Nella grande sottotribù delle Pleurothallidinae il genere Masdevallia è forse il più sensibile alle buone condizioni del substrato di coltura.
Queste orchidee, praticamente senza pseudobulbi (regrediti quasi totalmente per esigenze evolutive), richiedono substrato di coltivazione sempre in ottime condizioni.
Masdevallia herradurae F. Lehm. & Kraenzl. 1898
L’archivio di Orchids.it è ben fornito di notizie riguardanti le Masdevallia, con questo post desidero analizzare sequenzialmente insieme a voi, tutte le fasi del loro rinvaso.
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Vuoi provare a coltivarle?
Masdevallia angulata
Misteriose ed affascinanti
Orchidea di Natale
Leggete questi link, poi inizieremo a rinvasare 2 piante con composto deteriorato dall’invasione di chioccioline e dall’eccessiva colonizzazione delle felci.
Premessa
Gran parte delle specie di Masdevallia prosperano con temperature fredde e/o intermedie ad umidità relativa sempre superiore 50-60%.
Analizzando bene le origini endemiche di ogni specie si può rilevare per ognuna la gamma di temperatura ideale.
Alcune sopportano, anzi, richiedono temperature di 8-20 gradi centigradi, altre resistono con meno problemi anche a 20-25 gradi centigradi, ma quando la collezione di Masdevallia raggiunge cifre a 2 zeri diventa assai difficile creare microclimi specifici per singola pianta e quindi si deve pensare alla realizzazione di uno spazio accettabile sia per le piante da freddo che per quelle da clima temperato.
Qualsiasi serra offre angoli freschi e ombreggiati (le parti basse) e con l’ausilio di ventilatori si possono ottenere due buoni risultati:
1 – Raffreddamento per evaporazione.
2 – Movimento dell’aria per ridurre infezioni batteriche e putrefazioni delle foglie da attacchi fungini.
Nel caso in cui si coltivino le Masdevallia fuori serra, valgono le stesse raccomandazioni; ad esempio le temperature fresche possono essere trovate sistemando le piantine sul prato del giardino in zona ombreggiata.
Iniziamo le analisi dei substrati
Stante la struttura morfologica delle Masdevallia (senza organi di riserva) è indispensabile mantenere sempre umido il substrato, incipienti, seppur brevi periodi di secco, oltre a far abortire i germogli dei fiori, stressano la pianta e la rendono successivamente più vulnerabile a qualsiasi agente patogeno.
La costante umidità del substrato, e la ridotta pezzatura dello stesso, accelerano la sua decomposizione e favoriscono la ploriferazione di felci (vedi foto sopra) e chioccioline (vedi perticolare nella foto a sinistra); le prime soffocano le radici e le seconde invece se le mangiano (vedi foto a sinistra).
Il periodo ideale per effettuare i rinvasi delle Masdevallia e più in generale di tutte le Pleurothallidinae è l’autunno o la primavera e, quando possibile, andrebbe effettuato ogni anno.
Nel caso in esame siamo in presenza di due aggravanti:
1 – Ispezione dopo 2 anni dall’ultimo rinvaso.
2 – Periodo di rinvaso al limite della tolleranza.
Purtroppo non è stato possibile intervenire prima (impegni personali e mostre associative), e quindi siamo in emergenza assoluta: bisogna comunque intervenire.
Come per tutte le operazioni di rinvaso, prima di procedere è utile sterilizzare tutti gli attrezzi, forbici, pinze e bisturi.
Altrettanto importante è l’organizzazione del luogo di lavoro: contenitori per il recupero del vecchio composto, del polistirolo non riciclabile e delle parti di piante da eliminare.
La pila di vasi lavati e sterilizzati è pronta, ganci in ferro e sostegni vari sono a portata di mano…possiamo cominciare.
Iniziamo le operazioni
L’ultimo rinvaso di entrambe le piante in esame risale aqualche anno addietro.
Una volta estratte le piantine dai vasi si procede ad una accurata pulizia delle radici, togliendo quanto possibile: felci, composto vecchio, oltre a tutte le parti di radici molli e decomposte.
Questa operazione è resa più facile agendo con uno stecchino fra le radici e percuotendo poi il ceppo con leggeri colpettini delle dita, rilasciare il dito medio precedentemente appoggiato a far molla sul pollice.
Durante le operazioni di pulizia può capitare che l’unico ceppo originario si divida in due o più parti. In tal caso conviene mantenere divise le nuove piantine, così si potranno moltiplicare le piante della propria collezione, o scambiare la pianta in eccesso con qualche amico.
Come sistemare le piante
Alcune specie di Masdevallia vivono bene anche su zattere, sostanzialmente quasi tutte, basta avere l’accortezza di fissarle ai supporti di legno con un pò di sfagno attorno alle radici.
L’aspetto difficile della coltivazione delle Masdevallia su zattere è mantenerle sempre umide e quindi si preferisce la coltivazione in vaso.
Che tipo di substrato usare
Per quanto riguarda il composto del substrato dei vasi, ogni coltivatore ha le sue opinioni, ma gran parte converge su due tipi:
1 – Miscela di corteccia finemente sminuzzata, torba di sfagno, magari anche sfagno vivo o liofilizzato, perlite e/o seramis.
Stabilire il dosaggio delle varie componenti è assai difficile, ad ogni modo il composto deve essere suficentemente vaporoso, e nello stesso tempo deve rimanere prolungatamente umido, quindi possiamo stabilire: 50% corteccia di pino, 30 torba di sfagno, 20% agriperlite e seramis.
2 – Sfagno puro, possibilmente vivo.
Questa soluzione va scelta nel caso di specie a difficile radicamento ed in stato di evidente stress.
Dimensione dei vasi
Le piante di Masdevallia sono di piccole dimensioni e seppur molto facili ad incespire, richiedono vasi di piccola dimensione, raramente si usano vasi che vanno oltre i 10 – 12 cm.di diametro.
Individuare la giusta dimensione è molto importante per far vivere bene la pianta appena rinvasata: il vaso troppo piccolo favorisce le asciugature repentine e altresì, troppo grande, trattiene molta acqua e facilita indesiderate marcesecnze di radici e foglie.
Il vasetto che si vede nella foto a sinistra misura 6 cm. di diametro.
Sistemazione della pianta
Dalla fase di pulitura delle radici al momento del rinvaso è bene aspettare almeno 2 ore con le piante a radice nuda per consentire una veloce asciugatura e cicatrizzazione delle eventuali ferite.
Il composto non va pressato troppo, però deve entrare in tutti i meandri del ceppo radicale senza lasciare vuoti e senza coprire oltre il livello dei rizomi orizzontali.
Si procede con una prima sistemazione, si controlla la giusta postazione della pianta e poi si ultima il rimpinguamento, così come si vede nella foto a sinistra.
Operazioni di finitura
Le 2 piante iniziali sono state opportunamente rinvasate, ma come si può notare sono diventate 4…questo è il problema dei rinvasi, alla fine ti trovi con il doppio delle piante iniziali, ma ce sempre qualche buon’anima interessata ad aumentare la sua collezione.
Ultima operazione da fare prima di riportare le Masdevallia nella loro postazione è la indispensabile scrivere tutti dati tassonomici relativi alla pianta rinvasata.
Non fidatevi mai della vostra memoria, scrivete sempre il nome e cognome di ogni pianta, molte delle mie orchidee, ora sono senza nome proprio perché al momento del rinvaso non l’ho scritto subito sul nuovo cartellino perché mi sentivo sicuro di ricordarlo.
Ottimo…grazie per questa semplice ed esaustiva spiegazione . leda.fuggini@gmail.com