Il piacere di saperne di più.
Si potrebbe fare una scheda, la solita scheda tecnica, ma quando guardi una pianta di orchidea in fiore, tu vorresti conoscere anche la sua storia, le sue origini e tanti perché, sensazioni che la freddezza di una scheda tecnica non ti può dare.
Nelle foto si può ammirare una piccola specie sudamericana (Colombia, Brasile, Ecuador, Perù, Bolivia e Venezuela), in fiore oggi 24.06.2016, nella collezione Rio Parnasso:
Maxillaria notylioglossa Rchb. f. 1854
Bene, a questo punto si vanno a guardare le famose schede descrittive e su questa specie appartenente al genere Maxillaria si scoprono un infinità di sinonimi, in alcuni casi anche di Genere.
Anche il più pedante degli orchidofili, dopo qualche ricerca si stanca e molla tutto.
Qualcuno, forse per conoscere di più la sua piantina fiorita, si va a riguardare il cartellino e con sorpresa vi legge: Maxillaria meirax Rchb.f. & Warm. 1881. Forse conviene approfondire l’origine etimologica dei vari nomi. Maxillaria meirax Rchb.f. & Warm. Maxillaria notylioglossa Rchb.f. Cosa sarà passato per la mente del buon Reichenbach figlio, mentre descriveva la nuova specie e cercava di darle un nome proprio? Si presume che sia stata la forma del labello assomigliante a quello di fiori di altro genere (Notylia), effettivamente è andata così, ma poi, dopo una trentina di anni che questa povera specie portava il nome (notylioglossa), a qualche altro botanico viene in mente di descriverla con altro nome di specie – meirax- nome di matrice greca che significa, piccolo. Avevano ragione entrambi e forse ne avranno avuta anche tutti gli altri tassonomisti che nel tempo si sono spremuti le meningi per trovare qualche nuovo nome, ma noi ci fermiamo ai due nomi di cui sopra: effettivamente il labello di questa specie assomiglia a quello del genere Notylia, e poi è effettivamente piccolina questa Maxillaria.