Cestino universale: come costruirlo

Sulla falsariga delle vecchie museruola in rete metallica ritorna in auge questo contenitore, all’origine usato dai contadini per impedire ai buoi di distrarsi durante i lavori di campagna, ora quale contenitore di piante.
Si presta molto bene per contenere le orchidee con il geotropismo negativo (Stanhopea, gongorinae), ma è funzionale per qualsiasi soluzione.

Materiale d’uso: filo di ferro sottile, zincato e plastificato verde di due sezioni (più grosso per le due cerchiature e più maleabile per la formazione del reticolo.
Misure: 8 pezzi di ferro da 82 cm – un pezzo di ferro grosso per il cerchio superiore di 70 cm. che sviluppa un diametro di 21 cm. – pezzo di ferro di 8 cm. per il cerchio di contrnimento stretto.

Non rimane che seguire la sequenza delle operazioni: tempo previsto per un operatore allenato, 20 minuti primi

Sequenza delle operazioni.

Le prime operazioni saranno quelle di: a) – preparare 8 spezzoni di filo sottile, lunghi 82 cm, b) – creare i cerchi di supporto della rete, modellando un pezzo di ferro grosso lungo 70 cm, ed uno di 8 cm.

A questo punto seguite attentamente le foto in sequenza.
I pezzi di ferro da utilizzare per la formazione della rete, vanno piegati giusto a metà per favorire la formazione di occhielli da agganciare nell’anello inferiore. L’attorcigliatura dovrà essere di 2 giri e mezzo, in modo che l’occhiello si posizioni verticalmente rispetto ai 2 spezzoni laterali, questo per facilitare le operazioni di inserimento nell’anello inferiore.

Una volta piegati e preparati gli occhielli degli 8 spezzoni, questi vanno infilati nel cerchio inferiore, che opportunamente concede spazio (vedi foto).
Ad operazione ultimata si rimettono in linea i due terminali dell’anello, che dovranno accostarsi con una leggera pressione.

Si inizia la maglia della rete.
A questo punto si può iniziare la formazione della maglia, avendo cura di fare 2 attorcigliature complete fra spezzone e spezzone.

Effetto concavo.
Per ottenere la forma concava delle maglie, ogni giro completo, va aumentata la loro ampiezza (8 attorcigliature). Con un po’ di manualità si favorirà manualmente l’effetto sferico e
giro dopo giro (per questo modello in tutto 5), la (museruola) prenderà forma.
Siamo già in fase avanzata, ma non fatevi prendere dalla fretta di finire, questo è il momento più impegnativo e la buona riuscita del lavoro dipende proprio dalla attenzione che i vari spezzoni

delle maglie non si accavallino e soprattutto che non vi graffino le nani.

Siamo prossimi alla legatura delle magie all’anello superiore. Finito il quinto giro di maglie va inserito l’anello opportunamente
sagomato, al quale andranno attorcigliati gli apici rimanenti delle maglie, cosi come si può vedere nelle foto che seguono.

Siamo alle finiture, una volta attorcigliati i vari apici degli spezzoni delle magie, sarà nostra cura spuntare le rimanenze dei

fili di ferro e con l’ausilio di una pinza sistemeremo bene le punte in modo che non procurino lesioni.
Il contenitore universale è praticamente ultimato, eccolo in tutta la sua leggiadria, pezzo unico di gran valore: la
manualità!

Non solo per le orchidee.
Certamente la museruola nasce negli ambienti orchidfili dei secoli scorsi quale contenitore di orchidee dalle esigenze particolari, le Stanhopee ad esempio , ma nulla toglie che
siano molto funzionali anche per creare delle composizioni di edera o di altre essenze vegetali (vedi foto), quindi datevi da fare!
Come dite: non riuscite a fare la museruola? Niente paura, potrete trovarle a Schio già pronte… all’occorrenza anche con la Stanhopea inclusa.
Vediamoci a Schio!!

3 pensieri su “Cestino universale: come costruirlo

  1. Fabio

    Ottimo consiglio ma rimango perplesso sulla “ mini serra”. Le vaniglie sono orchidee che diventano enormi e in altezza prima di fiorire. Consiglio da fare ricerca e valutare le dimensioni.

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  2. Giovanni P.

    Buongiorno,
    qua le scrivo poiché non ho trovato altra adeguata sezione sul sito. Sono intenzionato a costruire una micro serra per sperimentare la coltivazione di Vaniglia. Parto con sole basi di elettronica e automazione, che spero comunque sufficienti per la costruzione della serra. Il mio problema sta nella comprensione del microclima necessario alla crescita della pianta (che spero di ricreare in base ai dati climatici medi dei luoghi di origine e coltivazione in campo aperto) contando anche che la serra disporrà della sola luce artificiale. Le chiedo quindi se è a sua conoscenza una pianta tropicale sensibile all’ambiente ma con una crescita più rapida dell’orchidea, in maniera tale da poter calibrare la serra prima ancora della futura ospite.
    Grazie in anticipo per l’attenzione.

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    1. Guido Autore articolo

      Ciao Giovanni, per coltivare la Vaniglia (Vanilla planifolia, intendo), il parametro assolutamente da ottenere è la temperatura minima che non deve mai scendere sotto i 22° gradi centigradi, in ambiente con umidità relativa 60-70%. La massima temperatura diurna può oscillare anche fra i 25 – 32° gradi centigradi. Per testare l’ambiente puoi acquistare direttamente una o due piantine di Vanilla… è facile trovarle e non costano molto.
      A presto, Guido.

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