La serra di Guido: maggio 2008

Piccola presentazione
Il mio primo spazio serra è nato nel lontano 1982 ed era costituito da una struttura in profilati di alluminio anodizzato chiusa da vetri.
Durò il volgere di una stagione questa serra perché era sistemata in un posto sbagliato: il sole spariva da ottobre a maggio. Era estate quando la pensai, allora non calcolai l’inclinazione del sole ed essendo la struttura, posta a nord di una casa, mi accorsi del problema solamente al sopraggiungere dell’autunno.

Dal primo modulo agli spazi attuali
La primavera successiva presi “armi e bagagli”, come si suol dire e iniziai la costruzione di quella che poi diventò la mia vera prima serra.
Il progetto era nella mia mente, peccato che si modificasse ogni nuovo giorno e fu così che dall’idea iniziale di allestire quasi un tunnel o poco più, a costruzione ultimata risultò una struttura con pareti in vetrocamera e tetto con volta a semicerchio coperto in policarbonato da 10 mm.
Il vero colpaccio fu quando trovai vetrate in vetrocamera di varia misura alla cifra irrisoria di 50.000 lire al pezzo – in quel periodo la ditta Panto, che produceva infissi per il nord Europa stava ripulendo il suo magazzino pieno zeppo di prototipi rientrati da fiere campionarie.
Nacque così la mia serra, anche frutto del lavoro di mio cognato Renato.
Da questa collaborazione operativa uscì il nome iniziale della collezione “DEMAFLOR” (sommatoria delle prime due lettere dei cognomi – De Vidi, il mio e Mattiuzzo, quello di mio cognato – a significare la comune passione.
Son trascorsi molti anni da allora e si vedono tutti, sia addosso alla serra che sulle spalle mie 😉
Molti fatti sono accaduti in questi 5 lustri, alcuni belli, altri decisamente negativi, ma la passione fin’ora ha avuto il sopravvento su qualsiasi difficoltà.
Gran parte dell’orchidofilia italiana ed anche internazionale è passata fra i bancali della serra, molti collezionisti di orchidee sono cresciuti respirando la sua atmosfera ed altrettanti si sono persi per strada, a testimonianza che il collezionismo orchidofilo non è cosa facile.
Anche la serra con il passare del tempo e con l’arrivo di nuove piante è cresciuta.
Ora è un insieme di spazi auto costruiti, esternamente assai brutti per la verità – brutti nel senso dell’estetica canonica, una bella serra stile Vittoriano sarebbe ben altra cosa…ma in Italia l’insensibilità istituzionale sul versante della botanica non consente di trovare aiuti, anzi, quasi sempre riesce a frapporre ostacoli burocratici – pertanto basta essere belli dentro, si usa dire in questi casi…vediamo se almeno questo detto trova conferma.

Entrando

Inizieremo il viaggio intercalando, come in un gioco di insiemi e di primi piani, foto panoramiche e particolari di angoli, di piante…non necessariamente orchidee, sì perché il segreto dei vari microclimi creatisi internamente, vero asso nella manica della serra, sono il frutto di equilibri di luce, di piante, felci ed altro, che scoprirai inoltrandoti nei suoi meandri e guardando in profondità verso la luce, oppure le parti basse ed ombrose, i particolari e qualche volta anche verso il cielo.
Nella foto sopra si può ammirare un bel ibrido in splendida fioritura di Lc. Fire Dance ‘Blanche’, mentre a destra si vede una felce tropicale che domina gli spazi sotto i bancali. Le felci, le tillanzie, le bromeliacee i muschi ed i licheni che appariranno in contesti differenti contribuiscono a creare un equilibrio eccezionale.
Siamo appena entrati in serra, l’atmosfera è umida ma ventilata e si ha un piacevole senso di benessere. Aromi indefinibili ti rapiscono e ti danno la sensazione di entrare in una giungla carica di misteri. Sopra a sinistra, l’inestricabile groviglio di radici aeree di una Cattleya ti accoglie e ti mostra tutta la sua salute, mentre alla destra un tronco di nocciolo ospita una grande pianta di Angraecum eichlerianum già con qualche capsula seminale gravida e pronto a mostrare le prossime fioriture.

Buttando l’occhio sul corridoio ad est si è letteralmente sorpresi dall’abbondante fioritura delle C. skinneri, della Laelia purpurata e di altre piante che confondono i loro fiori senza soluzione di continuità. Poco più avanti (foto sopra a destra) ecco la tanto desiderata Cymbidiella pardalina prossima alla fioritura.
Merita un primo piano la Laelia purpurata che, non essendo in gran forma quest’anno, preferisce rimaner nascosta. Che dire poi della Cattleia skinneri forma semi alba, appiccicata su una zattera appesa lungo il montante alto, quasi a toccare il cielo? Decisamente belle! Queste specie fioriscono puntualmente fra Aprile e Maggio…nei loro paesi di origine sono considerate le orchidee Pasquali. Lungo le pareti finestrate, dove la luce fa a gara con la condensa per creare micro ambienti particolari, si formano muschi, alghe e licheni e crescono con vigore anche felci, bromelie e succulente. Come vedi, la natura prende il sopravvento sull’estetica, che vorrebbe tutto pulito…io preferisco mantenere questo equilibrio naturale. Biologi e botanici durante le loro visite alla serra, hanno apprezzato questo aspetto, sostenendo che sono i migliori segnalatori della qualità ambientale interna. Concediamoci ora un attimo di respiro e, prima di uscire in giardino per goderci una meritata pausa, diamo uno sguardo verso il cielo per ammirare la stupenda fioritura della Vanda coerulescens, senza far passare inosservata però, la delicata infiorescenza di una delicata miniatura.

…il viaggio continua, attendo le tue impressioni. Prossimamente entreremo nelle nebbie della serra e ci soffermeremo su qualche aspetto tecnico di coltivazione, al prossimo post
Guido

4 pensieri su “La serra di Guido: maggio 2008

  1. Loredana Sartorello

    Carissimo Guido, la prima volta che sono entrata nel sito orchids.it ho letto esattamente questo post e ne sono rimasta colpita in modo irreparabile ? Ho così iniziato ad attendere impazientemente i video successivi e sin dal primo capii che la Serra di Vicolo Parnasso era un posto da vedere assolutamente. Il mio sogno si è avverato qualche tempo fa, ne sono ancora lusingata. Buona vita a Te e Rosetta
    Loredana Sartorello

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  2. Massimo M.

    Hai più scoperto Guido il nome di quell’ultima miniatura? Hai qualche indicazione? Bellissima anche la prima Phalaenopsis che se non erro è la schilleriana.

    Bellissimo articolo, mi hai fatto crescere ben bene la voglia latente che avevo di venire a trovarti, per farmi un giretto in serra.

    Ciao

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