Paphiopedilum nuove specie

Le pantofole dei sogni

Phapiopedilum micranthum, giochi di trasparenza
Collezione Guido De Vidi – diritti riservati

Paphiopedilum sognati, acquistati, importati, qualche volta anche sotto mentite spoglie per sottrarli ai controlli, queste orchidee con il labello a forma di “pantofola” sono tra le più discusse dai tassonomisti e più desiderate dagli amatori.
Il genere Paphiopedilum, seppur numeroso, trova il suo habitat naturale, solamente in un’area ben specifica del pianeta terra, che per comodità chiamiamo “sud est Asiatico”.
Questo elemento di contiguità vegetativa, lascia intendere una certa facilità di ibridazioni naturali tra le varie colonie di Paphiopedilum, al punto che ancor oggi si scoprono varietà e/o specie nuove.
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Blc Pamela Hetherington ‘Coronation’ FCC/AOS

Blc Pamela Hetherington ‘Coronation’ FCC/AOS
Collezione Guido De Vidi – foto 06.01.06 – Diritti riservati

Blc Pamela Hetherington ‘Coronation’ FCC/AOS
(Lc. Paradisio x Blc. Mount Anderson)

Guardate che bella!
Questa mattina, durante il giro della gran doccia generale alle piante, sono rimasto colpito dalla bellezza di questo fiore, dei suoi giochi d’acqua e di trasparenza.

Questo clone è uno dei più premiati e famosi tra le Cattleya color rosa lavanda a grandi fiori.
Il fiore non è ancora aperto e colorato del tutto, come potete vedere i colori sono ancora tenui , tendenti al verde e con i petali e sepali ancora parzialmente chiusi: una istantanea extemporanea….domani, due amici orchidofili del Club (dalla val Camonica) in visita alla serra, potranno ammirarlo in perfetta forma.

Orchids.it apre una nuova categoria di discussione: Orchidee spontanee

Belle da guardare …e fotografare
La grande famiglia delle orchidee non fa distinzione fra esotiche e spontanee.
La cara e vecchia Europa, colpita oltre due secoli fa dalla “febbre” da collezionismo delle strane e misteriose orchidee tropicali, ha tracciato un solco (anche d’impostazione culturale) fra le orchidee (per così dire coltivate), e le spontanee…tutte quelle che vivono tra noi senza bisogno d’attenzioni particolari.

Il solco che ci divide traspare anche nella difficoltà di rapporto fra collezionisti di “esotiche” ed amatori naturalisti interessati alla conoscenza delle orchidee “indigene”.
Non è facile colmarlo, soprattutto…e da collezionista di “esotiche” lo devo ammettere, soprattutto per quel senso di possesso, che condiziona tutti noi collezionisti.
Il mondo delle spontanee è fatto di foto, ricerche, escursioni…concetti scevri dalla voglia di conquista materiale e per questo, considerati a torto, convitati di pietra: qualche foto, tabelloni dottamente illustrati e niente più. Una volta fuori dei padiglioni fieristici i due mondi si dividono irrimediabilmente: deve andare proprio così? Noi pensiamo proprio di no!

Desideriamo perciò spezzare una lancia a favore dell’unione di due culture per un’unica passione: le orchidee.

Due amici di Orchids Club, naturalisti ed appassionati anche del favoloso mondo delle spontanee, seguiranno questa nuova rubrica: dategli una mano!!

Presentazione
UNA SPONTANEA AL MESE: di Gabriella Muraro e Carlo Ivano De Marchi

Cari amici di Orchids, chiacchierando con Guido sulla passione per le orchidee e su come si può soddisfare questa passione, noi crediamo soprattutto collezionandole, il discorso è arrivato alle specie spontanee Europee e di casa nostra.

In Europa sono presenti circa 200 specie e l’Italia con le sue 120 distribuite in tutto il territorio nazionale, dalle pinete litoranee alle praterie alpine è un piccolo paradiso per tutti gli amanti del genere.

Sono tutte a nostro avviso bellissime per forme, colori e profumi che nulla hanno da invidiare alle sorelle tropicali e confesso che, durante le escursioni alla loro ricerca davanti a metri quadri di questa o quella specie, più di una volta mi è venuta la tentazione di portarmene a casa almeno un esemplare, ( gli orchidofili di vecchia data senza peccato non esistono), per godermelo fronte veranda ma per fortuna, o ahimè ( dichiarazione strettamente personale ), sono tutte rigorosamente protette perciò la raccolta è vietata e la riproduzione in “cattività” per il momento non ha dato grandi risultati sia come numero di specie trattate che come quantitativo di esemplari immessi sul mercato.

A questo punto della discussione si è detto che comunque le possiamo godere nei loro siti portandoci a casa oltre al bel ricordo per l’escursione naturalistica effettuata in compagnia anche belle foto per il nostro archivio.
Allo scopo di incentivare la passione per queste orchidee è nata pertanto, l’idea di una rubrica mensile che tratti di volta in volta una specie presente nel nostro territorio e che si chiamerà: UNA SPONTANEA AL MESE.

La rubrica fornirà una scheda con informazioni botaniche e note sull’habitat. Nei periodi di fioritura saranno proposte delle uscite di gruppo per ammirarle nel loro ambiente.
Aspettiamo vostre opinioni e commenti, in bocca all’orchis!!!!!!!!!

Laelia flava, un mistero da svelare

Siamo in Gennaio 2006… esattamente il giorno 5 ed in serra ho due piante di flava in fiore, possibile?

Collezione Guido De Vidi foto 05.01.06
Diritti riservati

Laelia flava Lindl. 1839 – sottogenere Parviflorae – sezione Parviflorae Lindley 1990

Questa specie produce fiori color giallo canarino ed è di origine brasiliana. La specie è rupicola, i suoi fiori gialli scintillanti, di 5 centimetri, crescono all’apice di lunghi steli retti e sottili (anche 70 centimetri di altezza).
Il colore brillante dei suoi fiori ha attratto selezionatori e ibridatori di tutto il mondo (si contano ormai oltre 2000 ibridi con genitore la Laelia flava). La specie è stata descritta nel 1839 da Lindley ed è stata introdotta in coltura da Charles Lemon di Cornwall (ovviamente la cioncidenza del nome – Lemon – con il colore dei fiori è puramente casuale).
I sacri testi consigliano il classico riposo secco e freddo durante il periodo di riposo di questa specie, che dovrebbe coincidere con i mesi freddi…..la mia è in fiore ora, mistero.

Bc Pastoral ‘Innocence’

Bianca come la neve, fragrante e delicata

Collezione Guido De Vidi foto 04.01.2006
Diritti riservati

Bc Pastoral ‘Innocence’ AM/AOS
(C. Mademoiselle Louise Pauwels x Bc. Deese)
Bc. Pastroal ‘Innocence’ 1961 AM/AOS, CCM/AOS-JOS, BM/JOGA, PC/JOS BM/JOGA
Bc. Pastoral = C. Mademoiselle Louise Pauwels x Bc. Deesse (1961) ibrido registrato da Altenburg, R.
Ottimo risultato di un incrocio fra (C. Mademoiselle Louise Pauwels x Bc.Deesse ) ottenuto nel 1961 da Rolf Altenbur di Floralia. La genelogia parte dell’incrocio iniziale (C. labiata Alba x Brassavola digbyana).
Questa ibridazione ha prodotto diversi cloni famosi (‘White’ Orb, ‘Monica’, ‘Ave Maria’, ‘Ariel Carnier’, ‘Pink Pearl’), ma forse il più noto è questo ‘Innocence’, caratterizzato dallo “spot” rosa sul labello, al quale è stato assegnato un AM/AOS nel 1979.
Famosissimo ibrido degli anni passati, desiderato e coltivato ancor oggi da molti coltivatori di tutte le parti del mondo.
Pianta di grosse dimensioni, che produce grandi fiori bianchi e fragranti, con il labello frangiato e la gola color giallo luminoso. Si sviluppa facilmente e fiorisce regolarmente fra Natale e fine anno.
Può essere coltivata con successo anche su grandi zattere di legno duro. In tal modo la pianta riceve più luce e produce fioriture più grandi.
La Cattleya è la regina delle orchidee, simbolo di classe e signorilità negli omaggi floreali.

Ci sono Paesi in cui crescono migliaia di orchidee diverse, Phragmipedium, Sobralia, Miltoniopsis ecc, tuttavia il loro fiore Nazionale è la Cattleya: ad esempio il Venezuela con la Cattleya mossiae e la Colombia con la Cattleya trianaei.
Il nome Cattleya è stato dato in onore di un coltivatore inglese di nome Cattley, che fece fiorire e presentò per la prima volta ad una mostra questa nuova pianta: per l’esattezza si trattava della Cattleya labiata.
I misteri ed i racconti attorno ai fatti di allora, occuparono molte pagine delle riviste specializzate ed alimentarono discussioni, da parte dei raccoglitori e collezionisti di piante tropicali dell’epoca.

La storia inizia quando nel 1817 William Swainson, zoologo e cercatore inglese, invia un carico di piante sconosciute ritenute parassite, al giardino botanico di Glasgow. Questa spedizione alimentò discussioni nel mondo orticolo per il resto del secolo.

Swainson aveva scoperto le piante mentre stava esplorando le foreste tropicali della provincia di Pernambuco nel Brasile del Nord.
Queste strane piante, Swainson le notò in piena fioritura, nel mese di dicembre del 1816 e le spedì successivamente al giardino botanico di Glasgow in Scozia, con l’ indicazione di consegnare qualche esemplare ad un appasionato di muschi, licheni e piante tropicali di Barnet Inghilterra, chiamato William Cattley, dove nella sua serra riscaldata fece fiorire in Europa, la prima Cattleya labiata: eravamo nel novembre del 1818.