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Categoria madre del blog: giorno per giorno con le orchidee, diario di un appassionato.

Orchid – Residence

Documenti: appassionati ingegnosi!

Amiche ed amici del blog, questo post vi presenta il lavoro e l’ingegno di appassionati Italiani che, rimboccandosi le maniche tentano di dare una dimora accogliente alle loro orchidee.

Il materiale che pubblico è stato messo a disposizione da amici, con la speranza di realizzare uno scambio di esperienze, che tornino poi utili alla soluzione dei problemi di tutti gli orchidofili.

La coltivazione amatoriale delle orchidee, lo sappiamo bene, fa quotidianamente i conti con varie problematiche, che partono dai costi generali….piante, prodotti di coltivazione e…non da ultimo si scontrano con la creazione degli spazi dove collocare le piante (orchidari, serre, ecc.).

Probabilmente queste considerazioni non interessano i collezionisti con disponibilità economiche tali da potersi permettere serre professionali, giardinieri e quant’altro….chissà se in Italia ce ne sono!
Ad ogni modo la divulgazione del collezionismo delle orchidee passa soprattutto attraverso una buona dose d’impegno autodidatta, mutualità delle informazioni e la percezione d’essere parte di un’avventura collegiale.

Purtroppo devo inserire poche e foto e per giunta non eccessivamente grandi per non appesantire il blog e come potete notare, sempre per rendere snello il godimento di tutti i post, metto le foto dopo il rimando ”leggi tutto il post”.
Voi mi direte: Guido, cambia macchina, siamo in troppi e non ci stiamo più dentro!!
E’ vero! Iniziando questo diario, proprio non lo immaginavo. Le spese di mantenimento di questo spazio web senza la pubblicità sono completamente a mio carico e paradossalmente, i costi crescono proporzionalmente alla sua notorietà. Io sono felice e tanto basta.
Una soluzione per rendere questo blog l’agorà di tutti noi, potrebbe essere quella attivata da Salvatore con la sua pagina esterna al blog, che una volta linkata diventa parte del post.

Luciano, c’è posta per te…vai a leggere in fondo al post, ciao guido.
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Milioni di “falene”

Com’è vissuta la bella Phalaenopsis, prima di giungere sul tuo davanzale?

Bella domanda!! La poesia che ognuno di noi dedica alla sua orchidea, non accompagna la prima fase di vita delle varie piante cosiddette “commerciali”.
Le Phalaenopsis sono per antonomasia le orchidee maggiormente presenti nelle case degli amanti dei fiori. Costano relativamente poco, le loro fioriture durano fino alla noia…..e poi, non soddisfatti ci si può anche sbizzarrire con gli steli secondari.
Attorno alla tecnica di coltura delle Phalaenopsis, nascono miti e leggende: c’è chi giura di tenerle al freddo e chi invece le tiene in piena luce con il sottovaso. Nei forum delle orchidee le conversazioni sulle Phalaenopsis tengono banco per diversi mesi ed anche in questo blog, di tanto in tanto si sente il bisogno di riprendere il discorso sulle Phalaenopsis.
Il solito distinguo d’obbligo è ovviamente quello fra specie ed ibridi, semplicemente perché la grande produzione commerciale è ampiamente orientata su quest’ultimi.
Penso che solamente in Italia siano annualmente “sfornati” diversi milioni di ibridi, che raggiungono regolarmente le destinazioni ….e l’anno successivo?
La gran parte non giunge al secondo anno di vita, diversi esemplari vivacchiano per due tre anni ed in qualche caso nasce la passione e comincia a consolidarsi l’embrione del futuro collezionista d’orchidee. D’altra parte non può che essere così…. cosa venderebbero i produttori se le piante vivessero e prosperassero tutte?
Come si articola la prima fase di vita delle Phalaenopsis commerciali?
La primissima fase della produzione, avviene nei vari laboratori specializzati (generalmente in Olanda) dove si clonano in grande quantità esemplari di ibridi selezionati.
Le grosse aziende di produzione acquistano i (comunity pot) ovvero contenitori carichi di piccole piantine già svezzate con foglie di 3 – 4 centimetri.
A questo punto inizia la vera avventura della Phalaenopsis.
I contenitori con le piccole piantine sono tenuti in serre umide e calde 25-28 gradi finché crescono a sufficienza, per essere poi rinvasate singolarmente con composto di bark. I vasi con le piccole piantine di Phalaenopsis, sono alloggiati nelle cosiddette serre da vegetazione con temperature costanti di 28 gradi, umidità relativa non inferiore al 70 -80 %, luce non molto elevata e fertilizzazioni cariche di nitrato (N), finché non raggiungeranno la dimensione utile per la prima fioritura che normalmente si ottiene in qualche mese.
Le Phalaenopsis, sviluppate, con le foglie belle turgide e con il vaso (trasparente) pieno di radici, sono sottoposte al cosiddetto periodo dell’induzione fiorale che consiste in un notevole abbassamento delle temperature (possibilmente meno di 15 gradi centigradi giorno e notte!!), in una fertilizzazione contenente più fosforo (P) ed in un aumento della luminosità. In questa fase il produttore di Phalaenopsis commerciali si gioca il suo potenziale reddito: più getti fiorali sono indotti e più alto sarà il prezzo di vendita.
Appena i vari getti fiorali si saranno formati, la temperatura di mantenimento aumenterà fino alla maturazione completa dei boccioli ancora chiusi.
A questo punto inizia il momento di mantenimento e di preparazione alla consegna delle piante fiorite ai vari grossisti che inizieranno a rimpinguare i negozianti di fiori e piante.
Che ne dite? Un po’ meno poetica di quanto si possa immaginare, la Phalaenopsis, senza nome e senza storia.

L’infaticabile Gianni

Il nostro Gianni da Ulm, abitatore dell’avamposto nord, ha inviato agli amici orchidofili dei vari forum e del nostro club, il suo decalogo colturale di giugno ….. caro Gianni io lo prendo pari pari e faccio un bel post

……Cari amici/che vecchi e nuovi, sono diversi giorni che cerco di trovare un paio di parole adatte per il mese di giugno.
I miei ricordi di gioventù mi raccontano che all’inizio di giugno cominciavano le vacanze scolastiche, e il mio corpo sentiva il caldo insopportabile fino ad oscurarmi la vista (a scuola) poi in libertà ore e ore al bagno nel fiume o al mare.
Oggi si parla del riscaldamento globale, ma dove è andato a finire? Mercoledì notte qui ad Ulm (sempre in Germania), ieri c’erano 5,5 ° gradi centigradi ieri, 14 ° al sole; palliduccio però!! Come faccio a dare consigli sul mese più lungo dell’anno e sull’avanzare dei calori estivi?
Bè ci provo ugualmente: Giugno è il mese con le giornate più lunghe dell’anno, l’apice arriva il 20 -21 e poi si ricomincia ad andare verso i cosiddetti mesi bui e corti, però con calma, siamo in giugno.
Per le Orchidee coltivate in casa ci sono diversi metodi per usufruire dell’abbondanza di luce: per la coltura su davanzale o finestra, evitare il pieno sole nelle ore pomeridiane, però non mettendo le piante in mezzo al soggiorno un paio di metri dalle finestre.
Chi ha una veranda la tiene ben arieggiata e con un po’ d’aiuto di un ombrellone o un telo, tenerla ombreggiata, per chi ha un giardino o un balcone (come me) o una terrazza, si mettono le piante in un posto ben ombreggiato e luminoso.
Attenzione agli sbalzi di temperatura verso il 20 di giugno, per chi non mi crede, pensate al Giro nei decenni scorsi, quando si correva in giugno, i più vecchi tra noi si ricorderanno certamente ad un certo Charly Gaul e le sue leggendarie vittorie nelle tappe dolomitiche con maltempo eccezionale. Bè per fortuna ai tempi d’oggi, tutti hanno il termosifone, però non bisogna dimenticare le piante
all’ aperto se fa troppo fresco.
Nel mese di giugno, visto che quest’anno manca il caldo perenne, le nostre care amiche sono in piena crescita e abbisognano di un po’ di cura essenziale, Cymbidium e Vanda abbisognano di fertilizzante ogni seconda annaffiata e con una concentrazione un po’ più alta del normale, le altre un’annaffiata con fertilizzante e due senza, attenzione alle grandinate, agli insetti e altri amici buongustai. Le piante messe in giardino vanno protette rialzandole con un paio di mattoni vecchi o con una griglia rialzata o cose simili.
I mesi estivi portano alle nostre piante molto benessere con la pioggia, la rugiada e il cambio di temperatura dal giorno alla notte portando alle piante la cosiddetta induzione floreale, (il cambio notevole di temperatura fra giorno e notte induce le piante a fiorire, tenendole in casa tutto l’anno a temperature costanti si riduce la possibilità floreale).
Per il resto se avete domande sono a disposizione, però tenete bene in conto che in Italia ci sono almeno 20 zone climatiche diverse e che le circa 400 specie coltivate delle 22000 esistenti abbisognano di cure molto diverse l’una dall’altra, per i principianti, un consiglio anzi due: il primo è la documentazione ottenibile acquistando un paio di libri utili, il secondo, contattatevi e cercate di riunirvi periodicamente e scambiare le vostre esperienze.
Il club fondato da Guido con l’aiuto di Patrizia e Stefano è solo l’inizio, prendete l’iniziativa e moltiplicatevi, le Orchidee meritano la vostra attenzione.
Bacioni a tutti
Gianni

PS)< Carissimi, stanotte ero un pò stanco e mi sono dimenticato un paio di cosine: - se mettete le piante all’aperto ricordatevi di nebulizzare sia al mattino che alla sera.Nelle giornate calde l’umidità relativa scende sotto al 50%. Attenzione: chi ha molto sfagno o muschio nel composto, i merli e gli stornelli e non solo quelli,si riforniscono di materiale per i nidi. E`capitato anche a mè alcuni giorni fà. Foto inviata dall'amico Argentino: Osvaldo Toriggia - Diritti riservati. Laelia purpurata Lindley 1831 Collezione “Osvaldo Toriggia”

Un paio di amici mi hanno chiesto se possono mettere tutte le piante all’aperto: Cattleye e Laelie e tutte le piante con foglie “dure” mettetele fuori senza problemi,la Brassavola o Rhyncholaelia Digbyana anche bene alcune ore al sole, le Phalaenopsis io le lascerei in casa o in serra con tanta luce e ben ventilate, i Dendrobium montani,le Masdevallia, Dracula e così via è meglio lasciarle al coperto in un angolo fresco e ben ventilato, per le Pleione non vi posso consigliare niente perchè non ne ho,…. Iacopo mi sembra l’esperto giusto.

Come ho detto ieri, fra le 22000 Specie, ne abbiamo circa da 400 a 600 in commercio e in coltura, coltivando sul davanzale sia in vaso che su Zattera la scelta è limitata e frà quella trentina o forse cinquanta Specie adatte, bisogna specializzarsi e ridurre la scelta a poche unità.
Io da buon Orchidiota coltivo duecento piante fra una dozzina o una quindicina di specie diverse,se avete altri problemi sono a disposizione.
Bacioni a tutti.
Gianni

Proposta: Nominaton di Gianni quale ALFIERE di “ORCHIDS CLUB” per il mese di giugno…..votate, votate!!!!!

Ringraziamenti

Vi ringrazio tutti per il grande affetto manifestatomi. Flora, Nurith, Matteo, Stefano, Gianni, Alberto, Patrizia, Alice, Graziella, Graziano, Carlo, Paola, Salvo, Raffaele, Adriano, Osvaldo, Cinxia, Niki, David, Ana, Fabio, Emanuela, Marco, Eleonora, Elettra, i vostri pensieri amici, rimangono scolpiti nella mia mente, grazie di cuore. Guido

Ora si riparte e le orchidee trovano sempre il modo per farci affascinare. A suo tempo, avevo assunto l’impegno di mostrare le orchidee nella piccola fiera del mio Comune; con l’aiuto degli amici del Club l’obiettivo è stato raggiunto.

Sabato 11 e Domenica 12 Giugno, abbiamo esposto circa 60 specie botaniche in un ambiente molto affascinante.
Allestire una mostra di orchidee all’aperto ed in questo periodo stagionale è stata una bella scommessa e la nutrita presenza di visitatori estasiati ha ricompensato i nostri sforzi.
La foto non rende tutta l’amenità della coreografia, ma noi appassionati delle orchidee abbiamo la fantasia fertile e riusciamo ad immaginare anche le miniature sfuggite al povero obiettivo della digitale.

In memoria dello zio Angelo

Cari amici del blog, ieri sera mio zio Angelo è volato in cielo.
Angelo è stato un papà per me, che padre non ho mai avuto. In suo onore orchids.it rimmarrà in silenzio fino a venerdì, giorno dei suoi funerali. Con l’occasione desidero legare alla sua menmoria l’orchidea della foto, battezzandola con il suo nome: Cymbidiella pardalina ‘Angelo De Vidi’