Archivio mensile:Marzo 2021

Dendrobium harveyanum

Dendrobium harveyanum, è stato descritto da Heinrich Gustav Reichenbach nel 1883. È una specie epifita, rara, di piccole dimensioni, a crescita fresca, che raggiunge i 15-23 cm di altezza, con pseudobulbi eretti, fusiformi, profondamente solcati, lunghi 15-23 cm. Forma da 2 a 9, foglie apicali, decidue, ovato-oblunghe, coriacee lunghe 8-10 cm. Questa specie fiorisce da febbraio ad aprile.

Dendrobium harveyanum: fiori.

Dendrobium harveyanum forma dei fiori di colore giallo dorato con lunghi filamenti che bordano i petali, ed il labello frangiato e densamente pubescente (coperto di peli fini). Le infiorescenze pendule sono lunghe circa 15 cm e si formano sulla sommità dei vecchi pseudobulbi, spesso privi di foglie, e portano fino a nove fiori larghi 5 cm. I fiori durano poco forse da 10 a 14 giorni, ma garantiscono una piacevole fioritura in progressione per un periodo di diverse settimane. Questa specie è abbastanza ostica nella coltivazione, in sito è endemica in Myanmar (Birmania), Tailandia, Vietnam e provincia dello Yunnan nella Cina meridionale. Dendrobium harveyanum è una specie rara in natura. Nello Yunnan, fiorisce a marzo e aprile e si sviluppa ad altitudini da 1.100 a 1.700 m. dove cresce come epifita su tronchi d’albero e grandi rami.

Dendrobium harveyanum: pianta fiorita.

Questa specie è stata originariamente scoperta in Myanmar e introdotta in coltivazione dalla Liverpool Horti-cultural Company. Il nome di specie è dedicato a Enoch Harvey di Aigburth vicino a Liverpool che, nel 1883, fu il primo a portarlo a fiore in Europa. L’ habitat del Dendrobium harveyanum rispecchia il classico clima monsonico con forti piogge in primavera ed estate, completamente assenti in autunno e in inverno con luce intensa, notti fresche e giornate calde. Durante il riposo invernale in natura senza piogge, l’umidità è bassa e molto probabilmente le piante ricevono quella neccessaria, dalla rugiada mattutina. Va da se capire che in coltivazione vadano riprodotte il più possibile le condizioni in sito. Dendrobium harveyanum può essere coltivato anche su zattere di sughero o felce arborea, ma deve essere annaffiato abbondantemente; se la pianta è coltivata in vaso è utile stare attenti a non creare stagnazioni nel substrato.

Dendrobium jonesii

Dendrobium jonesii Rendle 1901 SEZIONE Dendrocoryne.

Nome di specie dedicato a Jones (Collezionista di orchidee australiane primi del 1900) – Nome popolare In Australia The Oak Orchid – The Large Oak Orchid. Specie epifita di piccole dimensioni, endemica nel Queensland, in Australia, nelle montagne della penisola di Cape York, a un’altitudine compresa tra 150 e 1400 metri, Vive in piena luce o in alto sugli alberi delle foreste pluviali, desidera clima caldo.

Temperatura: La temperatura media del giorno estivo è di 30-32° gradi centigradi quella notturna di 22 ° C, con una differenza giornaliera di 8-9°. In inverno la temperatura media diurna è di 28-31° quella notturna di 11-13 ° C

Umidità: Per la maggior parte dell’anno, The Oak Orchid ha bisogno di un’umidità di quasi l’80%, ma alla fine dell’inverno e all’inizio della primavera scende a circa il 60%.Le bagnature vanno ridotte in inverno.

Pseudobulbi scuri, scanalati e gonfi, portanti da 2 a 7 foglie ovate, affollate apicalmente, che fioriscono in inverno e primavera producendo infiorescenze racemose erette ad arcuate, che si originano dai nodi verso l’apice del fusto e portano 30 fiori, speziati e profumati che spesso rimangono semi chiusi.

Sinonimi; Dendrobium fusiforme Bailey 1902; Dendrobium ruppianum A.D. Hawkes ex F. Gordon 1964; Dendrobium ruppianum f. magnificum Dockrill 1964; Dendrobium ruppianum var. blackburnii (Nicholls) Dockrill 1964

Webinar guido 2

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Note generali sulla revisione tassonomica della Sottotribù Pleurothallidinae
La sottotribù Pleurothallidinae, nonostante sia stata scientificamente trascurata per lungo tempo, diventando di fatto il ricettacolo di tutto quanto non si sapeva o voleva inserire in altri generi, è oggi uno dei gruppi di orchidee scientificamente più conosciuti.
La base morfologica della riorganizzazione tassonomica delle Pleurothallidinae nasce con Luer nel suo lavoro “Icones Pleurothallidinarum”

Le Pleurothallidinae sono una sottotribù neotropicale di piante della famiglia delle orchidee che comprende 29 generi in più di 4000 specie che rappresentano il 16% delle orchidacee. Le specie di questa sottotribù sono tra le orchidee più popolari nelle collezioni, in particolare i generi Dracula, Dryadella, Masdevallia e Restrepia distribuite dalla Florida all’Argentina, Brasile e nelle Piccole Antille, Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia.

Il genere Restrepia

La prima specie del genere è stata scoperta da Ruiz e Pavon, nel 1779, a nord del Perù ed è stata descritta nel 1798 con il nome di Humboldtia contorta

Il genere è stato descritto e pubblicato in: Nova Genera et Species Plantarum Vol: 1, pag: 366, Tav:94, (1816) da Humboldt, Bompland e Kunth. La pianta campione in analisi per la descrizione (raccolta in Colombia) è stata nominata Restrepia antennifera ed è la specie tipo del genere. Il nome Restrepia è stato dato da Karl Sigismund Kunth in onore di José M. Restrepo.

Nota:
L’epiteto di specie “antennifera” è spesso usato anche per altre specie, quasi a considerarle sue varietà. Questo aspetto contribuisce a creare disorientamento e difficoltà nell’esatta individuazione tassonomica.

Restrepia elegans
Restrepia cuprea.
Restrepia metae.
Restrepia dodsoni.
Restrepia echo.
Restrepia jesupiana.
Restrepia mendozae
Restrepia muscifera.
Restrepia sanguinea.
Restrepia guttulata

Il Genere Dracula
Già il nome stesso del genere, crea un certo disagio, conosciamo bene le strane doti del Conte Dracula della letteratura…. dal libro “Dracula” di Bram Stoker (1897).

Dracula vlad tepes.


Le orchidee chiamate Dracula
Il genere Dracula appartiene alla sottotribù delle Pleurothallidinae ed è stato generato nel 1978 dal Dott Carlyl Luer, scorporando dal genere Masdevallia alcune specie con fiori pelosi, strani labelli e sepali con code lunghissime. Forse è stato proprio quest’ultimo particolare oltre alla somiglianza dei fiori a “piccoli draghi” e non da ultimo all’ambiente umido e buio dove amano vivere, ad ispirare il nome “Dracula” a Luer

Dracula bella.

Si è già evidenziato che le condizioni ambientali molto importanti sono l’alta umidità costante, ombra abbondante, ventilazione e temperature da moderate a fredde, il tutto accompagnato da costante ventilazione.

A quanto illustrato sopra va aggiunto che gran parte delle specie del genere Dracula producono steli fiorali con il geotropismo negativo e quindi bisogna contenere le radici di queste piante in cestini forati per permettere l’uscita degli steli stessi.
Nonostante tutto, se desidri cimentarti con queste bellissime e delicatissime orchidee, quel che segue può darti una mano.

Dracula bergeri.
Dracula lotax
Dracula andrettae.
Dracula lotax

Rinvaso: tipologia del substrato e tecniche costruttive dei cestelli in filo zincato.

Anche per il substrato di queste orchidee vale il principio della facilità del suo reperimento e del costo contenuto.
Dopo molti esperimenti con materiali di varia natura (fibra d’osmunda, bark, polistirolo ed altro) utilizzati negli anni precedenti per il rinvaso, ultimamante uso una miscela di bark fine, torba si sfagno ed agriperlite, che garantisce vaporosità, umidità alle radici e buona resistenza alla decomposizione, Inoltre per mantenere umida la sua superfice, copro la parte superiore del substrato con sfagno secco reidratato.

Nelle foto sotto si può notare una pianta di Dracula, prima e dopo il rinvaso.

Pianta da rinvasare
Pianta rinvasata

La pianta prima del rinvaso (foto a sinistra) presenta chiari sintomi di soffocamento del composto, in parte ammuffito e decomposto. A destra nella foto si vede la pianta rinvasata e pulita.

Pianta tolta dal cestello (foto sotto) e preparativi per la risistemazione.

Sopra si può notare lo stato generale di crisi del substrato e delle radici della pianta, mentre a destra si vedono pianta e cestello puliti, con li substrato pronto per il rinvaso.

Come costruire i cestelli in rete zincata.

Per costruire questi cestelli si usa rete zincata finissima (mezzo centimetro di lato dei quadratini), reperibile nelle comuni ferrameta o negozi di edilizia e si tagliano i segmenti di misura desiderata (è sufficente fare qualche calcolo teorico), io costruisco cestelli di tre misure (8-10 12 centimetri di diametro e 10 di altezza).

Modellare manualmente.

Una volta tagliata e rifilata per bene la porzione di retina da utilizzare si inzia a modellarla a forma di cilindro e poi si chiudono i due lati, legandoli con un filo di plastica sottile (fili dei cavi telefonici). Per consentire la piegatura del fondo si praticano dei tagli orizzontali ogni 2 quadratini di rete.

Ultime finiture.

Effettuati i tagli, piega le sezioni di retina ricavate verso il centro del cestello e lega con lo stesso filo di prima, l’ammasso di rete ottenuto. Un’ultima sistematina estetica generale, battendo con il manico del martello sul fondo per pressare la retina e poi si può ammirare l’opera. Il cestello a questo punto è pronto per l’uso, lega 3 fili di plastica al bordo superiore del cestello, annodali ad un pezzo di ferro che funge da gancio e procedi con il rinvaso: buona coltivazione.

Il Genere Masdevallia

Masdevallia ibrida
Masdevallia vitchiana
Masdevallia andreettana.
Masdevallia impostor
Masdevallia stennorhynchos

Il Genere Pleurothallis

Pleurothallis è un genere di grandi dimensioni a partire dal 2020, Kew’s Plants of the World Online elencava circa 540 specie del genere. Molte specie precedentemente classificate nel genere Pleurothallis sono state trasferite ad altri generi.

Pleurothallis pluriracemosa.
Pleurothallis gelida
Pleurothallis sertularioides.
Pleurothallis tribularioides.
Pleurothallis phalangifera.
Pleurothallis sonderana.
Pleurothallis_ocreata
Pleurothallis jonsonii.
Pleurothallis rowleii.
Pleurothallis bvali.
Pleurothallis hemirhoda.
Pleurothallis striolata.

Pleurothallis titan.
Acianthera_aphthosa.
Achianthera bidentulata.
Acianthera saracenia.

Acianthera violacea.
Mioxanthus exasperatus.
Pleurothallis phalangifera
Octomeria ghertii.
Octomeria alpina.
Octomeria greandiflora
Pleurothallis phalangifera

Trichoglottis rosea

Trichoglottis rosea (Lindl.) Ames

Trichoglottis rosea ha una forma di crescita a foglie alterne lungo un fusto spesso, i suoi fiori di lunga durata sono prodotti a profusione, molto piccoli e molto profumati.Trichoglottis rosea è originaria delle Filippine e di Taiwan, dove cresce nelle foreste di pianura.

L’habitat di endemicità di questa specie è molto più fresco del Borneo, quindi è consigliabile coltivare Trichoglottis rosea nella parte fresca della serra (min 12 ° C). La pianta preferisce crescere pendula e quindi va sistemata su dei cestini appesi nella parte alta della serra.