Bc. Mount Hood ‘Mary’ AM/AOS

Grazie a tutti voi per l’affetto dimostratomi, quì nel sito, con le e-mail, al telefono e facendomi visita…sono state le migliori medicine! Grazie ancora

Ripartiamo dopo il riposo con un post leggero, mostrandovi un clone di Cattleya dai fiori di dimensione inusuale. Questa fioritura ha sorpreso un pò tutti, compresa mia moglie che prontamente ha trasferito la pianta in casa: 22 centimetri di diametro del fiore e intenso profumo di mele.

Collezione Guido De Vidi – foto 11.12.06 – diritti riservati.

Bc. Mount Hood ‘Mary’ AM/AOS 1962 (Bc Deese 1947 x C. Claris 1948)

Questo clone è stato registrato da Beall nel 1962 e rispecchia ampiamente le tendenze dell’epoca.

Forse di questi tempi farà inorridire i ‘puristi’, io lo ritengo ancora degno di nota…
All’ inizio del percorso ibridativo di questo clone, troviamo come progenitori le seguenti specie: C. dowiana, C. labiata, C. gaskelliana, C. mossiae e C. warneri

Un bel quiz-ricerca la specie

serra
Questa specie è un Bulbophyllum, indaghiamo per trovarne il nome, ma vi preannuncio che il nome non è noto ne a me ne a Guido, quindi diamoci tutti da fare e buona ricerca.
Altezza dello stelo circa 10-12 cm. pendente. Larghezza del bulbo 1/1,5 cm, cilindrico leggermente ovoidale. Da considerarsi una miniatura. In vaso da 8 cm questa specie proviene dalla collezione di Guido. Non sarà facile darle un nome, la famiglia dei Bulbophyllum è molto vasta e comprende oltre 1.500 specie.

Paphiopedilum niveum

serra
Paphiopedilum niveum Stein 1894. Collezione Guido De Vidi. Ecco a voi uno dei più belli paphiopedilum botanici, originario del nord Malaysia e del sud della Tailandia. Come gli altri Pahiopedilum e specie originarie della Tailandia e zone soggette al clima monsonico, ama il caldo, tuttavia come quasi tutti i paphiopedilum può essere coltivato tranquillamente a temperature intermedie. Per indurre alla fioritura può aver bisogno di una riduzione delle inaffiature nel periodo dicembre gennaio.

Donna Malvina ci ha lasciati

Oggi 29 Novembre 2006 abbiamo accompagnato donna Malvina nel suo ultimo viaggio

Per noi Trevigiani, la sua trattoria di campagna “Trattoria da Procida” è il simbolo della nostra tradizione e cultura gastronomica; donna Malvina rappresentava l’essenza dell’arte nella cucina. Le sue mani e la sua sapiente maestria trasformavano i piatti della cucina contadina in vere e proprie delizie.
D’ora in poi, quando andremo a cercare ristoro e tranquillità nella sua storica trattoria non la troveremo più ad aspettarci…non ci preparerà più i deliziosi ravioli fatti in casa, ripieni delle sue magiche verdure campagnole, non verrà più al tavolo per consigliare la sua frittata con l’erba cipollina, il bollito esclusivo, le trippe “mille foglie”, le pappardelle con le melanzane, gli arrosti ruspanti, il radicchio di campo, condito come si usava una volta nelle case contadine con ” le frissighe de porsel”.
Malvina cara, non ti troveremo più, china in quell’angolo, intenta a pulire le verdure di campo, i funghi, oppure a preparare il baccalà per il giorno dopo.
Non verrai più al tavolo con la terrina di “radici e fasioi” preparata esclusivamente per noi, gente della tua terra e non ti siederai più accanto a noi per parlare delle nostre comuni origini.

Donna Malvina se n’è andata oggi. Lei amava moltissimo le orchidee e questo cuscino è il mio piccolo pensiero dedicato a lei in occasione del suo grande viaggio, l’ultimo.

L’ultimo mazzetto di orchidee per Malvina

Lei mi chiamava spesso per sapere se potevo prepararle “na bea robeta parchè go da portarghea aea me dotoressa che a xe tanto brava” ed io le preparavo un mazzetto di orchidee che la rendevano tanto orgogliosa e felice.

Questo ultimo e simbolico mazzettino di orchidee, se l’è portato con se per donarlo a qualcuno lassù in cielo…ciao Malvina, quaggiù noi continueremo a vederti, sentirti e chiamarti.