Archivio mensile:Luglio 2014

Paphiopedilum, storia di un ibrido

013Paph. Sunland ‘BRYON’ x Paph. Daphne.(fiore)

Messa così la “cosa” si potrà dire: che carino questo ibrido, ma quando si pensa che questo fiore è il frutto di 130 anni giusti di incroci, viene la voglia di cercare nel suo albero genealogico.

Facciamolo insieme.
Prima osservazione: non si trova traccia di registrazioni di questo incrocio alla RHS.

Storia dei suoi genitori:
Paph. Daphne ha una storia breve: ibrido primario (Paph. exul x Paph charlesworthii), registrato da W.Appleton 01.01.1903.

011Paph. Sunland ‘BRYON’ x Paph. Daphne.(pianta)
Paph. Sunland ha un albero genealogico lunghissimo: mi fermo ai suoi genitori che sono (Paph. Sungrove x Paph. Gorse), registrato da Ratcliffe 01.11.1963.

Ora inseguiamo a ritroso Paph. Sungrove: è figlio di (Paph Minster Lovel x Paph. Chilton) sempre registrato da Ratcliffe 01.01.1957.
Ancora Ratcliffe nel 1952 registra Paph Minster Lovel (Paph. Grace Broughton x Lady Mona).

Paph. Grace Broughton, nasce nel 1945, registrazione Cooke ed è figlio di (Paph. Diana Broughton x Paph Graceful).

A questo punto, per arrivare sino al 1884, quando troveremo le specie che hanno dato vita a tutta questa trafila, prendiamo in esame Paph. Diana Broughton (1936): ecco il link della sua completa genealogia.

Se siete ancora qui a leggere è già un gran risultato, ma sicuramente direte: che cavolo serve tutta questa “pappardella”! Alla fine è un fiore come tanti altri.
Io penso di no, questo fiore sarebbe anonimo e senza valore se non conoscessimo la sua storia, storia che si intreccia con il gran lavoro di coltivatori e di collezionisti, in tanti anni di ricerca. Fra gli ibridatori che ho citato, qualche osservatore attento troverà senz’altro, nomi famosi legati a tante specie o generi di orchidee: la storia, importante per capire, per conoscere e per apprezzare.

Libri che passione

libro_olaf_gruss_phragmipedium Ancora un libro interessante da porre all’attenzione di chi ama le orchidee e desidera approfondire la loro conoscenza.
Tutto o quasi sui Phragmipedium, a cura di Olaf Gruss: 500 pagine e circa 2000 foto.
Della serie “Il peso della cultura”, l’amico Alberto Grossi, membro del consiglio direttivo dell’AIO propone alla vostra attenzione questo libro assai interessante, per un eventuale acquisto scontato.
Per le informazioni in dettaglio contattate me o Alberto Grossi su Fb, oppure a info@orchids.it
Decidete velocemente!!!

PS) – Il libro è uscito in tedesco, poco male per chi non conosce la lingua: le foto e i nomi parlano un’unica lingua che noi conosciamo molto bene.

Encyclia chloroleuca?

Due anni fa di questi giorni, usciva su questo sito, un flash di presentazione di: Encyclia chloroleuca.
Già allora mi era rimasto qualche dubbio sulla generale incertezza dell’attuale sistemazione tassonomica del gruppo di specie, definite “greenish Encyclia.

Eccolo il “Tweet” di allora:

Encyclia chloroleuca [Hooker]Neumann 1845-6
Nome popolare: Encyclia Bianco/Verde.
Collezione Guido De Vidi
Internet, news correlate:
Pupulin – Bogarin

tropicalplantbook.com

A distanza di due anni, riprendo l’argomento con ulteriore incertezza.
020019028 Anche quest’anno la pianta è in fiore da diversi giorni, eccola nelle nuove foto a sinistra.
Cerco notizie utili al completamento delle notizie, e subito mi inerpico fra 3 o 4 specie similari.
Certo, gia qualche anno fa (vedi i link), Pupulin e Dogarin ponevano il problema, evidenziando che nelle collezioni si trovano troppo pochi campioni per poter rivisitare con più attenzione l’incerta situazione tassonomica delle “greenish Encyclia.
Ma, la lettura di questo articolo su KEW BULLETIN VOL. 67: 1 – 3(2012) ha prodotto ulteriore confusione, tanto da ritenere che la pianta rappresentata nelle foto , sia una varietà o una sottospecie di quelle note e cioè:
Encyclia chloroleuca, E. amanda, E. ceratistes, e E. elegantula

Due specie o una sola?
Encyclia chloroleuca (Hook.) Neumann viene segnalata per la prima volta a Panama. E. chloroleuca è stata in precedenza erroneamente identificata come E. amanda (Ames) Dressler, ma i caratteri morfologici dei fiori, l’infiorescenza, e la stagione della fioritura sono diversi, elementi questi, utili per nuove osservazioni.
Nel frattempo la mia pianta, anzi le 2 piante della mia collezione continueranno a chiamarsi: Encyclia chloroleuca, con – aggiungo io – l’epiteto di varietà ‘pallida’

Collaudo impianto fog: esperienze e consigli

Questo VIDEO è il risultato finale del test effettuato su vari elementi che compongono il tanto desiderato sistema per la produzione di nebbia in serra: il sistema fog.

Cercheremo di “guardare dentro” al sistema di gran lunga più usato per produrre nebbia artificiale “fog”: nebulizzazione dell’acqua con l’ausilio di una pompa ad alta pressione, nelle serre amatoriali per la coltivazione di orchidee e di altre essenze esotiche..
Ci dedicheremo esclusivamente alla conoscenza della tecnologia di cui è dotato tale sistema, tralasciando l’insieme impiantistico di gestione, per analizzare altresì le peculiarità delle sue componenti primarie, e cioè:
1 – Pompa ad alta pressione (70-100 Bar).
2 – Ugelli.
3 – Porta ugelli.
4 – Tubi di raccordo.
In buona sostanza questi sono i componenti che bisogna conoscere bene per poter fare una scelta oculata al momento dell’acquisto e per avere poi, in fase di esercizio, la dovuta padronanza in caso di imprevisti.

La pompa.
001Per la produzione di nebbia artificiale, la pompa è l’elemento fondamentale.

Posto che in termini di dimensione il nostro ambito di interesse è uno spazio chiuso (serra), che può partire dai 10 metri quadri per giungere fino ai 70-80 metri quadri, la scelta del modello giusto va indirizzata nel settore della produzione per usi industriali.

Idropulitrici
Le pompe ad alta pressione sono elemento essenziale per la realizzazione di idropultrici, ed è proprio da questo uso che derivano, opportunamente adeguate, le pompe per la produzione di nebbia.
La differenza sostanziale fra i due tipi di pompe sta tutta nella diversa taratura della quantità del flusso d’acqua nel tempo.
Generalmente l’idropulitrice ha una portata nell’ordine di circa 10 litri per minuto, mentre per le nostre necessità è sufficiente un flusso di 0,5 – 1 o 2 litri al minuto.
In entrambi i casi è la qualità della pompa, che fa valore aggiunto del prodotto e questo si evince dai materiali con i quali è costruita: pistoncini in bronzo piuttosto che in plastica e tecnologia di comando e protezione.
002Le parti sostanziali della pompa sono: ingresso acqua, motore elettrico, blocco compressione dell’acqua, regolatore della pressione di spinta e raccordi di uscita acqua.

A partire da questa essenzialità, in commercio si possono trovare pompe con soluzioni più sofisticate, sia di controllo d’ingresso, protezione e verifica in uscita.

La scelta della pompa
Un vecchio “adagio” recita: quello che non c’è non si guasta mai. Facendo tesoro di questa metafora, andremo a trovare quel prodotto che garantisce qualità, semplicità e nello stesso tempo, economicità.
004Per effettuare tutte le operazioni di collaudo, rivolte soprattutto alla verifica della buona funzionalità di vari tipi di ugelli per nebulizzazione attualmente in commercio, ho usato una vecchia pompa, per certi versi “spartana”, ma che rispondeva decisamente ai criteri di cui sopra: potenza del motore contenuta (bassi consumi), essenzialità (elettrovalvola in ingresso per il blocco del flusso d’acqua in caso di allacciamento all’acquedotto), blocco di pressione in bronzo e regolazione della pressione in uscita.
La pompa ha risposto egregiamente a tutte le condizioni di “stress-test” a cui è stata sottoposta.

Allacciamento dell’impianto alla pompa.
040Pur non volendoci addentrare nella struttura dell’impianto di distribuzione degli ugelli è utile fare alcune considerazioni.
La rete di distribuzione necessita di raccordi fra gli ugelli e cioè: porta ugelli e condotte, che possono essere in rame (soluzione costosa), o di materiale plastico. Il diametro consigliato è quello 041evidenziato nella foto.

Innesto del tubo.
Durante le operazioni di innesto del tubo nel foro del porta ugello va fatta particolare attenzione. Il tubo va tagliato senza produrre sbavature e va innestato con decisione fino a sentire il classico “clik” delle lamelle di ancoraggio interne al porta ugelli.
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Separazione pompa-rete di distribuzione.
E’ utile prevedere la possibilità di separazione fra rete di distribuzione e blocco pompa. Questa soluzione consente di staccare la pompa stessa, senza dover sfilare il tubo, operazione sempre ostica da compiersi.
A tal proposito si può installare un raccordo filettato a tenuta stagna maschio/femmina, fra pompa e tubazioni dell’impianto.

Ugelli
015In commercio ci sono vari tipi di ugelli appositamente studiati per nebulizzare l’acqua.
Nella foto alla vostra sinistra sono esposti vari tipi di ugelli in commercio, smontati e con le parti che li compongono, distribuite in sequenza di sistemazione.
Si possono notare piccole differenze fra loro: in alto un vecchio modello in bronzo, al centro una versione recente dotata di filtro, in basso con pistoncino ad imbuto rovesciato.
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Micronizzazione dell’acqua.
La tecnologia di fondo alla quale si rifanno la varie marche di ugelli è la micronizzazione dell’acqua, facendola passare ad alta pressione attraverso un piccolo foro praticato al centro della testa dell’ugello, opportunamente “vorticizzata” da un pistoncino interno.
Il pistoncino è a forma di chiodo con la punta dotata di due minuscole incisioni oblique (vedi foto a sinistra) che generano l’uscita vorticosa dal foro.
Tale principio emula sostanzialmente quello in uso nei bruciatori a gasolio.

Blocco del flusso d’acqua
Uno dei problemi che si presentano negli impianti di micronizzazione dell’acqua è quello della spruzzatina029 d’acqua a fine lavoro.
Nei bruciatori, il flusso di liquido a fine accensione (onde evitare indebite uscite) è bloccato da un’elettrovalvola, nei nostri ugelli invece, tale funzione è assolta da una molla dotata di un piccolo tappo che lascia fluire l’acqua solamente in presenza di pressione superiore a 30 – 40 bar circa.
Il buono stato di questa molla e l’integrità del tappo in gomma o silicone, a seconda del modello in uso, sono elementi importanti per il regolare flusso dell’acqua.

Ugello con filtro incorporato
La purezza dell’acqua utilizzata negli impianti di nebulizzazione è molto importante per la durata ed il buon funzionamento del sistema fog.
018A questo scopo sono previsti dei punti di filtraggio a monte in ingresso dell’acqua nella pompa. Di recente sono stati messi in commercio, ugelli dotati di filtro incorporato (vedi foto a sinistra).

Ugello con pistoncino ad imbuto
019Questa è una soluzione abbastanza interessante, il pistoncino (quel famoso “chiodo” con le due incisioni infilato nella testina) è stato sostituito da un “imbuto pieno, a forma di cono ziglinato” che entra con la sua punta nel foro della testina stessa.
In questo caso la nebulizzazione è provocata dalle ziglinature che spaccano l’acqua già prima che 035 fuoriesca dal foro. Forse a garanzia della resistenza fisica del piccolo foro, ovviamente più soggetto a usura, nelle ultime versioni la parte di contato con il pistoncino è di rubino.
Durante i test di questo ugello ho rilevato una migliore micronizzazione dell’acqua rispetto agli ugelli “tradizionali”, ma per converso si è presentata una relativa difficoltà di funzionamento: dopo poche ore vari ugelli bloccano l’uscita dell’acqua.

Guarnizioni O-Ring
008036Il tallone d’achille degli ugelli, soprattutto nella versione con pistoncino ad imbuto, è la tenuta idraulica con i porta ugelli. Tutto il sistema di tenuta, fra i vari componenti dell’ugello ed anche fra ugello e porta ugello è garantito da una serie di piccole guarnizioni O-Ring.
Ho verificato che, sia per il normale processo di invecchiamento, ma anche per le reiterate operazioni di pulizia, le guarnizioni perdono la loro tenuta e a volte si rompono.
Le guarnizioni, dapprima di gomma, ora in parte sostituite con similari in silicone, escono facilmente dalla loro sede, particolarmente quest’ultime, lasciando così uscire acqua con la conseguenza di indebite spruzzate e di perdite di pressione dell’impianto.

014Il reperimento degli O-Ring giusti è impresa non facile. Si possono trovare in qualche magazzino di forniture industriali, oppure vanno acquistati inizialmente, insieme agli altri componenti.
Queste sono le misure consigliate: diametro 4 mm e spessore da 1mm e da 1,4mm.
Il problema si complica quando gli ugelli sono installati in porta ugelli miniaturizzati per tubature di diametro ridotto.

Note:
1 – Mi scuso per avervi mostrato le mie mani sporche, ma le foto sono state scattate durante le operazioni di collaudo e di norma non lavoro con i guanti.
2 – I prodotti descritti in questo post sono acquistabili anche in e-commerce presso SerreGiardini

Riflessioni: la lussureggiante Stanhopea e le stagioni della vita


078 Si presentava così, oggi, quel magnifico e lussureggiante esemplare di Stanophea nigroviolacea, ormai quasi tutta sfiorita.
Lo sguardo sul terreno focalizzò quel che rimaneva dei suoi fiori, così imponenti e profumati solo qualche giorno prima, e d’un tratto mi assalì un turbinio di sensazioni: tristezza, già nostalgia e attesa per la prossima fioritura, ma soprattutto occasione per qualche riflessione sulle parentesi della vita, quelle della pianta, della nostra, della vostra, della vita in generale.

Le stagioni della vita
Chissà, saran gli anni, tanti ormai, che facilitano l’andare con i pensieri alle stagioni passate, sarò forse io, per certi versi troppo sognatore, ma se avrete la bontà di seguirmi “riavvolgeremo” insieme le stagioni della vita.
005 La stagione degli amori.
E’ la stagione più calda, d’un tratto scopri l’amore nei sentimenti, nel corpo e nell’anima; tutto diventa luminoso ed ogni impulso della tua vita è rivolto ad alimentare nuove e piacevoli sensazioni. Si scopre e si fa l’amore, proprio come è capitato qualche giorno fa ai fiori della nostra Stanhopea.
Di neccessità virtù, si dirà. In assenza delle api euglossine (maschio), i fiori nel massimo del loro splendore hanno accolto di buon grado anche la mano dell’uomo.
076 La stagione della fertilità.
Ed eccolo il risultato degli amori: dopo qualche giorno dall’avvenuta impollinazione, già si cominciano a notare i rigonfiamenti delle capsule seminali, gravide e feconde. La gravidanza durerà diversi mesi, ma qundo saranno mature, ci doneranno centinaia di migliaia di nuove vite allo stato embrionale: la natura e l’uomo, nel nostro caso, faranno il resto: la vita ricomincia.

L’impollinazione
Un aspetto molto affascinante delle Stanhopeinae è la loro impollinazione.
068Nel loro habitat naturale i grandi fiori sono impollinati ad opera dei maschi delle api euglossine, del genere Euglossa meriana ed Euglossa cordata, note come “le api delle orchidee.”
Ogni singola specie di api euglossine, visita solamente una specie di orchidea, questo a garanzia della non interferenza biologica.
Le api sono attratte ai fiori dal loro profumo, a volte dolce ed in certi casi pungente. Come si può evincere dalle foto, i fiori sono delle incredibili creazioni della natura, sia nelle loro forme, che nelle loro strutture complesse, modellate apposta per ottenere l’impollinazione.
Le Stanhopeinae attraggono le api con il loro profumo e servendosi di un sofisticato meccanismo le obbligano ad effettuare percorsi utili a garantire la fecondazione.
029I fiori rendono il loro “bocconcino” di nettare alle api visitatrici, le quali poi lo trasformano (attraverso una loro secrezione ghiandolare) in fragranza utile per attrarre le loro femmine.
I fiori sono di breve durata ed all’evidenza, con un sistema così efficace d’impollinazione, se lo possono permettere.
E’ utile ricordare che la fioritura è sempre un dispendio d’energia.
073 La stagione della fine e dell’oblio.
I giorni della lussuria, del piacere e dell’ammirazione sono passati. Quel gruppo enorme di fiori non ha trovato la sua ape, peccato! Piano piano, uno alla volta, i fiori son appassiti e si sono staccati inesorabilmente dalle infiorescenze che li sostenevano: è finita per loro. Rimangono lì per terra muti e informi in attesa che “qualche anima buona” li metta a riposare più dignitosamente.