Angraecum subulatum

Una sfera verde con diametro di 80 centimetri e centinaia di piccolissimi fiori bianchi luminosi: un esemplare unico.

Forse per mostrarsi alle visite importanti, L’Angraecum subulatum della foto è esploso in una fioritura, che ha sorpreso tutti.
Oggi l’ho portata fuori della serra per poterla ammirare insieme agli altri amici orchidofili presenti.
Mi spiace non poterla fotografare con indispensabili pose “macro”…la mia digitale non lo consente: questa è una di quelle orchidee che possono essere apprezzate solamente se ammirate dal vivo.

Collezione Guido De Vidi – foto 10.09.06 – diritti riservati

Angraecum subulatum Lindl.1836 Sezione Pectinaria [Benth.] Schlechter

Nome comune: Angraecum terete con riferimento alle foglie tubolari.

Sinonimi: Listrostachys subulata (Lindl.) Rchb.f. 1864; Epidorchis subulata (Lindl.) Kuntze 1891

L’Angraecum subulatum è una specie africana, epifita a sviluppo simpodiale e vive sugli alberi delle foreste umide e dense del Cameroon, della Guinea equatoriale, del Ghana, della Nigeria, della Sierra Leone e dello Zaire.
Questa orchidea è considerata una miniatura soprattutto per i suoi piccolissimi fiori, che misurano solamente 3-4 millimetri di larghezza e 5 di lunghezza, ma la pianta può assumere anche grandi dimensioni perchè sviluppa dei lunghi gambi cilindrici, esili e penduli, con foglie laterali aghiformi.
I fiori, bianchi e profumati, si formano su corti steli foderati, al lato opposto delle foglie. La pianta fiorisce in estate, ma i grossi esemplari possono presentare delle infiorescenze secondarie anche in altri periodi dell’anno, dando in tal modo la sensazione di una continua fioritura.

Coltivazione
Per ottenere un ottimo sviluppo di questa specie è consigliabile coltivarla con substrato di bark sminuzzato in vaso (appeso ad un supporto aereo) e lasciar sviluppare liberamente i suoi esili gambi penduli, senza dividerla e/o rinvasarla: così facendo si ha la possibilità di ottenere esemplari da mostra.
L’Angraecum subulatum va coltivato in serra intermedia, avendo cura di scegliere un settore con buona umidità e luminosità: la pianta sopporta molto bene luce e temperatura purché non siano mai lasciate asciutte le sue radici.
Concimare questa pianta mensilmente con fertilizzante equilibrato, 1 grammo per litro d’acqua.

Nota:

Le notizie e le descrizioni di ogni post del blog sono supportate da ricerche sulla letteratura esistente e sul web, ma si riferiscono esclusivamente a esperienze di coltivazione su orchidee presenti nella mia collezione.
Eventuali errori o incompletezze possono essere rimediati dalla vostra collaborazione.

Laelia cinnabarina var. parviflora

Un’ orchidea rupicola, tanto desiderata ed altrettanto temuta dai collezionisti.

Collezione Guido De Vidi – foto 08.09.06 – diritti riservati


Laelia cinnabarina Bateman 1847 sottogenere Parviflorae sezione Parviflorae Lindley

Io coltivo questa specie da oltre 10 anni su una zattera di legno (sarebbe più giusto dire ceppo di vite) senza mai spostarla.

Di anno in anno forma nuove vagetazioni che fioriscono regolarmente, mentre quelle vecchie di qualche anno si estinguono progressivamente.

Sostanzialmente si è cretato il ciclo biologico naturale: la parte vecchia della pianta si secca e crea una specie di auto protezione alle radici e pseudobulbi nuovi.

Nelle foto a sinistra si possono ammirare i fiori color rosso luminoso ed il ceppo su cui la mia Laelia cinnabarina vive (con qualche periodo di crisi dovuto a miei errori) …dall’inizio degli anni 90.

Laelia cinnabarina Bateman 1847 sottogenere Parviflorae sezione Parviflorae Lindley

Sinonimi :Amalia cinnabarina (Bateman ex Lindl.) Heynh. 1846 ; Amalias cinnabarina [Batem. ex Lindl.] Hoffmansegg 1842; Bletia cinnabarina [Batem. ex Lindl.] Rchb.f 1861; Bletia cinnabarina var sellowii Rchb.f 1863; Bletia cinnamomea (Rchb.f.) Rchb.f. 1862 ; Cattleya cinnabarina [Batem. ex Lindl.] Beer 1854; Hoffmannseggella cinnabarina (Bateman) H.G. Jones 1968; Laelia cinnamomea Rchb.f. 1860; Sophronitis cinnabarina (Bateman ex Lindl.) C. Berg & M.W. Chase 2000

Una specie brasiliana (Minas Gerias, di Sao Paulo e di Rio de Janeiro ad altitudini di 800 – 1500 metri) litofita a sviluppo simpodiale. E’ strutturata con pseudobulbi di 30 centimetri, cilindrici, unifoliati (solo raramente 2 foglie lanceolate rigide e carnose). Gli steli fiorali eretti, misurano anche 40-50 centimetri e formano un pannicolo di fiori (5-15) stilizzati, di colore variabile, generalmente color rosso porpora.
A riguardo delle tecniche di coltivazione, per questa come tutte le altre “rupicole” sono stati scritti fiumi di parole, sia per sostenere la facilità di coltivazione, che per dimostrare l’opposto.
Gran parte delle orchidee rupicole vivono in condizioni molto dure, quasi al limite delle condizioni vitali, ma paradossalmente sono proprio queste particolarità a confezionare un alone di mistero attorno a loro.
Le due condizioni obbligate per le Laeliae rupicole sono: molta luce e possibilità di pilotare e sospendere le bagnature.

In natura, le orchidee rupicole sono sottoposte a cicli stagionali secchi e freschi, durante i quali vanno in riposo vegetativo ed è proprio questo il loro tallone d’Achille nelle coltivazioni: le bagnature fuori luogo possono essere azioni fatali per la loro sopravvivenza.

Detto questo, ognuno di noi può cimentarsi nella sistemazione che ritiene più consona: zattera, vaso, composto di corteccia, inerte, roccia, lapillo, perlite, pomice, seramis e chi più ne ha più ne metta; sarà sempre importante tenere la pianta secca, quando non vuole bere e lasciarla asciugare fra le bagnature.

Nota:

Le notizie e le descrizioni di ogni post del blog sono supportate da ricerche sulla letteratura esistente e sul web, ma si riferiscono esclusivamente a esperienze di coltivazione su orchidee presenti nella mia collezione.
Eventuali errori o incompletezze possono essere rimediati dalla vostra collaborazione.

Quiz della sera

Imparare giocando


Divertiamoci con la ricerca: oltre alle risposte saranno utili anche vostre note scientifiche, che a gioco fatto serviranno per la stesura della scheda.

Domande:

Nome di genere e specie, chi ha scoperto queste orchidee e quando sono state registrate.

Quale delle due è la varietà brachiata e perchè.

Perchè del nome di genere e di specie.

Buon divertimento

Le orchidee nelle foto sono della collezione Guido De Vidi- diritti riservati

Laelie rupicole… eterno dilemma

Ciclicamente si parla di miniature ed ogni qual volta questo accade è quasi impossibile che le Laelie rupicole non vengano tirate in ballo.
C’è chi sconsiglia vivamente la loro coltivazione a chi non sia in possesso di una serra, altri ne sconsigliano vivamente la coltivazione a priori ed altri invece le reputano non più difficili di altre.
Navigando in rete ho trovato e tradotto un articolo che forse alcuni già conoscono e che in sostanza è una sintesi di esperienze di coltivazione e articoli apparsi sui bollettini dell’AOS.
L’articolo non sarà forse molto scorrevole da leggere ma la cosa è un po’ voluta al fine di essere il più possibile rispettosa del testo originale.

Eccovi l’articolo:

La coltura delle Laelie rupicole

Se chiedete a qualche coltivatore come coltivare le Laelie rupicole del Brasile, siete sicuri di ascoltare storie di fallimenti. E’ ironico, perché, comparata alle altre miniature quali le pleurothallidi, queste ultime sono notevolmente più difficili. La loro dimensione salva spazio ed il loro fiori coloriti le rendono degne di essere coltivate. Come per la coltivazione delle altre orchidee, è facile quando si sa quello di cui la pianta ha bisogno. Anche se la sperimentazione può essere richiesta in base alle vostre condizioni di coltivazione, è d’aiuto avere un punto di partenza.

Il requisito culturale più comune che vi sentirete dire per quanto riguarda queste Laelie è, “ha bisogno di abbondanza di luce per fiorire. Si svilupperanno bene nelle condizioni normali delle Cattleye, ma potreste non vedere mai un fiore”. Questo mito è probabilmente dovuto all’ambiente duro in cui si sviluppano in natura; spesso sugli affioramenti rocciosi in pieno sole con nient’altro che le erbe e detriti a proteggere le piante e di notte foschia come fonte principale di umidità.

Luce Stiamo provando a dare alle nostre orchidee la migliore coltura e, come con altri generi, non è sempre necessario (o consigliabile) duplicare la natura. Nel bollettino del AOS del maggio 1990, James Nickou ha segnalato, “ho trovato che (Laelie rupicole) fioriranno con i livelli di luminosità sufficienti per la maggior parte degli ibridi standard di Cattleya. Se coltivate in pieno sole potrebbero anche morire.” Continua dicendo che i coltivatori sotto luce artificiale dovrebbero disporle vicino ai tubi per la massima esposizione . So di coltivatori attendibili che fanno fiorire queste specie nel nuvoloso Oregon. In Florida del sud, le appendiamo in luogo alto e luminoso ma non al sole diretto e non ricevono tutto il giorno luce intensa. Si sviluppano vigorose e fioriscono puntualmente malgrado lo svantaggio di avere alte temperature di notte. Queste orchidee vengono dalle zone montagnose e traggono beneficio da un calo della temperatura nella notte.
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Vita del Club

Orchidee in mostra al Meeting Nazionale dell’A.I.P.C.

Nello spirito dell’ormai consolidata collaborazione con Associazioni di altre famiglie botaniche, Orchids Club Italia sarà presente al Meeting Nazionale dell’A.I.P.C. Ecco il programma della manifestazione.

Abbazia di Carceri – 30 settembre – 1 ottobre 2006

IX Meeting Nazionale Associazione Italiana Piante Carnivore
Con il patrocinio e la collaborazione di:
Provincia di Padova
Comune di Carceri

SABATO 30 SETTEMBRE:
ore 10:00 APERTURA MEETING accoglienza soci
Mostra Olimpiade Carnivora e mostra/scambio tra soci
Mostra lavori concorso “Mipiaceperchè”
ore 13:00 pranzo presso l’Abbazia con servizio catering
a ore 15:00 apertura mostra-scambio piante
ore 16:00 CONFERENZA SULLE PIANTE CARNIVORE
ore 21:00 cena presso ristorante in zona incontri.

DOMENICA 1 OTTOBRE:
ore 10:00 APERTURA
stand mostra-scambio, mostra Olimpiade Carnivora
ore 11:30 assemblea annuale dei Soci
ore 12:00 apertura votazioni Olimpiade Carnivora
ore 13:00 pranzo presso Abbazia con servizio catering
ore 14:30 Asta “carnivora” ed a seguire premiazioni Olimpiade e concorso letterario “Mipiaceperché”
ore 16:00 chiacchierata informale con ospite straniero su viaggi ed esplorazioni alla ricerca delle piante carnivore in natura
ore 17:30 chiusura manifestazione

Durante la manifestazione, come sempre saranno a disposizione dei soci la segreteria, la Banca
semi e materiali, il servizio Biblioteca e arretrati.

Graditi ospiti saranno associazioni di collezionisti di altre famiglie botaniche che esporranno le
loro beniamine per una cornice verde che arricchirà la manifestazione di ulteriori incontri.

E’ obbligatoria la prenotazione per i servizi pranzi – cene – pernottamento organizzati da AIPC
Per informazioni contattare: meeting@aipcnet.it – www.aipcnet.it
LA MANIFESTAZIONE E’ APERTA A TUTTI

Orchids Club Italia sarà presente con uno stand espositivo e con Portobello Autunno : scambi ed acquisti di orchidee da collezione.
Sono previsti anche degli incontri con il pubblico per conoscere il fantastico mondo delle orchidee e scoprire tutto quello che unisce la Famiglia delle Orchidaceae al mondo delle Piante Carnivore.
Gli orchidofili ed i soci di Orchids Club Italia sono invitati a presenziare questo importante appuntamento con la natura, senza dimenticarsi di portare le loro piante fiorite in esposizione.

Per informazioni e prenotazioni: spazio commenti di questo post oppure info@orchids.it