Archivio mensile:Ottobre 2005

Cura delle orchidee

Coltivazione amatoriale o luogo di sperimentazioni alchimistiche.

Un’e-mail inviatami da Riccardo, amico orchidofilo di Torino, mi dà il pretesto per riprendere una discussione fatta tempo fa a riguardo dei trattamenti da somministrare alle nostre orchidee.
Riccardo solleva giustamente il suo smarrimento con le infezioni batteriche e le malattie fungine. Abbiamo fatto una bella analisi e siccome l’argomento è sicuramente d’interesse generale, lo estendo in questo post.

Allora, le domande sul tappeto sono di quelle da 10.000 euro, eccole:

Esiste in commercio un formulato che copre la maggior parte delle malattie fungine delle orchidee e che sia non classificato o al più irritante?
Qual è l’uso corretto dell’Aliette (l’unico anticrittogamico che finora ho usato, non posso dire con successo)?
I formulati Rameici (idrossido) vanno bene?
Con quale formulato è possibile “disinfettare” le radici tagliate durante i rinvasi?

Anche ora ripeto il preambolo della risposta a Riccardo.
Con questo post riassumo brevemente la mia opinione derivata da anni d’esperienza sul “campo”, in merito ai trattamenti ed alle concimazioni; non sono medico, professore di chimica e nemmeno biologo, quindi mi raccomando non prendetela come oro colato perchè in questi campi è tutto molto relativo.

Il primo e importante parametro da rispettare è indubbiamente la qualità dell’ambiente in cui vivono le nostre orchidee: ambiente sano, ottima circolazione dell’aria, giusta umidità, temperature adeguate, né troppo alte, né eccessivamente basse e controllo della luminosità corretta.
Dico questo che può sembrare ovvio perchè se le piante non possono assimilare al massimo i nostri trattamenti, cibo, protezioni da insetti e da infezioni e/o funghi, possiamo usare anche i prodotti più miracolosi e blasonati ma i risultati saranno sempre deludenti.
La nostra colonia di orchidee deve vivere decorosamente…io dico spesso: soltanto un po’ male.
Di contro, non possiamo neanche trasformare il nostro hobby in centro di sperimentazioni chimiche con prodotti specifici per ogni evenienza; è utile trovare una via mediana in tutto: alimentazione e trattamenti antiparassitari e fungini.

Allora, escluse le virosi, per altro molto rare (purtroppo, qualche produttore e/o commerciante a volte vende anche piante virusate!!) per le quali non c’è nulla da fare e si deve buttare la pianta, per le infezioni da batteri e da funghi bisogna fare una scelta essenziale: individuare pochi prodotti poco costosi, poco nocivi ed efficaci.
Nel mio caso, dopo anni di sperimentazioni, Benlate e via dicendo, sono arrivato alla conclusione che i normali fungicidi a base rameica e/o con i principi attivi che comunemente sono usati in agricoltura per i trattamenti delle viti, possono essere sufficienti per agire sia preventivamente due o tre volte l’anno, che alla presenza d’infezioni in atto con due o tre trattamenti distanziati di 7/8 gg.
Quindi l’Aliette, fungicida sistemico, che dovrebbe avere come principio attivo il Fosetyl, può andar bene. Io userei anche la poltiglia brodolese da sola come prevenzione e anche il MANCOZEB che in certi casi può essere alternato all’Aliette.

Per proteggere le ferite da taglio sia della pianta che delle sue radici, disinfettare direttamente con la polvere va molto bene.
Si dirà, bella scoperta! Sono notizie talmente generiche da essere quasi insignificanti ai fini della lotta specifica caso per caso.
Ad esempio cosa fare alla presenza di un attacco di “Botrytis”

La Botrytis è un fungo altamente polifago ed attacca numerose piante ornamentali, fruttifere e orticole.
Sono colpiti quasi tutti gli organi della pianta, ma in particolare modo i boccioli da fiore che non si aprono ricoprendosi di una caratteristica muffa grigiastra.
Nelle coltivazioni agricole all’aperto si interviene con Procimidone, Iprodione, Clozolinate alla dose di 100-150 g/l o con prodotti ad azione antibiotica collaterale come Diclofuanide e Clortalonil.
In serra ve la sentite voi di fare gli apprendisti stregoni con tutta sta roba?
Penso proprio di no ed allora?
Sappiamo che questo fungo si propaga in ambienti troppo umidi e coltivazioni troppo intasate, con eccessivi sbalzi termici e basse temperature (sotto i 13 gradi) e quindi vale forse la pena di prevenire agendo preventivamente sulla corretta coltivazione e magari con qualche trattamento a base rameica, che in ogni modo agisce da disinfettante per le eventuali ferite e/o punture d’insetti attraverso i quali si propagano le infezioni.
Visto che ci siamo, e con il Pitium come la mettiamo?
Altro fungo che alla presenza d’eccessiva e prolungata umidità a bassa temperatura ambientale, attacca i substrati delle nostre orchidee.
Il Pitium si sviluppa ed aggredisce le radici formando una specie di sottile muffa filamentosa e grigiastra. Anche in questo caso, attenzione alle situazioni ambientale e in caso d’infezione in atto, il fungicida “Fosetyil” può risolvere il problema.

Per finire e passarvi la palla, direi: ambiente sano, pochi prodotti scarsamente nocivi e usati solamente in casi di bisogno….i trattamenti preventivi con fungicidi sistemici (azione per assorbimento dalla pianta trattata) vanno ripetuti al massimo una o due volte l’anno.

Cocciniglia a gògò

Brutte sorprese

Ieri pomeriggio, il tempo fuori era di quelli che non ti dico.
La pioggia ti prendeva in giro, sembrava che volesse finire di cadere ed invece appena uscivi, giù acqua accompagnata da ondate di vento che staccavano le foglie ancora verdi per andarle ad ammucchiare negli anfratti protetti del giardino.
Mi ero ripromesso di portare in serra le orchidee ancora collocate in giardino e quindi, lancia in resta e fuori.

Le Stanhopee imponenti e pesantissime perché cariche d’acqua (tre giorni di pioggia) erano in buone condizioni, ma battevano un po’ i denti, una (la wardi) era piena di bocci e già presentava qualche fiore aperto. Con una certa difficoltà le ho sistemate nella parte alta del comparto freddo della serra. Non è un’ottima soluzione, ma non avendo a disposizione spazi migliori, ho scelto il minore dei mali, non c’è molta luce ed essendo collocate nel livello alto, posso contare su qualche grado di caldo in più.
La Stanhopea tigrina superba var. nigroviolacea, bella come un’opera d’arte, ha trascorso l’estate appesa al grande fico che domina maestoso il portico di casa, dove qualche mese fa è stata impollinata, ora ci sono tre capsule cariche di semi quasi pronti per le semine. A questa pianta, proprio perché è incinta ho assegnato lo spazio migliore.

Una volta sistemate le Stanhopee, rimaneva fuori, solamente un grande esemplare di Gongora galeata.
Mi avvicino per staccarla e butto l’occhio sulla parte superiore delle foglie dove scorgo delle estese macchie di fuliggine e scatta l’allarme. Sì perché questo è l’inequivocabile segnale della presenza della cocciniglia; non so ancora di quale specie, ho messo la pianta in isolamento (esterno) e domani deciderò il dafarsi.
Per fortuna che è in arrivo il “Promanal” inviatomi dall’amico Gianni!!

Autunno, e le orchidee?

Il freddo autunnale è arrivato…e ci ha beccati con le orchidee ancora fuori!!

Almeno nel mio caso. Appese sotto un imponente albero di fichi ci sono ancora la Stanhopea tigrina superba var. nigroviolacea con tre belle capsule impollinate, 3 o 4 esemplari di Stanhopea oculata, un grosso ceppo di Gongora galeata, qualche Vanda e la mia vecchia colonia di Cymbidium staziona al lato esterno est della serra.
Poca roba si dirà e poi queste mie vecchie compagne hanno già superato tante prove stressanti, dalla luce eccessiva (portano i segni delle bruciature sulle foglie) alla scarsa alimentazione, oppure all’ombreggiamento eccessivo durante il periodo invernale in quanto essendo troppo generose ed ingombranti si devono accontentare di trascorrerlo sotto i bancali. Eppure anche quest’anno mi hanno regalato delle stupende fioriture (vi ricordate la foto di Alberto alla mostra di Olmi?); una è tuttora in fiore.

Per i Cymbidium va fatto un discorso a parte. Per loro, questo è il periodo buono che induce la formazione dei getti fiorali in quanto ci troviamo alla presenza di un forte sbalzo termico fra il giorno e la notte. E’ noto che i Cymbidium sono originari delle alture del Nepal dove le giornate sono molto luminose e le notti marcatamente fredde. Lascerò ancora all’aperto tutti i Cymbidium fino a Novembre inoltrato, facendo ovviamente attenzione alle prime brinate.
Gli amici orchidofili del sud obietteranno la diversità del loro clima rispetto a noi; fate le dovute parametrizzazioni con le vostre situazioni ambientali, penso che in molte zone della nostra Italia del sud si possano tenere all’aperto i Cymbidium, tutto il periodo dell’anno e creando degli spazi con terreno drenante e soleggiato, anche in giardino.
Le Phalaenopsis e le Vanda, oltre alle Cattleya non possono più rimanere fuori, quindi, prepariamo gli alloggi interni e cominciamo a riorganizzare la loro vita del periodo invernale.
Scappo: devo riuscire a riportare in serra le “profughe” prima di notte.

Vita del Club delle orchidee

INCONTRO DI OTTOBRE

Orchids Club è una libera Associazione di orchidofile/i in via di strutturazione alla quale possono aderire e partecipare tutti.
Non sono previste quote associative e l’adesione può essere data con e-mail orchids@hotmail.it oppure partecipando alle varie iniziative promosse dal club.

INVITO
Cari orchidofili,
assimilata l’esclusione dall’esposizione di Villa Manin lo staff del Club non demorde e guarda un po’ più in là.

Perchè non trovarci dunque anche il 9 ottobre p.v.??
Il luogo prescelto per quest’occasione sarà la dimora di Francesca e Graziano, grandi amici e fondatori del Club, nell’antica località di Concordia Sagittaria.

Ordine del giorno

– Arriva l’autunno, come sistemare le nostre orchidee?
– Struttura del Club (dimensione Nazionale con gruppi locali ed iscrizione al Consiglio Europeo delle Orchidee).
– Organizzazione “Villaggio di primavera” a Pordenoneorchidea 2006 Fiera di Pordenone e “Pollice verde” 2006 alla Fiera di Gorizia.
– Logo del Club, attendiamo ancora bozzetti.

L’appuntamento è fissato per le ore 10 circa in modo da consentire a Graziano la quantizzazione della “grigliatona” di pesce pescato nella vicina laguna. Come sempre, saranno gradite le leccornie delle nostre amiche “orchids-gastronofile”.

Indicazioni stradali: dall’autostrada oppure dalla SS Venezia – Trieste, uscita Portogruaro e seguire le indicazioni per Concordia Sagittaria ( 2 km da Portogruaro) arrivati al centro, lasciate la Basilica alla vostra destra e seguite la Via SS. Martiri che costeggia il fiume Lemene…. parcheggiate lungo il fiume sul prato antistante la casa gialla al n° 239.

I padroni di casa ci ospiteranno con grande gentilezza nella loro casa e nel parco annesso al cui interno potremo ammirare la deliziosa serra di Graziano e le belle piante di Francesca.

Per gli amanti delle antichità, la gita offre inoltre notevoli spunti culturali grazie alla vicinanza delle rovine romane, imponenti quanto ben conservate, della Basilica e del prezioso Battistero.

Il luogo è incantevole e la compagnia pure quindi mi raccomando: NON MANCATE!!

PS) Se avete qualche proposta da porre in discussione (temi orchidofili e/o organizzativi) inseriteli nella fiestra dei commenti a questo post.

PPS) Cara Patrizia, metti in funzione la tua brava laurea in archeologia!! Dovrai illuminarci!

100 Orchidee in cerca d’autore

Le Orchidee del Club.

Dovevano andare in mostra a Villa Manin, ma non le hanno volute; si dice che un influente dirigente orchidologo abbia sentenziato: o loro o io….gli organizzatori hanno scelto lui.
Io non posso credere che ciò risponda al vero, però devo anche rilevare che i dirigenti presenti, pur essendo a conoscenza del rifiuto, non hanno mosso foglia, quindi “vox populi vox dei”.
Visto che sono nell’argomento della “stupida guerra fra poveri ad escludendum”, voglio anche condannare quella sorta di “protezionismo commerciale” attuato da un gruppo di venditori d’orchidee.

Nell’ambiente delle orchidee circola voce che sia in atto una sorta di “patto di sindacato fra commercianti” allo scopo di neutralizzare un’Azienda produttrice d’orchidee, colpevole a loro dire unicamente di attuare prezzi troppo bassi nelle esposizioni. E’ un comportamento indecoroso che non porta da nessuna parte e soprattutto non fa crescere i collezionisti Italiani…. i dirigenti delle Associazioni Orchidofile Italiane presenti a villa Manin sapevano di questo?
L’Azienda oggetto di palesi pressioni è N&C alla quale va tutta la mia pubblica solidarietà.
A scanso d’equivoci, preciso che, esclusa una recente telefonata di solidarietà, non conosco i titolari di N&C e ad oggi, non ho mai avuto alcun rapporto commerciale con loro.

Proverbio Veneto: chi séra na porta, verxe un porton.
Traduzione: chi chiude una porta, apre un portone.

Proprio così, le nostre orchidee, in questi giorni sono esposte a Spresiano in Provincia di Treviso.

PROGRAMMA:

GIOIELLI DELLA NATURA
Esposizione di farfalle, insetti e orchidee dal mondo.
Dal 1 al 9 ottobre 2005, presso il Museo di storia naturale di Spresiano.
In una piacevole coreografia con giochi d’acqua, sono esposte rare specie botaniche di orchidee e una importante collezione di farafalle ed insetti, per la delizia di orchidologi ed entomologi.
L’ingresso è gratuito

Lunedì 3 Ottobre ore 21

SOS Orchids, come rinvasare, trapiantare e risanare le orchidee, dimostrazione pratica.
Orari: festivi 9 – 12 15 – 22 feriali 15 – 20
Spresiano si trova a 10 km da Treviso, sulla SS Pontebbana, direttrice nord verso il Cadore.
Vi aspettiamo.