Un’orchidea entrata nella storia e nella leggenda del mondo feudale nipponico
collezione Guido De Vidi – foto 31.03.06
GENERE:Neofinetia
AUTORE: H.H.Hu.
PUBBLICAZIONE: Rhodora27: 107 (1925)
SOTTOFAMIGLIA: Epidendroideae
TRIBU’: Vandeae
SOTTOTRIBU’: Aeridinae
SPECIE TIPO: Neofinetia falcata (Thunberg) Hu 1925
Basionimo: Orchis falcata Thumb. (1784)
Sinonimi: Aerides thunbergii Mig. – Angraecum falcatum (Thunb.) Lindl. – Finetia falcata (Thunb.) Schltr. – Oeceoclades falcata (Thunb.) Lindl. – Nipponorchis falcata (Thunb.) Masamune – Holcoglossumn falcatum (Thunb.) Garay & Sweet – Angraeacaopsis falcata (Thunb.) Schltr.
Nomi popolari: orchidea dei samurai – orchidea del vento (in giapponese – Fuuran)
Il nome del genere è stato assegnato in onore di Achille Eugène Finet (1863, Argenteuil -1913, París), botanico francese che ha dedicato gran parte della sua vita allo studio delle orchidee cinesi e giapponesi.
Il nome di specie deriva dal latino “falcatus” e fa riferimento alla figura a forma di falce, creata delle foglie di questa orchidea.
Neofinetia falcata è un’orchidea epifita di piccole dimensioni (raramente supera i 15 centimetri di altezza), a sviluppo monopodiale con foglie laterali, alternate e pseudo teretiformi.
I fiori si aprono all’apice di corte infiorescenze a gruppi di 5-6, tra Marzo ed Aprile e sono di colore bianco candido con qualche sfumatura gialla sul labello.
La fragranza dei fiori di questa specie è molto intensa ed inconfondibile, ci riconduce a mille sensazioni olfattive, la più immediata è quella del sapore dolciastro di qualche sciroppo medicinale.
Distribuzione: Cina, Corea, Giappone, Taiwan e le isole di Ryukyu.
Coltivazione:
Neofinetia falcata è un’orchidea molto duttile e pertanto si adegua a diverse ambientazioni climatiche.
Generalmente va coltivata in ambienti con luce moderata a temperature da serra intermedia e costante umidità, escluso il periodo nel quale le radici sono dormienti.
Può essere coltivata su zattere di legno, xaxim od altre fibre ed anche in vasi con materiale molto drenante; con la crescita questa specie tende a sviluppare le nuove radici sopra quelle esistenti, pertanto è buona norma avvolgerle con sfagno, in modo da realizzare una piccola riserva di umidità sopra il vaso.
La storia secolare di questa specie fa ritenere che sia facile coltivarla anche in ambienti domestici e con luci artificiali, io non ho esperienze in tal senso, le vostre saranno molto utili per arricchire questo post.
Storia, cultura e mito
Neofinetia falcata, un’orchidea di piccole dimensioni e di grande bellezza. Per la sensibilità occidentale non è altro che una delle tante varietà di orchidea in commercio, facilmente reperibile, dal costo contenuto, ma nella terra del Sol Levante era ed è tutt’ora un simbolo. L’undicesimo Shogun, Ienari Tokugawa, che ha retto le sorti del Giappone dal 1773 al 1837, ha amato questa pianta tanto da collezionarne duecento esemplari. La coltivazione di questa orchidea era permessa solo nelle case dei samurai, i feudatari portavano i loro “gioielli verdi” negli spostamenti periodici verso Edo, l’odierna Tokyo, questo ben spiega il soprannome di “Orchidea dei samurai”.
Come mai una casta guerriera trovò tanto interesse per un’orchidea? Fu sicuramente la forma del fiore, una forma ben nota ai samurai che simboleggiava il Kabuto, il loro elmo da guerra. Tanto era importante la buona coltivazione di questa orchidea, che assumeva valore simbolico anche la piantumazione nel vaso, se ben eseguita rappresentava il coraggio e la corretta formazione del bushi.
In Giappone questa orchidea è chiamata Fuuran, abbreviazione del più completo nome “Keiran Ichimei Fuuran”, termine che possiamo tradurre in “Orchidea del vento”, nome ancora usato per indicare le piante in sito. Neofinetia falcata per molto è stata considerata mono specie del genere, nel 1996 è stata inclusa una seconda specie la N. richardsiana, con lo sperone più corto e spontanea in Cina e Corea, la terza specie, (per certi esperti ancora in dubbio) è del 2004, la N. xichangensis, questa specie si caratterizza dallo sperone corto, diretto sul davanti e con fiore tendente al rosa.
La Fuuran fiorisce in estate, il fiore è di colore bianco, profuma intensamente di sera ed è dotato di un lungo sperone, circa 4-6 centimetri nella specie N. falcata, e 1 centimetro N. richardsiana. La lunghezza dello sperone è proporzionata alle caratteristiche dell’insetto impollinatore, una farfalla notturna.
Solo con il periodo Meiji, 1868 – 1912, la coltivazione di questa orchidea si è per così dire “liberalizzata” ed ha potuto svincolarsi dall’influenza dei samurai. Solamente all’inizio del ventesimo secolo, per l’appunto, le Fuuran poterono essere possedute e coltivate da chiunque. Sin dall’inizio di questo nuovo periodo, i ricchi collezionisti influirono sul prezzo delle piante tanto da far aumentare in modo considerevole i prezzi, inizia un autentica mania ancora esistente e rappresentata dalla associazione orchidofila Nihon Fuukiran Kai, Società Giapponese delle Neofinetie.
Ancor oggi Neofinetia falcata gode di molta considerazione in Giappone ed alcuni cultivar sono venduti a peso d’oro.
Molte sono le ibridazioni ottenute con genitore Neofinetia falcata: Ascofinetia (Neofinetia x Ascocentrum), Neostylis (Neofinetia x Rhyncostylis), Vandafinetia (Neofinetia x Vanda) e molti altri ibridi complessi di Vandaceous.
I giapponesi si sa, sono famosi per il collezionismo orchidofilo “monospecie”, ad esempio un gruppo di appassionati orchidofili giapponesi, colleziona solamente una specie di Cattleya la C. walkeriana.
I collezionisti giapponesi cercano nei siti di endemicità, forme differenti di N. falcata, sia nei fiori che nella vegetazione, se la pianta “diversa” mantiene le sue peculiarità per qualche anno, viene elevata a Fuukiran, attualmente ne esistono 171 registrate e il loro elenco viene pubblicato seguendo la composizione e lo stile riservato ai nomi dei lottatori nelle locandine per i tornei di Sumo, se volessimo pensare al valore economico di queste varietà potemmo pensare al costo di una casa con giardino.
In Giappone e in Cina troviamo raffigurazioni e libri su questa orchidea fin dal XVII secolo, ma il nome Neofinetia deriva dal botanico francese Achille Finet, 1862 – 1913, studioso di orchidee giapponesi e cinesi, ma fu Carl Peter Thunberg (11 novembre 1743 – 8 agosto 1828), naturalista svedese, padre della botanica del Sud Africa e considerato anche il “Linnaeus giapponese”, a coltivarla e descriverla nel suo libro intitolato “Flora Japonica” (1784).
Un vero mito questa orchidea… miti a parte, consiglio a tutti di inserire questa deliziosa orchidea nella propria collezione…non fosse altro, per sentirsi tutti un po Samurai.
Nota:
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Posso testimoniare la facile adattabilità alla coltivazione casalinga di questa specie, richiede solo una attenzione ulteriore per le radici aeree che produce cui bisogna assicurare un’umidificazione costante.
Per il resto mi pare resistente e fiorifera senza particolari necessità.
Saluti
Vorremmo conoscere la vostra associazione un po’ di più e partecipare a qualcuno dei vostri incontri.
Fateci conoscere le modalità.
Cordialmente
Paola e Stefano di Pordenone
P.S.:Se ci dite come fare, vi inviamo le foto dell’orchidario artigianale che ha costruito stefano.
ciao ragazzi, la nostra associazione è un libero club di amiche ed amici che in comune hanno la passione per le orchidee. Non ci sono tessere di iscrizione, per farne parte è sufficiente inviare via e-mail l’autorizzazione all’uso del proprio indirizzo di posta elettronica, attraverso il quale tutti i soci ricevono notizie delle attività del club.
Le nostre attività si articolano in incontri propedeutici che normalmente sono effettuati presso le serre e/o abitazioni di qualche socio volontario. Altre occasioni di incontro sono le mostre organizzate dal nostro Club… in questi casi si collabora alla buona riuscita dei singoli eventi. Prossimamente saremo a Bussolengo e in fiera a Pordenone, seguiranno informazioni dettagliate.
A presto e grazie per il vostro interesse alla nostra associazione.
Cordialmente
Guido