Universo Orchidea… film, romanzi e miti

Il ladro di orchidee: Tu sei ciò che ami, non ciò che ama te.

Riporto alla ribalta un vecchio post di qualche anno fa dal titolo: Orchidea fantasma.

Con quel post intendevo solamente descrivere una strana orchidea della Florida, portata alla ribalta dal film “Il ladro di orchidee”, priva di foglie, le strutture abilitate alla fotosintesi: Dendrophylax lindenii (Lindley)Garay 1969.

Dendrophylax lindenii è comunemente chiamata “orchidea fantasma” per la sua morfologia, senza foglie, con le radici abbarbicate ai tronchi degli alberi ospitanti ed i suoi fiori bianchi, che sembrano sospesi, richiamano l’altro nome comune della specie “orchidea rana”; il petalo prolungato del labello assomiglia ai piedini posteriori di una rana nella fase di salto.
L’orchidea fantasma fiorisce in estate, e forma singoli fiori in successione che sono impollinati da una farfalla chiamata “Sfinge gigante”.
Questa orchidea è rara innanzi tutto per la gran difficoltà di riproduzione del suo habitat d’origine in coltivazione ed in secondo luogo per la sua tendenza all’estinzione naturale causata dalla carenza dei suoi impollinatori specifici.

Per la verità, riprendo questo post sollecitato dal contenuto di alcuni commenti a quell’ articolo, domande che spostano l’interesse su altri versanti:
Joak chiede: ma l’estrazione di sostanze stupefacenti dall’orchidea fantasma è possibile?
Poison eyes aggiunge: ciao joak..mi sono fatta la stessa domanda, anch’io ho visto il film e sinceramente lo trovo decisamente bello in tutti i sensi..per favore qualcuno mi dia una risposta giustificata e reale..grazie.

Mosso dalla curiosità ho deciso di rileggermi la trama del libro di Susan Orlean: Il ladro di orchidee, ma soprattutto mi son riletto diverse recensioni del film omonimo del regista: Spike Jonze.

Spunti dal romanzo:
La storia di un’ossessione: l’ossessione per le orchidee. E’ un’ossessione pericolosa: il cacciatore di orchidee ha sempre cercato cose meravigliose in posti terribili, e nell’età eroica della ricerca e classificazione – tra la metà dell’Ottocento e gli inizi del Novecento – i luoghi terribili erano terribili davvero. Le ossessioni del protagonista di questo libro – l’irresistibile John Laroche – sono ugualmente rischiose. Vuole collezionare ogni specie di orchidea, e soprattutto cerca disperatamente un”orchidea fantasma”, la famosa e rara orchidea con un meraviglioso fiore bianco che fiorisce una sola volta l’anno nella riserva naturale di Fakahatchee Strand, in Florida.

Inseguendo Laroche, la sua mania e una schiera di personaggi che la condividono, Susan Orlean ci conduce in un mondo insolito e sorprendente: il mondo di coloro che per procurarsi un’orchidea sconosciuta sono disposti a giungere perfino al delitto. “Il ladro di orchidee” è un vivido ritratto di un’America tropicale e notturna. E’ una celebrazione della passione botanica. Soprattutto, è un’indagine avvincente e profonda sulla passione in sé, quella forza cieca che può riempire (o rovinare) la nostra vita.

Spunti dal film:



Dopo il successo del precedente film, Spike Jonze torna con un nuovo sofisticato meccanismo in cui, ancora una volta, finzione e referenti reali si mischiano creando vertigine. Alla base della pellicola un romanzo\reportage della giornalista del New Yorker Susan Orlean che Kaufman (su richiesta di Jonathan Demme) doveva sceneggiare per il grande schermo.
Ci ritroviamo con Spike Jonze in una sorta di continuazione di “essere John Malkovich”, non tanto per i contenuti di questa sua nuova pellicola, ma soprattutto perché siamo sul set insieme allo sceneggiatore Charlie Kaufman ed alle sue turbe creative.
Lo sceneggiatore Charlie Kaufman è in crisi perché non riesce a adattare per il cinema il libro di Susan Orlean “Il ladro di orchidee”, che racconta la storia vera di John Laroche, botanico così appassionato di orchidee rare che è disposto a rubarle. Nel bel mezzo del suo blocco creativo, Charlie riceve la visita del suo gemello Donald che ha intenzione di scrivere la storia di un serial killer. Dopo 13 settimane, mentre Donald ha composto il suo thriller, Charlie è arrivato ad una soluzione: il film parlerà della crisi di ispirazione di uno sceneggiatore che non sa come adattare il romanzo. Charlie parte per New York, deciso ad incontrare Susan e a parlarle ma, non avendone il coraggio, si fa sostituire da Donald a cui la scrittrice rilascia una lunga intervista raccontandogli di come la sua curiosità l’abbia spinta ad andare a incontrare di persona John Laroche. Poiché le sue dichiarazioni contengono qualcosa di stonato, i due gemelli cominciano a pedinarla e scoprono che Susan ha una relazione clandestina con John. Ma quando vengono scoperti, la reazione del
botanico è estremamente violenta e…

…Indubbiamente una pellicola geniale sia per la struttura narrativa che per la costruzione che affianca le idee di Kaufman alle immagini appena passate sullo schermo, ma che è affetta sia da una certa mancanza di ritmo, che si sente essenzialmente nella parte centrale del film, sia da un forte scollamento tra la prima parte e la seconda dove una serie di eccessi, poco in linea con le premesse, sono mitigati da un finale in perfetto stile USA. Resta comunque affascinante l’analisi del mondo, o piuttosto della mente di Charlie con tutti i suoi conflitti creativi accostati alla grottesca semplicità d’approccio del fratello Donald, quasi lo scontro tra due scuole di pensiero.

Considerazioni
Ovviamente nessuna orchidea produce sostanze stupefacenti nel senso stretto del termine, ma questa affermazione, che per noi orchidofili può risultare scontata, è evidentemente meno ovvia per la gran maggioranza delle persone. Poiché il tema “droga” ci porta inevitabilmente nel proibito, forse sarà questo il motivo che scatena interesse.
Il mondo delle orchidee, già complicato e mitizzato in tutte le sue sfaccettature, può apparire ancora più misterioso quando entra nelle pagine di un libro o nella pellicola di un film.
Ad ogni buon conto, le orchidee possono veramente offrire delle sostanze “stupefacenti” ai loro insetti impollinatori: le fragranze e le sostanze chimiche che i fiori mettono a loro disposizione.

PS) Se qualche cineasta dilettante cerca soggetti tipo “John Laroche” per un documentario “psico-antropologico con sfondo sulle orchidee”, in questi giorni non deve far altro che girovagare fra garden e vivai, per vivere “l’INGORGO”, tanto da poter dire: “Troppe comari e troppi dottori al capezzale delle orchidee, il parto è difficile”

Ciao! Che ne pensi?