento al labello della sua specie, che è a forma di ala.

Il genere Alatiglossum è stato separato dal genere Oncidium nel 2006 dal botanico di San Paolo, Dalton Holland Baptista. Sempre nel 2006, Baptista pubblica la prima enciclopedia fotografica delle orchidee, dal Progetto Orchidstudium, realizzato in collaborazione con il biologo Americo Docha Neto. Baptista è un eminente tassonomo, fra i vari lavori ha partecipato alla catalogazione e organizzazione di oltre 2500 specie di orchidee. In qualità di specialista in orchidee originarie del Brasile, collabora come tassonomista con l’American Orchid Society, è consulente per la Orchid Conservation Coalition.

Ad ogni buon conto, Alatiglossum è un genere controverso, come nel caso di quasi tutte le piante smembrate del genere Oncidium. Il problema di fondo sta nella storica diatriba tra tassonomi brasiliani e inglesi. Senza nulla togliere alla Royal Horticultural Society (RHS), riferimento mondiale nella registrazione delle piante, va da se sottolineare anche la profonda conoscenza dei ricercatori brasiliani, in riferimento alle specie endemiche del loro Paese. Tutto inizia nel 2006 quando la RHS trasferisce numerose piante brasiliane dal genere Oncidium al genere Gomesa, non tenendo conto degli aspetti morfologici delle piante. Questa azione viene considerata un grave errore dagli orchidologi brasiliani e da ciò prendono la decisione di creare una nomenclatura diversa per queste piante.

Alatiglossum è un genere appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, e corrisponde all’antica sezione Barbata di Oncidium. È composto da circa 16 specie epifite e che vegetano nelle foreste ombrose e umide della Foresta Atlantica brasiliana. Purtroppo la Foresta Atlantica oggi è ridotta del 15% rispetto ai secoli scorsi.

Alatiglossum croesus, originariamente èstato descritto come Oncidium croesus, nel 1857, dal botanico tedesco Heinrich Gustav Reichenbach (1823 – 1889). Reichenbach identificò, descrisse e classificò più di mille specie di orchidee e, fu anche direttore dell’Orto Botanico dell’Università di Amburgo, in Germania. Molti confondono il suo lavoro con quello di suo padre, che fu anche un noto botanico. Per facilitare la corretta interpretazione, in tassonomia è solitamente indicato come Rchb. f., dove f = filius (figlio), mentre le opere del padre appaiono abbreviate in Rchb.

Sinonimi: Gomesa croesus; Kleberiella cresus; Oncidium longipes var. cresus e Oncidium croesus, Kleberiella croesus, Oncidium eurycline e Gomesa eurycline.

Il nome di questa specie – croesus – è una parola di derivazione latina, che significa “esuberante” “abbondante”, in riferimento al gran numero di fiori che sbocciano. Per la forma del suo labello, che ricorda una gonna, e per il movimento dello stelo del fiore quando viene mosso dal vento, questa è una delle tante orchidee che ricevono l’affettuoso soprannome di “orchidea ballerina”. Questa specie originaria di Rio de Janeiro, nel Brasile sudorientale, dove cresce epifita nella Serra do Mar, ad altitudini che variano dal livello del mare ai 700 metri.

Coltivazione: questa pianta necessita di una buona aerazione alle radici per consentire l’asciugatura fra le bagnature. In caso si decida di coltivare la pianta in vaso, conviene usare un substrato fatto con parti uguali di corteccia di pino, carbone e ghiaia fine. Innaffiare la pianta frequentemente e in piccole dosi, con l’aggiaunta di fertilizzante equilibrato ogni 15gg. Prestare attenzione alla ventilazione dell’ambiente per evitare l’attacco di parassiti e prevenire malattie fungine, batteriche e virali. Ombreggiatura dal 50 al 60% e temperature comprese tra 5 e 35 gradi. Fioritura primaverile, i fiori durano 20 gg.