X Cattlianthe Porcia 'Cannizaro'

(ex Cattleya): una delle tante ibridazioni con genitore Guarianthe bowringiana

Prima di entrare nel vivo della presentazione di questo ibrido di Cattleya, conviene riassumere un po’ di storiografia della tassonomia, questo per capire l’ondivagare dei nomi di genere e di specie.

Iniziamo la discussione precisando che il nome di genere, Cattlianthe – (Ctt.) è stato originato in seguito della creazione del nuovo genere Guariante,(combinazione di “guaria”, epiteto usato in Costa Rica per indicare le orchidee e “anthos” = fiore;

img_1705Cattlianthe (Ctt.) = Cattleya × Guarianthe = Non ci sono ibridi primari naturali tra le due specie, ma solo ibridi artificiali. Il più famoso è Cattlianthe Porcia con nome di grex ‘Cannizaro’

Qui l’albero genealogico dal database RHS:

Cattlianthe Porcia (Ctt).
C. Porcia (1927)
C. Armstrongiae (1907) x C./ Guarianthe – Cassio van den Berg & Mark W. Chase pag. 223.)2003) – bowringiana
C. Hardyana (1896) C. loddigesii
C. dowiana C. warscewiczii

Il nuovo genere Guarianthe è stato costituito per separare (in base a studi del DNA) alcune specie bifoliate del genere Cattleya:

Specie:
Guarianthe aurantiaca (Bateman) Dressler & W.E. Higgins – Diffusa in gran parte del Messico e sud Costa Rica
Guarianthe bowringiana (Veitch) Dressler & W.E. Higgins – Chiapas, Belize, Guatemala, Honduras
Guarianthe patinii (Cogn.) Dressler & W.E. Higgins – Costa Rica, Panama, Colombia, Venezuela, Trinidad; naturalizzata in Ecuador
Guarianthe skinneri (Bateman) Dressler & W.E. Higgins – nel Chiapas, Panama

Ibrido naturale:
Guarianthe × guatemalensis (T. Moore) W.E. Higgins = Gur. aurantiaca × Gur. skinneri[5] – Chiapas, Belize, Guatemala, Honduras, Nicaragua

In appendice alle notizie curiose sul genere Guarianthe, risulta interessante osservare che, a rigor di regole tassonomiche, il nome di questo nuovo genere sarebbe potuto anche essere stato: Epicladium small, nome di genere usato da Lindley nel 1841 per descrivere Epidendrum aurantiacum (giova ricordare che originariamente, Lindley assegnava alle future Cattleya, il nome di genere Epidendrum). La risistemazione di queste specie ex Cattleya, non ha incontrato grande entusiasmo fra coltivatori e ibridatori; il motivo è da ricercarsi nella nutrita schiera di ibridazioni già in essere, che devono cambiare nome.

Cattliante Porcia ‘Cannizaro’: notizie.
Il primo dubbio che assale il coltivatore è: Cattleiante Portia, o Porcia? Di primo acchito si pensa che sia la steessa cosa – solo due grafie diverse ed invece si scopre che sono due incroci distinti, forse i più famosi fra i tanti ralizzati da Sir Jeremiah Colman.
Per comodità, nelle notizie storiche userò il vecchio epiteto di genere ‘Caattleya’ ora Cattleianthe e/o Guarianthe.
Cattleya Portia, frutto dell’ibridazione con Cattleya labiata, e l’altro di Cattleya Porcia con Cattleya Armstrongiae (Hardyana x loddigesii), hanno entrambi una dimensione intermedia tra i loro genitori. Sono splendidamente colorate, piante vigorose con spettaccolari infiorescenze; tanto da essere considerate tra i migliori e più spettacolari ibridi di Cattleya mai coltivati.

Cattleya Portia è stata registrata da James Veitch & Son nel 1897 e C. Porcia da H.G. Alexander nel 1927. Entrambi hanno ricevuto numerosi riconoscimenti da RHS e AOS.

img_1707Cattleya Porcia ‘Cannizaro,’ (foto a sinistra) ha ricevuto AM dalla RHS nel 1936 e l’AOS nel 1951, compreso anche un FCC/AOS più tardi nel 1988 in riconoscimento postumo della sua eccellenza.

Fatto questo lungo excursus: Cattleya, Guarianthe, Cattleianthe, Porcia, Portia, Epicladium smull, conviene riassumere partendo dalla specie che in fondo la fa da padrona in tutto questo girovagare fra nomi e divagazioni tassonomiche.

Cattleya bowringiana Veitch 1885 – ora Guarianthe bowringiana (Veitch) Dressler & W.E. Higgins 2003. Guarianthe bowringiana

Cattleya bowringiana Veitch 1885.

Sinonimi: Cattleya autumnalis Hort. 1885 – Cattleya skinneri Bateman var. bowringiana (Veitch) Kraenzl. 1892 – ora Guarianthe bowringiana (Veitch) Dressler & W.E. Higgins 2003

Nome della specie in onore John C. Bowring, collezionista di orchidee inglese di fine 1800, .

Note storiche
Questa specie non ha sempre avuto il nome bowringiana. In occasione della prima esposizione a Londra (31 Ottobre 1885), il suo scopritore James Veitch, la presenta con il nome di Cattleya autumnalis, solamente dopo aver ottenuto un FCC dalla Royal Horticultural Society, Veitch modifica il nome iniziale, dedicando quello nuovo ad un suo ottimo cliente, John C. Bowring di Windsor. Bowring, primo figlio del plenipotenziario in Cina per conto della Regina Vittoria, Sir John Bowring, grande collezionista, sempre alla ricerca di nuove orchidee da coltivare ed ibridare; ironia della sorte, le pubblicazioni inglesi lo citano per le sue ibridazioni, piuttosto che per la più importante onorificenza del suo nome assegnato a questa bellissima specie.

Onori e potere
Non sempre però le onorificenze vanno distribuite equamente. La prima descrizione della Cattleya bowringiana è apparsa in “The Gardeners Chronicle – 28 Novembre 1885 (page 683)” a cura di James O’ Brien, ma nel famoso “Manual of Orchidaceous Plants”, non c’è alcuna menzione in suo onore: tutto è accreditato a Veitch, sia la sua scoperta che la sua descrizione.

Provenienza della specie
Guarianthe bowringiana è originaria dell’America Centrale (Belize e Guatemala), ed insieme alla Cattleya skinneri rappresentano le Cattleye più “nordiche” in natura.
Guarianthe bowringiana: particolare degli pseudobulbi e delle radici
Questa specie è l’unica nel suo genere ad avere gli pseudobulbi che crescono praticamente privi di rizoma orizzontale e con un rigonfiamento bulboso alla loro base, dal quale si formano radici e nuovi getti.

La più appariscente fra le Cattleye a fioritura autunnale.
img_1638 Quando l’estate fa capolino e l’autunno si affaccia con i suoi profumi di frutta matura, regalandoci le prime notti fresche, noi collezionisti di orchidee cominciamo a goderci le fioriture antunnali delle Cattleye, fra tutte, in serra primeggia lo spettaccolo dei numerosi mazzetti di piccoli fiori color viola splendente della Guarianthe bowringiana.
Nessun collezionista, anche per la sua facilità di coltivazione, dovrebbe privarsi di questo spettaccolo autunnale offerto dalla Guarianthe bowringiana e nemmeno di quello primaverile, donato da Guarianthe skinneri, che molti confondono con la G. bowringiana.

Una pianta molto facile da coltivare.
Guarianthe bowringiana in natura vive fra 200 – 900 metri di altitudine ed è molto adattabile a diversi ambienti. Può essere trovata come litofita nei burroni rocciosi, completamente esposta al sole diretto, oppure mimetizzata da pianta terrestre sulla sabbia di quarzo ed anche sugli alberi come epifita tipica.
Per queste sue peculiarità, questa specie è stata molto presente nelle collezioni, dove ha prosperato senza particolari problemi.
La sua grande popolarità è durata parecchio tempo (nel 1941 si è guadagnata anche la foto di copertina del bollettino AOS), ma è andata via via scemando, forse perché troppo facile da coltivare, oppure più semplicemente, perché i coltivatori decisero di non commercializzarla più. Sta di fatto che era quasi scomparsa dalle collezioni.
Viste le continue richieste, da qualche anno i produttori hanno iniziato a produrre incroci x self degli esemplari rimasti, ed ora è possibile trovare nuove piante nel mercato delle orchidee.
Altra notorietà di questa orchidea in natura è quella di essere cibo prelibato per gli animali della foresta, ma pur essendo continuamente in balia di molti agenti esterni, sopravvive, si sviluppa e fiorisce senza problemi: classico esempio di adattamento naturale a situazioni di precarietà.
Si è detto che Guarianthe bowringiana è l’ideale per principianti, ma ciò non vuol dire che non richieda anche abilità di coltivazione, il coltivatore esperto riuscirà ad ottenere risultati eccezionali, mentre il neofita si accontenterà di una piccola fioritura: in fondo, il collezionismo delle orchidee è affascinante proprio per questo. In condizioni di normale coltivazione, gli pseudobulbi possono raggiungere 30 cm di altezza e produrre non più di 7-8 fiori, in condizioni ottimali gli pseudobulbi possono arrivare anche a 60-70 cm con 20-30 fiori per infiorescenza. L’esemplare della prima foto in alto, quest’anno, ha prodotto 11 nuovi getti con circa 300 fiori.

Pregi e limiti
I collezionisti brasiliani, noti per le loro puntigliose collezioni mono specie, con tutte le varietà possibili, non apprezzano molto Guarianthe bowringiana perché trovano in lei una gamma limitata di varietà. Questo non è completamente vero, seppur limitatamente, le varietà e/o forme di questa specie sono presenti, e sono molto utili per importanti ibridazioni.
Sir Jeremiah Coleman, precursore degli ibridi coerulei nelle Cattleye, ha ottenuto buoni risultati con cloni coerulei, lilacini e violacei di G. bowringiana.

Gli ibridi
022Cattlianthe Portia Coerulea ‘Sir Jeremiah Colman’
Cattleya bouringiana è presente in ibridazioni famose e le sue caratteristiche hanno contribuito alla creazione di veri campioni. Famosi sono Cattlianthe Portia (C. bowringiana x C. labiata), registrato da James Veitch nel 1897 e Cattlianthe Porcia, incrocio fra C. bowringiana x C. Armstrongiae (Hardyana x loddigesii), registrato da H.G. Alexander nel 1927. Entrambi hanno ricevuto molti premi dalla RHS e dalla AOS.

Cattlianthe Porcia ‘Cannizaro’ ha ricevuto AM dalla RHS nel 1936 e dalla AOS nel 1951 ed un FCC/AOS postumo, nel 1988.
Guarianthe bowringiana ha contribuito egregiamente a tante altre ibridazioni fra le quali: Cattleytonia Rosy Jewel (x Broughtonia sanguinea), Brassocattleya Maikai (x Brassavola nodosa), e Cattleya Barbara Kirch (x Cattleya aurantiaca).

Qualche nota colturale
Anche se Guarianthe bowringiana è assai facile da coltivare, onde evitare che l’eccesso di sicurezza faccia compiere errori fatali è bene conoscere le sue esigenze fondamentali.
A causa della particolare conformazione degli pseudobulbi a base bulbosa, compattata e senza rizoma, il momento più critico per questa specie è il rinvaso: l’assenza di rizoma crea problemi nelle divisioni (è facile incidere la parte bulbosa), pertanto è utile porre molta attenzione nell’effettuare i tagli.
L’intervento di rinvaso e divisione va fatto all’inizio della fase vegetativa (primavera), appena si scorgono le nuove radici alla base degli pseudobulbi.
Il rinvaso va fatto con bark grosso, mescolato con poca torba di sfagno, avendo cura di non coprire le basi bulbose che potrebbero marcire. Per il resto va coltivata come le altre Cattleye: buona luce, ambiente umido e ventilato, composto umido ed un lieve rallentamento invernale delle annaffiature.

https://ufdcimages.uflib.ufl.edu/UF/00/09/87/23/00012/Page_00070.txt

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