Sempre puntuale e lussureggiante nelle sue fioriture, ma ancora non sono certo della sua esatta definizione tassonominca.
La presento in questo modo:
Cattleya leopoldii Versch. 1854 sottogen. Falcata sez. Guttatae.
Sinonimi: Cattleya guttata Lindley var. leopoldii Lem 1885; Epidendrum eliatus var leopoldi Rchb.f 1862
Il nome della specie è stato dato in onore di Re Leopoldo del Belgio (1800).
Questa orchidea vive a basse quote nelle foreste costiere del Brasile meridionale. E’ una specie epifita di grandi dimensioni ed appartiene al gruppo delle Cattleyae bifoliate. Si sviluppa a struttura simpodiale e dal rizoma orizzontale si formano pseudobulbi a canna, avvolti da foderi bianchi dotati di 2 a volte 3 foglie consistenti, oblunghe ed ellittiche.
In estate, all’apice degli pseudobulbi, spunta un grappolo di 10-15 fiori profumati e duraturi.
Cattleya leopoldii è collegata strettamente a C. guttata e/o C. tigrina.
Senza entrare nei dettagli, come guida di base, possiamo specificare che C. guttata produce fiori più piccoli con labello stretto, mentre nella C. leopoldii i fiori sono più grandi, il loro labello è largo e ben sviluppato.
Inoltre la Cattleya leopoldii produce meno fiori e di solito color marrone, a differenza della gamma molto varia, che troviamo invece nella C. guttata.
In natura, C. leopoldii è solitamente la metà della C. guttata, ma in coltivazione le dimensioni sono molto legate all’ambiente: luminosità e tipo di coltivazione.