Dracula: come rinvasarle

Belle, misteriose e difficili

Introduzione
Se incontrate qualcuno che sostiene la facilità di coltivazione del genere Dracula è sicuramente un venditore oppure sta scherzando.
Già il nome stesso del genere, crea un certo disagio, conosciamo bene le strane doti del Conte Dracula della letteratura…. dal libro “Dracula” di Bram Stoker (1897).

….”la vicenda inizia con il giovane avvocato Jonathan Harker che, inviato in Transilvania dal suo capo, Peter Hawkins, per curare un acquisto fatto in quel di Londra da un signorotto locale: il Conte Dracula.
L’inizio del viaggio del giovane, però, è all’insegna del contatto con il mondo superstizioso e pauroso della gente locale, che cerca di scoraggiarlo dall’andare dal Conte, ma nessuno degli sforzi dei villici riesce ad impedire il contatto con il signorotto, che si rivela essere un affabile anziano che ha deciso di trasferirsi in Inghilterra per curare alcuni affari.
Con il passare dei giorni alcuni particolari diventano terrificanti fino alla scoperta del terribile segreto del Conte: egli è in realtà un terribile mostro che si nutre del sangue dei viventi. In una parola è un vampiro che si accinge ad azzannare la vecchia Inghilterra per prolungare ancora la sua insana esistenza.”

Dracula bella(Rchb.f.) Luer, 1978
…”Dracula bella è stata scoperta da Gustav Wallis nel 1873-4 mentre raccoglieva piante per la serra esotica reale Inglese di Veitch, ma lui non è riuscito a far arrivare piante vive in Europa; è stata introdotta 4 anni dopo in Inghilterra dai sigg. Low e Co. di Clapton. Veitch descrive la specie e la definisce curiosa e molto valida con fiori alti 7,5 centimetri e larghi 6,5 con le code dei sepali lunghe 10 centimetri e rivolte all’indietro”. leggi questo post.


Le orchidee chiamate Dracula
Il genere Dracula appartiene alla sottotribù delle Pleurothallidinae ed è stato generato nel 1978 dal Dott Carlyl Luer, scorporando alcune specie con fiori pelosi, strani labelli e sepali con code lunghissime, dal genere Masdevallia. Forse è stato proprio quest’ultimo particolare oltre alla somiglianza dei fiori a “piccoli draghi” e non da ultimo all’ambiente umido e buio dove amano vivere, ad ispirare il nome “Dracula” a Luer; pertanto le Dracula sono simili alle Masdevallia per esigenze climatiche, ma differiscono in alcuni particolari vegetativi di fondamentale importanza.
Le prime specie di questo genere sono state scoperte nel 1870 ed ancora ne sono continuamente trovate di nuove (Colombia, Ecuador e Perù) al punto che è veramente difficile stabilire con esattezza il numero delle specie attuali: presumibilmente ad oggi sono note circa 130 specie.
Si è già evidenziato che le condizioni ambientali molto importanti sono l’alta umidità costante, ombra abbondante, ventilazione e temperature da moderate a fredde, il tutto accompagnato da costante ventilazione, queste note fanno capire quanto è scarsa la possibilità di errori concessi nella coltivazione delle Dracula.
Altri fattori determinanti nella coltivazione delle Dracula, sono i fertilizzanti, antiparasitari e d i fungigidi. Questo genere di orchidee è molto sensibile (bruciatura delle punte fogliari) ai trattamenti ed alle fertilizzazioni eccessive, soprattutto se effettuate in fase di carenza di umidità: è assai consigliabile ridurre il più possibile trattamenti e concimi.
A quanto illustrato sopra va aggiunto che gran parte delle specie del genere Dracula producono steli fiorali con il geotropismo negativo e quindi bisogna contenere le radici di queste piante in cestini forati per permettere l’uscita degli steli stessi.
Nonostante tutto, se desidri cimentarti con queste bellissime e delicatissime orchidee, quel che segue può darti una mano.

Rinvaso: tipologia del substrato e tecniche costruttive dei cestelli in filo zincato.
Anche per il substrato di queste orchidee vale il principio della facilità del suo reperimento e del costo contenuto.
Dopo molti esperimenti con materiali di varia natura (fibra d’osmunda, bark, polistirolo ed altro) utilizzati negli anni precedenti per il rinvaso, ultimamante uso una miscela di bark fine, torba si sfagno ed agriperlite, che garantisce vaporosità, umidità alle radici e buona resistenza alla decomposizione, Inoltre per mantenere umida la sua superfice, copro la parte superiore del substrato con sfagno secco reidratato.

Nelle foto sotto si può notare una pianta di Dracula, prima e dopo il rinvaso.

La pianta prima del rinvaso (foto a sinistra) presenta chiari sintomi di soffocamento del composto, in parte ammuffito e decomposto. A destra nella foto si vede la pianta rinvasata e pulita.

Pianta tolta dal cestello (foto sotto) e preparativi per la risistemazione.


Sopra si può notare lo stato generale di crisi del substrato e delle radici della pianta, mentre a destra si vedono pianta e cestello puliti, con li substrato pronto per il rinvaso.

Come costruire i cestelli in rete zincata.

Per costruire questi cestelli si usa rete zincata finissima (mezzo centimetro di lato dei quadratini), reperibile nelle comuni ferrameta o negozi di edilizia e si tagliano i segmenti di misura desiderata (è sufficente fare qualche calcolo teorico), io costruisco cestelli di tre misure (8-10 12 centimetri di diametro e 10 di altezza).

Modellare manualmente.

Una volta tagliata e rifilata per bene la porzione di retina da utilizzare si inzia a modellarla a forma di cilindro e poi si chiudono i due lati, legandoli con un filo di plastica sottile (fili dei cavi telefonici). Per consentire la piegatura del fondo si praticano dei tagli orizzontali ogni 2 quadratini di rete.

Ultime finiture.



Effettuati i tagli, piega le sezioni di retina ricavate verso il centro del cestello e lega con lo stesso filo di prima, l’ammasso di rete ottenuto. Un’ultima sistematina estetica generale, battendo con il manico del martello sul fondo per pressare la retina e poi si può ammirare l’opera. Il cestello a questo punto è pronto per l’uso, lega 3 fili di plastica al bordo superiore del cestello, annodali ad un pezzo di ferro che funge da gancio e procedi con il rinvaso: buona coltivazione.

Nota:

Le notizie e le descrizioni di ogni post del blog sono supportate da ricerche sulla lettratura esistente e sul web, ma si riferiscono esclusivamente a esperienze di coltivazione su orchidee presenti nella mia collezione.
Eventuali errori o incompletezze possono essere rimediati dalla vostra collaborazione.

13 pensieri su “Dracula: come rinvasarle

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