Archivio mensile:Giugno 2022

Grandiphyllum divaricatum

Grandiphyllum divaricatum è una specie di orchidea descritta originariamente da Lindl. e nel 2006 e da Docha Neto nel suo riordino del genere.

Il genere
Il genere Grandiphyllum (Docha Neto) è stato creato per raggruppare le specie precedentemente incluse nel genere Oncidium sez. Pulvinata, sez. Paucituberculata (alleanza O. edwallii). Le specie incluse in questo nuovo genere sono comunemente conosciute come “orchidee orecchia d’asino”.

Grandiphyllum Docha Neto, in Coletânea de Orquídeas Brasileiras 3: 74 – 76 (2006).

Descrizione degli autori:
“Genus Trichocentrum Poepp. & Endl. affine, sed pseudobulbis lenticulatis, adjuntis;
inflorescentia paniculata, recta auct arcuata; floribus laxis in thyrsus; labello sine calcar; callo pulvinato aut digitiformi; gynostemio alis parvis differt.”

Etimologia: grandi e phyllum, in riferimento alle foglie delle specie che sono molto grandi rispetto alle altre parti vegetative.
Specie tipo tipo: Oncidium divaricatum Lindl., Bot. Reg. 13: t. 1050 (1827).

Specie incluse nel genere:
Grandiphyllum aberrans (Schltr.) Docha Neto
Grandiphyllum auricula (Vell.) Docha Neto
Grandiphyllum divaricatum (Lindl.) Docha Neto
Grandiphyllum edwallii (Cogn.) Docha Neto
Grandiphyllum hians (Lindl.) Docha Neto
Grandiphyllum kraenzlinianum (Cogn.) Docha Neto
Grandiphyllum pulvinatum (Lindl.) Docha Neto = G. divaricatum
Grandiphyllum robustissimum (Rchb.f.) Docha Neto
Grandiphyllum shunkeanum (Campacci & Catharino) Campacci
Grandiphyllum sphegiferum (Lindl.) Docha Neto

Il genere Grandiphyllum è ulteriormente diviso in tre gruppi (alleanze):
1- Gruppo G. divaricatum: labello cum callo pulvinato, unicus.
Grandiphyllum divaricatum (Lindl.) Docha Neto
Grandiphyllum robustissimum (Rchb.f.) Docha Neto
Grandiphyllum sphegiferum (Lindl.) Docha Neto

2 – Gruppo G. auricula: labello cum callo pulvinato et callo dentibus caniniformi aut plus conchatiformi.
Grandiphyllum auricula (Vell.) Docha Neto
Grandiphyllum edwallii (Cogn.) Docha Neto
Grandiphyllum shunkeanum
(Campacci & Catharino)

3 – Gruppo G. hians labello cum calli digitiformi aut dentibus caniniformi sine callo pulvinato.
Grandiphyllum aberrans (Schltr.) Docha Neto
Grandiphyllum hians (Lindl.) Docha Neto
Grandiphyllum kraenzlinianum (Cogn.) Docha Neto

Riferimenti:
www.orchidstudium.com
GRANDIPHYLLUM DOCHA NETO: REVISÃO
TAXONÔMICA, PROPOSTA DE NOVAS ALIANÇAS E
SINÔNIMOS DE ORCHIDACEAE.

Grandiphyllum divaricatum (nome attualmente accettato da Kew). ORIGINE: Specie endemica in Brasile vive sui pendii umidi delle montagne costiere vicino alle creste ad altitudini di 1500 metri. DESCRIZIONE: epifita da clima fresco, pianta di piccole e medie dimensioni con pseudobulbi discoidi suborbicolari, fortemente compressi, di colore giallo-verde, portanti una singola foglia apicale, coriacea, suberetta. Infiorescenza lunga da 120 a 200 cm, di colore viola opaco da 6 a 15 rami, ogni ramo da 3 a 10 fioriti e con brattee floreali strettamente ovate, molto acute e portanti fiori leggermente profumati.

Oncidium divaricatum – Litografia colorata a mano di Oncidium divaricatum intitolata ‘Fiori brasiliani raccolti in sito negli anni 1880-1882 nel quartiere di Rio de Janeiro: Larangeiras, Tijuca, Paqueta, Petropolis, molti degli esemplari raccolti

Encyclia fragrans

Encyclia fragrans (Prosthechea fragrans,  Anacheilium fragrans)

Specie originaria della Giamaica, endemica nelle più fresche montagne centro-occidentali, dove fiorisce principalmente in inverno e in primavera, ma la fioritura è possibile in tutte le stagioni con una pianta ben cresciuta.

È un’epifita in crescita di piccole e medie dimensioni, desidera clima da caldo a freddo. Pianta generosa nella fioritura, produce molti fiori profumati di lunga durata per molte settimane.fino a 12 settimane in condizioni da intermedie a fresche. Specie facile da coltivare nelle, come riferimento di coltivazione prendere ad esempio le condizioni delle Cattleya. Cresce bene montata su zattere o cestini di legno. Ridurre le bagnature in inverno. 

Riordino del genere Encyclia
Con il trascorrere del tempo e con la scoperta di nuove specie, il genere Encyclia diventa a sua volta un contenitore troppo grande e soprattutto troppo incoerente morfologicamente.
Tuttavia, dobbiamo aspettare fino al 1961 per registrare le prime ristrutturazioni del genere Encyclia, con Dressler che lo suddivide in due sezioni: Encyclia e Osmophytum.
Successivamente, Dressler (1971) rivisita ancora strutturandolo in sei sezioni e tre sottogeneri.

Dendrobium amabile

Dendrobium amabile (Lour.) O’Brien 1909
Sezione: Callista (Lour.) Schltr.
Sinonimi: Callista amabilis Lour. 1790;
Callista thyrsiflora (Rchb.f. ex André) M.A.Clem. 2003;
Dendrobium bronckartii De Wild. 1906;
Dendrobium densiflorum var. alboluteum Hook.f. 1869;
Dendrobium galliceanum Linden 1890;
Epidendrum callista Raeusch. 1797;
Dendrobium furcatum Reinwardt & Lindley.
Origine del nome di specie: dal latino “amabile”…bello, piacevole..

 La pianta è morfologicamente diversa dal Dendrobium farmeri, che è strutturato con fusti quadrati, mentre Dendrobium amabile ha fusti tondeggianti di colore marrone o verde scuro; lunghezza da 40-100 cm, foglie alterne dal centro alla sommità del gambo. I fiori non durano a lungo, solo circa 5-10 giorni, hanno una grande forma a grappolo, colori brillanti e luminosi. La variabilità dei vari habitat di endemicità di questa specie, il colore dei petali e dei sepalii dei suoi fiori possono variare dal biancho al viola.

Dendrobium amabile ha steli duri, rotondi e scuri, di solito lunghi 30-80 cm. Lungo il gambo ci sono molti piccoli solchi; le foglie sono molto carnose e rimangono attive tutto l’anno. Questa specie non ha una stagione di riposo, i fiori crescono a grappolo e hanno una lunghezza di 20-25 cm dalla parte superiore, con un diametro del grappolo di circa 10 cm, inclusi molti fiori singoli. I fiori sono rosa chiaro, il peduncolo e l’ovulo sono lunghi 4 – 5 cm. Le foglie sono appuntite, lunghe 2,8 – 3 cm, larghe 1,4 – 1,6 cm. I petali sono di forma ovale, con la sommità arrotondata, lunghi 3 – 3,2 cm, larghi 1,9 – 2 cm. Il labello è rotondo e largo da 2,6 a 2,8 cm, con bordi bianchi, al centro una macchia arancione. I fiori sbocciano in estate tra fine maggio e metà giugno, emanano profumo dal sapore dolciastro.

Coltivazione:
Come le altre specie della sezione Callista può essere coltivato in serra intermedia a luce filtrata 50%, con fertilizzazioni e bagnature regolari durante la fase di sviluppo. Durante l’inverno vanno diradate le spruzzature (tanto da mantenere gli pseudobulbi turgidi) e la temperatura minima può scendere a 10 gradi notturni. E’ utile sistemare questa orchidea in vaso con substrato di bark medio.

 

  

Ulteriori approfondimenti

Bulbophyllum ornatissimum

Bulbophyllum ornatissimum, chiamato anche, Cirrhopetalum ornatissimum, Mastigion ornatissimum, Phyllorchis ornatissimum, è una specie del genere Bulbophyllum, descritta da Johannes Jacobus Smith nel 1912. Specie originaria ell’India nord-orientale e precisamente in Sikkim nella regione di Darjeeling e in Meghalaya. Cresce sui cespugli vicino ai ruscelli, nella regione tropicale, ad un’altezza di 500-600 m. È un’epifita di piccole dimensioni, da clima caldo con pseudobulbi ovoidali lunghi 2,5 cm; nella parte superiore di ogni pseudobulbo cresce una foglia larga più di un cm.

 Bulbophyllum ornatissimum produce infiorescenze erette a forma di ombrella con 3 a 5 fiori apicali profumati su ciascuna infiorescenza eretta, lunga 15 cm che sorge dalla base dello pseudobulbo maturo. I fiori sono lunghi 11,5-18,5 cm. I petali sono gialli con striature o nervature rosse. Il labello ha un colore variabile, dal porpora al rosso porpora. I sepali superiori sono lanceolati, dotati di ciglia lungo i bordi con punta acuminata e leggermente ricurva. I sepali laterali sono lunghi e stretti, quasi per tutta la lunghezza collegati tra loro e solo le loro punte filiformi sono separate e ritorte. Sulla sommità di piccoli petali triangolari stretti sono presenti grappoli di villi pendenti.

Coltivazione.

Bulbophyllum ornatissimum desidera luce filtrata in ambiente con un forte movimento dell’aria. La temperatura media del giorno estivo è 30°C, la notte 23-24° C. La temperatura media del giorno invernale è 21-23°C, la notte 9-12 ° C. Umidità: questa pianta necessita di un livello di umidità dell’80-85% in estate e all’inizio dell’autunno. Poi, alla fine dell’autunno e all’inizio dell’inverno, scende al 75% e continua questo calo fino al 50% all’inizio della primavera.

Rinvasi e fertilizzazioni, substrati in coltura:

 Bulbophyllum ornatissimum preferibilmente va montato su una zattera di sughero o di felce arborea,  può essere coltivato anche in cestini o contenitori poco profondi. Quando si coltiva in vaso, la metà inferiore dovrebbe essere riempita con materiale che garantisca un ottimo drenaggio, ad esempio pezzi di corteccia o sughero spessi o medi. La metà superiore del vaso deve essere riempita con un substrato fine, ad esempio corteccia, mescolata con felci arboree, composto che trattiene l’umidità, ma non il ristagno d’acqua. Di solito vengono utilizzati additivi come perlite, muschio di torba tagliato e carbone, che rilassa il substrato e previene l’inacidimento. Si consiglia una miscela contenente felce arborea perché non si decompone così rapidamente come la corteccia e ciò si traduce in rinvasi meno frequenti.  Bulbophyllum ornatissimum reagisce male ai disturbi delle radici, tuttavia, se è necessario rinvasare, è opportuno farlo quando iniziano a crescere nuove radici, perché così la pianta si stabilizzerà nel più breve tempo possibile. Annaffiare abbondantemente durante la crescita attiva, purchè sia garantito un ottimo drenaggio. Quando in autunno le nuove vegetazioni raggiungono la maturità, la quantità di acqua va ridotta. Durante lo sviluppo si consiglia di somministrare alle piante 1/4-1/2 dosi settimanali di fertilizzante. Altre opzioni consentono di usare sempre fertilizzante bilanciato oppure fertilizzante con un alto contenuto di azoto dalla primavera a metà estate, e poi fino alla fine dell’autunno, con un alto contenuto di fosforo. In inverno, Bulbophyllum ornatissimum necessita di meno acqua, deve asciugarsi leggermente tra un’annaffiatura e l’altra, senza che rimanga asciutto per troppo tempo. Quando la quantità di acqua diminuisce, anche la quantità di fertilizzante dovrebbe essere ridotta.

Nemaconia striata

Nemaconia striata , (Lindl.) Van den Berg, Salazar & Soto Arenas 2007

Genere Nemaconia

Nemaconia Knowles & Westc. Flor. Cab. ii.(1838). Etimologia del nome di genere: dal greco nema atos (filamento) e akon, onotos (dardo o lancia) in riferimento alle foglie lineari ed estremamente lanceolate. E’ un genere di orchidee generalmente epifite, imparentato con Helleriella, Isochilus e Ponera, con cui forma la piccola sottotribù delle Ponerinae, collocata nella tribù Epidendreae. Queste piante sono caratterizzate da steli a forma di canna, foglie strette e allungate, oltre ad avere fiori relativamente piccoli, radici spesse e carnose specializzate per immagazzinare i nutrienti al posto degli steli.

Il genere Nemaconia nasce dalla descrizione di N. graminifolia, specie che per le sue caratteristiche simili a Ponera è stata considerata parte di questo genere e trattata per molti anni come Ponera graminifolia. Nota: Ponera è un genere botanico proposto e descrtto da John Lindley, pubblicato in The Genera and Species of Orchidaceous Plants 1113–114. 1831, basandosi sulla descrizione della specie Ponera juncifolia. Il nome del genere è in riferimento al fatto che i fiori di questa specie sono molto piccoli rispetto alle dimensioni delle piante. Fritz Hamer scrive nel suo libro The Orchids of El Salvador: “Il botanico inglese John Lindley nominò il genere Ponera nel 1831 e lo basò sulla parola greca poneros = miserabile, buono a nulla, molto probabilmente perché il i fiori nella maggior parte delle specie sono piccoli e poco appariscenti”.

Studi postumi sul DNA hanno mostrato che diverse specie di Ponera erano imparentate con P. graminifolia e formavano un gruppo più legato ad essa che alle altre specie di Ponera. Per questi motivi furono formalmente trasferite nel genere Nemaconia, nel 2007 da studiosi capeggiati dal botanico Miguel Angel Soto Arenas. Nota: Miguel Ángel Soto Arenas (1963-2009) grande botanico e orchidologo messicano, tragicamente assassinato durante un tentativo di furto del suo camion a casa sua, in Messico, il 27 agosto 2009.

Specie trasferite nel nuovo genere Nemaconia; Ponera dressleriana Soto Arenas (1990), Ponera esilia Dressler (1968), Ponera glomerata Correll (1941), Ponera graminifolia (Knowles & Westc.) Lindl. (1839), Ponera Juncifolia Lindl. (1831) – specie tipo – Ponera longipetala Correll (1941), Ponera pellita Rchb.f. (1880), Ponera striata Lindl. (1842)

Nemanconia striata; pianta di taglia media o grande, senza pseudobulbi. Morfologicamente si pesenta con lunghi steli dotati di foglie caduche che producono infiorescenza terminale su un lungo stelo. I sepali e il piede della colonna formano un mento. Il fiore produce quattro masse polliniche. Specie endemica nella foresta atlantica sud-orientale del Brasile, nonché in Messico, Belize, Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Colombia, Ecuador, Bolivia e Venezuela nelle foreste tropicali di pianura, foreste pluviali e savane. Orchidea epifita, richiede temperature da calde a fresche. A volte litofita su scogliere calcaree. Forma fusti sottili, frondosi verso l’apice e sottesi da guaine fogliari verrucose. Fiorisce in autunno su un’infiorescenza solitaria o fascicolata.